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In una lettura del Prof. Michelangelo Bovero, allievo di N. Bobbio, dal nome

“Democrazia al crepuscolo?”, viene intesa la democrazia come un gioco cioè

definita sulla base di determinate regole. Vengono identificate due tipi di regole,

regole regolative e regole costitutive. Quelle costitutive creano ex novo attività e

Appunti di analisi della politica. Prof. Patrik Vesan, UniVda, Valle d’Aosta. A cura di Daniele Cucinotta.

comportamenti, senza queste regole verrebbe meno il gioco costituito. Poi ci sono

regole che si limitano a disciplinare comportamenti che possono esistere ed esserci

perché c’è il gioco stesso (esempio del calcio), sono le regole regolative. In

riferimento al termine “regole costitutive della democrazia”, N. Bobbio parla di

“universali procedurali”:

• Principio di eguaglianza. Tutti i cittadini che abbiano raggiunto la maggiore

età senza distinzione di razza, di religione, di condizione economica, di sesso,

debbono godere di diritti politici e avere la possibilità di esprimere la propria

opinione e di scegliere chi la esprima per loro.

• Principio di equivalenza. Il voto di tutti i cittadini deve avere uguale peso.

• Condizione di pluralismo politico. Tutti coloro che godono dei diritti politici

debbono essere liberi di poter votare secondo la propria opinione formatasi il

più liberamente possibile cioè una libera gara tra gruppi politici organizzati in

concorrenza fra loro.

• Condizione di pluralismo dell’informazione. Debbono essere liberi anche nel

senso che debbono essere posti in condizione di scegliere tra soluzioni

diverse, cioè tra partiti che abbiano programmi diversi e alternativi.

• Principio di maggioranza e condizione di efficienza. Sia per le elezioni, sia per

le decisioni collettive, deve valere la regola della maggioranza numerica, nel

senso che si consideri eletto il candidato o si consideri valida la decisione che

ottiene il maggior numero di voti.

• Principio di salvaguardia delle minoranze. Nessuna decisione presa a

maggioranza deve limitare i diritti della minoranza, particolarmente il diritto

di diventare a sua volta maggioranza a parità di condizioni.

Queste sono le condizioni necessarie e sufficienti affinchè vi sia un regime

democratico, ma solo se considerate tutte insieme. Queste condizioni possono

essere utilizzate come una sorta di metro attraverso il quale poter valutare il livello

o il grado di democraticità di un regime, ci permettono di misurare la qualità della

democrazia. Se queste condizioni non sono rispettate non vi è il gioco della

democrazia, una volta rispettate possono essere invece utilizzate come metro di

valutazione. Freedom House, già analizzato in precedenza, fa proprio questo,

analizza e valuta. Alcuni universali procedurali non fanno riferimento al contenuto

delle decisioni, sono delle regole di procedura di come occorrerebbe agire. L’unico

universale procedurale che da indicazioni generiche sul contenuto delle decisioni è

l’ultimo. Quelli che adottano definizioni procedurali della democrazia coniugano la

Appunti di analisi della politica. Prof. Patrik Vesan, UniVda, Valle d’Aosta. A cura di Daniele Cucinotta.

forma e la sostanza al tempo stesso; queste regole costitutive implicano dei

riferimenti valoriali che sono quelli segnati in grassetto. Le procedure democratiche

escludono quelle decisioni che in qualche modo contribuirebbero a rendere vane le

regole stesse del gioco della democrazia.

Anche Robert Dahl dà una sua definizione di poliarchia. La poliarchia è la garanzia

reale di partecipazione e il diritto al dissenso. Anche Dahl analizza un elenco di

garanzie costituzionali che poi sono simili agli universali procedurali.

Sono necessarie 8 garanzie costituzionali:

1. Libertà di formare organizzazioni e di aderirvi.

2. Libertà di pensiero e di espressione.

3. Diritto di voto.

4. Possibilità di essere eletti a pubblici uffici.

5. Diritto per i leader politici di competere per il sostegno.

6. Fonti alternative di informazione.

7. Elezioni libere, periodiche e corrette.

8. Le istituzioni che producono politiche governative devono dipendere

dal voto e da altre espressioni di preferenza quali i referendum, le

petizioni o proposte di inziativa polare.

Condizioni culturali e socio-economiche favorevoli allo sviluppo della democrazia.

Con il crescere del PIL pro capite aumenta lo sviluppo dei sistemi democratici.

Seymour Martin Lipset spiega che più un paese è opulento, tanto maggiori sono le

possibilità che vi sia un regime democratico. Vi è una correlazione positiva tra il

livello di benessere e un sistema democratico. Occorre considerare anche altre

misure e indicatori che ci aiutano ad analizzare i sistemi democratici poiché possono

esserci profonde disiguaglianze nella redistribuzione della ricchezza. Una società

fortemente diseguale può essere democratica ma anche più in pericolo di altre in

termini di manutenzione e consolidamento. La disuguaglianza quando è elevata può

portare a forti tensioni. Una crisi economica ha la possibilità concreta di mettere a

rischio questi paesi dove la situazione finanziaria è relativamente fragile. Un paese

più solido, ricco o opulente, che è in grado di redistribuire la sua ricchezza, è un

paese che tende ad essere un paese più robusto, in grado di parare meglio eventuali

shock esterni. Il welfare state e le politiche sociali sono elementi costitutivi della

cittadinanza e possono permettere di incrementare e innalzare il livello di

Appunti di analisi della politica. Prof. Patrik Vesan, UniVda, Valle d’Aosta. A cura di Daniele Cucinotta.

eguaglianza tra le persone perché dovrebbe permettere maggiore redistribuzione

della ricchezza. I paesi al più alto livello di democrazia sono i paesi scandinavi con

regimi di welfare più maturi. Da tenere in considerazione è anche l’indice di

sviluppo umano che si scompone in 3 dimensioni: salute, educazione e standard di

vita, dove è più alto questo indice siamo più facilmente in presenza di regimi

democratici (L. Diamond). Lipset ci dice che i paesi democratici tendono ad essere

anche regimi socio-economicamente sviluppati. Di norma, i regimi autoritari

tendono ad essere meno sviluppati. I regimi democratici possono comunque fare la

loro comparsa a diversi stadi dello sviluppo socio-economico (più o meno avanzato)

ed in maniera casuale, ovvero non necessariamente legata ad un dato livello di

sviluppo. La capacità di consolidamento di un regime democratico e la sua durata

sono piu elevati nei paesi piu ricchi. I regimi democratici dei paesi più poveri sono al

contrario più vulnerabili alle crisi economiche e hanno minore opportunità di

sopravvivenza. A livello culturale, le società nelle quali sono presenti potenziali

ingredienti esplosivi o elementi divisivi, come è possibile siano più democratiche di

altre? In questi paesi la costituzione fa in modo che queste condizioni vengano

rispettate perché vi è molto rispetto per le differenze. Si tratta di un sistema

istituzionale di regole politiche che protegge e tutela le minoranze, ogni minoranza

ha il diritto di voce. Emerge così la democrazia di tipo consensuale.

Ci sono due idealtipi o modelli polari di concezione di democrazie per Lijphart, le

democrazie consensuali e maggioritarie. Nelle democrazie maggioritarie chi decide

è la maggioranza tout court. La concentrazione del potere è nelle mani della

maggioranza politica in senso stretto. Nelle democrazie consensuali decide la

maggioranza più ampia e si cerca di tutelare e far partecipare la più ampia

maggioranza possibile.

Tesi della centralità sociale.

Questa tesi ci dice che chi ha uno status socio-economico più elevato tende a

partecipare di più e a mostrare maggiore interesse per la politica. Partecipano di più

i settori centrali della società. Partecipa di più chi ha un elevato livello di istruzione,

proviene dal ceto medio-alto, è di sesso maschile, è di età media e abita in città.

Questo perché chi viene riconosciuto con queste caratteristiche tendenzialmente ha

a disposizione più risorse materiali, simboliche, interessi definiti, competenze

politiche e senso di efficacia. Accogliendo la tesi della centralità sociale occorre

affermare che le disuguaglianze sociali ed economiche tenderanno a riflettersi in

disuguaglianze politiche. Bourdieu afferma che il diritto di parola è spesso collegato

al proprio status sociale.

Appunti di analisi della politica. Prof. Patrik Vesan, UniVda, Valle d’Aosta. A cura di Daniele Cucinotta.

La cultura politica democratica.

E’ intesa come insieme di atteggiamenti, credenze e orientamenti nei confronti della

politica, caratteristici di un certo sistema politico in un dato periodo. Possiamo

individuare alcune caratteristiche chiave che sono ricorrenti a questi regimi

poliarchici. Almond e Verba parlano di cultura civica democratica elencando alcuni

caratteri che aiutano ad individuare un humus culturale favorevole al regime

democratico:

• Partecipazione politica attiva.

• Impegno civico moderato.

• Assenza di dissidi profondi.

• Fiducia verso il proprio ambiente sociale.

• Rispetto verso l’autorità, accompagnato da sesno di indipendenza e

atteggiamenti favorevoli nei confronti delle strutture politiche.

Partecipazione politica.

Le caratteristiche centrali della partecipazione politica, ossia il suo essere diretta ad

influenzare sia la scelta dei decisori e sia le decisioni stesse, erano presenti anche

nell’antichità, nelle poleis greche e nella Repubblica Romana, ma il fenomeno ha

assunto caratteristiche particolari dopo la formazione degli Stati nazionali, in

concomitanza con le pressioni per la democratizzazione e l’espansione del suffragio.

Studiare la partecipazione politica significa occuparsi di diversi aspetti. La

partecipazione politica è oggetto di studio della sociologia e della scienza politica

rivolto alle modalità attraverso cui si partecipa politicamente. La partecipazione

politica si esprime in diverse forme e con una pluralità di strumenti. I cittadini si

inventano nuovi strumenti di partecipazione politica, strumenti che variano grazie

anche ad esempio allo sviluppo della tecnologia. Possiamo capire e studiare il livello

di questa partecipazione politica se è più o meno intensa. Un altro aspetto mira a

rispondere alla domanda del perché partecipiamo, occorre individuare i fattori

esplicativi del perché alcuni partecipano più di altri, in un dato modo, nei vari periodi

storici. Possiamo studiare la partecipazione polit

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
41 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Maylo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Analisi della politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università della Valle d'Aosta o del prof Vesan Patrik.