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Verso un "anthropology of life"
Uno dei cardini di tale nuova prospettiva di ricerca consiste nel rovesciare la visione tradizionale dell'animale oggetto. Gli animali diventano "reali", e fanno parte della sfera relazionale e sociale dell'uomo. L'animale viene concepito come partner attivo di un rapporto biunivoco e di reciproco scambio con l'uomo, acquisendo così dignità di soggetto cooperante alla definizione di una particolare esperienza umana. È possibile individuare circostanze in cui una determinata specie animale possa offrire soluzioni nuove all'uomo per ciò che riguarda il rapporto con se stesso, con gli eterospecifici e con l'ecosistema in generale. Obiettivo dell'etnografia multispecie sarebbe quindi non solo il dar voce e il riconoscere la soggettività al non umano, ma il far ripensare alle categorie d'analisi in modo che possano includere e riguardare tutti gli esseri viventi.
2L'antropologo Kohn propone un "anthropology of life": un'antropologia che non si limita solo all'essere umano, ma si preoccupa degli effetti dei nostri legami con altri tipi di esseri viventi. Haraway parla di specie compagne, coinvolte in processi di "becoming with": siamo specie compagne, partecipanti a processi in corso di "divenire con" l'uno con l'altro nel processo naturale-culturale. Il concetto di "natura-cultura" indica un cambiamento nel pensiero della tradizione culturale occidentale, passando dalla visione di natura e cultura come opposte l'una all'altra a vederle come interattive reciprocamente. Si tratta di un incontro come forma di "co-essere", di "essere con" e di "intra-agire". Marchesini parla di rapporto di soglia: ovvero caratterizzato da un processo di decentramento che mette in relazione il soggetto con l'alterità, costruendo da una parte una migliore consapevolezza identitaria, dall'altra unamaggiore apertura al mondo. L'animale è una soglia propria perché non è umano, perché è portatore di caratteristiche che in qualche modo decentrano, nel porsi come semplificatore di un altro modo di esistere o come elemento di problematicità escacco alle nostre proiezioni o intuizioni. Questo rende conseguente l'importanza di valorizzare l'animale proprio in quanto diverso, uscendo quindi dai modelli antropologici. In altre parole, secondo la zooantropologia, il rapporto con l'animale è fondativo per l'uomo e pertanto deve essere posto nelle migliori condizioni per poter fare scaturire i propri contenuti.
Just as postcolonialism forced anthropologists to see the error of their ethnocentricity, so post-humanism has enabled us to see that humans are just one species among many whose lives are inextricably linked and mutually dependent. The humanist approach has been guilty of taking humans out of a context and
L'invito è quello di riconoscere che lo studio dell'uomo può, anzi deve, comprendere anche quegli ambiti di incontro e di relazione che l'uomo ha con gli "altri" esseri viventi del Pianeta. L'animale entra cioè nella Kosmopolis umana e lo fa da protagonista non come oggetto trafu-gato e rivisitato in senso simbolici-mediatico ma come entità dialogica, capace cioè di apportare qualcosa di nuovo. L'antropologia non può non considerare queste relazioni se è veramente interessata a studiare l'uomo nelle sue relazioni con il mondo.
Il presupposto è il riconoscimento della soggettività e agentività dell'animale: If other animals are conscious beings, then the move to incorporate them as actors in ethno-graphic research and anthropological theory appears plausible at least. The animal is a person in the sense that his perspective and feelings are
knowable; interaction is predictable; and the shared relationship provides an experience of closeness, warmth, and pleasure. Other animals can be thinking subjects, knowing subjects, self-conscious subjects, etc.
Numerose sono le indagini che negli ultimi anni si sono poste l'obiettivo di indagare la relazione uomo-animale riconoscendo la realtà di complessità interspecifica in cui l'uomo, così come altre specie, è immerso e la possibilità dell'animale di essere interlocutore, partner, compagno, persona.
"Animal turn": classici e nuovi temi di ricerca per l'antropologia
Negli ultimi anni, importanti ricerche scientifiche stanno offrendo elementi nuovi per la conoscenza degli animali e del loro rapporto con l'uomo. Parte di questi studi sono dedicati all'investigazione del cavallo e della sua relazione con l'uomo.
Oggi le scienze naturali ci dicono che i cavalli sono in grado di riconoscere le persone,
utilizzare il linguaggio del corpo per esprimere emozioni e di rispondere a segnali e comandi umani. Possono imparare a seguire istruzioni vocali e gestuali e a comunicare le proprie intenzioni attraverso movimenti e suoni. Inoltre, i cavalli sono in grado di percepire le emozioni umane e di reagire di conseguenza, mostrando empatia e sensibilità. In conclusione, i cavalli sono animali straordinari che possiedono una vasta gamma di capacità cognitive e comunicative. La loro capacità di percepire e interagire con gli esseri umani li rende compagni preziosi e partner di lavoro affidabili.comunicazione consapevole delle proprie intenzioni e la comprensione delle conseguenze delle proprie scelte sono fondamentali. Recentemente è stato dimostrato per la prima volta che i cavalli sono in grado di distinguere tra espressioni di felicità e espressioni di rabbia negli esseri umani, dimostrando la loro capacità di leggere le espressioni facciali umane. Inoltre, i cavalli sono in grado di utilizzare il nostro corpo, i movimenti delle nostre braccia e la nostra posizione nello spazio per acquisire informazioni sull'ambiente circostante. Possono acquisire informazioni che spesso l'uomo fornisce inconsciamente e utilizzarle in un secondo momento. Tutto ciò avviene in un breve lasso di tempo, indicando che i cavalli possiedono sofisticate capacità di trovare rapidamente soluzioni diverse per lo stesso problema, basandosi sull'esperienza passata. I cavalli sono quindi animali in grado di interagire con l'uomo, tenendo presente che la comunicazione e la comprensione reciproca sono fondamentali.La formazione di una relazione richiede che ogni soggetto sia in grado di capire i contenuti positivi o negativi dell'interazione con il proprio partner, di ricordarli e di richiamare questi contenuti ogni volta che vi sarà una nuova interazione. Ogni incontro sarà influenzato da quelli precedenti e il comportamento dei due partner sarà conseguente. Anche l'antropologia ha iniziato a indagare la relazione uomo-altre specie, cercando di capire come l'animale entra nella vita dell'uomo trasformandola.
Un tema di ricerca oggi particolarmente vivace è poi quello inerente agli interventi assistiti con gli animali (IAA) quali esperienze di interazioni positive che derivano dalla relazione uomo-animale, al fine di migliorare o mantenere lo stato di salute e benessere fisico, psichico e sociale della persona, nel rispetto del benessere dell'animale. Generalmente, sono indicati con il nome di pet therapy (anche educativa, ludico-ricreativa e socializzazione).
Si distinguono tre categorie specifiche:
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La terapia assistita con gli animali (TAA): intervento a valenza terapeutica finalizzato alla cura di disturbi della sfera fisica, neuro e psicomotoria, cognitiva, emotiva e relazionale, rivolto a soggetti con patologie fisiche, sensoriali o plurime, di qualunque origine.
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L'educazione assistita con gli animali (EAA): intervento di tipo educativo che ha il fine di promuovere, attivare e sostenere le risorse e la potenzialità di crescita e progettualità individuale, di relazione ed inserimento sociale delle persone in difficoltà. Può essere anche un intervento di gruppo e promuove il benessere delle persone nei propri ambienti di vita. Attraverso la mediazione degli animali domestici vengono attuati anche percorsi di rieducazione comportamentale.
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L'attività assistita con gli animali (AAA): interventi con finalità ludico-ricreativo e di socializzazione, attraverso la quale si promuove il
Miglioramento della qualità della vita e la corretta interazione uomo-animale. Sono attività che possono essere rivolte al singolo individuo o a un gruppo di individui. Le ricerche ci dicono di come la cultura del cavallo si intrecci alla salvaguardia, recupero e valorizzazione dei territori e delle filiere locali, ecc. Il cavallo oggi sembra offrire anche un'opportunità di sviluppo alternativo per le attività agricole e turistiche, rappresentando, di fatto, un simbolo di sviluppo ecosostenibile.
IL NOBILE ANIMALE
La cultura equestre cominciò con i popoli che dipinsero i cavalli sulle pareti delle grotte (40.000 circa anni fa), per i quali i cavalli erano qualcosa da lodare, dipingere, collezionare. All'epoca (da 31.000 a 14500 anni fa), il cavallo era cacciato dall'uomo quale fonte di carne, ma in seguito, con il calo delle popolazioni equine, il consumo di carne diminuì. Proprio in quelle regioni probabilmente si sviluppò la domesticazione.
Anche se vi sono testimonianze secondo cui l'uomo cominciò ad addomesticare i cavalli già nel Neolitico. Allevare alcuni animali invece che dare loro la caccia divenne un modo migliore d'inserirsi nella natura. I popoli decisero di addomesticare i cavalli per la loro capacità di adattarsi alle praterie, potendo sfruttare tali pascoli anche nei mesi freddi senza alcuna integrazione alimentare, rappresentando così una fonte più sicura rispetto a pecore e bovini. La prima fase della domesticazione consistette nell'esercitare un certo grado di controllo sui cavalli selvatici (i Botai del Kazakistan, prima cultura della steppa a perfezionare e sfruttare la capacità di cavalcare). Sembra che fin dalle prime fasi gli allevatori cercassero di migliorare certe qualità dei cavalli domestici, come velocità, forza e intelligenza. I cavalli entrarono poi a far parte della morte degli uomini e delle cerimonie che commemoravano.
uelli domestici. Questa criniera, insieme alla coda folta e ai muscoli potenti, conferiva ai cavalli selvatici un aspetto maestoso e selvaggio.