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CAMBIAMENTO SOCIALE E NASCITA DELLA MODERNITA’
Gli eventi che hanno portato alla nascita della società moderna sono:
1. L’illuminismo: si afferma il valore dei lumi nella totalità della cultura, nasce il metodo induttivo e le scoperte
scientifiche.
2. La rivoluzione francese: nascono e si affermano i diritti dell’uomo.
3. Rivoluzione industriale inglese: passaggio al modello di produzione capitalistico.
4. Rivoluzione americana: si afferma la costituzione americana che garantiva i diritti naturali dell’uomo.
KARL MARX ha una visione materialistico dialettica della storia. È un teorico dei processi macro-sociali, ha
concentrato la sua attenzione sulla struttura della società capitalistica.
Secondo Marx i rapporti di produzione formano la struttura economica della società, dove si elevano le
sovrastrutture politico-giuridiche.
Le strutture sono autonome, mentre le sovrastrutture hanno bisogno della struttura, con la quale si
determinano.
Nella sua analisi, Marx parla di 4 modi di produzione:
1. ASIATICO= proprietà collettive della terra
2. ANTICO= inizio proprietà privata: rapporti di produzione di tipo schiavistico
3. FEUDALE= rapporti di produzione di tipo servile: feudatario ha la terra, il servo della gleba lavoro per
lui, non è libero di lavorare ed è legato a quella terra.
4. CAPITALISTICO= rapporti di produzione di tipo salariale: il lavoro libero è diventato merce.
I passaggi da un modo di produzione all’altro ha sviluppato la lotta di classe (materialismo storico).
Senza una lotta di classe non si può ottenere un cambiamento nei modi di produzione.
Marx vede il cambiamento rivoluzionario caratterizzato da tre momenti:
1. TESI= che nella sua visione è la classe dominante
2. ANTITESI= il nuovo soggetto rivoluzionario della classe dominata
3. SINTESI= è un nuovo tipo di società.
Marx, nonostante critichi il capitalismo, lo vede come un’evoluzione dei modi di produzione che terminerà dando
vita al socialismo. (Che nasce da un naturale sviluppo delle forze produttive e della nuova classe rivoluzionaria,
chiamata proletariato).
COME NASCE IL MODO DI PRODUZIONE CAPITALISTICO
Il modo di produzione capitalistico per Marx rappresenta il risultato dello sviluppo delle forze produttive e della
formazione di una borghesia commerciale.
Con la nascita del modello di produzione capitalistico si forma il lavoro libero ossia merce.
Ci sono quindi due classi:
Chi ha i mezzi di produzione
Chi ha la forza lavoro
Questi entrano in un rapporto di scambio (lavoro contro salario). All’apparenza sembra uno scambio eguale, ma in
realtà non cambia molto dai precedenti modi di produzione. Lo sfruttamento c’è ma è nascosto, in quanto il salario
non corrisponde alle ore effettive lavorate ma è calcolato in base a ciò che si ritiene necessario per la sopravvivenza
del lavoratore.
Secondo Marx le crisi economiche sono dovute dalla natura anarchica del mercato, privo di qualunque tipo di
controllo, ma soprattutto si sofferma sulle crisi di sovrapproduzione, causate dall’incremento delle merci e dalla
necessità di trovare sempre nuovi mercati dove poterle venderle. Tutto questo porta a un tasso di disoccupazione
così alto da far diminuire i salari fino a quando non ci sono le nuove condizioni per l’aumento del plusvalore.
Dalla crisi economica nascono le condizioni per poter parlare di coscienza di classe.
Marx infatti parla di classe in sé e classe per sé. La classe in sé è l’insieme numerico di persone che occupano la
stessa posizione lavorativa; la classe per sé è il risultato di una presa di coscienza da parte dei membri di una classe
dei propri interessi comuni e del proprio ruolo rivoluzionario nella storia.
Secondo Marx la figura del lavoratore oltre ad essere sfruttata è alienata, perché:
1. Il lavoro che fanno non rappresenta la naturale espressione delle capacità, abilità e creatività umane;
2. Non hanno connessione con il prodotto finito;
3. Non si hanno contatti con i compagni di lavoro, perché c’è competizione e conflitto per chi mantiene o
perde il posto di lavoro.
Il capitalismo nega ai lavoratori la loro umanità, l’alienazione è causata dalle nuove tecnologie.
Marx pensa che solo un atto violento può portare ad un cambiamento di regime.
È necessario quindi instaurare un nuovo modo di produzione (quello socialista), abolendo la proprietà privata e
instaurare la dittatura del proletariato.
Il socialismo è solo un’altra tappa per la formazione della società in cui non c’è sfruttamento dell’uomo sull’uomo
e ci sia perfetta uguaglianza. Questa società si realizzerà con il comunismo.
Sempre secondo Marx con il comunismo verranno abolite la proprietà privata, la religione, la famiglia e lo stato.
L’uomo sarà finalmente libero dallo sfruttamento e alienazione e lo sviluppo delle sue capacità sarà al centro degli
interessi della società.
ETICA PROTESTANTE E SPIRITO DEL CAPITALISMO
Weber ritiene che l’etica protestante è stata fondamentale nella formazione del capitalismo.
L’etica protestante era un sistema di idee strettamente collegato alla religione protestante, che si oppose al
cattolicesimo. Il protestantesimo era formato da diverse dottrine: luteranesimo, calvinismo, puritanesimo e
pietismo; tutte queste dottrine si opponevano all’autorità del papa, riconoscendo solo un rapporto diretto tra il
credente e Dio.
Weber vede come spirito del capitalismo questa vocazione al lavoro, al dovere e ad una vita razionale (luteranismo).
Weber non era interessato al capitalismo in sé, ma al fenomeno più ampio della razionalizzazione. Il capitalismo è
razionale a causa dei suoi sforzi per trovare il modo di produrre in modo efficiente i prodotti più redditizi. Esempio
catena di montaggio
Per Marx: i problemi del mondo moderno sono lo sfruttamento e l’alienazione; per Weber il problema è il controllo
che le strutture razionali esercitano su di noi, portando all’impietrimento della meccanizzazione; inoltre Marx era
ottimista, Weber era pessimista.
MODERNIZZAZIONE E IL PROBLEMA DELL’ORDINE
Durkheim, come Marx e Weber, era interessato ai fenomeni macro, ovvero al cambiamento sociale e all’analisi dei
tratti fondamentali della società moderna, ma il suo interesse principale era analizzare il modo in cui
l’organizzazione sociale fosse cambiata nella modernità, in particolare l’indagine sull’ordine sociale come è stato
realizzato nella storia.
La società nasce con il formarsi della coscienza collettiva, cioè un insieme di norme e valori all’interno di un gruppo,
importante è il concetto di fatti sociali, cioè i fenomeni di macro-livello, come le strutture sociali, le norme e i valori
culturali che determinano il modo di pensare e di agire delle persone.
Marx e Weber hanno una visione positiva delle persone, criticavano le strutture sociali perché soffocavano la natura
umana; Durkheim, invece, riteneva che la natura umana fosse duplice: una parte legata alle passioni e un’altra parte
legata alla spiritualità.
Le opere fondamentali di Durkheim sono: la divisione del lavoro sociale, il suicidio e le forme elementari della vita
religiosa.
DIFFERENZE TRA SOCIETA’ PREMODERNA E SOCIETA’ MODERNA
L’opera principale di Durkheim è ka divisione del lavoro sociale. La prima forma di società aveva una divisione del
lavoro limitata ed era caratterizzata da un tipo di solidarietà meccanica, dove tutti riuscivano a svolgere lo stesso
tipo di lavoro (caccia, raccolta, cucina).
Con l’aumento della popolazione, si formò una nuova organizzazione sociale caratterizzata da una forte divisione
del lavoro e da un nuovo tipo di solidarietà, la solidarietà organica. Questa solidarietà porto ad una diminuzione
della coscienza collettiva.
Per Durkheim questo coscienza collettiva indebolita era un problema, in quanto le persone si possono far travolgere
dalle passioni individuali, e si possano sentire anomiche e quindi potrebbero commettere un suicidio anomico.
A Durkheim non interessa il suicidio di un singolo individuo, ma quello collettivo, quindi i tassi di suicidio e le ragioni
per cui un gruppo di individui presenta un tasso di suicidio più alto rispetto ad altri.
Scoprì che ad incidere sono dei fattori sociali che esercitavano una pressione sull’individuo, come lo sradicamento
e anomia. Il suicidio distrugge il singolo, ma costituisce anche una minaccia per la società, perché commettendo un
suicidio si sta respingendo un aspetto fondamentale della coscienza collettiva. (NON SI DEVE UCCIDERE SE STESSI).
Ci sono 3 tipi di suicidio:
1. Suicidio altruistico= l’individuo è totalmente sottomesso alla collettività;
2. Suicidio egoistico= l’individuo non riesce a limitare i propri desideri;
3. Suicidio anomico= è collegato alla mancanza di direzione, cioè sensazione di essere alla deriva in una società
senza nessun appiglio. Questo suicidio si sviluppa quando le norme imposte nella società non sono
adeguate, quando i valori perdono la loro importanza. L’individuo non riesca a colmare il vuoto.
Durkheim analizza le religioni, partendo da quelle primitive, fino ad arrivare all’essenza della religione.
Analizzò il totemismo e capì che la religione non è altro che la trasfigurazione della società.
SOLIDARIETA’ ORGANICA E INDIVIDUALISMO
Anche Durkheim vede sorgere nella società un malesse, dovuto allo sviluppo della società moerna, e la causa era la
forte divisione del lavoro che portò all’individualismo. L’individualismo però, porterà ad una forte crisi morale, ma
nonostante questo secondo Durkheim sorgerà una nuova religione, il culto dell’individuo, che avrà come oggetto
l’individuo e come dogma principale l’autonomia della ragione e per rito l’autoriflessione.
CAPITOLO 3: FARE RICERCA NELLA REALTA’ SOCIALE
IL METODO SCIENTIFICO
Il metodo scientifico è usato anche in sociologia, come nelle scienze ed è un modo per trovare le risposte alle
domande sul mondo.
LA RICERCA SOCIOLOGICA
I metodi di ricerca si scelgono in base alla natura della domanda di ricerca e si possono classificare in quantitativi o
qualitativi.
La ricerca QUALITATIVA non richiede metodi statistici per la raccolta e il trattamento dei dati come l’osservazione
o interviste aperte; mentre la ricerca QUANTITATIVA prevede l’analisi dei dati numerici come le indagini e gli
esperimenti. Il metodo utilizzato per analizzare i dati numerici è la STATISTICA.
La statistica