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RO K RN
ROE = ------ x ------ x ------
K N RO
RO Reddito operativo
----- = ROI = --------------------------------- → misura l'efficacia e l'efficienza della gestione operativa
K Capitale investito netto
K Capitale investito netto
---- = ---------------------------------- → misura il grado di indebitamento dell'impresa e l'indipendenza
N Mezzi propri finanziaria
RN Reddito netto
------ = ----------------------------- → misura il contributo della gestione operativa alla formazione del reddito
RO Reddito operativo netto d'impresa
Tra ROE e ROI, dunque, esiste una relazione precisa che si esplica nella leva finanziaria. Se la redditività
operativa, ROI, è inferiore al costo al costo del capitale di terzi, interessi, il ROE è inferiore al ROI e
all'aumentare del grado di indebitamento diminuisce perchè l'impresa deve pagare sul capitale preso a
prestito oneri finanziaria maggiori della redditività operativa tratta dall'investimento. In caso contrario, se il
ROI è maggiore del tasso di interesse i, il ROE beneficia del contributo positivo della leva finanziaria in
misura tanto maggiore quanto superiore risulta essere il tasso di indebitamento.
Il ROI esprime il tasso di redditività del capitale investito nella gestione caratteristica prescindere dalle fonti
di finanziamento della gestione (mezzi propri e di terzi).
Il ROI può essere ulteriormente scomposto in due fattori:
RO V
ROI = ------- x ------
V K
RO Reddito Operativo
------- = ROS = -------------------------------- → indice di redditività delle vendite, esprime il reddito medio
V Ricavi di vendita netti operativo per unità di ricavo netto. Dipende dal valore aggiunto
e dai costi strutturali
V Ricavi di vendita netti
----- = --------------------------------- → tasso di rotazione del capitale investito, esprime il ricavo medio per
K Capitale investito netto unità di investimenti operativi.
Se i ricavi di vendita sono riferiti a un esercizio completo (1 anno),
l'indice segnala quante volte, nell'arco di un anno, il capitale investito si
è trasformato in risorse finanziarie attraverso la vendita di prodotti.
I criteri e le modalità di decomposizione ed analisi delle grandezze economico-finanziarie d'impresa
dipendono dalle necessità del vertice imprenditoriale dell'impresa stessa, dalle esigenze di comparabilità
con i risultati conseguiti da altre imprese. Parte IV
IL GOVERNO D'IMPRESA
LE DECISIONI IMPRENDITORIALI
L'assetto imprenditoriale rappresenta il vero motore dell'attività dell'impresa nonché il fondamentale punto
di riferimento dell'insieme dei soggetti che, a vario titolo, partecipano dall'interno o dall'esterno del sistema
impresa all'attività del medesimo.
Le scelte che l'assetto imprenditoriale si trova ad operare sono tali che, per la loro criticità e per il loro
impatto sulla globalità del sistema aziendale, non possono essere prese altro che da coloro che sono in
grado di esercitare il massimo grado di potere decisionale in quanto essi stessi direttamente proprietari o in
quanto delegati a ciò dalla proprietà.
Le decisioni dell'imprenditore relative al sistema operativo possono essere distinte in due macro-classi,
ossia in due aree decisionali:
– decisioni strategiche
riguardano quelle scelte che definiscono i caratteri dell'azienda, sono decisioni dalle quali discende il modo
di essere dell'impresa nell'ambiente.
Riguardano direttamente lo sviluppo aziendale e corrispondono dunque all'esercizio di tutte e tre le
funzioni imprenditoriali:
a) strategica
b) politica: armonizzazione delle tensioni che emergono nelle fasi di cambiamento
c) organizzativa: la fase di sviluppo richiede la capacità di esercitare una funzione di leadership sull'intero
sistema d'impresa.
– decisioni funzionali di rilievo imprenditoriale
hanno natura tipicamente interfunzionale, tuttavia presentano spesso una connotazione precisa,
nel senso che per ognuna di esse appare più evidente il contributo di una delle diverse aree di
attività:
1) organizzazione
2) produzione
3) marketing
4) finanza
5) informazione
Ad esempio, in un'impresa che produce zaini, l'area della produzione riterrà meglio produrre pochi modelli
di colori diversi per abbassare i costi, mentre l'area del marketing riterrà meglio produrne di molti colori
diversi per accontentare una clientela maggiore; la decisione allora spetta all'imprenditore.
I POLI DI ATTENZIONE
Nel processo di attività decisionale dell'assetto imprenditoriale vi sono degli obiettivi di fondo che vengono
a definire dei fondamentali poli di attenzione che il vertice deve sempre tenere sotto controllo:
a) sicurezza
b) forza
c) autonomia
questi costituiscono gli obiettivi di fondo da perseguire nella gestione del sistema operativo, nel senso che
costituiscono dei punti di riferimento per gli obiettivi più specifici.
I tre elementi sono tra loro intimamente collegati, in quanto ognuno di essi costituisce un presupposto ed al
tempo stesso una conseguenza dell'altro.
Metti schema
La sicurezza si valuta in termini di contenimento del rischio, inteso soprattutto come rischio di insolvenza,
dal momento che è proprio dal fronte finanziario che più di frequente arrivano le maggiori insidie alla
stabilità del sistema aziendale.
Da questo punto di vista, la ricerca della sicurezza significa essenzialmente valutare l'impatto di ogni
decisione sul piano del mantenimento di un adeguato equilibrio finanziario e, in questo ambito, i principali
indicatori che assumono rilievo sono i flussi di cassa (cash flow) e la struttura del capitale di finanziamento
(working capital).
Per forza, in secondo luogo, si intende la capacità dell'impresa di sviluppare e mantenere una posizione di
forza nei rapporti con alcuni degli interlocutori-chiave dell'impresa e, in particolare, sul terreno dei rapporti
con i clienti e su quello della padronanza degli sviluppi della tecnologia.
La forza di un'impresa può essere intesa come una conseguenza del suo potere di mercato e del suo potere
tecnologico.
Per quanto riguarda il primo aspetto, il grado in cui può essere esercitato tale potere si collega a tre
elementi fondamentali:
– fedeltà della clientela
– immagine dell'impresa
– entità delle quote di mercato
Per quanto riguarda invece il secondo aspetto, sul piano operativo lo sviluppo e la difesa di un potere
tecnologico passa attraverso la capacità di presidiare costantemente il campo della ricerca operando su tre
fronti:
– ricerca interna all'impresa
– sviluppi tecnologici proposti da imprese fornitrici
– ricerca esterna in centri indipendenti → università
L'autonomia di ogni impresa si lega direttamente alla capacità del sistema aziendale di generare le risorse di
cui necessità per sviluppare un'adeguata forza sul mercato e per mantenere un sufficiente grado di sicurezza.
Sul piano pratico il grado in cui un'impresa può dirsi autonoma dipende essenzialmente dalla sua capacità di
produrre valore. Il raggiungimento di una posizione di equilibrio economico forte è il presupposto dunque
per il mantenimento nel tempo di un equilibrio finanziario strutturale senza ricorrere ad aiuti esterni, aiuti
che, verosimilmente, possono tradursi in forme di condizionamento sul piano dell'autonomia decisionale
del vertice aziendale.
Un secondo aspetto dell'autonomia riguarda la capacità di rimanere indipendenti sul piano della
disponibilità delle risorse di tipo tecnico.
Un terzo aspetto, infine, riguarda il caso delle imprese la cui proprietà è strutturata nella forma delle società
per azioni quotata in borsa. Per questo tipo di imprese, quando il controllo non sia nelle mani di una
maggioranza solida, il mantenimento dell'autonomia passa anche attraverso il mantenimento di un
adeguato valore sul mercato azionario. Quando infatti questo valore si avvicina o scende sotto la soglia del
valore economico dell'impresa, si possono creare le condizioni affinchè si verifichi una scalata e un ricambio
del management. La scalata può essere operata tuttavia anche da imprese concorrenti, e tutto questo non
può che risolversi in una perdita di autonomia.
Per questa ragione, il vertice di imprese di questo tipo deve avere sempre presente la necessità di valutare
le proprie scelte anche alla luce dei riflessi che queste possono avere sul valore azionario del titolo.
Esiste un'altra chiave interpretativa delle scelte imprenditoriali: ciascuna decisione imprenditoriale dà luogo
ad un'innovazione che genera sia effetti qualitativi (know-how) che quantitativi (dimensionali).
Metti schema da slide o libro
Nell'area della stasi la decisione di cambiamento non genera alcun effetto positivo né in termini qualitativi
che quantitativi.
Si ha invece un giudizio positivo nei seguenti casi:
– crescita inerziale
effetto dimensionale positivo
effetto qualitativo nullo
– ridimensionamento deliberato
effetto dimensionale negativo
effetto qualitativo nullo
→ caso in cui tutto il settore è sottoposto ad un consistente ridimensionamento al quale l'impresa
di adegua coscientemente
Si ha invece un giudizio negativo nei seguenti casi:
– deterioramento
effetto dimensionale negativo
effetto qualitativo negativo
– crescita delirante
effetto dimensionale positivo
effetto qualitativo negativo
→ la decisione assunta porta l'impresa in condizione di rischio a causa della scarsità delle
competenze distintive di cui dispone poichè, una volta modificatesi le condizioni ambientali che
hanno permesso lo sviluppo dimensionale, l'impresa sarà incapace di riadattarsi alle novità e di
ridimensionarsi.
IL CONCETTO DI STRATEGIA
E' possibile ricondurre sotto l'etichetta di decisioni strategiche tutte quelle decisioni che riguardano la
definizione degli obiettivi e delle linee di comportamento di fondo delle imprese.
I due elementi che caratterizzano le decisioni strategiche sono:
– criticità
per il loro impatto globale sull'impresa e sui rapporti che fanno capo ad essa, lasciano pochi margini
di errore, pena gravi conseguenze sulla funzionalità dell'intero sistema di impresa
– dimensione ambientale
ogni decisione caratterizzata da un elevato livello di criticità riguarda aspetti dell'attività d'impresa
relativi ai rapporti con i pubblici aziendali.
Il tema delle decisioni strategiche può essere affrontato secondo due