Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 9
Riassunto di sociologia Pag. 1 Riassunto di sociologia Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 9.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto di sociologia Pag. 6
1 su 9
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

MODELLI ORGANIZZATIVI NEL SETTORE DELLA SALUTE

Le attività degli operatori sanitari si svolgono, prevalentemente, all'interno di una struttura organizzativa. Da un punto di vista sociologico, un'organizzazione è il prodotto del rapporto di reciproco condizionamento che lega due o più persone all'interno di questo spazio.

All'interno delle strutture sanitarie possiamo individuare due grandi modelli:

  • Modello funzionale: caratterizzato da una linea gerarchica, con una rigida divisione del lavoro e dalla specializzazione, con chiari confini tra una specialità e l'altra.
  • Modello divisionale: tende a privilegiare il lavoro di equipe, la centratura è sui problemi più che sulla specializzazione e la gerarchia.

L'agire di un operatore sanitario all'interno di un'organizzazione è determinato dal suo ruolo e dal modello organizzativo a cui fa riferimento.

organizzazione.I principali modelli di relazione tra salute e malattia sono:

  • biomedico
  • comportamentale (medicina sociale)
  • olistico

Modello biomedico:

  • la malattia consiste nell'outo di una lesione organica che induce il cattivo funzionamento del corpo.
  • il miglioramento della salute è legato al progresso tecnico e scientifico che consente di agire sulla macchina-uomo in modo sempre più efficace, preciso e puntuale.
  • netto dualismo che separa la mente dal corpo
  • riduzionismo biologico
  • singola causa-singola malattia-singola terapia

Modello comportamentale o della medicina sociale:

  • la malattia può essere il risultato di comportamenti, condizioni, stili di vita.
  • l'attenzione si sposta dalla cura alla prevenzione, interpretata sia come rimozione delle cause ambientali che determinano le patologie, sia come movimento di responsabilizzazione degli individui.

Modello olistico:

  • l'intero corpo umano
può essere concepito come una rete interdipendente di sistemi informazionali: genetico, immunologico, ormonale, psicologico, relazionale, sociale. La salute è il risultato della continua relazione e comunicazione tra questi sistemi. L'attenzione si sposta sull'individuo come totalità, in cui biologia, mente, corpo, emozioni e relazioni sociali non possono essere isolate e trattate separatamente. Fare riferimento ad uno o ad un altro modello significa adottare, da parte dell'operatore sanitario, una specifica modalità di relazione con le persone. In generale c'è una trasformazione da un agire incentrato sulla malattia ad un agire incentrato sul paziente ovvero: - dal concetto di disease = malattia intesa in senso biomedico, come lesione organica o aggressione di agenti esterni, e quindi un evento oggettivabile in un linguaggio formalizzato - al concetto di illness = malattia connessa alla percezione soggettiva del paziente.

proprio benessere da parte delle persone e quindi vissuta relazionalmente con l'operatore sanitario.

RUOLO

L'agire di ciascuna persona, all'interno di un sistema sociale, è determinato dalla collocazione che occupa (status) e da quanto gli altri si aspettano che lui faccia in relazione a questa collocazione (ruolo); se l'aspettativa non viene rispettata ci restiamo male. Il ruolo è l'insieme delle norme e delle aspettative che convergono su un individuo in quanto ha un determinato status all'interno di un determinato sistema sociale.

Le società moderne sono altamente differenziate, comprendono, cioè, una gamma molto ampia di posizioni e di relativi ruoli; ogni individuo ricopre una pluralità di ruoli e di relative posizioni:

  • ruoli familiari
  • ruoli lavorativi con differenziazioni gerarchiche
  • ruoli nelle attività per il tempo libero
  • ruoli di cittadinanza

L'insieme di ruoli svolti da

Un individuo si designa con il termine di role set (complesso di ruoli) es. padre, figlio, sociologo, prof ecc... I ruoli in cui un individuo si identifica fanno sempre parte di una rete di ruoli connessi e sono privi di senso in isolamento gli uni dagli altri - complementarietà dei ruoli - es. non posso essere padre se non ho un figlio.

RUOLO DELL'OPERATORE SANITARIO

Variabili strutturali che lo caratterizzano:

  • ruolo di controllore sociale: legittima nei confronti della società il ruolo del malato.
  • universalismo (le cure sanitarie sono uguali sia per un paziente ricco che per uno povero)
  • realizzazione
  • specificità
  • neutralità affettiva

Diritti:

  • diritto di accesso al corpo del paziente e a qualsiasi informazione che lo riguardi
  • diritto di proteggersi dai coinvolgimenti emotivi

Doveri/aspettative:

  • favorire la guarigione usando al meglio le sue conoscenze e le sue capacità
  • trovare le vie per comunicare
con il paziente e la sua famiglia. RUOLO DEL MALATO
  • Ruolo contingente e cioè legato al contesto temporaneo
Aspettative:
  • Deve avere un interesse a guarire. Non è una cosa scontata perché, ad esempio, se è una persona che non ha mai avuto attenzioni e si rende conto che nella sua condizione di malato le riceve, potrebbe non voler guarire
  • Non deve affezionarsi alla sua malattia
  • Deve poter mantenere gli altri suoi ruoli (es. il ruolo di genitore)
  • Deve avere accesso al sistema di conoscenze connesso con la sua malattia
  • Deve cooperare al processo mirante alla sua guarigione
SOCIALIZZAZIONE

La socializzazione è un processo che concorre a produrre orientamenti e atteggiamenti in relazione a situazioni e contesti di riferimento e alla costruzione di identità e sentimenti di appartenenza; la socializzazione professionale è un percorso attraverso il quale si apprende ad avere un ruolo nella professione. È nel

Contempo una iniziazione ad una “cultura professionale”, che è un vero e proprio “mondo sociale”, ed una conversione verso una nuova “concezione di sé e del mondo”.

RELAZIONE INTERAZIONE E COMUNICAZIONE (fare bene)

NON SI PUÓ NON COMUNICARE.

Comunicare: dal latino communicare, “condividere”, “mettere in comune”.

Uno schema comune identifica gli elementi principali della comunicazione in:

  • mittente
  • coding
  • messaggio
  • canale di trasmissione
  • rumore
  • destinatario
  • decoding (decodificare il messaggio ricevuto)
  • fedback

La comunicazione è il risultato di un processo di selezione e di organizzazione di informazioni.

In una struttura organizzativa assumono un significato rilevante i processi di comunicazione interna ed esterna; la prima dovrebbe sempre essere “orientata” a:

  • costruire un dialogo tra gli operatori
  • favorire lo scambio di

informazioni• - verificare i risultati dei processi decisionali• - riconoscere e valorizzare la professionalità di tutti gli operatori

La comunicazione esterna contribuisce in maniera determinante a definire l'identità di una organizzazione.

Questo processo comunicativo dovrebbe avere come obiettivo centrale la presentazione dei “prodotti” e delle capacità produttive (realizzazioni, azioni, e servizi) di un'organizzazione e non del suo voler essere (programmi) o della sua pretesa di identità (noi siamo).

La comunicazione esterna dovrebbe essere una proposta di relazione con i fruitori dei “prodotti” dell'organizzazione piuttosto che la costruzione di un'immagine. Per questi aspetti la comunicazione esterna non può prescindere dal coinvolgimento diretto delle risorse umane di un'organizzazione nella costruzione delle informazioni che vuole proporre all'esterno.

La comunicazione faccia a faccia

presuppone una lettura dei feedback (messaggi di ritorno) e si configura come un processo di relazione in cui i partecipanti definiscono sé stessi e il mondo di significati che portano con sé nell'interazione. Watzlawick, Beavin e Jackson sviluppano nell'ambito dell'approccio sistemico alla psicologia una teoria della comunicazione che ha forti valenze anche nell'ambito di analisi microsociologico. "la comunicazione è una conditio sine qua non della vita umana e dell'ordinamento sociale" I tre autori individuano 5 assiomi che sono alla base della costruzione del percorso interattivo-comunicativo. I 5 assiomi della Pragmatica della Comunicazione Umana 1. Non si può non comunicare in una situazione interpersonale. 2. Ogni comunicazione avviene su 2 livelli: contenuto e relazione. (il contenuto è ciò che si dice in termini verbali, la relazione è come lo si dice in termini paraverbali) 3. Avviene

Secondo una punteggiatura della sequenza degli eventi. (in un percorso di circolarità causale ogni azione è, al tempo stesso, causa e reazione/effetto)

4. È in forma sia analogica che numerica. (il codice numerico è quello delle parole, il codice analogico è il non verbale (il paraverbale, la prossemica ecc...)

5. Avviene in un'interazione complementare o simmetrica. (a seconda che siano basati sull'uguaglianza o sulla differenza)

Nella comunicazione-interazione sono presenti due livelli comunicativi: il contenuto (ciò che si dice) e la relazione (una proposta di presentazione di sé). Spesso si esprimono in codici differenti: il contenuto in codice numerico (la parola) e la relazione in codice analogico (il linguaggio non verbale).

Spesso il codice analogico ha lo scopo di fornire i parametri entro cui interpretare il linguaggio → numerico metacomunicandone il significato (metacomunicare=comunicare sulla comunicazione spiego come)

interpretare il contenuto). Cioè spesso il linguaggio non verbale metacomunica quello verbale

Il linguaggio non verbale (prossemica, posture, gesti, contenuti paraverbali come la tonalità della voce ecc..) spesso assume più valore del contenuto della comunicazione.

Differenza tra verbale e non verbale: il primo è molto codificato, ma non ha significato emotivo, presenta una grande sintassi e poca semantica; il secondo veicola tanti contenuti emotivi, ha una grande semantica e poca sintassi.

Alcuni spunti di riflessione utili per l’analisi dell’interazione-comunicazione:

  • Una delle cause più frequenti di incomprensione è da ricercare nella non sintonia tra comunicazione verbale e non verbale, tra quello che dico e la relazione che imposto con il mio linguaggio non verbale.
  • Il tutto è reso ancor più complesso dalla difficoltà di tradurre in modo univoco il linguaggio analogico.
  • In base al s
Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
9 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LuanaRinaldi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pavia o del prof Scienze Sociali Prof.