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Tesi della centralità sociale.

Questa tesi ci dice che chi ha uno status socio-economico più elevato tende a partecipare di più e a

mostrare maggiore interesse per la politica. Partecipano di più i settori centrali della società. Partecipa di

più chi ha un elevato livello di istruzione, proviene dal ceto medio-alto, è di sesso maschile, è di età media e

abita in città. Questo perché chi viene riconosciuto con queste caratteristiche tendenzialmente ha a

disposizione più risorse materiali, simboliche, interessi definiti, competenze politiche e senso di efficacia.

Accogliendo la tesi della centralità sociale occorre affermare che le disuguaglianze sociali ed economiche

tenderanno a riflettersi in disuguaglianze politiche. Bourdieu afferma che il diritto di parola è spesso

collegato al proprio status sociale.

La cultura politica democratica.

E’ intesa come insieme di atteggiamenti, credenze e orientamenti nei confronti della politica, caratteristici di

un certo sistema politico in un dato periodo. Possiamo individuare alcune caratteristiche chiave che sono

ricorrenti a questi regimi poliarchici. Almond e Verba parlano di cultura civica democratica elencando

alcuni caratteri che aiutano ad individuare un humus culturale favorevole al regime democratico:

• Partecipazione politica attiva.

• Impegno civico moderato.

• Assenza di dissidi profondi.

• Fiducia verso il proprio ambiente sociale.

• Rispetto verso l’autorità, accompagnato da sesno di indipendenza e atteggiamenti favorevoli nei

confronti delle strutture politiche.

Partecipazione politica.

Le caratteristiche centrali della partecipazione politica, ossia il suo essere diretta ad influenzare sia la scelta

dei decisori e sia le decisioni stesse, erano presenti anche nell’antichità, nelle poleis greche e nella

Repubblica Romana, ma il fenomeno ha assunto caratteristiche particolari dopo la formazione degli Stati

nazionali, in concomitanza con le pressioni per la democratizzazione e l’espansione del suffragio. Studiare la

partecipazione politica significa occuparsi di diversi aspetti. La partecipazione politica è oggetto di studio

sella sociologia e della scienza politica rivolto alle modalità attraverso cui si partecipa politicamente. La

partecipazione politica si esprime in diverse forme e con una pluralità di strumenti. I cittadini si inventano

nuovi strumenti di partecipazione politica, strumenti che variano grazie anche ad esempio allo sviluppo

della tecnologia. Possiamo capire e studiare il livello di questa partecipazione politica se è più o meno

intensa. Un altro aspetto mira a rispondere alla domanda del perché partecipiamo, occorre individuare i

fattori esplicativi del perché alcuni partecipano più di altri, in un dato modo, nei vari periodi storici.

Possiamo studiare la partecipazione politica concentrando la nostra attenzione sul ruolo svolto da alcuni

attori collettivi della partecipazione politica.

Appunti di analisi della politica. Prof. Patrik Vesan, UniVda, Valle d’Aosta. A cura di Daniele Cucinotta.

• Forme e modalità di partecipazione.

• Livello e intensità della partecipazione.

• Fattori esplicativi.

• Gli attori collettivi.

Il concetto di partecipazione è che partecipare significa prendere parte a qualcosa perché si vuole

raggiungere un determinato obiettivo e ottenere qualcosa in cambio, si tratta di una partecipazione

strumentale per ottenere qualcosa. Partecipiamo anche perché siamo, partecipare significa essere

qualcosa, si esprime in parte quello che siamo, quello che è la nostra identità o identità collettiva. Gli ideali

sorreggono la partecipazione, possiamo parlare di partecipazione espressiva. La partecipazione è

sicuramente sempre una fonte di legittimazione delle decisioni politiche e quella più semplice è esprimere

un voto che ci permette di legittimare un decisore politico. La partecipazione democratica è una condizione

necessaria per la poliarchia, deve concedere al cittadino concrete opportunità di scelta, dove mancano

alternative di scelte concrete rischia di mancare una vera e propria partecipazione politica. Partecipare

significa poter scegliere tra azioni proposte e non imposte. I caratteri della partecipazione politica in

contesti democratici sono quindi la possibilità effettiva di scelta tra opzioni proposte e non imposte cioè la

possibilità di scelta tra opzioni alternative e la spontaneità e volontarietà della partecipazione.

Mobilitazione ed esclusione politica sono casi di mancata partecipazione dei regimi non democratici ma in

alcuni casi anche di qualche regime democratico. Possiamo osservare la presenza più o meno significativa di

fenomeni di apatia o alienazione in alcuni sistemi democratici. Spesso si usa come indicatore di apatia

quello dell’astensionismo. Su questo argomento c’è una interessante scrittura di Hirschman il quale ci dice

che ciascuno degli attori sociali dispone di tre possibili risposte: andarsene (exit), protestare (voice),

riaffermare la sua appartenenza (loyalty). Una possibile definizione di partecipazione politica che ci da

Pasquino (2004) è l’insieme delle azioni e dei comportamenti che mirano ad influenzare in maniera più o

meno diretta e più o meno legale le decisioni, nonché la stessa selezione dei detentori del potere nel

sistema politico o in singole organizzazioni politiche, nella prospettiva di conservare o modificare la

struttura di distribuzione dei valori. Esiste poi una forma di partecipazione latente oltre a quella visibile,

ossia potenziale, che si attiva raramente e in maniera non continuativa.

Studio empirico della partecipazione politica.

Ci sono alcuni esempi di studio empirico della partecipazione politica intrapresi da Milbrath, Almond e

Verba e Barnes e Kaase.

Milbrath analizza nell’anno 1965 le forme di partecipazione politica classica o convenzionale negli USA ed

emerge che i fenomeni di partecipazione implicano una sorta di selezione. Milbrath identifica gli apatici, i

gladiatori e gli spettatori e ne studia l’evoluzione. Tra gli apatici appartiene chi non partecipa, tra gli

spettatori appartiene chi vota, chi inizia una discussione politica o chi indossa un simbolo di un partito e tra i

gladiatori appartiene chi concede tempo per una campagna politica o chi diventa membro di un partito o

chi è candidato e ottiene una carica elettiva.

Almond e Verba classifica i cittadini che prendono parte alla vita politica in:

• I localisti che si interessano solamente a questioni locali.

• I parrocchiali, attori che si interessano soltanto di ciò che li riguarda direttamente.

• I contendenti i quali si mobilitano su specifiche campagne.

• Gli attivisti globali che sono coinvolti su tutto l’arco delle questioni politiche.

Barnes e Kaase elencano diversi tipi di partecipazione politica:

• I protestatari che adoperano tutte le forme non convenzionali ma rifiutano quelle convenzionali.

Appunti di analisi della politica. Prof. Patrik Vesan, UniVda, Valle d’Aosta. A cura di Daniele Cucinotta.

• Gli attivisti che ampliano al massimo il repertorio della partecipazione fino ad includere forme non

legali di protesta.

• I riformisti che partecipano in modo convenzionale fino ad abbracciare alcune forme legali di

protesta.

• I conformisti che possono impegnarsi in forme convenzionali di partecipazione.

• Gli inattivi che al massimo si informano o firmano una petizione.

Nuove forme di partecipazione politica.

Un autore americano, Ronald Inglehart, scrisse un testo chiamato “la rivoluzione silenziosa”. Inglehart fa

riferimento alle trasformazioni della partecipazione politica perché nota e osserva che, in determinati

periodi storici, in particolare tra il 1960 e il 1970, nascono nuove forme di partecipazione. Ci sono forme

convenzionali che fanno riferimento a mezzi tipici e classici e forme non convenzionali che in un dato

periodo storico utilizzano nuove modalità e perseguono nuovi valori. Emergono nuove forme di

partecipazione rispetto al passato. Inglehart evidenzia una gerarchia di valori e sottopone a degli

intervistati una serie di domande e chiede di sceglierne 2 su 4. In base alle risposte raccoglie diverse

evidenze empiriche. Nelle nuove forme di partecipazione politica si sviluppano nuovi valori che possono

avere a che fare con l’ambiente, i diritti sessuali e nuovi diritti sociali.

La coscienza di classe intesa da Pizzorno (1966).

La partecipazione politica è maggiore quanto maggiore è la coscienza di classe. La partecipazione politica è

un azione in solidarietà con altri, che mira a conservare o trasformare la struttura e i valori del sistema di

interessi dominanti. La partecipazione politica richiede la costruzione di collettività solidali al cui interno gli

individui si considerano reciprocamente come eguali. La coscienza di classe viene a coincidere con la

capacità delle organizzazioni di creare solidarietà e identità collettive. La centralità rispetto a un gruppo

sociale favorisce la partecipazione.

Altri fattori che influenzano la partecipazione politica vengono descritti da Charles Tilly con il concetto di

CATNET che è l’insieme delle caratteristiche legate alla categoria sociale e alla densità dei reticoli di

relazione che sta all’origine di una differente capacità di mobilitazione dei movimenti collettivi. I lavoratori

precari atipici ad esempio hanno più difficoltà a riconoscersi in una categoria sociale.

Strutture delle opportunità politiche.

Per analizzare empiricamente la partecipazione politica e per capire se è più o meno strutturata, possiamo

cercare di studiare quali sono i canali di accesso alle istituzioni politiche. Si cerca di ricostruire le strutture di

opportunità politica. Immaginiamo un paese accentrato e uno decentrato, più un paese è decentrato e più

la struttura, in termini di canali potenziali di accesso al potere decisionale, cresce. Un maggior grado di

decentramento politico favorisce la partecipazione politica. Dove è più chiara la spartizione di poteri,

maggiori sono i canali di influenza possibili delle decisioni. Maggiori sono i canali disponibili più facile è la

partecipazione politica.

Il voto nella partecipazione politica.

Esistono tre tipi di voto per Pasquino: appartenenza, opinione e di scambio. Il voto di appartenenza è un

voto dato ad un determinato partito, a prescindere da una valutazione oggettiva delle alternative

programmatiche. Si ritiene che tale tipo di voto sia esclusivamente sincero, in quanto l’elettore vota per il

partito o candidato preferito in assoluto indipendentemente dal sistema elettorale adottato e dal

comportamento seguito dagli altri elettori. Il v

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
17 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Maylo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Analisi della politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università della Valle d'Aosta o del prof Vesan Patrik.