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Lo sviluppo strutturale del cervello durante l’adolescenza
Sviluppo cellulare . La ricerca post-mortem compiuta tra gli anni ‘70 e ‘80 sul tessuto cerebrale ha
mostrato che la PFC umana va incontro a un prolungato periodo di sviluppa sinaptico che continua
anche durante l’adolescenza. La ricerca di Huttenlocher, in contrasto con studi precedenti sullo
sviluppo delle regioni sensoriali e motorie nel cervello degli animali (in particolare quelli di gatti e
scimmie), ha dimostrato che la sinaptogenesi e il pruning sinaptico avvengono precocemente nella vita
di un animale. Nella corteccia motoria primaria dei macachi, ad esempio, la sinaptogenesi inizia presto
nello sviluppo fetale e si traduce in una densità sinaptica maggiore nella prima infanzia rispetto all’età
adulta. Le sinapsi in eccesso (cioè quelle che non sono incluse nei circuiti neuronali funzionali) vengono
poi eliminate, e la densità sinaptica diminuisce fino ad arrivare ai livelli di un adulto a circa tre anni di
età (periodo in cui le scimmie raggiungono la maturità sessuale). La ricerca di Huttenlocher ha
dimostrato che nel cervello umano la densità sinaptica massima è raggiunta prima dei 12 mesi di vita
nella corteccia uditiva e visiva primaria e a circa tre anni e mezzo nella PFC. È interessante notare che,
mentre nella corteccia uditiva umana l’eliminazione sinaptica risulta completa a 12 anni, il pruning
continua fino a metà dell’adolescenza nella PFC.
Gli studi MRI sullo sviluppo del cervello umano
La ricerca di Huttenlocher ha fatto affidamento sullo studio post-mortem del cervello umano. Negli
ultimi dieci anni o giù di lì, la risonanza magnetica strutturale ha permesso ai ricercatori di studiare lo
sviluppo del cervello umano in vita. Dopo la prima risonanza magnetica evolutiva, ci sono stati
numerosi studi su larga scala. Alcuni erano di tipo longitudinale e prevedevano la scansione ripetuta di
un gruppo di bambini per vedere come il cervello cambia con l’età; altri studi erano di tipo trasversale e
scansionavano partecipanti di età diverse per confrontare la loro neuroanatomia. Gli studi MRI si sono
per lo più concentrati sui cambiamenti evolutivi nella materia grigia (che comprende corpi cellulari,
sinapsi e neuropilo) e nella materia bianca (gli assoni mielinizzati). I risultati di questi studi si sono
dimostrati notevolmente coerenti tra loro: diverse regioni corticali, in particolare parti della PFC, della
corteccia temporale parietale, così come un certo numero di strutture sottocorticali, subiscono
modifiche sostanziali nel volume della materia grigia e della materia bianca durante le prime due (e in
alcuni studi anche tre) decadi di vita. Il volume della materia bianca sembra aumentare linearmente nei
primi due decenni. Questo aumento di volume nella materia bianca sembrerebbe riflettere una protratta
mielinizzazione assonale in alcune regioni corticali durante i primi vent’anni di vita. Al contrario, il
volume della materia grigia in molte aree corticali diminuisce tra l’infanzia e l’età adulta. Un recente
studio longitudinale sullo sviluppo anatomico del cervello ha dimostrato come, nei partecipanti di età
compresa tra 4 e 21 anni, la perdita di materia grigia si verifichi inizialmente nelle aree primarie senso-
motorie e si estenda alla PFC, alle cortecce parietale e occipitale e, infine, temporale. Questo dato è
stato replicato da altri studi che dimostrano che la riduzione del volume della sostanza grigia continua
per tutta l’adolescenza, in particolare nella PFC laterale e superiore. La diminuzione del volume della
sostanza grigia nella PFC durante l’adolescenza è ritenuta essere, almeno in parte, un riflesso
dell’eliminazione sinaptica.
Altri studi riportano un modello non lineare, a forma di U rovesciata, nel cambiamento di materia grigia
con l’avanzare dell’età nelle regioni frontale, parietale e temporale (vedi fig. BOX 2). In uno studio di
Giedd e colleghi, la regione in cui il volume di materia grigia raggiunge il picco per ultima (a circa 16
anni) è la corteccia temporale, e questo è poi seguito da un declino durante la tarda adolescenza e tra i
ventenni più giovani. Sowell e colleghi hanno osservato, nel STS, un andamento nel volume della
materia grigia simile ad una U rovesciata. Non si sa ancora come mai alcuni studi riportino dei modelli a
U rovesciata mentre altri riportino un costante calo di volume di materia grigia tra l’infanzia e l’età
adulta. Comunque è possibile che l’aumento di volume di materia grigia durante l’infanzia, che è
riportato in certi studi, rifletta una sinaptogenesi prolungata.
La relazione tra lo sviluppo neuroanatomico, cognitivo e funzionale del cervello. Una possibile
conseguenza della relativamente tardiva eliminazione delle sinapsi in eccesso dalla corteccia prefrontale
e da altre regioni corticali è che ciò rende meno efficiente l’elaborazione delle informazioni nelle regioni
cerebrali interessate. Si pensa che le sinapsi in eccesso “non sintonizzate” abbiano esito in un basso
rapporto segnale-rumore. La potatura delle sinapsi input-dipendenti elimina queste sinapsi in eccesso, e
in questo modo rimangono di fatto le connessioni delle reti funzionali specializzate. Dopo la potatura, è
possibile che ci vogliano meno sinapsi per compiere la stessa quantità di lavoro, perché le sinapsi
rimanenti sono più efficienti. Ciò può generare un sistema con un più alto rapporto segnale-rumore,
che potrebbe comportare un’elaborazione cognitiva più efficiente e migliori prestazioni con l’età. Il
decremento in termini di prestazione nella pubertà in compiti di elaborazione dei volti potrebbe essere
correlata all’aumentare del volume della sostanza grigia nelle regioni frontali e temporali che avviene
approssimativamente in questa età. D’altra parte, ci sono altre potenziali cause per quanto riguarda il
decremento puberale in termini di prestazioni, compresi i cambiamenti ormonali e il mutamento del
contesto sociale (durante la pubertà la maggior parte dei bambini entra in nuove scuole ed è esposta a
una molteplicità di nuovi volti). Rendendo il quadro ancora più complesso, i cambiamenti ormonali e
ambientali potrebbero determinare, o almeno influenzare, delle alterazioni nel volume di materia bianca
e grigia nel cervello sociale, che potrebbe quindi influenzare la cognizione sociale e il comportamento.
Al momento è difficile distinguere i cambiamenti evolutivi geneticamente programmati da quelli che
sono innescati da cambiamenti ambientali.
Gli studi di neuroimaging evolutivo sulla cognizione sociale testé esaminati tendono a mostrare una
diminuzione dell’attività frontale tra l’adolescenza e l’età adulta. Nei compiti di elaborazione dei volti,
l’attività nella corteccia prefrontale laterale e superiore sembra aumentare tra l’infanzia e l’adolescenza
per poi diminuire tra l’adolescenza e l’età adulta. Questo modello non lineare di attività potrebbe essere
correlato alla riorganizzazione sinaptica. L’eccessiva sinaptogenesi durante l’infanzia potrebbe
comportare un aumento dei livelli di attività in rilevanti regioni del cervello, a causa di un basso
rapporto segnale-rumore per le reti neuronali coinvolte. La potatura sinaptica durante l’adolescenza
potrebbe quindi portare ad un alto rapporto segnale-rumore per le reti neuronali, possibilmente con
conseguente diminuzione dei livelli di attività. Questo potrebbe spiegare la diminuzione di attività nella
corteccia prefrontale laterale e superiore durante compiti di elaborazione dei volti e nella corteccia
prefrontale mediale in compiti di mentalizzazione tra la fine dell’infanzia/prima adolescenza e l’età
adulta.
Si tratta di un’idea puramente speculativa che propone diverse ipotesi che sono ancora da testare. In
primo luogo, essa assume che un maggior numero di sinapsi in una data unità di tessuto cerebrale risulti
in un incremento del segnale sangue-ossigeno-livello-dipendente (BOLD) se quelle sinapsi sono attive. Questa
nozione presuppone che vi sia un rapporto più o meno lineare tra la densità sinaptica e il segnale
BOLD. Quanto sia esattamente lineare il collegamento tra sinaptogenesi e la risposta BOLD resta
ancora da determinare. È probabile che l’accoppiamento sia diverso in diverse regioni del cervello e che
ci sia almeno qualche grado di non linearità. In secondo luogo, assume che i cambiamenti vascolari
siano in correlazione con le modifiche sinaptiche; tuttora non sappiamo se le cose stiano effettivamente
così. Inoltre, sarebbe utile sapere se vi siano delle correlazioni tra i cambiamenti strutturali (nella
materia grigia) e le modifiche funzionali (al segnale BOLD) negli stessi individui. Anche se ciò è stato
studiato in uno studio di neuroimaging sul controllo esecutivo, nessuno ha ancora tentato di correlare lo
sviluppo strutturale e funzionale del cervello sociale.
Conclusioni e domande per ulteriori ricerche
In questo studio ho considerato le evidenze concernenti il fatto che alcune zone del cervello sociale,
vale a dire il solco temporale superiore posteriore e la corteccia prefrontale mediale, subiscano un
sostanziale sviluppo funzionale e strutturale durante l’adolescenza. Recenti studi di neuroimaging
funzionale sullo sviluppo cognitivo sociale suggeriscono un aumento dell’attività in un certo numero di
aree prefrontali tra l’infanzia e l’adolescenza e un decremento tra l’inizio dell’adolescenza e l’età adulta.
La diminuzione dell’attività prefrontale durante l’adolescenza potrebbe essere legata allo sviluppo
strutturale di quest’area, ossia all’eliminazione delle sinapsi inutilizzate.
Ci sono molte questioni in sospeso. Una questione fondamentale è il modo in cui la riorganizzazione
sinaptica influenza l’attività neurale e le funzioni cognitive e quali stimoli vengano riorganizzati nella
pubertà. Di fatto non si sa nulla circa questa relazione, ma sembra probabile che i cambiamenti
ormonali nella pubertà inneschino cambiamenti neuroanatomici (BOX 2).
Come l’ambiente influenzi lo sviluppo cerebrale durante l’adolescenza è un’altra questione empirica. È
stato proposto che il pruning sinaptico nello sviluppo precoce di circuiti neurali ben sintonizzati sia un
comportamento dipendente dall’input. I topi che sono cresciuti in un ambiente arricchito (e che si
trovavano assieme ad altri topi in una gabbia con giochi e ruote) avevano una maggiore densità
sinaptica nella corteccia visiva rispetto ai topi cresciuti in isolamento e con scarsa stimolazione. I topi
stimolati mostrano anche migliori prestazioni in compiti di orient