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SME-IRI.privatizzazioni che hanno portato a tutta la vendita del gruppo
Nel 2003 invece la situazione cambia ancora. Il CR torna al 7.8% rispetto all'11%4 mentre il CR scende anche esso ai valori di 20 anni prima. Le multinazionali10 infatti, dopo aver raggiunto una grande diversificazione, applicano i BCG per vedere se vendere in certi settori è conveniente o meno, e molti così sono stati venduti. Nel 2013, il CR è l'11% mentre il CR è il 18%.4
PARTE SECONDA
Definizione di Innovazione
L'innovazione è l'introduzione di nuove modalità nel progettare, produrre e vendere beni e servizi. L'innovazione è un punto fondamentale per la crescita dell'impresa. Per fare differenziazione infatti bisogna caratterizzare il prodotto con attributi nuovi, e per fare ciò si esegue un'innovazione di prodotto. L'innovazione è legata alla crescita del Paese poiché cresce la
competitività delle imprese, la competitività settoriale, c'è crescita economica ovvero buona competitività. L'innovazione ha un rapporto stretto con la ricerca scientifica. L'innovazione tecnologica può essere: - Di prodotto ovvero immissione nel mercato di prodotti nuovi dei quali il consumatore deve percepire la presenza di nuovi attributi e convenienze, come i prodotti pane senza glutine, prodotti arricchiti, etc. - Di processo come i nuovi metodi di sterilizzazione del latte. Il nuovo processo può portare ad un prodotto nuovo (quindi innovazione di prodotto e processo vanno di pari passo) o ad una semplice riduzione dei costi. - Organizzativa diversa organizzazione del lavoro in azienda. Essa viene realizzata a seguito di innovazione di processo, quindi sia macchinari che personale vanno organizzati diversamente. - Non tecnologica ad esempio di.La funzione di produzione e la produttività
La funzione di produzione rappresenta la quantità di prodotto ottenuta impiegando certi fattori produttivi:
f = f(q, T, K, L, t)
Dove T = terra, K = capitale, L = lavoro, t = tempo. Per aumentare q è necessario aumentare i diversi fattori produttivi. K e L sono i fattori produttivi principali che devono essere aumentati per incrementare la quantità prodotta. K comprende le materie prime e il capitale fisso. L può essere stagionale o continuativo.
La produttività è la produzione rapportata ad un fattore di produzione. Questa può essere
in seguito all'aumento di una unità di lavoro impiegata. Si calcola come: PM = ΔQ / ΔL dove PM rappresenta la produttività marginale del lavoro, ΔQ indica la variazione della quantità prodotta e ΔL rappresenta la variazione della quantità di lavoro impiegata. La produttività marginale del lavoro è importante per valutare l'efficienza dell'impresa nel breve periodo. Se la produttività marginale del lavoro è positiva, significa che l'impresa sta sfruttando in modo efficiente le risorse e che l'aumento dell'occupazione porta ad un aumento della produzione. Al contrario, se la produttività marginale del lavoro è negativa, significa che l'impresa sta impiegando troppa manodopera rispetto alla quantità di prodotto generata, e quindi potrebbe essere necessario ridurre il numero di lavoratori impiegati. In conclusione, la produttività media e marginale sono due indicatori importanti per valutare l'efficienza e l'efficacia dell'impresa nel processo produttivo.- Se aumento di un'ora il lavoro. q i=P maL L'innovazione trasla verso l'alto la funzione di produzione, permettendo di ottenere con lo stesso impiego del fattore di produzione, una quantità maggiore di prodotto. Oppure si può dire che lo stesso livello produttivo viene ottenuto con una quantità minore di materia prima. L'innovazione di processo e organizzativa quindi:
- Aumenta la produttività
- Riduce i costi
- L'innovazione nel settore agroalimentare ed il ciclo di vita del prodotto high-tech
Il settore alimentare è poco e poco innovativo rispetto ad altri. Questo perché:
- Tradizione del settore che raggiunge l'apice nei prodotti DOP
- Esigenza di sicurezza alimentare che spaventa nei confronti di cibi/metodi nuovi
- Difficoltà
Nell'innovare i cibi - Innovazione più esogena che endogena (ovvero prodotta più all'esterno del settore). Tutte le macchine del settore alimentare subiscono innovazioni ma al di fuori del settore alimentare. Il settore alimentare è fortemente competitivo poiché vi operano moltissime imprese e ci sono molti prodotti maturi. La presenza di questi porta alla necessità di puntare su incrementi di competitività e da ciò nasce l'esigenza di innovare per mantenere o accrescere i margini di redditività.
Il ciclo di vita del prodotto vede alcune fasi:
- Introduzione: bisogna verificare che i consumatori apprezzino. Sono importanti in questo punto gli investimenti in pubblicità e promozioni. La crescita della domanda è lenta e vi è una forte incidenza dei costi fissi, pubblicitari e promozionali.
- Sviluppo: in cui il prodotto innovativo ha avuto successo e c'è una crescita delle vendite. Calano i
costi e crescono i profitti- Maturità: in cui il tasso di crescita del prodotto si assesta e stabilizza. Le imprese innovative escono da quello specifico mercato e rimangono le imprese innovative. I profitti non aumentano- Declino: diminuisce la domanda. I profitti scendono fino ad azzerarsi e le vendite calano. Le imprese più deboli cedono. Per sopperire alla riduzione dei profitti è necessario aumentare la competitività, innovare i prodotti/processi e ricorrere all'introduzione di tecnologia. Anche la tecnologia ha un ciclo di vita simile a quello del prodotto. Ne sono esempio i floppy disk e i CD-ROM. In questo caso al posto delle vendite sull'asse delle ordinate ci sono le prestazioni.
L'innovazione nel sistema agroalimentare
Forme di mercato ed innovazione
Si analizza la relazione fra innovazione e forma di mercato (sono 4: libera concorrenza, concorrenza monopolistica, monopolio ed oligopolio).
Esistono due motivazioni per cui un'azienda
Può innovare:
- Riduzione dei costi
- Aumento dei ricavi
L'azienda in generale tende a massimizzare il profitto, inteso come differenza fra i ricavi totali e i costi totali. Per massimizzare si può quindi lavorare sui costi o sui ricavi. Per massimizzare il ricavo devo fare un'innovazione di prodotto che mi permetta di trovare un prodotto per aumentare il ricavo. Invece, per minimizzare i costi, devo rendere l'azienda più efficiente, quindi la necessità è produrre in maniera più efficiente e originare un'innovazione di processo oppure un'innovazione di tipo organizzativo. Da questo si capisce come un'azienda innovi per motivazioni diverse ma facenti capo sempre alla massimizzazione del profitto.
Tra le innovazioni per ridurre i costi possiamo avere innovazioni di tipo meccanico, energetico, organizzative, per la conservazione degli alimenti, biologiche, agronomiche, chimiche.
Le innovazioni per l'aumento del ricavo sono
più complesse dovendo agire sulla creazione dei prodotti. L’obiettivo ultimo dell’innovazione in generale è trovare un prodotto o processo che possa permettere al prodotto di arrivare sul mercato con un differenziale di prezzo rispetto al concorrente che agli occhi del consumatore deve essere percepibile e giustificabile.
Come l’innovazione cambia in relazione alla forma di mercato:
Libera concorrenza è caratterizzata da un elevato numero di imprese con prodotti omogenei. Le barriere all’entrata sono basse. Il settore agricolo comprende tantissime imprese molto piccole con anche solo 2-3 addetti. Le barriere in entrata sono basse perché bastano pochissimi investimenti di capitale. Le aziende qui sono, un imprenditore agricolo non può fissare il prezzo per vari motivi come quello ambientale. Il ruolo dell’innovazione è limitato. L’unica possibilità è quella di ridurre i costi (innovazione di processo).
Un altro problema sono le imitazioni, infatti le piccole aziende non hanno possibilità di fare ricerca e sviluppo, e non possono neanche cercare di proteggere l'innovazione.
Concorrenza monopolistica è quella dell'industria alimentare. Si caratterizza per un numero elevato di imprese. Queste aziende offrono beni molto differenziati. Le barriere all'entrata dipendono dalla dimensione aziendale, quelle piccole faticano ad entrare mentre per quelle più grandi è più semplice. L'impresa è price maker, ovvero il titolare può decidere il prezzo del prodotto che sarà il risultato di diversi fattori della produzione e distribuzione.
Nell'oligopolio si hanno poche aziende (es. industria delle macchine/carburanti). I beni sono sia differenziati (automobili) che omogenei (carburanti). Il prezzo dipende in minima parte da quanto fanno i concorrenti e non esistono prezzi che si differenziano tanto l'uno dall'altro.
Infatti, si parla spesso di oligopolio collusivo, combattuto dall'antitrust. Le aziende fanno infatti un cartello, ovvero il mercato oligopolistico vede un'associazione delle diverse aziende a formare un monopolio. Si innova poco perché ci sono prodotti omogenei. Esiste infatti un legame tra le varie aziende e se una non innova arriva sul mercato ad un prezzo più basso e anche le altre non lo innovano per avere prezzi più alti. Il monopolio possono essere legali o illegali. Il mercato è composto da un'unica azienda. È impossibile entrare sul mercato. I prezzi sono piuttosto alti perché stabiliti dall'unica impresa. Nel monopolio e nella libera concorrenza si innova poco mentre nelle a