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Malinowski venne pubblicato il suo diario, le opinioni presenti nel quale divergevano in
modo notevole rispetto ai sentimenti mostrati in passato, e portarono molti a pensare se
effettivamente il metodo etnografico non presentasse dei limiti quali l’occultamento
dell’impatto del colonialismo. Segui’ Radcliffe-Brown con il suo struttural-funzionalismo: egli
riteneva che la cultura non fosse un realtà concreta ma che fosse assimilabile ad una sorta
di organismo composto da tante cellule (una totalità integrata), le quali nascono e muoiono
impedendo di stilare una regola scientifica, inoltre tutti i cittadini hanno un ruolo sociale e
sono interconnessi tra loro. Radcliffe-Brown criticò la teoria di Morgan sui nomi della
parentela affermando invece che essi si basavano sui siblings (fratelli e sorelle di uno
stesso letto) e che i nomi venissero differenziati in base alle relazioni sociali nei confronti
della persona interessata. Nelle società primitive, secondo Fortes, era assente la divisione
del lavoro e ogni cittadino era come un segmento che svolgeva il medesimo lavoro degli
altri, inoltre la sfera familiare era strettamente connessa a quella politica data la frequente
struttura in lignaggi. A contraddire parzialmente Fortes, Evans-Pritchard descrisse la vita
dei Nuer, popolazione del sud Sudan, divisa in varie tribù le quali possono essere definite a
distanza segmentaria variabile e nelle quali due segmenti vicini possono contrapporsi a uno
più lontano da entrambi, il che portò a riflettere sul rapporto tra individuo e collettivo. Leach
e Gluckman, in seguito, portarono l’esempio di una popolazione in costante conflitto per il
tipo di potere da instaurare nella società, considerando situazioni di questo tipo
relativamente agli interessi individuali vigenti. L’analisi antropologica si sposta dunque a
questo punto dalle zone dell’Oceania verso l’Africa colonizzata nel tentativo di analizzare le
situazioni vigenti in caso di norme contrastanti. Gluckman riteneva che un’analisi
etnografica fosse fattibile solo in una condizione di stabilità di una popolazione, ovviamente
assente nel caso di colonialismo, il che rendeva impraticabile la disciplina; la scuola di
Manchester contribui’ invece a superare il problema del conflitto normativo ma fu
considerata limitata nel suo individualismo. Evans-Pritchard spostò a questo punto
l’attenzione sulla magia: diversamente da altri antropologi egli non la riteneva ne uno stadio
primitivo della religione ne un prelogismo, ma una materia dotata di sua razionalità che
aveva il compito di rispondere alle relazioni causali tra i fenomeni, non indipendente ma
integrato anche con le conoscenze vigenti, il che portò l’autore a pensare come le società
non si fondassero sulle relazioni sociali ma sulla condivisione di valori e idee all’interno
delle società stesse. Le teorie di Evans-Pritchard, Malinowski e Radcliffe-Brown potevano
essere sintetizzate affermando che le società sono composte da unità interdipendenti,
riconducibile a leggi scientifiche. Evans-Pritchard rifiuta però il concetto di inutilità
dell’indagine storica, in quanto ritiene che essa sia il nesso che lega gli eventi
reciprocamente e sia talvolta l’unico modo per capire l’inserimento di determinati pensieri
nelle società.
- Kluckhohn e Kroeber nel 1952 stilarono una rassegna di definizioni del termine “cultura”,
dandone una definizione operativa da un punto di vista scientifico, affermando che essa è
un insieme di modelli acquisiti tramite simboli e il cui nucleo è rappresentato dalle idee
tradizionali. Contemporaneamente, si operava una differenziazione tra i concetti di
sociologia, antropologia e psicologia, Leslie White sostenne che gli aspetti socio-culturali
delle popolazioni dipendevano dalla energia procapite che essa stessa è in grado di
produrre, dando quindi estrema importanza alla tecnologia e al progresso. Steward invece,
formulava una tesi secondo la quale i tratti di una popolazione dipendevano a monte dagli
aspetti ecologici della stessa, e vi sono diverse possibili evoluzioni (multilineari), ad
esempio le società basate su caccia e raccolta si organizzeranno in bande, altri in tribù,
dominio e infine stato; Steward non negò l’importanza degli altri aspetti che condizionavano
l’evoluzione (economica, religione, ecc.), ma ritenne che in ogni caso l’evoluzione non
potesse essere unilineare come affermato dai padri fondatori. Harris, invece, portò avanti
una medesima teoria basata però sul centralismo dell’economia; altri indirizzi infine
attribuirono i fenomeni culturali ad un insieme di questi aspetti. Kroeber e Kluckhohn
tentarono invece di analizzare le relazioni tra i fenomeni culturali e il linguaggio, affermando
che quest’ultimo presentasse diversi aspetti simili ai fenomeni culturali (pluralità,
meccanismo di trasmissione e acquisizione sociale, relazione tra i simboli), tesi che fu
ripresa da Sapir affermando la pluralità di lingue esistenti ma negando correlazione tra
forma della lingua e di una cultura. Whorf affermò di come il tempo fosse concepito
differentemente tra le diverse popolazioni proprio in base al linguaggio, e prese piede la
teoria secondo la quale cosi come la teoria cultura fosse basata su simboli cosi come il
tempo, e le categorie grammaticali costituiscono un modo per pensare la realtà, allora gli
orientamenti cognitivi di ogni gruppo sono da considerare indipendenti e incommensurabili.
La teoria di Noam Chomsky che affermava una grammatica profonda di ogni lingua tolse
credibilità alla teoria del linguaggio, ma segui’ Kenneth L. Pike che riteneva si potesse fare
una correlazione tra fonetica (suoni dal punto di vista acustico) e fonemica (struttura delle
proprietà contrastive in base alle quali due termini vengono considerati opposti) con
“emica” ed etica (rispettivamente struttura conferita al fenomeno dai membri di un gruppo
sociale e analisi etica della stessa indipendente dalle abitudini del gruppo). Queste teorie
presero il nome di antropologia cognitiva, basandosi sullo studio di modelli culturali e
schemi di attivazione del comportamento, nonché di processi cognitivi e cultura.
- Sahlins propose di chiamare modo di produzione domestico quell’organizzazione
economica dipendente anche da scelte culturali, ed affermò che qualsiasi attività umana è
mediata dalla cultura e che organizzazioni sociali e produzione sono condizionante da
ordini di natura simbolica. Sahlins introdusse inoltre il concetto di strutture significanti della
realtà, rappresentazione simbolica della realtà culturale mediante la quale si può cogliere la
significatività effettiva degli eventi, portando l’esempio del capitano Cook alle Hawaii
accolto in modo drammaticamente differente nelle due diverse visite per una credenza
popolare; in realtà molte polemiche portarono a pensare che in realtà la vicenda del
capitano Cook fosse in realtà dovuta a vicende di ordine politico. Ciò portò al desidero di
conoscere il punto di vista del nativo, e al metodo di accesso a tale punto di vista. Geertz
affermò che la cultura fosse si una rete di significati ma che essa prendesse forma solo
nella dimensione sociale e mutasse costantemente nella vita sociale delle persone, citando
Weber secondo il quale è il significato a determinare gran parte dell’agire umano.
L’antropologia ed etnografia secondo Geertz non doveva registrare i fatti mediante leggi,
ma cogliere il modo in cui essi vengono interpretati, e sono quindi materie prevalentemente
interpretative: Geertz la paragona ad un testo sbiadito da ricostruire. Geertz inoltre approvò
l’idea che l’antropologia dovesse porre l’antropologo nei panni dei nativi, ma che non
dovesse limitarsi a questo, e fungere da ponte tra le culture permettendo a tutti di
immedesimarsi nell’esperienza altrui. Foucault argomentò invece che l’origine dei concetti
di sapere e discorso erano indipendenti dai codici simbolici da cui erano strutturati, essi
sono invece espressione di forme sempre più capillari del potere con una natura
proteiforme che si esprime nei processi di costruzione dei soggetti sociali, che sono in
questo modo “assoggettati”. Tra i principali contributori di questa antropologia
postmoderna furono Cliffor d e Marcus, in particolare il primo argomentò su come la
scrittura fondasse la sua autorità su quella delle condizioni di potere che rendessero
autorevole il racconto; in altre parole Clifford riteneva che le condizioni di potere di una
società determinassero i racconti cui veniva a conoscenza l’antropologo, il quale di
conseguenza non doveva limitarsi ad ascoltare il punto di vista dei nativi ma esplorare la
società a 360 gradi, anche per esempio artisticamente o giornalisticamente.
- Levi-Strauss è uno degli antropologi più influenti del Novecento; tra le sue teorie più
interessanti vi è quella dell’etnocentrismo, secondo il quale l’uomo dell’occidente si riferisce
con “selvaggio” alle popolazioni esterne poiché tende a porre al centro la propria cultura e
in secondo piano le altre, la propria rappresenterebbe quindi uno stadio superiore rispetto
alle altre inferiori, ma questo non deve far dimenticare il prezzo per raggiungere il risultato
tecnologico conseguito, cioè la diseguaglianza tra uomini. In seguito, Levi-Strauss pone
l’accento sulla differenza tra storia (che organizza i dati in base alle espressioni coscienti) e
etnologia (in base alle situazioni inconsce della vita sociale); lo studio della natura
inconscia dei fenomeni collettivi si riferisce in questo caso una imposizione di forme al
continuum della realtà. Inoltre, la vita sociale implica l’utilizzo di regole simboliche arbitrarie
cosi come il linguaggio, sullo studio del quale deve ispirarsi l’analisi scientifica dei sistemi
sociali. Levi-Strauss inoltre con la sua teoria della relazione avuncolare nega la teoria di
Radcliffe-Brown sulla parentela (basata sulle siblings, cioè sul modo di chiamare i parenti in
relazione al rispetto e agli atteggiamenti nei confronti e da parte degli stessi), affermando
che vi sono quattro tipi di relazione e quattro termini (fratello, sorella, padre e figlio), i quali
vanno messi in rapporto con le varie strutture familiari e analizzate in base alla positività o
negatività di una relazione. In altre parole ogni sistema di parentela necessita dei quattro
termini di cui sopra (atomo di parentela) e tre tipi di relazione: consanguineità, filiazione e
alleanza (scambio matrimoniale); i rapporti di parentela in pratica possono essere definiti
sempre attraverso un sistema di simboli come la lingua. A tal proposito infatti, Le