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ANTROPOLOGIA E MIGRAZIONI

Introduzione (Bruno Riccio)

Dagli anni 50 in poi si è capito che l'antropologia sociale, con la sua sensibilità olistica, fosse particolarmente adatta per studiare un "fatto sociale totale" come le migrazioni, con la consapevolezza che le sfere della vita sono interconnesse fra di loro e le migrazioni sono ben lontane dall'essere una realtà statica, omogenea e chiusa (non si può semplicemente dire che le migrazioni siano un fenomeno religioso o economico). L'approccio antropologico alle migrazioni ha portato nuovi approcci metodologici nell'indagine etnografica, si è gradualmente abbandonata l'idea di una comunità o cultura intesa come entità astratta, chiusa da confini definiti e si è fatto proprio lo studio delle migrazioni in una prospettiva dinamista (Balandier), sottolineando il rapporto dialettico che esse hanno con le trasformazioni sociali (essendo sia fonti che effetti).

Un'alinea guida che accompagna questi approcci sarà dunque quella dell'attenzione alle reti e alle relazioni sociali, alle trasformazioni economico/politiche/culturali e alle connessioni tra contesti di emigrazione e immigrazione. Gli immigrati sono sempre allo stesso tempo emigrati = si creano collegamenti tra le società di origine e di approdo che creano spazi sociali che attraverso i confini nazionali/geografici/politici. Le collettività migranti sono comunità mobili di individui che soggiornano all'estero senza un preciso limite temporale, alimentando circuiti tra diversi territori attraverso cui scorrono idee/capitali/immagini/persone = transnazionalismo = processo attraverso il quale i migranti tessono e mantengono relazioni sociali/economiche/culturali/politiche che attraversano le frontiere e i confini nazionali, collegando non solo la società di origine a quella di approdo ma spesso anche altre località dove sono presenti altri.

connazionali = necessità di una prospettiva analitica transnazionale che si distanzi dal "nazionalismo metodologico" (che assume la nazione come la naturale formazione politica del mondo moderno e raffigura il migrante come uno sradicato che cerca di assimilarsi faticosamente in un contesto nuovo) e possa tener conto della presenza e dell'azione dei gruppi migranti che operano simultaneamente in diversi luoghi = sono proliferate etnografie multi-situate che abbandonano l'idea di un campo di indagine definito come entità chiusa e dai confini definiti e studiano i migranti su due sponde o più, il luogo di origine e i vari contesti di migrazione che si mettono in relazione formando nuove diaspore = analisi più approfondita, segnata da una sensibilità verso la comprensione delle trasformazioni economico/sociali/politiche che vengono dalle intersezioni fra i contesti di approdo e quelli di origine = tenere conto del retroterra socioculturale

emigrazione; tensione tra desiderio di integrazione e mantenimento delle tradizioni culturali). Inoltre, l'immigrazione ha un impatto significativo sulle dinamiche sociali ed economiche delle località di destinazione. Gli immigrati portano con sé competenze e conoscenze che possono arricchire la società ospitante, ma allo stesso tempo possono anche creare tensioni e conflitti. È importante quindi promuovere una cultura dell'accoglienza e dell'inclusione, che valorizzi le diversità culturali e favorisca l'integrazione degli immigrati nella società di destinazione. Questo può avvenire attraverso politiche di sostegno e integrazione, programmi educativi e culturali, nonché attraverso la sensibilizzazione e l'educazione della popolazione locale. In conclusione, l'immigrazione rappresenta una sfida e un'opportunità per le società di origine e di destinazione. È necessario affrontare questa sfida in modo consapevole e responsabile, promuovendo il rispetto reciproco e la valorizzazione delle diversità culturali.immigrazione) = i momenti fondamentali dell'acostruzione delle culture delle migrazioni sono quelli del ritorno al luogo di origine (rinsaldare i legami con le collettività d'origine + esibire il successo raggiunto nelle esperienze di migrazione; es. giovani che tornano in Marocco rappresentano per gli adolescenti un modello da emulare, vedendo nell'emigrazione una via di fuga, un'opportunità per andare Altrove - spazio simbolico di libertà e opportunità). Ancora più rilevante è l'impatto delle associazioni di migranti = Co-sviluppo = iniziative sociali (costruzioni di scuole, ambulatori, programmi di irrigazioni, raccolta di rifiuti) = rendere il migrante attore protagonista dello sviluppo del proprio paese di origine (difficoltà per essere riconosciuti però su entrambi i versanti, soprattutto ostacoli nelle società di approdo). La dimensione religiosa = cruciale nelle fasi di forte cambiamento sociale.

(come le migrazioni), stimolano processi di inclusione = creare spazi per realizzare esperienze più vicine a quelle dei contesti di origine permette ai migranti di ritrovare uno spazio espressivo e sono in grado di facilitare l'inserimento nel contesto di immigrazione = religione come sistema culturale (Geertz) = riesce a fornire una cornice di senso cognitiva/etica e a dare sollievo alle sofferenze dovute a cambiamenti radicali (+ le organizzazioni religiose svolgono un ruolo di mediazione con le società d'immigrazione; es. confraternite sufi dei senegalesi e chiese pentacostali dei ghanesi/rumeni agevolano dal punto di vista simbolico il rapporto con la società d'immigrazione, benedicendo l'acquisto e l'accumulazione di beni materiali senza cadere nell'immoralità attribuita alla società). Importante contributo dell'antropologia = analisi dell'etnicità e delle identità etniche =

L'identità etnica non può essere compresa se non in relazione ad un contesto specifico e in base ad un rapporto noi-loro in frutto di una logica contrastiva che però tendiamo a dimenticare sia un artificio e la caratterizziamo come definitiva/immutabile/naturale. L'antropologia è importante perché permette di evidenziare come i confini etnici siano invece fluidi/flessibili e definiti soggettivamente da parte degli stessi attori sociali = etnicità come forma d'articolazione d'interessi o una forza politica (gruppi etnici che sfruttano elementi della loro cultura in modo da articolare strategie per la lotta al potere) + elementi inconsci che entrano in gioco nella definizione della propria identità etnica, ricerca individuale = l'etnicità è un fenomeno multi-dimensionale = le differenze etniche diventano una variabile socialmente rilevante a seconda delle situazioni. Dibattito sulla società multiculturale =

spesso discussioni normative e astratte, in cui si invoca un'accettazione o diffidenza nei confronti degli altri e si discute delle differenze culturali come risorsa o minaccia; mentre i lavori etnografici antropologici sono animati più da uno spirito analitico che descrittivo, differenziando il dibattito filosofico dagli studi empirici sull'effettiva pratica sociale del multiculturalismo. Gli studi antropologici evidenziano come le differenze culturali siano dei dispositivi interpretativi usati dagli attori sociali per dotare di senso l'esperienza (Quassoli 2005). Non è la differenza culturale in astratto a determinare fraintendimenti, ma il modo in cui il fattore culturale viene evocato nelle diverse narrazioni a seconda delle diverse situazioni. Attenzione al genere, tardiva nella letteratura sulle migrazioni, ma è un'importante chiave di lettura della mobilità; negli ultimi decenni (ricongiungimenti familiari e non solo).generalefemminilizzazione delle migrazioni globali + nuovo ruolo autonomo delle donne nei processi di mobilità = nuovi spazi di analisi (cura delle famiglie transnazionali, soggettività, intimità). Razzismo contemporaneo = una delle principali preoccupazioni di analisi antropologica = abbandonata la concezione deterministica/biologica = presenta le differenze culturali come storiche/assolute/immutabili per giustificare l'ostilità e legittimare le discriminazioni = evocazione di una cultura astratta utilizzata per disegnare confini tra noi/loro e forgiare ideologie su una "incommensurabilità culturale" che naturalizza la distribuzione diseguale di risorse e gli scontri tra civiltà + utilizzare argomentazioni emergenti dal senso comune (necessità di ordine/regole, difesa di interessi economici/politici nazionali) = ostilità verso una convivenza multiculturale (difesa integralista del proprio territorio) = concezione dei

migranti come culturalmente differenti e“naturalmente” inferiori e diseguali = processo di “razzializzazione” = sulla base degli stereotipiche vengono dalle differenze più visibili gli individui e gruppi sociali sono visti come disegualirispetto alla popolazione autoctona maggioritaria = problemi anche nei figli (formalmente cittadinia pieno titolo) = nonostante i cittadini siano in teoria portatori di uguali diritti l’effettiva capacità diesercitarli è influenzata da tensioni definite dal genere/provenienza/religione/etnicità =contraddizione di un percorso di socializzazione riuscito e uno di mobilità sociale negato in unasocietà che li vede come stranieri a vita (obiettivo dei giovani di seconda generazione di inserirsicome cittadini di fatto nel tessuto sociale per realizzare una cittadinanza partecipata = quotidianitàche discrimina nonostante la cittadinanza giuridico-formale) = diventano “attori

simbolicinegativi” (media italiani legati alla criminalità/clandestinità/illegalità) + si rafforza l’intesa tra gli autoctoni). Razzismi (Viola Castellano) Sono state coniate pluralità di definizioni per il fenomeno sociale del razzismo = difficoltà nel condividere una definizione univoca nel mondo accademico ma estrema facilità con cui il termine viene utilizzato nella sfera pubblica/politica che partecipa ad una sua banalizzazione. Necessità di avere una formula per individuarlo in quanto la lotta al razzismo è uno degli obblighi degli organismi internazionali che vigilano sui diritti civili = Memmi 1972 accolta dall’Unesco, definizione razzismo = valorizzazione generalizzata e definitiva di differenze reali o immaginarie a danno della vittima e a favore dell’accusatore al fine di giustificare i propri privilegi o la propria aggressione. Rendere il razzismo più intellegibile e mettere in luce la sua natura.pratica = il razzismo è un rapporto sociale (Balibar) e non è ascritto solo alle sue forme più esplicite (tipo nei gruppi dell'estrema destra); modo in cui il razzismo viene giocato nella quotidianità + pesante bagaglio ideologico dovuto al contesto socio-culturale.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
35 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher claudiuzza00 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof D'Agostino Gabriella.