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Nel sondaggio, basato su domande e risposte, il problema della formulazione della domanda è legato ai processi
cognitivi di costruzione della risposta e alle forme di organizzazione della memoria. L'instabilità delle opinioni è
spesso l'effetto di domande fatte male.
Il modo in cui è costruita la domanda contribuisce a creare la risposta. Esistono 2 regole a cui il ricercatore
dovrebbe attenersi nel predisporre le domande:
devono trattare argomenti rilevanti per l'intervistato;
devono usare una formulazione che riprenda i modi della conversazione ordinaria (domande chiare,
comprensibili, usando parole comuni, familiari agli intervistati, dando istruzioni precise).
Sta di fatto però che molto spesso il ricercatore che scrive il questionario proviene da una sottocultura diversa
dalla maggioranza dei potenziali intervistati. Ecco perché nel formulare la domanda bisogna considerare:
1. i soggetti intervistati, la distribuzione delle loro caratteristiche note e prevedibili.
2. le modalità di somministrazione dell'intervista, che varia a seconda che somministriamo la domanda:
faccia a faccia (ciò permette di ripetere la domanda se l'intervistatore si rende conto che il soggetto è
distratto o non ha capito);
per telefono (le domande devono essere particolarmente brevi e prevedere alternative di risposta
facilmente memorizzabili);
con un questionario auto-amministrato (la domanda deve essere semplice perché non si può contare
sull'intervento dell’intervistatore).
Fowler, Converse e Presser invitano a evitare le domande generali e preferire quelle specifiche, che sono
interpretate in maniera più omogenea dai soggetti.
Per definire la domanda in modo esaustivo per il ricercatore, sono stati individuati degli indicatori e spesso
vengono adottate scale, o meglio batterie di domande, che hanno lo stesso formato di risposta. Ma le scale non
annullano i problemi di fraintendimento, o gli effetti distorcenti, perché è vero che il ricercatore ottiene una
risposta per ogni oggetto cognitivo proposto ma c'è il pericolo che le risposte non siano molto significative,
poiché la struttura ripetitiva della domanda può sollecitare risposte meccaniche.
Nel formulare la domanda è importante considerare l'estensione delle scale: le scale troppo raffinate, anche se
considerate migliori per la capillarità delle informazioni, possono mettere in difficoltà l'intervistato medio.
Alcune domande provocano risposte incoerenti con il pensiero reale dell'intervistato, perché sono:
DDM – Analisi opinione pubblica e scelte di consumo – sondaggi e interviste Pag. 10
1. sotto-determinate: quando manca degli elementi necessari all'intervistato per indicare il suo stato,
all'intervistatore/codificatore per attribuire la risposta alla categoria opportuna e in ultima analisi
ricercatore per interpretare la risposta. Si può parlare di sotto-determinazione per complessità anche nel
caso delle domande nascoste, cosiddette perché ne implicano tacitamente altre. Ci sono particolari termini
usati abitualmente dalle scale Likert che rendono vaga la domanda, come: spesso, qualche volta, raramente,
abbastanza. Alcuni ricercatori propongono in alternativa l’uso di frequenze assolute, chiedendo
all'intervistato di calcolare con precisione il numero di volte in cui adotta un comportamento, personale o
relativo all'ambiente che lo circonda. Anche se alcuni pensano che le frequenze assolute diano valutazioni
più accurate, molti ricercatori hanno rilevato che i soggetti cercano di evitare lo sforzo di memoria
necessario per ricostruire puntualmente il numero di eventi occorsi.
2. sovra-determinate: presentano un comportamento o un evento come inevitabile, un'opinione come
maggioritaria, la sola legittima. Il testo della domanda è formulato in modo da indirizzare verso una delle
risposte. Si tratta di domande cosiddette omnibus, perché raccolgono inevitabilmente il consenso della
stragrande maggioranza dei soggetti intervistati, che le approvano anche solo per effetto di desiderabilità
sociale. Si sceglierà questa formulazione solo se il ricercatore vuole incoraggiare questo processo;
3. obtrusive: appaiono minacciose all'intervistato perché invadono la sua sfera personale. Le domande devono
consentire all'intervistato di mantenere la sua autostima, potendo mostrare all'intervistatore che è una
brava persona, rispettosa delle norme sociali, in generale un buon cittadino, ben informato. Da quest'ultimo
punto di vista risultano quindi obtrusive tutte le domande che intendono rilevare conoscenze specifiche e
competenze. La delicatezza dei temi non dipende solo dal contesto socio-culturale in cui la ricerca è condotta
ma anche dalla struttura di valori dei singoli soggetti.
Rostocki definisce delicati gli argomenti che possono mettere in imbarazzo l'intervistato, quindi indagini su
comportamenti e/o opinioni che violano una norma sociale, oppure opinioni e comportamenti che
riguardano la sfera intima dell’intervistato (quali i rapporti sessuali). Per aggirare resistenze dell’intervistato
si usano formulazioni alternative come le cosiddette leaning question (domanda indiretta). Negli Usa in molti
casi si ricorre al secret ballot, tramite il quale l'intervistato imbuca la risposta in una scatola che riproduce la
riservatezza dell'urna elettorale.
Una domanda viene definita pilotante quando indirizza l'intervistato verso un'alternativa di risposta. Di solito
nella parte principale di questa domanda viene chiesto se si è d'accordo su uno specifico aspetto del problema,
incoraggiando la risposta affermativa. L'intervistato tende ad accettare il suggerimento implicito nella domanda,
perché non ha motivo di dubitare della buona fede del ricercatore.
Schuman e Presser propongono il bilanciamento della domanda, che può essere formale o sostanziale (lei è
d'accordo... oppure no? – bilanciamento formale). Due punti di vista possono apparire ugualmente rilevanti solo
se sono espressi da un numero uguale di parole. “Lei pensa che alla fine le forze armate americane combatteranno
contro l'Iraq o ritiene che la situazione si potrà risolvere senza combattere?” - bilanciamento sostanziale.
Il bilanciamento minimo (simile al bilanciamento formale) è la forma corrente adottata nei sondaggi di opinione.
Shaeffer e altri autori sostengono che il bilanciamento minimo produce gli stessi risultati del bilanciamento
esteso e consente di risparmiare spazio nel questionario e tempo di somministrazione. Sostiene inoltre che
domande brevi sarebbero più comprensibili, mentre altri ricercatori affermano che una domanda lunga attira di
più l’attenzione dell’intervistato e spiega meglio il tema.
Jackman sosteneva che bisogna cambiare la struttura della domanda, adottando per esempio domande a scelta
forzata, in cui si presentano due argomenti contrapposti fra i quali l'intervistato è costretto a scegliere.
La costruzione della scala a scelta forzata pone però molte sfide:
non è facile individuare i due corni del dilemma;
ogni singolo aspetto assume un significato diverso quando viene visto alla luce dell'elemento contrapposto;
l'obbligo di scegliere spesso disturba l'intervistato, che tende a rifiutarne la fatica.
CAPITOLO 7 – LA SUCCESSIONE DELLE DOMANDE
L'inizio dell'intervista è una fase delicata, che stabilisce il tono del rapporto destinato a instaurarsi tra
intervistato e intervistatore, quindi è consigliabile cominciare con domande generali che mettono a proprio agio
l'intervistato.
Si ritiene poi che l'interesse e l’attenzione crescano dopo l'inizio dell'intervista, raggiungano un massimo sul
quale si stabilizzano per un certo tempo, per poi decrescere rapidamente per effetto della stanchezza.
Ne consegue che le domande più importanti e che richiedono il massimo della concentrazione all'intervistato,
devono essere poste nella parte centrale del questionario.
Alla fine del questionario è consigliabile porre le domande su argomenti delicati o imbarazzanti, innanzitutto
perché se l'intervistato si indispone e interrompe l'intervista, ne avremo salvato la maggior parte, poi perché è
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possibile che nel corso dell'intervista l'intervistatore si guadagni la fiducia dell’intervistato al punto da fargli
accettare anche le domande più imbarazzanti e infine si alleggerisce la parte finale del questionario con domande
importanti ma facili, che non richiedono particolare impegno da parte dell’intervistato.
Nel caso di un campionamento per quote, le domande che stabiliscono se la persona contattata risponde ai
requisiti del piano di campionamento, vanno inserite all’inizio.
Quando le domande sono organizzate in batterie ovviamente si raggrupperanno per modalità di risposta, fermo
restando che alternare domande su argomenti lontani tra loro può fare diminuire la concentrazione.
Teoricamente si può operare un controllo ma solo su poche proprietà dell’intervistato (stato civile, età,
consistenza del conto corrente, precedenti penali, ecc.) perché quando si tratta di stati interiori, non osservabili,
diventa problematico per vari motivi:
lo stato è inaccessibile all’intervistatore;
lo stato può essere inaccessibile allo stesso intervistato;
il soggetto ha una posizione ambivalente nei confronti dell’oggetto.
Eventuali domande di controllo possono al più fornire indizi, ma non prove della non sincerità del soggetto,
inoltre possono indispettire l'intervistato che si preoccupa di dare risposte coerenti. Piuttosto che di domande di
controllo sarebbe quindi meglio parlare di pluralità di indicatori dello stesso concetto per illuminarne i vari
aspetti.
Per l'ordine in cui si succedono le domande si raccomanda di evitare la successione immediata di domande che si
possono contaminare a vicenda. Talvolta l'intervistato userà gli spunti forniti dalla prima domanda per
rispondere alla successiva. Più in generale quando si devono formulare due giudizi di seguito sullo stesso
oggetto, il secondo giudizio è derivato dal primo.
Per contrastare gli effetti di sequenza, qualcuno suggerisce di inserire blocchi di domande di argomento
completamente diverso (domande buffering).
Alcuni effetti sono limitati a domande particolari e hanno una tale autonomia da meritare una definizione:
Il principio di reciprocità, importato dalle regole di buona educazione, è un effetto molto forte nei
questionari auto-amministrati, in cui l'intervistato ha la possibilità di leggere tutte le domande prima di