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CARATTERISTICHE:
• Filiera frammentata, transnazionale, si basa sulle relazioni laterali, dipende dalla qualità dei sistemi di
trasporto;
• Si valorizzano i diversi contesti geografici per le esternalità positive (es. costo del lavoro, localizzazione,
risorse)
• Visione “panottica”, capacità di avere un quadro globale dell’economia, che le rende più flessibili
MOTIVI CHE HANNO CONSENTITO LO SVILUPPO:
• Architettura della governance economica scaturita dagli accordi di Bretton Woods, unita al ruolo delle
organizzazioni internazionali come FMI e GATT
• Innovazione tecnologica in tre diversi ambiti: produttivo, nella scomposizione e standardizzazione del
processo produttivo, che consente di attirare manodopera non qualificata; tecnologico, nella rapida
circolazione delle informazioni; trasporti, con la containerizzazione e possibilità di valorizzazione delle
esternalità produttive.
• Aumento produttività del lavoro agricolo ha portato ad un eccesso di manodopera, seguito dall’abbandono
delle campagne
ESITI: diversi a seconda dei contesti geografici: esito positivo in Asia ma non in Africa e America latina
RISULTATO: NUOVA DIVISIONE INTERNAZIONALE DEL LAVORO.
Si crea una visione nuova, che si distingue da quella tradizionale che distingueva un mondo ricco esportatore di
prodotti industriali e uno povero esportatore di materie prime: la visione nuova infatti presenta aree povere nei
Paesi ricchi e viceversa.
Se prima l’impresa multinazionale inglobava altre imprese, oggi questo modello non funziona più, si ha infatti
un’‘impresa globale che cerca flessibilità esternalizzando i propri processi produttivi: si ha quindi una rete di
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imprese di diverse dimensioni che operano in diversi settori e continenti che consentono una maggior facilità
nell’adattamento alle diverse condizioni di mercato
I parchi scientifici e tecnologici (PST)
Consentono di unificare ricerca e innovazione, settore pubblico e privato, industrie di diverse dimensioni: i PST
consentono di trasferire le conoscenze tecnologiche-scientifiche nel settore produttivo.
Sono aree che condividono spazi per università, imprese pubbliche e private, centri di ricerca, start-up.
Si sviluppano nella Silicon Valley, all’MIT di Boston, Cambridge, MITI in Giappone.
Se ne distinguono due tipi:
• I PST costitutivi: derivano da uno sforzo pubblico e privato per realizzare qualcosa di nuovo
• I PST organizzativi: si ritiene che il territorio abbia già le competenze necessarie, ma che queste debbano
essere organizzate in una rete, sono più diffusi in quanto si limitano a coordinare risorse già presenti, non
c’è bisogno di ulteriori investimenti
I PST sono leve di riutilizzazione di aree industriali dismesse: possono essere considerati iniziative di rigenerazione
urbana. Esempi: PST Bicocca (Ex Pirelli), PST Torino (Ex Fiat), VEGA Marghera (Ex Venichem agricoltura)
7.Geografia Urbana
Forma e dimensione delle città
In Europa è emersa la città nucleare: racchiusa dentro alle mura. Nel tempo è debordata, fenomeno di
deconcentrazione.
Oggi abbiamo la città estesa, metropoli → L’ampiezza dipende dai sistemi di trasporto (periferia). Sistema
MONOCENTRICO.
Col processo di suburbanizzazione le città sono diventate regioni urbane policentriche, dove si sono sviluppate
anche le periferie.
Sistemi urbani: FUR (Functional Urban Region) regioni funzionali dove il pendolarismo è l’elemento fondamentale,
qualità della vita migliore, costi minori. Tipologia di città un po’ obsoleta, perché i flussi pendolari sono più sfumati,
perché non esiste più il magnete della grande fabbrica fordista. Oggi questo modello esiste ancora, ma il modello di
pendolarismo è più complesso.
Una sfida fondamentale oggi è il governo delle metropoli che si sviluppa in Europa intorno agli anni ’80.
Funzioni della metropoli:
• Pianificazione di area vasta: le grandi infrastrutture dovrebbero essere pensate dalla città metropolitana.
Ma la città metropolitana dovrebbe prendersi alcune delle competenze della regione. Il problema è che
alcune regioni sono propense a farlo, altre no.
• Pianificazione strategica: dovrebbero diventare il cuore di un’operazione di marketing internazionale,
dovrebbero fare attività di promozione di sviluppo economico, dovrebbe essere un attore più dinamico per
aumentare la competitività del territorio.
Megalopoli
Sistemi di aree metropolitane e città minori e medie, connesse tra loro e separate da spazi verdi di vario genere
(spazi agricoli, parchi, zone urbane dove città e campagna sono strettamente collegate).
Grandi metropoli caratterizzate da discontinuità nella densità urbana.
• Costa nord-orientale USA da Boston a Washington (NY, Filadelfia, Baltimora)
• Megalopoli renana: parte da Londra e si chiude a Monaco, sono il cuore dell’economia europea. Segue il corso
del fiume Reno.
• Megalopoli padana: parte da Torino e Genova e ha due direttrici: una verso Venezia-Trieste e verso Rimini. Livello
di connessione: caselli autostradali, alta velocità tranviaria, rete globale.
• Megalopoli asiatiche
Dal punto della geografia: città dei paesi poveri e paesi emergenti: Tokyo, Mumbai, Città del Messico, San Paolo,
Shanghai. Nel mediterraneo è Il Cairo. La demografia fa sì che queste città stiano esplodendo. Queste città sono i
contesti di riferimento per gli Insediamenti Informali (baraccopoli).
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Le città come ‘attori’ economici e politici
Le città sono il centro dell’economia (funzioni ed evoluzione).
Sono il luogo del potere, del comando, del governo, delle istituzioni: le città ‘strutturano’ territori, a diverse scale
(regionale, nazionale, internazionale)
Quello che viene deciso nelle città ha la capacità di influenzare territori a diverse scale geografiche (Es. quello che
viene deciso nella borsa di NY ha influenze globali, lo stesso vale per le decisioni portuali di Rotterdam).
Le città si distinguono per:
• FUNZIONE. Varietà delle funzioni economiche che performano. Hanno un portafoglio di attività che può
essere più o meno grande.
• PORTATA. Raggio di influenza. Raggio d’azione delle funzioni urbane:
1. Scala locale/regionale
2. Scala macroregionale: un pezzetto di continente. Barcellona unica vera metropoli del
Mediterraneo dal punto di vista delle funzioni.
3. Scala globale: quando una città ha tutto e ha influenza globale si parla di città globale: NY,
Londra e Tokyo.
4. Città specializzate in una o poche funzioni ma con portata globale (Milano per la moda,
Detroit e Torino per l’automobile, Lille in Francia per distribuzione e la logistica, Oxford e
Cambridge per la scienza, Pesaro per la musica)
Le città non sono isolate ma sono parte di ‘reti’ di città (reti urbane): collegate da infrastrutture, mobilità di
persone, scambio di informazioni.
Città come ‘motore’ dell’economia:
Importanti funzioni economiche. Crisi dell’industria tradizionale, c’è un grande processo di trasformazione che va in
tre direzioni:
1. le attività si rigenerano dal punto di vista dei servizi
2. le attività legate al turismo, ma stanno cercando di trasformare i propri cittadini, risvegliare l’interesse con
attività ricreative (concerti, musical...)
3. la nuova industria: attività legate al digitale, meccatronica, media. Attività che tornano in città perché
richiedono servizi qualificati. Ha bisogno dell’”effetto città”, città come ecosistema creativo, che ha bisogno
di poco spazio
Nuovi paesaggi urbani. Città come motori di competitività. Dinamismo di città come Berlino. Questo è un problema
che richiede delle politiche molto attente: ad esempio dell’edilizia per i più giovani, per trattenere universitari e
scienziati, servizi per attrarre persone dall’estero. Mix di politiche che devono guardare in direzioni molto diverse.
Funzioni politiche, istituzionali, culturali che nutrono lo sviluppo economico [università, centri culturali, fondazioni,
capacità di R&S → competitività economica]
Tipi di attività (classificazione città):
• Produttive quando ho un certo tipo di industria
• Culturali: musei, atelier, pittori …
• Direzionali: ho la sede di una multinazionale o di un’importante impresa/fondazione
• Servizi per la cura, il benessere e l’ambiente: sta diventando molto importante perché stiamo andando verso una
società di persone anziane
•Ricettive e turistiche
•Settore ‘quaternario’: settore terziario più avanzato, fatto dalle persone che decidono. Es. rettore, membri del
senato accademico.
Industria culturale e conoscenza
Ruolo essenziale dell’informazione e della conoscenza nella società postindustriale (oggi tutti sanno produrre)
Ruolo chiave delle città nella conoscenza informale 11
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• Ci sono diversi tipi di conoscenza: generale e astratta (università, centri di ricerca, ecc.); applicata (PST,
incubatori, ecc.); non formale (è la conoscenza delle persone che abitano o lavorano nella città)
• Milieu innovatori: luoghi dove la conoscenza è un patrimonio comune difficilmente riproducibile altrove. Tessuto
connettivo dove dovrebbero maturare le conoscenze.
• Ruolo chiave delle città – città come motori dell’economia della conoscenza. I tessuti produttivi più dinamici sono
quelli in cui le città sono più vive, dove ci sono più giovani, un buon settore legato a cultura e arte e le città di
orientamento cosmopolita (realtà etniche varie e diversificate).
Città e creatività
La creatività urbana è il tessuto connettivo alla base delle innovazioni tecnologiche, organizzative, culturali →
competitività economica
• Città come ‘brodo di coltura’ della creatività
• Città come sistema complesso di persone, istituzioni, reti di relazione
• Aperte all’esterno, relazioni libere e informali, anticonformiste, aperte a nuove idee, nuove persone e
diverse pratiche culturali → milieu urbano creativo
La creatività non è prevedibile né programmabile, non esiste una teoria o un modello di riferimento. Siamo
destinati a scoprirla quanto si è ormai