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SISTEMA SENSORIALE
Quantità di stimoli a cui i nostri sensi sono esposti >> quantità di stimoli percepita ed elaborata
Il nostro sistema sensoriale elabora gruppi di stimoli (non i singoli stimoli), la maggior parte dei
quali sono visivi (infatti se vogliamo concentrarci sulla musica tendiamo a chiudere gli occhi)
Il sistema sensoriale è selettivo gli stimoli sono spesso in concorrenza tra loro e vincono i più
intensi (es. se sto parlando al telefono non mi accorgo di un clown sul monociclo che mi passa
vicino, perché in quel momento è più importante ciò che mi dice il mio amico al telefono di ciò che
mi succede intorno)
Gli individui tendono a integrare le percezioni con supposizioni generate da esperienze precedenti
Se nel sistema percettivo si generano contraddizioni, gli individui tendono a correggere la
percezione secondo l’esperienza (es. so che la Torre Eiffel è altissima, anche se da lontano riesco
a coprirla interamente con il mio pollice)
La capacità percettiva non è costante né uguale per tutti; gli individui sono condizionati anche dai
propri valori, dai bisogni (es. se ho fame, l’odore di patatine fritte è buono, ma ho il mal di mare
no), dai pregiudizi..
I messaggi sensoriali sono spesso ridondanti, e ciò aumenta la possibilità di una decodifica
corretta (se i segnali sono congruenti tra loro, altrimenti può generare totale incomprensione)
3 – MAPPE, TRAPPOLE E VIE DI SCAMPO
Mappa sistema di nomi/immagini ordinati per classi e connessi secondo rapporti di causa-effetto,
di somiglianza-diversità, di contiguità o distanza
I nomi definiscono le cose, le immagini le descrivono 8
Una mappa può contenere anche schemi di comportamento
Ogni essere vivente interpreta la realtà attraverso mappe che gli permettono di adattarsi
all’ambiente
Il mondo è molto complesso ed è diverso dalla rappresentazione che ne diamo facciamo
generalizzazioni + lo semplifichiamo + lo deformiamo, cancellando alcuni dettagli
In alcuni casi, non avere rappresentazioni significa avere “libertà mentale” che ci permette di
stabilire nuove connessioni in seguito al verificarsi di un fatto nuovo, anziché ricondurlo a ciò che
già conosciamo
PUNTEGGIARE
Punteggiare separare qualcosa da qualcos’altro che sta vicino
Punteggiando separiamo e istituiamo un ordine, una gerarchia di relazioni
Una parte della nostra abilità nel punteggiare è innata, un’altra parte è acquisita con l’esperienza e
l’apprendimento (es. riusciamo a distinguere un quadro falso da uno vero) ma la nostra abilità
dipende anche dal contesto sociale, i valori ideologici, i modelli culturali..
Punteggiamo sia i messaggi che emettiamo, sia quelli che riceviamo. La punteggiatura permette
all’emittente di identificare le parti che costituiscono il messaggio e le loro relazioni, e permette al
ricevente di dare un senso al messaggio
Il ricevente non necessariamente usa la stessa punteggiatura dell’emittente ripunteggiatura
Il linguaggio analogico implica una maggior libertà di scegliere come punteggiare; in tal caso le
punteggiature sono spesso inconsapevoli (es. cambio di espressione, postura, ritmo..)
In una relazione conflittuale i punti di vista possono essere contrapposti e reciprocamente
indecifrabili
Alla base dei conflitti di punteggiatura c’è la convinzione che esista soltanto una realtà (il mondo
come lo vedo io) e che ogni opinione diversa sia da attribuire all’irrazionalità o mancanza di buona
volontà dell’altro conflitto su quale sia la causa e quale sia l’effetto
PUNTI DI VISTA
Punto di vista posizione in cui ciascuno si trova rispetto al mondo che lo circonda
Il punto di vista è soggettivo perché non possiamo osservare completamente tutta la realtà quindi
ognuno vede una parte della realtà in una certa prospettiva l’insieme di questi “pezzettini di
mondo” dà luogo ad un sistema di rappresentazioni soggettive
Ognuno di noi ha fame di struttura e di senso e cerca quindi di attribuire una logica a qualsiasi
fenomeno
Se abbiamo informazioni contrarie ad una soluzione a cui siamo arrivati attraverso grandi sacrifici
tendiamo a deformare la realtà piuttosto che negare la nostra convinzione non è facile cambiare il
proprio punto di vista
Quando adottiamo idee altrui tendiamo a sopravvalutare gli aspetti coerenti con il nostro punto di
vista e a sottovalutare (o addirittura non prendere in considerazione) gli altri, perché i primi sono
più facili da “maneggiare”
IDEE E IDEOLOGIE 9
Pregiudizio giudizio espresso a priori, cioè ancor prima di entrare nel merito orienta la
percezione
Un pregiudizio rispecchia criteri di economia mentale
Usare criteri di economia mentale anziché criteri di verifica ci aiuta a risparmiare ragionamenti
faticosi; così facendo, però, rischiamo di intrappolarci in un’ideologia
Ideologia sistema di idee rigidamente strutturato che, a prescindere da ogni possibile evidenza
empirica, spiega e razionalizza il mondo, codifica i comportamenti ammessi e quelli vietati e
contiene 2 assiomi:
• Questa ideologia è vera
• Chi condivide questa ideologia è nel giusto
Un’ideologia è quindi una rappresentazione del mondo “impermeabile” al confronto con il mondo
stesso
È una rappresentazione che si fonda su pregiudizi e rifiuta qualsiasi confronto con dati di realtà
Essere ideologici significa usare una mappa che riproduce solo alcuni dati disponibili l’adozione
di un’ideologia semplifica le scelte ma riduce la quantità delle scelte disponibili
Se crolla un’ideologia allora gli individui che la condividevano non sanno più come comportarsi
TRAPPOLE COGNITIVE
Mettere in discussione le proprie mappe è difficile, anche a causa di alcune trappole cognitive:
• Sicumera (overconfidence) gli individui tendono a essere overconfident su argomenti
vicini alla propria area di competenza, e a volte confermano il proprio giudizio anche di
fronte all’evidenza; il grado di sicumera aumenta con la conoscenza dell’argomento
• Pensiero magico (illusory correlations) gli individui che trovano una correlazione tra due
eventi, pur avendo a disposizione tutti i dati necessari a confermare/negare un’ipotesi,
tendono a considerare solo i dati che confermano la loro ipotesi
• Senno di poi (predictability in hindsight) con il senno di poi, gli individui a cui viene
raccontata una serie di eventi e la loro conclusione tendono a dichiararsi certi che
avrebbero potuto prevederla a partire da quelle premesse (anche se la conclusione
raccontata non è vera)
• Ancoraggio (anchoring) spesso gli individui hanno difficoltà ad abbandonare un giudizio
intuitito e impulsivo, anche se si dimostra infondato; inoltre, dovendo dare una stima, gli
individui sono influenzati da un termine di paragone e la stima resta ancorata al valore dato
• Facile rappresentabilità (ease of representation) gli individui tendono ad essere più
propensi a prevedere che un evento si verifichi quanto più facilmente riescono ad
immaginarlo e quanto più li emoziona; inoltre sembrano più frequenti e più rilevanti i
fenomeni di cui si parla molto e che trovano eco nei media
• Daltonismo per le probabilità (probability blindness) gli individui tendono a vedere “o tutto
bianco o tutto nero” senza considerare le sfumature intermedie, tendendo a percepire come
analoghe probabilità diverse (es. 1% e 9%) 10
• Manipolabilità delle credenze attraverso copioni (reconsideration under suitable scripts) gli
individui spesso ignorano che la probabilità che 2 eventi si verifichino contemporaneamente
è inferiore alla probabilità dell’evento meno probabile
Chi si rende conto della soggettività del proprio punto di vista guadagna flessibilità + capacità di
comunicare, accettando l’esistenza di rappresentazioni diversa dalla sua
IMPARARE AD IMPARARE
“Le formulazioni del linguaggio digitale rispecchiano la struttura della mappa in base alla quale chi
si esprime organizza il suo discorso” identificando le formulazioni errate è possibile modificare le
corrispondenti strutture errate
Ecco alcuni esempi di strutture errate:
GENERALIZZAZIONE
La descrizione è meno ricca della realtà a cui si riferisce
• I riferimenti mancano o sono generici (spesso si dice o si sottintende “tutti/nessuno/niente,
sempre/mai)
• Si stabiliscono false equivalenze fra diversi eventi
• Si istituiscono falsi rapporti di necessità fra cause ed effetti
• Si dà per scontato ciò che non lo è
• Si presume di sapere esattamente cosa c’è nella testa altrui
• Si presentano come oggettive opinioni che sono soggettive
CANCELLAZIONE
La mappa presenta dei vuoti rispetto alla realtà a cui si riferisce, la rappresentazione è parziale
• Le frasi sono incomplete
• Si usano comparativi senza il termine di paragone
• Si usano avverbi (es. “ovviamente”, è ovvio per chi?)
• Si dichiara una necessità o una impossibilità senza offrire prove
DEFORMAZIONE/NOMINALIZZAZIONE
La mappa perde concretezza rispetto alla realtà a cui si riferisce quando si sostituiscono nomi
astratti ai verbi, sfuocando così anche il soggetto dell’azione (es. usiamo verbi impersonali anziché
usare i pronomi “noi”, “io”..)
Ecco perché a volte farsi qualche domanda può essere utile a comunicare meglio
CAPIRSI DA LONTANO: PROIEZIONI E PREVISIONI
Per comunicare bene è necessario comprendere l’interlocutore
Quando si comunica con tanti individui contemporaneamente, magari sconosciuti e lontani, è 11
difficile comprenderli; in tal caso, per orientarci, usiamo i dati relativi al contesto in cui ci troviamo e
facciamo un’ipotesi proiettiva sull’interlocutore ed una previsione sul suo feedback
Parlando con uno sconosciuto tendiamo a fare delle ipotesi sul tipo di persona che è
Al telefono, gli individui parlano come se fossero uno di fronte all’altro, ma trasmettono solo una
parte della comunicazione analogica che di solito correda lo scambio (es. mancano i gesti, le
posture..) c’è un problema di scarse informazioni trasmesse
Scrivendo una mail viene meno l’intera comunicazione analogica
Quando scriviamo sarebbe opportuno mettersi sempre nei panni del nostro interlocutore, al fine di
migliorare la qualit&agra