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IL DOPO GUERRA E I PRONLEMI DELL’ECONOMIA POST-BELLICA
Nel dopoguerra assistiamo da un lato ad una crisi economica nei paesi europei, dall’altro ad uno sviluppo industriale
che investì gli Stati Uniti negli anni 20 (dal 21-29) tanto che si parla di “anni ruggenti” degli Stati Uniti, i quali si
imposero con una posizione di rilievo nello scenario economico internazionale.
- Crisi economica in Europa vs sviluppo economico Usa
Tuttavia anche gli Stati Uniti dopo il 1929 (crollo di Wall Street), furono colpiti da una grave recessione nei primi anni
30→quindi se negli anni 20 avevamo visto una crisi economica europea contrapposta allo sviluppo economico
americano, negli anni 30 invece la crisi era internazionale. Figura di spicco nel risolvere la crisi economica americana fu
il presidente Roosevelt, che inaugurò un New Deal, cioè un “nuovo corso economico” basato su un forte intervento
dello stato in ambito economico per sostenere la crescita dell’occupazione e dei consumi, attuando le idee
dell’economista Keynes (teoria Keynesiana). Questo modello di interventismo dello stato alla base della teoria
keynesiana fu poi adottata anche dagli stati europei.
i complessi problemi dell’economia post-bellica in Europa.
• Il conflitto mondiale aveva
provocato perdite umane e materiali terribili e la fine del conflitto e dell’economia di guerra determinò in Europa una
forte recessione economica che raggiunse l’acme nel 1921. Essa fu caratterizzata da:
1) L’aumento della disoccupazione
2) L’aumento del costo della vita, che colpì soprattutto i ceti popolari
3) L’aumento crescente del debito pubblico degli stati europei dopo il conflitto. Sul bilancio pesavano i debiti
contratti con gli Usa durante il conflitto, i debiti che lo stato aveva contratto nei confronti dei suoi cittadini in
seguito ai prestiti nazionali ai quali si era fatto ripetutamente ricorso per finanziare le spese di guerra, e il
costo della spesa sociale.
4) L’aumento dell’inflazione in seguito alla svalutazione monetaria. Oltre alla questione del debito pubblico i
governi europei dovettero affrontare anche il turbine dell’inflazione. Durante la guerra, al fine di sostenere i
costi, le banche centrali dei diversi paesi avevano finito per stampare carta moneta oltre l’effettiva copertura
delle rispettive riserve auree, (per fare ciò durante il conflitto venne sospeso il Gold Standard, l convertibilità
aurea delle monete): si era innescato così un processo di svalutazione monetaria sfociato nella crescente
spirale inflazionistica. All’inflazione si tentò di reagire in due modi, o con la svalutazione monetaria (come in
Germani) o con il tentativo di ritornare al Gold standard (come in Inghilterra). I paesi vinti, dopo la fine del
conflitto, continuarono con la svalutazione monetaria, al fine di alleggerire il debito pubblico divento
insostenibile: in Germania l’inflazione andò completamente fuori controllo (si parla di “iperinflazione”) fino a
rendere praticamente nullo il valore del marco tedesco. Se i paesi vinti proseguirono nella svalutazione della
moneta, i paesi vincitori tentarono di riagganciare la propria moneta all’oro: nel 1922 il sistema tradizionale
del Gold Standard era stato trasformato in sistema misto, Gold exchange standard (le riserve delle banche
centrali potevano essere costituite oltre che dai lingotti d’oro, anche dalla sterlina, che acquisì quindi il valore
di valuta internazionale). Ma ciò non ebbe l’effetto sperato: Non solo la sopravvalutazione della sterlina
inglese mise in difficoltà l esportazioni britanniche provocando ristagno produttivo e disoccupazione, ma il
Gold standard risultava fortemente dipendente dalla politica monetaria statunitense e dagli investimenti
americani.
5) Riduzione degli scambi e politiche protezionistiche. In tutti i paesi europei negli anni venti vennero
mantenute politiche protezionistiche, con l’aumento di dazi doganali sulle importazioni a difesa delle
produzione interna, che incisero sulla riduzione del volume degli scambi internazionali. (D’altronde, anche gli
Usa avevano intrapreso la strada dell’isolazionismo politico e del protezionismo economico).
gli anni ruggenti degli Stati Uniti.
• All’indebolimento dell’Europa si oppose la forza degli Stati Uniti, che
negli anni venti conobbero un periodo di prosperità economica: era così tramontata la supremazia europea mentre
l’economia americana aveva assunto una posizione preminente nel sistema mondiale (novecento vede un nuovo
attore a livello internazionale→ gli Usa).