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MATRICE DI TRASFERIMENTO TRIANGOLARE
▪ In questo caso avremmo che
Questa assunzione semplifica molto l'analisi del problema, infatti ci permette di separare lo studio di un
sistema MIMO in
Un sistema SISO
□ Un sistema con disturbo misurabile
□
Quanto affermato si può verificare dalla definizione
Abbiamo quindi due sottosistemi di cui ci è già nota la soluzione del controllo
1) SISO: è sufficiente inserire una retroazione (negativa) per gestire il regolatore
2) In questo caso invece, il segnale viene considerato un disturbo (misurabile) sul sistema "G_2": esso
può quindi essere gestito tramite regolatore M(s), come abbiamo visto in precedenza.
Il sistema da controllare avrà quindi questa forma
Inserendo quindi i regolatori specificati, si otterrà
Riassunto Pagina 20
▪ Nello specifico sappiamo che, quando il disturbo è misurabile, il regolatore M(s) dovrà essere progettato
come Nel nostro caso
In particolar modo abbiamo che, la struttura "centrale" (in questo caso composta dalla sola M(s)) funge da
disaccoppiatore: essa (matrice 2x2 ) permette di diagonalizzare la matrice di trasferimento. Quindi, una
volta definita la matrice , e nota la matrice di trasferimento, possiamo definire il regolatore R(s).
Quindi, la caratteristica del disaccoppiatore è che permette di diagonalizzare la matrice di trasferimento
G(s), con questo procedimento
Quanto detto è valido per il caso in cui la matrice di trasferimento sia triangolare, e che quindi si possano
separare in due parti il sistema MIMO di partenza.
Quindi. Una volta determinata , gli elementi della matrice diagonale R'(s) sono sintetizzati a partire dai
corrispondenti elementi di
Portiamoci quindi nel caso generico di disaccoppiamento NON triangolare.
Disaccoppiatore in avanti
- In questo caso, avremo due generiche matrici
Abbiamo prima evidenziato la necessità che il prodotto tra queste due matrici sia, a sua volta , una matrice
diagonale, proprio perché la matrice ricorpre la funzione di disaccoppiatore, ovvero che
Riassunto Pagina 21
Per essere diagonale dovremo quindi imporre che
Questo sistema presenta infinite soluzioni: una di queste può essere
Da cui
Rimanendo nel caso 2x2, andiamo a scriver
NB: I termini contengono già un "-".
Questo risultato va poi introdotto nel blocco G(s): scriviamo quindi
Lo schema che deriva da (-) e (--) è quindi
Disaccoppiatore all'indietro
- Il disaccoppiatore è quindi quell'elemento che trasforma la variabile di controllo fornita direttamente dal
regolatore (v_i) nella variabile di controllo che arriva effettivamente al processo (u_i).
Quindi, alla luce di ciò possiamo scrive
Prendiamo ora un disaccoppiatore, tale che, il legame u_i e v_i sia dato da
Riassunto Pagina 22
Prendiamo ora un disaccoppiatore, tale che, il legame u_i e v_i sia dato da
In cui deve essere opportunamente scelta e V(s) rappresenta l'uscita dal blocco R(s),
ovvero la variabile di controllo fornita dal regolatore.
Il quale può essere riscritto come
La forma ottenuta è simile all'equazione di partenza, in cui basta porre
Ora possiamo seguire il ragionamento fatto in precedenza, ovvero dire che la matrice
Da qui ricaviamo che
Sostituendo (*) si ottiene
Per le proprietà della matrice identità I, essa può essere riscritta come
Che ci permette di riscrivere (**) così
Disaccoppiatore all'indietro nel caso generale
Disaccoppiatore all'indietro diagonale-invariante nel caso generale
La quale è molto simile (se non fosse che essa presenta degli 0 sulla diagonale invece di avere degli
1) alla matrice (nel caso di 2 ingresso, ovvero MISO 2x2) ottenuta per il disaccoppiatore in avanti
Quindi, nel caso semplice di un sistema 2x2, si ottiene che
Riassunto Pagina 23
Questo risultato va poi introdotto nel blocco G(s): scriviamo quindi
Da (***) e (****) possiamo ricavare il seguente schema di controllo:
Controllo decentralizzato
- Gli schemi di controllo visti in precedenza (disaccoppiatore all'indietro e in avanti) rappresentano dei controllori
centralizzati, poiché tutti gli ingressi dei regolatori concorrono a determinare ognuna delle uscite.
Nel controllo decentralizzato, l'idea base è quella di andare a separare i vari ingressi dalle varie uscite:
i-esimo regolatore determina solo l'i-esima variabile di controllo sulla base del solo i-esimo errore
(associato ovvero alla i-esima variabile di controllo)
Riassunto Pagina 24
Per progettare regolatori di questo tipo, si segue un procedimento "progressivo": prima progettiamo il regolatore
, poi, sulla base di questa progettazione, procediamo con il successivo regolatore, e così via..
Per esempio, nel caso 2x2, iniziamo con il progettare il solo (in questo caso si ipotizza set-point nullo)
Possiamo quindi scrivere, una volta progettato (sulla base di )
Sostituendo poi nella seconda equazione del sistema posso sintetizzare tenendo conto
anche della presenza del regolatore dalla seconda eq. Infatti sono in grado di ricavare
rispetto alla quale posso progettare dal momento che risulta essere
inserito.
Troppo complesso per sistemi mxm.
Non c'è garanzia di un risultato accettabile.
Matrice dei guadagni relativi
- Questa tecnica rappresenta un modo per riuscire a comprendere con quale grado risultano essere accoppiati, a
regime, i singoli ingresso con le singole uscite : questa informazione ci permetterà poi di progettare i
regolatori, i quali, logicamente, tenderanno ad utilizzare l'ingresso più accoppiato con la variabile d'uscita
che si sta cercando di regolare..
Il concetto è utilizzabile in sistemi as. Stabili, per cui possiamo scrivere che
G(0)= matrici dei guadagni
In maniera del tutto generica G(0) può essere scritta come
Riassunto Pagina 25
Con
Quindi:
Se
◊ Se
◊ Se
◊ Se
◊
Desaturazione dell'azione integrale
- Il fenomeno del wind-up
In p nz i u zi n può v ifi i h l’u i ll’ u n n pu im n n l’ i
regolazione e(t) non nullo (perché, per esempio, abbiamo imposto un set-point superiore al limite massimo, o
minimo, a cui l'attuatore può arrivare).
Conseguentemente, il termine integrale continua a crescere, ma tale incremento non produce alcun effetto sulla
v i bil i m n ll’impi n vv ul n u in qu .
Tale situazione, oltre a non far funzionare correttamente il regolatore, rende inattivo il regolatore anche quando
l’ iminui i inv i n ; inf i il i m i l zi n può i iv i l ll qu n il n l
u i n n ll z n i lin i à ll i i ll’ u i l min in l .
Quando si inverte il segno dell'errore (ovvero quando l'uscita attraversa il set point (circa 2 s in questo esempio) ,
come si vede nella figura a precedente, l'azione integrale inizia a scaricarsi, visto che, essendo presente un errore
(per il fatto che il sistema è andato in saturazione), essa ha continuato a caricarsi.
Riassunto Pagina 26
(per il fatto che il sistema è andato in saturazione), essa ha continuato a caricarsi.
Questa scarica impiega un certo tempo, che porta ad una perdita di performances: questo perché il sistema non
sa che è presente questo accumulo "integrativo".
Qu n l’ i m n i n ll n p i iv n ll’ mpi p un p i i mp l’ zi n
in l l n ll n inu in l’ n h l v i bil in in l p è u .
Qu n l’ mbi i n bi n p h l’u i l n ll ni um v l i
mp i f i limi i i ll’ zi n in l in m l h , e quindi la
saturazione operi in linearità
Il fenomeno del wind-up è quindi dovuto al fatto che la dinamica del controllore non è influenzata dalla
presenza delle limitazioni imposte sulla variabile u(t).
Andiamo quindi ad introdurre l'anti-windup, implementandolo tramite un regolatore R(s), il quale si impone
l'obbiettivo di evitare l'azione integrale, non variando la funzione di trasferimento del controllore.
Il problema del wind-up può vi in mp n l’ zi n in l n n pp n l’u i l n ll
iun il liv ll i u zi n ll’ u .
Questa è l'implementazione anti-windup, per cui deve essere che
Supponendo
Possiamo scrivere Radici a parte reale negativa
…
Riassunto Pagina 27 Si nota quindi che è come se avessi un confronto tra ,
cosicchè si possa tenere sotto controllo la differenza tra i due segnali.
Nello specifico abbiamo che quando si opera in zona lineare della saturazione, la
funzione di trasferimento fra e(t) ed m(t) coincide con R(s).
Se la variabile di errore si mantiene di segno costante, per esempio positivo, per un certo
periodo di tempo, la variabile g(t) eccede il suo limite massimo, u(t) è saturata al valore
, e poichè H(0) = 1, anche la variabile z(t) tenderà ad con una dinamica che
dipenderà dalle radici di ϕ(s).
Quando e(t) cambia segno, anche q(t) cambia segno e di conseguenza la variabile u(t) =
q(t) + z(t) diventa inferiore al valore di saturazione Umax. Il sistema ritorna quindi a
funzionare in linearità.
Predittore di Smith
- Consideriamo dei sistemi con ritardo temporale, tale per cui, si hanno queste caratteristiche
Come si vede un ritardo va a modificare la fase, mangiandosi il cosìdetto margine di fase, ponendo dei limiti
all'asintotica stabilità del sistema: questo limite può essere superato utilizzando un opportuno schema di
controllo, abbandonando il classico sistema di retroazione in figura seguente
Introduciamo un nuovo schema di controllo a predittore di Smith
Riassunto Pagina 28
Dove:
□
□
□
Grazie al predittore di Smith, il ritardo rimane nella funzione di trasferimento tale del sistema (come è ovvio che
sia) , ma è come se fosse fuori dall'anello di controllo: questa "main idea" ci permette di ottenere lo schema
finale del predittore di Smith, tramite questi passaggi.
Il fatto che il ritardo sia fuori dall'anello, lo si può verificare calcolando la funzione di trasferimento in
anello chiuso (dalla figura 4, oppure dalla figura 5, trovando la funzione d'anello L(s)), ovvero:
Ricordiamo che, per definizione, il valore di P(s) è
Riassunto Pagina 29
Si vede quindi, per come è stato scelto P(s), che il progetto del controllore R'(s) può essere
effettuato trascurando il ritardo, sulla base della sola G'(s).
Perciò possiamo sostituire, ottenendo
Regolatori in cascata
- Quando un sistema può essere "modellizzato" tramite due o più sottosistemi, con velocità di risposta differenti
(uno più veloce rispetto all'altro --> eg: attuatore (parte rapida) e il processo sotto controllo tramite l'attuatore
(parte lenta)), conviene progettare un sistema di controllo (ovvero chiu