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Evoluzione storica e conformazione del sistema. Principi costituzionali europei in materia di giustizia amministrativa. Il giusto processo

Per giustizia amministrativa si intende la serie di istituti intesi ad assicurare la legalità della amministrazione e la tutela dei cittadini nei confronti della pubblica amministrazione. Si divide in due macrosistemi:

  • Tutela in sede amministrativa (o giurisdizionale): si sostanzia in un'istanza rivolta ad un'Autorità amministrativa, diversa da quella che ha emanato l'atto, volta ad ottenere la nullità, l'annullamento, la revoca o la riforma di un atto amministrativo. I ricorsi amministrativi previsti nel nostro ordinamento sono di tre tipi:
    • Ricorso in opposizione: diretto alla stessa autorità che ha emanato l'atto, è un rimedio a carattere eccezionale, ammesso solo nei casi espressamente previsti, e ha l'obiettivo non di annullare ma di modificare l'atto.
    • Ricorso gerarchico:
natura pubblicistica erano invece devolute alla competenza del Consiglio di Stato. Con l'avvento dello Stato di diritto, si è resa necessaria la creazione di un sistema di giustizia amministrativa separato da quello ordinario, al fine di garantire una maggiore tutela dei diritti dei cittadini nei confronti dell'amministrazione pubblica. Il sistema di giustizia amministrativa si basa sul principio del doppio grado di giurisdizione, che prevede la possibilità di impugnare le decisioni dell'amministrazione davanti ad un giudice amministrativo di primo grado e, successivamente, davanti ad un giudice di secondo grado. Il ricorso amministrativo è il primo strumento a disposizione del cittadino per impugnare un atto amministrativo. Esso può essere presentato davanti all'autorità amministrativa che ha emanato l'atto o davanti all'autorità amministrativa gerarchicamente superiore. Il ricorso amministrativo ha lo scopo di ottenere l'annullamento o la modifica dell'atto impugnato. Nel caso in cui il ricorso amministrativo venga respinto o non venga adottata una decisione entro i termini previsti, il cittadino può presentare un ricorso straordinario al capo dello Stato. Questo tipo di ricorso è ammesso solo nei confronti di atti definitivi e rappresenta un rimedio a carattere generale, alternativo al ricorso giurisdizionale. La tutela in sede giurisdizionale viene attivata attraverso la presentazione di un ricorso rivolto ad un'autorità giudiziaria, che può essere il giudice ordinario o il giudice amministrativo. Il ricorso si conclude con una sentenza che può confermare, annullare o modificare l'atto impugnato. In conclusione, il sistema di giustizia amministrativa è stato introdotto per garantire una maggiore tutela dei diritti dei cittadini nei confronti dell'amministrazione pubblica. Esso prevede diversi strumenti, come il ricorso amministrativo e il ricorso straordinario, che permettono di impugnare gli atti amministrativi e ottenere una decisione da parte di un'autorità giudiziaria.

Natura pubblicistica al Giudice Ordinario o ai Consigli di Governo, e ai Consiglio di Stato in secondo grado. I Tribunali ordinari del contenzioso potevano rilevare l'inefficacia e la nullità dell'atto, ma non avevano il potere di annullamento degli atti amministrativi, di esclusiva competenza dell'Amministrazione in sede di autotutela. Accanto ai Tribunali ordinari del contenzioso, vi erano i Tribunali speciali del contenzioso amministrativo. Nello Stato italiano, dopo il 1861, le controversie relative ai diritti venivano riconosciute come meritevoli di tutela giurisdizionale, a differenza delle controversie relative ai "diritti minori" (interessi legittimi). Inoltre, non esisteva nessuno strumento di coercizione delle p.a. nel caso in cui non si fossero adeguate alle sentenze. Il R.D. 2840/1923 attribuì al Giudice amministrativo la competenza in materia di diritti soggettivi soltanto in via incidentale, e introdusse la c.d. giurisdizione esclusiva al

Giudice amministrativo anche per la cognizione dei diritti soggettivi (oltre che degli interessi legittimi), per alcune materie specificamente determinate. Con la Costituzione italiana si introduce nel nostro ordinamento giuridico il principio della doppia giurisdizione e il principio del criterio di riparto della giurisdizione fra giudice ordinario e giudice amministrativo, in forza del quale la tutela dei diritti soggettivi, di regola, spetta al Giudice ordinario, mentre la tutela degli interessi legittimi al Giudice amministrativo. In materia di giustizia amministrativa, le norme della Costituzione si suddividono in due gruppi: norme di carattere organizzativo, funzionali alla determinazione della organizzazione dell'apparato giustiziale amministrativo (art. 102, 103, 108, 111, 113), e norme di carattere garantistico, funzionali ad assicurare la tutela dell'amministrato (art. 100, 113). In virtù del principio di effettività della tutela, viene garantita una tutela.giurisdizionale effettiva di ciascuna posizione giuridica soggettiva. Il principio è alla base dell'intero svolgimento della giurisdizione. Il principio del giusto processo è evocato dall'art. 111 della Costituzione, oltre che dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali dell'ONU, e dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU). Sono previste garanzie alla tutela del principio: la garanzia della pubblicità del processo, della sua ragionevole durata, dell'imparzialità, indipendenza e terzietà del giudice. Sulla base del principio del giusto processo, tutti i provvedimenti decisori del giudice (compresi i provvedimenti cautelari) devono essere motivati. Sulla base del principio della domanda, il giudice può instaurare il processo amministrativo solo a seguito di ricorso della parte, non potendo procedere d'ufficio (per ilil giudice può respingere una domanda se ritiene che sia stata presentata con l'intento di abusare del processo o di arrecare danno all'altra parte. Inoltre, il principio del contraddittorio garantisce che entrambe le parti abbiano la possibilità di esporre le proprie ragioni e di contraddire quelle dell'altra parte. Infine, il principio del giusto processo assicura che il procedimento sia condotto in modo equo e imparziale, garantendo il rispetto dei diritti fondamentali delle parti coinvolte.

Il titolare del diritto soggettivo può esercitarlo senza dar luogo ad una sproporzione ingiustificata fra il beneficio conseguibile ed il beneficio a cui è soggetta la controparte.

02 - IL RIPARTO DI GIURISDIZIONE. GIUDICE ORDINARIO E GIURISDIZIONI AMMINISTRATIVE

Una situazione giuridica soggettiva è una situazione sostanziale di interesse che fa capo ad un soggetto, a cui l'ordinamento giuridico riconosce tutela, e si distingue tra diritto soggettivo e interesse legittimo; tale distinzione è peculiare all'ordinamento italiano. Secondo l'art. 7 del Codice del Processo Amministrativo, sono devolute alla giurisdizione del giudice amministrativo le controversie in materia di interessi legittimi e, nei casi specificamente determinate dalla legge, di diritti soggettivi (provvedimenti di p.a.).

La situazione giuridica soggettiva può essere qualificata come diritto soggettivo quando il soggetto che ne è portatore non necessita

ma anche all'interesse legittimo dei soggetti coinvolti. In altre parole, l'interesse legittimo viene considerato come un interesse che merita tutela e che può essere preso in considerazione dalla pubblica amministrazione nell'esercizio dei suoi poteri. Per formattare il testo utilizzando tag HTML, puoi utilizzare i seguenti tag: - `

` per creare un nuovo paragrafo - `` per evidenziare il testo in grassetto - `` per evidenziare il testo in corsivo - `
` per inserire un'interruzione di linea Ecco un esempio di come potresti formattare il testo utilizzando questi tag: ```html

Dell'intervento della pubblica amministrazione per soddisfare il proprio interesse giuridico; come interesse legittimo quando il risultato a cui il soggetto tende non è garantito direttamente dalla legge, ma è necessario l'intervento della p.a..

Esistono differenti teorie dell'interesse legittimo: la teoria dell'interesse occasionalmente protetto (l'interesse legittimo è strumentale al perseguimento dell'interesse pubblico); la teoria processualistica (la natura dell'interesse legittimo non è carattere sostanziale ma processualistico); la teoria dell'interesse legittimo come interesse strumentale alla legittimità dell'azione amministrativa (pretesa del privato a che la p.a. si comporti legittimamente).

Tutte queste teorie sono state superate in favore della teoria normativa. Secondo tale teoria, la norma attributiva del potere amministrativo non sarebbe funzionale al solo soddisfacimento dell'interesse pubblico, ma anche all'interesse legittimo dei soggetti coinvolti.

``` Ricorda di includere anche i tag di apertura ``, `` e `` per creare un documento HTML completo.ma avrebbe funzione di mediazione tra interessi pubblici primari, secondari e interessi privati; l'interesse legittimo è quindi il potere riconosciuto al privato di influire sull'azione amministrativa, indirizzandola, allo scopo di tutelare, conservare o acquisire un bene della vita. Interesse legittimo oppositivo o statico: il soggetto titolare di una situazione giuridica soggettiva mira alla conservazione di tale titolarità. Interesse legittimo pretensivo o dinamico: il soggetto titolare di una situazione giuridica soggettiva mira a ampliare tale sfera giuridica. Per interessi partecipativi si intendono la serie di poteri e facoltà riconosciute al privato con la finalità di consentirgli di interagire con la pubblica amministrazione (es. accesso agli atti, presentazione di memorie ecc.). Gli interessi procedimentali riguardano la pretesa del soggetto coinvolto nel procedimento amministrativo alla conclusione dello stesso con un provvedimento espresso, nel

rispetto dei termini previsti dalla legge. Gli interessi superindividuali si distinguono in:

  • interessi diffusi: sono interessi riferibili ad una pluralità non determinata di individui, ma comunque comuni a tutti gli individui di una formazione sociale non organizzata. Non possono essere tutelati in sede processuale, se non mediante l'esercizio di azioni popolari.
  • interessi collettivi: sono gli interessi comuni a più soggetti che si associano in un gruppo o in una categoria non occasionali (associazioni, ordini professionali ecc.), per conferire omogeneità all'azione dei singoli, e sono suscettibili di tutela giurisdizionale.

Il Codice del Consumo (d.lgs. 2006/2010) prevede l'azione inibitoria, con la quale si può far cessare la condotta illecita ed impedirne la reiterazione, e può essere fatta valere a prescindere dalla sussistenza di un vincolo contrattuale.

Secondo il criterio della contrapposizione fra attività discrezionale e

sull'oggetto della controversia. In base a questo criterio, la competenza per le controversie relative all'attività amministrativa discrezionale spetta al Giudice Ordinario, mentre per le controversie relative all'attività amministrativa vincolata spetta al Giudice Amministrativo. La teoria dei diritti affievolibili è stata oggetto di critiche, in quanto si ritiene che l'emanazione dell'atto amministrativo non debba avere il potere di degradare la posizione individuale da diritto soggettivo a interesse legittimo, a meno che non vi sia una carenza assoluta di potere amministrativo. In sostanza, se il cittadino contesta che il potere discrezionale sia stato conferito all'autorità amministrativa, la competenza spetta al Giudice Ordinario. Se invece la controversia riguarda l'esercizio scorretto del potere discrezionale, la competenza spetta al Giudice Amministrativo. Il criterio di riparto delle competenze si basa sull'oggetto della controversia, ovvero sulla causa petendi.sua assenza di competenza o in violazione delle norme di legge. Si ha cattivo uso del potere quando l'amministrazione agisce in modo arbitrario, discriminatorio o irragionevole. I diritti soggettivi sono prerogative riconosciute ai singoli individui dalla legge, che possono far valere davanti all'amministrazione o davanti ai tribunali. Essi sono tutelati e garantiti dalla Costituzione e dalle leggi. Gli interessi legittimi, invece, sono situazioni di vantaggio o di tutela che possono essere riconosciute a soggetti collettivi o individuali, ma che non sono considerate diritti soggettivi. Gli interessi legittimi sono tutelati dalla legge, ma la loro tutela è meno forte rispetto a quella dei diritti soggettivi. La distinzione tra diritti soggettivi e interessi legittimi è importante perché determina il grado di tutela e di protezione che viene garantito ai soggetti coinvolti. I diritti soggettivi hanno una tutela più forte e possono essere fatti valere in modo più efficace, mentre gli interessi legittimi hanno una tutela più limitata e possono essere sacrificati in determinate circostanze per il perseguimento di interessi pubblici o generali.
Dettagli
A.A. 2021-2022
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SSD Scienze giuridiche IUS/10 Diritto amministrativo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giovannidiquattro1 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto amministrativo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Universita telematica "Pegaso" di Napoli o del prof Baratta Assunta.