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CONCORSUALE  

PROCEDURA  CONCORSUALE=  procedura  giudiziale  che  mira  alla  liquidazione  del  

patrimonio  dell’imprenditore  insolvente  per  garantire  la  parità  di  trattamento  di  tutti  i  

suoi  creditori:  fallimento,  liquidazione  coatta  amministrativa,  concordato  preventivo,  

amministrazione  straordinaria.  

CAPITOLO  2.  IL  FALLIMENTO:  NOZIONE  E  PRESUPPOSTI  

FALLIMENTO=  stato  patrimoniale  di  un  soggetto  che  non  ha  più  la  capacità  obiettiva  di  

far  fronte  alle  proprie  obbligazioni.  Esso  è  universale  (colpisce  tutti  i  beni  del  

debitore),  concorsuale  (è  predisposta  nei  confronti  di  tutti  i  creditori  in  maniera  

uguale)  e  stabile  (i  rapporti  regolati  dalla  procedura  acquistano  carattere  di  

definitività  e  non  aggredibilità).  Le  ultime  norme  in  materia  anticipano  la  

manifestazione  della  crisi  dell’imprenditore  in  vista  della  salvaguardia  dei  valori  

produttivi  delle  imprese  (Decreto  crescita)  e  velocizzano  le  comunicazioni  nelle  

procedure  concorsuali  (Decreto  crescita  bis).  

Presupposti:  

-­‐ soggettivo:  esista  un’impresa  commerciale,  che  possegga  i  3  requisiti  

dimensionali  e  di  indebitamento  di  non  fallibilità  (nei  3  esercizi  precedenti  ci  sia  

stato  un  attivo  patrimoniale  non  maggiore  a  300000  €,  i  ricavi  lordi  non  

maggiori  a  200000  €,  un  ammontare  di  debiti  anche  non  scaduti  non  maggiori  a  

500000  €),  l’impresa  sia  imputabile  giuridicamente  al  soggetto.  

Sono  sottratti  al  fallimento:  enti  pubblici,  imprenditori  agricoli,  imprenditori  

speciali  individuati  dalla  legge,  società  start-­‐up  innovative.  

-­‐ oggettivo:  lo  stato  di  insolvenza  cioè  non  essere  più  in  grado  di  soddisfare  

regolarmente  le  proprie  obbligazioni,  anche  parzialmente,  in  un  momento  

successivo  o  in  maniera  regolare.  

N.B.  Inadempimento:  mancata  esatta  prestazione  di  quanto  dovuto  e  si  riferisce  ad  una  

singola  obbligazione.  

Il  fallimento  è  esteso  ai  soci  con  responsabilità  illimitata  nel  momento  in  cui  la  società  

viene  dichiarata  fallita,  il  fallimento  di  uno  o  più  soci  non  fa  fallire  la  società.  

L’imprenditore  che  ha  cessato  l’attività  può  essere  dichiarato  fallito  entro  un  anno  

dalla  cancellazione  dal  registro  delle  imprese;  l’imprenditore  defunto  se  l’insolvenza  si  

è  manifestata  durante  la  sua  vita,  se  egli  fu  dichiarato  fallito  già  in  vita,  il  fallimento  

procederà  nei  confronti  degli  eredi.  

La  nuova  procedura  di  composizione  della  crisi  di  sovraindebitamento  (situazione  di  

perdurante  squilibrio  tra  le  obbligazioni  assunte  e  il  patrimonio  liquidabile  per  farvi  

fronte  e  la  definitiva  incapacità  del  debitore  di  adempiere  regolarmente  alle  proprie  

obbligazioni)  è  stato  esteso  alle  famiglie  e  alle  piccole  imprese  dando  la  possibilità  di  

concordare  con  i  creditori  un  piano  di  ristrutturazione  dei  debiti  che  determina  la  

finale  esdebitazione  del  soggetto  in  crisi.    

  CAPITOLO  3.  LA  DICHIARAZIONE  DI  FALLIMENTO  

La  dichiarazione  di  fallimento  è  l’atto  ineliminabile  da  cui  ha  inizio  la  procedura  

giudiziale  rivolta  alla  realizzazione  coattiva  del  diritto  dei  creditori.  Possono  chiedere  

il  fallimento  i  creditori,  il  debitore  stesso  o  il  pubblico  ministero.  Competente  a  

dichiarare  il  fallimento  è  il   Tribunale  del  luogo  dove  è  la  sede  principale  dell’impresa  

attraverso  la   sentenza  dichiarativa  di  fallimento.  Essa  contiene  la  nomina  dei  principali  

organi  della  procedura,  l’ordine  per  il  fallito  di  depositare  i  bilanci  e  le  scritture  

contabili  e  fiscali  obbligatorie  e  l’elenco  dei  creditori,  la  fissazione  della  prima  udienza  

di  verifica  dei  crediti,  l’assegnazione  ai  creditori  e  ai  terzi  della  possibilità  di  

insinuazione  dello  stato  passivo,  restituzione  e  rivendica.  La  sentenza  può  avere  vizi  

(nulla  o  ingiusta  o  entrambi)  per  cui  può  essere  impugnata.  A  seguito  può  essere  

revocata.   CAPITOLO  4.  GLI  ORGANI  DELLA  PROCEDURA  FALLIMENTARE  

Una  volta  dichiarato  il  fallimento  si  attiva  la  liquidazione  compiuta  dagli  organi  

fallimentari:  

1) TRIBUNALE  FALLIMENTARE:  giudice  naturale  di  tutte  le  cause  che  derivano  dal  

fallimento  da  esso  dichiarato:  nomina/revoca/sostituisce  il  giudice  delegato  e  il  

curatore,  provvede  sulle  controversie,  decide  sui  reclami  contro  i  provvedimenti  

presi  dal  giudice  delegato,  risolve  i  conflitti  tra  i  vari  organi  fallimentari,  

chiedere  in  ogni  momento  chiarimenti  e  informazioni  utili.  

2) GIUDICE  DELEGATO:  compito  di  vigilanza  e  controllo  sulla  regolarità  della  

procedura:  riferisce  al  Tribunale,  emette  provvedimenti  per  la  conservazione  

del  patrimonio  del  fallito,  convoca  il  curatore  e  il  comitato  dei  creditori,  

provvedere  sui  reclami  nei  confronti  del  curatore  e  del  comitato  dei  creditori,  

può  nominare  gli  arbitri,  si  accerta  dei  crediti  e  dei  diritti  reali,  nomina  il  

comitato  dei  creditori  in  casi  di  emergenza,  può  autorizzare  l’esercizio  e  l’affitto  

dell’azienda,  ordina  il  riparto  finale.  

3) CURATORE:  organo  amministrativo,  conservatore  e  realizzatore  del  patrimonio  

fallimentare  sotto  la  vigilanza  del  giudice  delegato  e  del  comitato  dei  creditori.  

E’  nominato  dal  Tribunale  (avvocati,  commercialisti…)  ed  è  pubblico  ufficiale  e  

diventa  custode  di  tutte  le  attività  del  patrimonio  del  fallito  e  quindi  con  i  

conseguenti  poteri  di  amministrazione  e  liquidazione  per  assicurare  ai  creditori  

l’esecuzione  collettiva.  

4) COMITATO  DEI  CREDITORI:  ha  il  compito  di  vigilare  sull’operato  del  curatore

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
37 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/04 Diritto commerciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher kiara_297 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto commerciale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Morera Umberto.