Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
CREAZIONE DI VANTAGGI COMPETITIVI:
VANTAGGI DI COSTO
ECONOMIE LEGATE ALLA DIMENSIONE: vantaggi di costo legati ai volumi di
o produzione che aumentando determinano la diminuzione dei costi medi
ECONOMIE DI SCALA: riduzione del costo medio conseguente ad un
aumento del volume potenziale di produzione:
Di tipo tecnologico: legate all’efficienza delle strutture di produzione
per una maggiore produttività degli impianti, maggiore
specializzazione del lavoro, superamento dei limiti di indivisibilità di
certi input
Di tipo gestionale: non riguardano da vicino il processo produttivo,
ma l’elevato giro d’affari dell’azienda; risiedono principalmente negli
approvvigionamenti, nell’indivisibilità di input non tecnologici, nel
management, nei costi di ricerca e sviluppo
ECONOMIE DI ESPERIENZA: riduzioni dei costi medi dovute
all’accumularsi di esperienza nei soggetti componenti del sistema
operativo, legato all’apprendimento che varia in relazione a:
Grado di standardizzazione del prodotto
Complessità del processo produttivo (n° di fasi)
ECONOMIE DI AMPIEZZA: i costi diminuiscono all’aumentare delle
attività in cui l’impresa è impegnata (scope); i manager si occupano di
più prodotti (i vantaggi di costo dono minori rispetto alle altre economie
legate alla dimensione)
ECONOMIE CONNESSE ALLE COMPETENZE TECNICHE E ORGANIZZATIVE
o TECNICHE DI PRODUZIONE: nuovi metodi di produzione, nuove
tecnologie o crescita dell’efficienza
PROGETTAZIONE DEL PRODOTTO
Standardizzazione
Semplificazione
Modularità
ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE
Organizzazione interna dei processi aziendali (disposizione dei reparti
e dei macchinari, predisposizione di produzioni sofisticate, sistemi
just in time)
Scelte relative al make or buy
Coordinamento e integrazione dei diversi apparati funzionali
dell’azienda
ELIMINAZIONE DELLE INEFFICIENZE
VANTAGGI BASATI SULLA DIFFERENZIAZIONE
QUALITÀ TECNICA
o QUALITÀ IMMAGINE
o
La MARCA, funzioni:
IDENTIFICATIVA: agevola il riconoscimento del prodotto
VALUTATIVA: riassume i giudizi sulle caratteristiche tecniche ed
emozionali legate al consumo di determinati prodotti
FIDUCIARIA: la fiducia associata al brand sostituisce la ricerca delle
informazioni
Fattori critici nelle strategie di differenziazione:
CONOSCENZA APPROFONDITA DEL CLIENTE (atteggiamenti, valori,
preferenze, attese)
CAPACITÀ DI INNOVARE I CARATTERI DELL’OFFERTA (ogni innovazione
può essere imitata; la marca può aiutare in tal senso)
CAPACITÀ DI COMUNICARE all’utenza le innovazioni apportate
VANTAGGI BASATI SUL CONTROLLO DEI CANALI DISTRIBUTIVI
Il controllo dei canali distributivi pone alcuni vantaggi: il collegamento fisico tra
impresa e cliente, un patrimonio di conoscenza relativo alla composizione
dell’utenza e alle sue caratteristiche, un legame fiduciario con i consumatori.
Infatti un contatto diretto con il cliente facilita:
L’ACCESSO AL CLIENTE
o LA CONOSCENZA DEL CLIENTE
o LA FIDUCIA DEL CLIENTE
o
L’impostazione delle strategie relative alla distribuzione riguarda due aspetti:
La definizione del coinvolgimento dell’impresa nel processo distributivo
o La gestione dei rapporti con i distributori
o Entrambi gli aspetti devono essere definiti tenendo conto del peso
crescente di forme di distribuzione moderna, della crescente
concorrenzialità, della frammentazione dell’offerta e della tendenziale
omologazione dei prodotti.
STRATEGIE DISTRIBUTIVE:
Strategie PUSH: convincere il canale distributivo ad accettare il prodotto e a
o sostenerlo presso la clientela
Strategie PULL: convincere il cliente a richiedere il prodotto al canale
o distributivo che a sua volta lo vorrà per attrarre i clienti
L’impresa può inoltre valutare l’ipotesi di sviluppare un proprio diretto
coinvolgimento nella distribuzione per raggiungere direttamente i clienti non
solo con i propri prodotti, ma anche con quelli di altre aziende.
DEFINIZIONE DELLA STRATEGIA DI APPROCCIO AL MERCATO
SEGMENTAZIONE
1) Verificare se in un flusso di domanda dei modi significativamente
diversi riguardo al modo di provare un certo bisogno, al modo in cui
quel bisogno può essere soddisfatto, alla quantità di denaro a
disponibile alla soddisfazione del bisogno.
2) Predisporre un’offerta mirata a uno o più sottoinsiemi di domanda
individuati
La convenienza a sviluppare un’offerta personalizzata per un certo
segmento di mercato è valutata in relazione alla sua:
IDENTIFICABILITÀ: la possibilità di individuare dei parametri capaci di
identificare una componente di mercato
SIGNIFICATIVITÀ: l’esistenza di un legame tra il profilo di consumo
identificato e l’effettiva esistenza di differenze sul piano del
comportamento di acquisto
RAGGIUNGIBILITÀ: la possibilità di raggiungere fisicamente il cliente
con il prodotto e con i messaggi ad esso associabili in modo
economicamente conveniente
RILEVANZA: il flusso di domanda sia consistente (superiore ad una
certa soglia minima)
Scegliere la strategia di approccio al mercato
INDIFFERENZIATA: l’impresa non effettua nessuna segmentazione; è
frutto di una strategia volta a creare e offrire un
product-oriented
buon prodotto che vada bene più o meno a tutti i clienti
DIFFERENZIATA: Servire un mercato ampio predisponendo offerte
mirate che possano coprire più o meno tutti i segmenti
CONCENTRATA: concentrare la propria attività solo su uno o pochi
segmenti di mercato
DI NICCHIA: concentrarsi su un segmento notevolemte limitato e
specializzato
POSIZIONAMENTO
È la gestione del modo in cui l’impresa vuole che siano percepiti i propri
prodotti e l’impresa nella sua globalità.
Possono essere usate mappe per stabilire come le marche si collochino
nella percezione della clientela rispetto ad alcuni parametri e per stabilire
come si collochino le preferenze della clientela.
Sovrapponendo le due mappe si può scegliere su quali leve si debba agire
per far preferire i nostri prodotti rispetto a quelli della clientela.
DEFINIZIONE DELLE DIRETTRICI DI SVILUPPO
Le linee di fondo che l’impresa intende seguire nella realizzazione di quei processi di
quei processi di cambiamento strutturale resi opportuni dal mutare dei caratteri del
mercato e dell’ambiente.
Le strategie di sviluppo possono essere distinte in relazione al fatto che implichino:
Modifica di caratteri strutturali senza alcuna modifica dell’area d’affari
Modifica di caratteri strutturali con la modifica dell’area d’affari
Modifica di caratteri strutturali con l’ingresso in nuove aree di business
Le direttrici di sviluppo possono essere distinte in due modi di affrontare il mercato:
MONOBUSINESS: l’impresa opera in una sola area di business con un rapporto col
mercato specializzato a soddisfare un unico bisogno
SPECIALIZZAZIONE
Crescita dimensionale senza nessuna innovazione
o Penetrazione del mercato sottraendo quote di mercato ai concorrenti
o Nuovo prodotto per una nuova classe di utenza
o Ampliamento dell’ambito geografico
o
INTEGRAZIONE VERTICALE: si aumentano le fasi di lavorazione svolte
direttamente dall’impresa attuando un’integrazione a monte o a valle in modo
da ottenere un recupero sul valore aggiunto, una riduzione di costi sia
finanziari che tecnici e un maggiore controllo sui canali di approvvigionamento
e di vendita.
PLURIBUSINESS
DIVERSIFICAZIONE: l’impresa decide di operare in più aree di business
soddisfacendo più bisogni (la scelta può essere attuata solo in presenza di
un’elevata soglia dimensionale)
A seconda dell’obiettivo della diversificazione se ne possono avere due tipi:
DIVERSIFICAZIONE OMOGENEA: i nuovi prodotti hanno elementi di
o comunanza con i precedenti in modo tale da creare sinergie tra i business
DIVERSIFICAZIONE ETEROGENEA: si ha scarsa omogeneità nei prodotti.
o Gli obiettivi che portano a questa strategia può essere quello di ridurre il
rischio complessivo d’impresa o quello di cogliere opportunità di mercato
in settori diversi diversificando con una logica di portafoglio finanziario
(impresa conglomerale)
Modalità di implementazione delle direttrici di sviluppo
INVESTIMENTI DIRETTI, acquisendo direttamente dal mercato i singoli
o fattori produttivi necessari per implementare la crescita (adatto se si vuole
implementare un percorso di crescita sostanzialmente simile alla situazione
attuale)
CRESCITA PER LINEE ESTERNE (fusioni e acquisizioni): acquisire il controllo
o di un’organizzazione produttiva già esistente ed operante (adatto quando il
processo implica innovazioni radicali rispetto al passato)
ALLEANZE E ACCORDI (adatto quando il rischio è particolarmente elevato e
o conviene condividerlo con un’altra impresa)
EQUITY: l’accordo si concretizza con la creazione di un nuovo
soggetto giuridico (joint venture)
NON EQUITY: le imprese condividono solo i rischi e specificano le
risorse che ognuna deve apportare
2) DECISIONI FUNZIONALI DI RILEVANZA IMPRENDITORIALE
Insieme di scelte che pur non ponendosi allo stesso piano delle decisioni strategiche,
assumono rilievo in ragione della loro importanza e della loro natura interfunzionale.
Le scelte saranno ricondotte alle funzioni specifiche che vengono coinvolte
maggiormente.
Il vertice imprenditoriale dovrà definire il criterio di divisione del lavoro e definire
le modalità di organizzazione dell’attività produttiva.
In tal senso si distinguono due tipi di struttura organizzativa:
MULTIFUNZIONALE: La divisione del lavoro è orientata agli input impiegati
o (per funzioni). I poteri decisionali del top management sono limitati ad
un’area funzionale; l’impostazione strategica è affidata ad un direttore
generale.
I vantaggi di costo che si raggiungono con questo tipo di struttura sono
dovuti allo sfruttamento di economie di scala, alla riduzione degli sprechi e
ad una più rapida curva di apprendimento.
I vantaggi si vanno a perdere al crescere della dimensione dell’impresa e
della complessità del sistema produttivo.
MULTIDIVISIONALE: I criteri di specializzazione si riferiscono a centri di
o profitto quali:
PRODOTTO (solo se esistono differenze sostanziali tra i prodotti
realizzati)
AMBITO GEOGRAFICO
MERCATO (tipi di clienti)
Il vertice impren