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PROBLEMI DEI BENI PUBBLICI

“Il problema maggiore legato alla presenza di beni pubblici in economia è il cosiddetto “free riding”. La presenza di un bene pubblico, infatti, induce i soggetti economici (razionali, quindi con l’obiettivo di massimizzare la propria utilità) a comportarsi da free riders, per cui si tende a beneficiare dei vantaggi del bene pubblico senza sostenerne i costi.”

“Si parla di “tragedia dei commons” proprio perché, in presenza di non rivalità e di non escludibilità, sembra impossibile per gli individui arrivare a una gestione oculata e attenta dei beni pubblici.

Esempio 1: chi prende un mezzo pubblico senza pagare il biglietto.

Esempio 2: chi sfrutta un lago pescando al di sopra del tasso di riproduzione.

ARGOMENTO 3 - I FALLIMENTI MACROECONOMICI

LEZIONE PRIMA - I FALLIMENTI MACROECONOMICI

DISTRIBUZIONE DEL REDDITO ED EQUITÀ

Possono essere definiti fallimenti macroeconomici

quegli ambiti in cui il sistema, nelle sue grandezze aggregate, fallisce, ovvero non è in grado di ottenere dei risultati compatibili con l'equilibrio economico generale, l'ottimo paretiano e così via. DISOCCUPAZIONE Secondo Keynes, si ha disoccupazione quando vi è una domanda di lavoro insufficiente rispetto all'offerta di lavoro, ad un dato livello di salario o ad un salario leggermente al di sotto del salario di equilibrio. Quando parliamo di DOMANDA DEL LAVORO: - Nel gergo comune, ci si riferisce all'individuo che cerca occupazione. - In economia, ci si riferisce alla domanda di forza lavoro delle imprese. È una situazione inefficiente e fallimentare perché conduce ad un output inferiore a quello potenziale (problema di efficienza). Inoltre, può accrescere la diseguaglianza nella distribuzione del reddito (problema di equità). Introduciamo ora una distinzione tra: - DISOCCUPAZIONE VOLONTARIA: attiene ad una

libera scelta dell'individuo. Dato un certo salario di mercato, l'individuo lo reputa troppo basso rispetto a quanto valuta la propria produttività e sceglie di rimanere disoccupato. Tale disoccupazione non è rilevante per la nostra analisi.

DISOCCUPAZIONE FRIZIONALE: è fisiologica del sistema economico capitalistico, caratterizzato da una segmentazione in vari mercati. Se, ad esempio, un lavoratore lascia la propria occupazione e ne trova un'altra, tra le due occupazioni intercorrerà un certo intervallo di tempo che rappresenta una frizione verso il raggiungimento di una piena occupazione. Anche tale disoccupazione non è rilevante per la nostra analisi.

DISOCCUPAZIONE INVOLONTARIA: Di fronte a dei lavoratori che a un dato livello di salario sarebbero disposti a offrire forza lavoro, il sistema non è in grado di far corrispondere una adeguata domanda di lavoro. Riflette un'incapacità del sistema di riportare

lavorativa.• –Politiche attive del lavoro (dal lato dei disoccupati) come corsi di formazione, programmi di riqualificazione professionale, incentivi all’imprenditorialità e all’autoimprenditorialità. Queste politiche mirano a favorire la ricollocazione dei disoccupati nel mercato del lavoro e a stimolare la creazione di nuove imprese.• –Investimenti pubblici (dal lato dell’offerta) per stimolare la domanda aggregata e creare nuovi posti di lavoro. Gli investimenti pubblici possono riguardare infrastrutture, ricerca e sviluppo, settori strategici dell’economia.• –Politiche fiscali espansive (dal lato della domanda) come riduzione delle imposte, aumento della spesa pubblica, incentivi all’acquisto di beni e servizi. Queste politiche mirano a stimolare la domanda aggregata e a favorire la crescita economica.• –Politiche di sostegno alle imprese (dal lato dell’offerta) come agevolazioni fiscali, semplificazione burocratica, accesso al credito agevolato. Queste politiche mirano a favorire la creazione e lo sviluppo delle imprese, stimolando l’occupazione.• –Riforme strutturali (dal lato dell’offerta) come liberalizzazioni, privatizzazioni, semplificazione normativa. Queste riforme mirano a migliorare l’efficienza dell’economia e a favorire la creazione di nuovi posti di lavoro.

Di unlavoro e di porre in essere delle azioni volte alla riqualificazione del proprio capitale umano11(competenze, conoscenze, ecc). In caso contrario, potrebbe crearsi un problema di azzardomorale: la certezza del sussidio, infatti, potrebbe diventare un disincentivo a cercare lavoro.Molti studi empirici hanno dimostrato che la probabilità di trovare lavoro da parte del disoccupatotende a diminuire man mano che si prolunga il tempo di inattività.

  • Incentivi per le assunzioni (dal lato della domanda di lavoro) Ad esempio, è possibile attuaredelle politiche mirate all’assunzione di certe fasce di età (U20, U30) in certearee geografiche (es. il mezzogiorno). Tuttavia, questi rimedi non sono privi di conseguenzeimpreviste ed effetti indesiderati.

INFLAZIONEL’inflazione ha a che fare con la dinamica dei prezzi a livello aggregato. L’IPC (Indice dei Prezzial Consumo) viene calcolato prendendo in considerazione livello dei prezzi dei beni

del livello generale dei prezzi. INFLAZIONE GUARDANDO LA DIMENSIONE DEL FENOMENO L'inflazione può essere misurata attraverso diversi indicatori, tra cui: - Tasso di inflazione: rappresenta la variazione percentuale del livello generale dei prezzi in un determinato periodo di tempo. Ad esempio, se il tasso di inflazione annuale è del 2%, significa che i prezzi sono aumentati del 2% rispetto all'anno precedente. - Indice dei prezzi al consumo (IPC): è un indicatore che misura la variazione dei prezzi di un paniere di beni e servizi rappresentativo dei consumi delle famiglie. Viene utilizzato per calcolare il tasso di inflazione. - Indice armonizzato dei prezzi al consumo (HICP): è un indicatore simile all'IPC, ma utilizzato a livello europeo per confrontare l'inflazione tra i paesi dell'Unione Europea. DEFLAZIONE La deflazione è il contrario dell'inflazione e si verifica quando il livello generale dei prezzi tende a diminuire. Le cause della deflazione possono essere diverse, tra cui: - Eccesso di offerta/carenza di domanda. Se l'offerta di beni supera la domanda, si crea una pressione al ribasso sui prezzi. - Politica monetaria restrittiva. Una riduzione della liquidità da parte della Banca Centrale può portare a una diminuzione del livello generale dei prezzi. - Diminuzione dei costi. Se i costi di produzione diminuiscono, ad esempio a causa di una riduzione dei salari, ciò può determinare una diminuzione dei prezzi. La deflazione può avere effetti negativi sull'economia, come la diminuzione degli investimenti e la contrazione della domanda.del livello generale dei prezzi.
  • Volontà di ottenere extraprofitti markup (per forme di mercato non concorrenziali). Aumento del potere di mercato dei produttori e quindi margini di profitto superiori, perciò crescita del livello generale dei prezzi.

INFLAZIONE GUARDANDO LA DIMENSIONE DEL FENOMENO

Si parla di inflazione:

  • Strisciante (circa 2-3% anno) ben vista dagli economisti perché rappresenta un fenomeno fisiologico di un'economia in crescita.
  • Moderata (superiore del 3% ma minore del 10% annuo).
  • Galoppante (nel caso di incrementi a 2 o 3 cifre e quindi più del 10% ma meno del 300%).
  • Iperinflazione (maggiore del 300% annuo).

PROBLEMI DELL'INFLAZIONE

L'inflazione ha un effetto distorsivo sul sistema economico, in quanto:

  • Favorisce i debitori rispetto ai creditori.
  • Riduce il risparmio accumulato ed il potere d'acquisto.
  • I segnali forniti dal meccanismo dei prezzi non sono più affidabili.
efficienti.–DISOCCUPAZIONE ED INFLAZIONE LA CURVA DI PHILIPS

La curva di Phillips descrive la relazione negativa (trade off) tra disoccupazione e inflazione.

Se il policy maker attua politiche espansive della domanda aggregata può ridurre la disoccupazione ma così facendo genera un tasso più elevato di inflazione.

Al contrario, con politiche restrittive della domanda aggregata è possibile ridurre il tasso di inflazione al costo di un più elevato tasso di disoccupazione.

La curva di Philips fu inizialmente interpretata come un “menu” di scelte a disposizione delle autorità pubbliche che, facendo variare la domanda aggregata attraverso opportune politiche economiche, potevano scegliere le possibili combinazioni di inflazione e disoccupazione.

La teoria di Philips è stata oggetto di critiche da parte di vari economisti, in particolare da Milton Friedman che era un monetarista. Il trade-off tra disoccupazione ed inflazione

può essere reinterpretato come trade-off tra disoccupazione e variazione dei salari. Ad esempio, spiega Friedman, il policy maker può tentare di ridurre la disoccupazione introducendo dei salari più alti. Tale aumento dei salari, che potrebbe inizialmente indurre la forza lavoro ad offrire più lavoro, in realtà può avere solo effetti di breve periodo. Nel lungo periodo, infatti, l'aumento del salario tenderà a tradursi in un aumento del livello generale dei prezzi. Di conseguenza, il salario reale resta invariato perché sale il salario monetario, ma sale anche il livello generale dei prezzi. Quando i lavoratori si renderanno conto di ciò, torneranno ad offrire la stessa quantità di forza lavoro offerta in precedenza. In altre parole: qualsiasi tentativo di spostare il livello di disoccupazione al di sotto del tasso naturale di disoccupazione, innesca solo dinamiche inflattive. In conclusione: nel lungo periodo, la Curva

di Philips sarà verticale parallelamente alle ordinate (inflazione). Questo ci ricollega al NAIRU, acronimo inglese che in italiano significa tasso di disoccupazione di inflazione stabile e cioè quel tasso di disoccupazione che mantiene costante il livello di inflazione. Questo è un "tasso di miglioramento al concetto di naturale di disoccupazione" di Friedman elaborato da Modigliani e Papademos. Ciò significa che non vi è spazio per le azioni di policy descritte da Philips.

Grafico.

ALTRE TEORIE SUL MERCATO DEL LAVORO

La critica di Friedman, tuttavia, non spiega perché nei sistemi economici vi siano situazioni di persistente disoccupazione anche al di sopra del tasso naturale di disoccupazione.

Per rispondere a questa domanda, sono stati proposti vari modelli:

  • SALARI DI EFFICIENZA: Le imprese possono avere un incentivo ad offrire un salario più elevato rispetto al salario di equilibrio (che si determina dall'intersezione tra
domanda e offerta di lavoro) perché in questo modo possono selezionare i lavoratori più efficienti e indurre gli stessi a lavorare in maniera migliore, evitando comportamenti di shirking (lavorare al di sotto del proprio potenziale). Viceversa, offrire un salario più basso può determinare solo meccanismi di selezione avversa, in quanto vengono selezionati i lavoratori con una produttività più bassa. Tale modello si basa su un problema: le asimmetrie informative tra lavoratore e datore di lavoro. In particolare, il lavoratore ha maggiori informazioni sia sulle proprie skills che sull'effort messo nel proprio lavoro che il datore di lavoro non può conoscere esattamente. - MODELLI INSIDER-OUTSIDER: Tale modello suddivide il mercato del lavoro in due blocchi: - INSIDER, già impiegati nel mondo del lavoro - OUTSIDER, che vorrebbero entrare nel mondo del lavoro Gli insider, essendo già nel mondo del lavoro, sono in posizione di

Vantaggio: la risposta è immediata e istantanea.

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Scienze economiche e statistiche SECS-P/02 Politica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher elisabcdegh di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Politica economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Unitelma Sapienza di Roma o del prof Morone Piergiuseppe.
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