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Funzioni principali del lobo occipitale:
- Corteccia visiva primaria (o striata): elaborazione dell'informazione visiva;
- Estrema selettività: oltre 30 aree visive specializzate;
- Mappa dello spazio circostante analizzato sulla base di caratteristiche diverse (es: colori, forme, movimento, direzione...).
Cecità corticale: è un deficit visivo in cui si manifesta cecità a seguito di lesione delle aree visive primarie della corteccia cerebrale. In alcuni casi è accompagnata da anosognosia, arrivando anche a negarne l'esistenza (sindrome di Anton).
In questa condizione sono lesi, per cause traumatiche o più spesso vascolari (ischemia dell'arteria cerebrale posteriore), le cortecce visive primarie deputate alla visione, situate nei lobi occipitali del cervello. Gli occhi e le vie nervose che trasportano l'informazione visiva al cervello non sono lesi e non contribuiscono alle manifestazioni deficitarie di questa.
condizione.L'anosognosia (o nosoagnosia) è un disturbo neuropsicologico che consiste nell'incapacità del paziente di riconoscere e riferire di avere un deficit neurologico o neuropsicologico. Più precisamente, il paziente non è consapevole del suo stato di malattia, manifestando invece la ferma convinzione di possedere ancora le capacità che in realtà ha perso in seguito a lesione cerebrale.
Se messo a confronto con i suoi deficit, il paziente mette in atto delle confabulazioni oppure delle spiegazioni assurde, incoerenti con la realtà dei fatti.
Vista la contiguità anatomica delle aree visive destra e sinistra, si ha una lesione spesso bilaterale e si manifesta, quindi, cecità corticale completa. Nel caso la lesione interessi un solo emisfero cerebrale, si avranno deficit di solo una metà del campo visivo, cioè un'emianopsia. Il campo visivo viene diviso orizzontalmente in emicampo destro ed emicampo sinistro,
el'informazione relativa a ciascun emicampo viene elaborata nell'emisfero cerebrale controlaterale, quindi una lesione del lobo occipitale dell'emisfero di destra causerà un'emianopsia sinistra, e viceversa. La cecità corticale non è un fenomeno del tipo "tutto o nulla" ma dipende molto dall'ampiezza e dalla profondità delle lesioni stesse. La rappresentazione corticale del corpo umano è distorta, poiché l'estensione della corteccia connessa con una data parte del corpo non corrisponde alla grandezza di quella parte somatica, ma al grado di sensibilità (nel caso della corteccia sensoriale) o alla precisione dei movimenti (nel caso della corteccia motoria) che caratterizza tale parte. Nell'essere umano aree enormi della corteccia motoria primaria sono deputate al governo dei muscoli delle dita e dell'apparato vocale, ove è necessario un controllo fine dei movimenti. In altri animali leporzioni corticali più estese corrispondono ad altre parti del corpo. L'attenzione è una funzione di base necessaria per l'esecuzione delle diverse attività, è una funzione che non opera singolarmente ma viene attivata contemporaneamente ad altre funzioni cognitive (es. linguaggio, memoria, percezione). I Principi di Psicologia (1890) di William James contengono alcune descrizioni dei processi cognitivi che sono ancora oggi degne di considerazione. Egli delinea alcuni dei problemi fondamentali dello studio dell'attenzione: - A quante cose è possibile prestare attenzione allo stesso tempo? - Qual è la relazione tra l'attenzione e la percezione? - In che modo l'attenzione influenza la memoria? - Che cos'è l'inattenzione? James individua nell'attenzione due caratteristiche principali: 1. Focalizzazione: processo selettivo mediante il quale decidiamo quale stimolo, tra i tanti,prendere in considerazione.
2. Concentrazione: la quantità di sforzo cognitivo richiesto per mantenere l'attenzione focalizzata sullo stimolo.
L'attenzione è l'insieme dei meccanismi che consentono di concentrare e focalizzare le proprie risorse mentali su alcune informazioni piuttosto che su altre; è la finestra di ingresso delle informazioni, che vengono selezionate ancor prima di giungere alla consapevolezza. Alcune vengono selezionate ed elaborate anche senza giungere alla nostra consapevolezza (subliminali).
L'attenzione è un processo che seleziona le informazioni che stimolano i sistemi sensoriali e consente soltanto ad alcune informazioni di accedere al sistema cognitivo; le informazioni non necessarie sono escluse e viene evitato un sovraccarico cognitivo. L'elaborazione pre-attentiva.
L'elaborazione pre-attentiva opera in modo automatico senza che vi sia consapevolezza da parte del soggetto, non richiede quindi
L'impiego di risorse attentive. Prima di poter prestare attenzione agli oggetti dell'ambiente, il nostro sistema cognitivo ne estrae le caratteristiche principali, individuando gli effetti emergenti, cioè le caratteristiche distintive rispetto al contesto. I processi pre-attentivi estraggono le caratteristiche elementari di uno stimolo in parallelo. Sono molto rapidi e presenti già in bambini di 3 mesi.
Il paradigma sperimentale utilizzato è quello dei compiti di ricerca visiva in cui il soggetto deve riconoscere uno stimolo target tra molti stimoli distrattori: il risultato di questi esperimenti è che se lo stimolo target differisce dagli altri per una sola caratteristica elementare, il tempo necessario per distinguerlo dagli stimoli distrattori non dipende dal numero di questi ultimi. Se invece lo stimolo target differisce dagli altri per più di una caratteristica, il tempo per individuarlo aumenta con l'aumentare degli stimoli distrattori.
Processi di attenzione focalizzata
Una volta che le caratteristiche base degli stimoli sono state individuate attraverso i processi pre-attentivi, si passa ad un processo di integrazione delle caratteristiche che coinvolge l'attenzione focalizzata. Gli stimoli presenti nel campo percettivo sono analizzati uno per uno finché viene trovata la combinazione di caratteristiche giusta.
Se il soggetto non è in grado di focalizzare l'attenzione sullo stimolo specifico, può andare incontro a delle congiunzioni illusorie: esse sono errori che hanno luogo nella fase di abbinamento delle diverse caratteristiche dello stimolo.
Analisi delle parti che compongono una scena
L'elaborazione pre-attentiva identifica le qualità primarie degli oggetti. L'attenzione focalizzata integra le caratteristiche degli oggetti ed elabora le informazioni non in parallelo. Si identificano gli elementi che si trovano in una data posizione, poi quelli di un'altra posizione.
fino ad analizzare tutti glistimoli. Processi automatici e controllati sono studiati da Schneider e Shiffrin nel 1977. I processi automatici sono: - Inconsapevoli; - Veloci; - Non richiedono l'impiego di risorse attentive. I processi controllati sono: - Attivati in modalità seriale, cioè uno dopo l'altro; - Lenti; - Richiedono risorse attentive. Caratteristiche dell'attenzione: - L'attenzione può essere ORIENTATA; - L'attenzione può essere SELETTIVA, essere considerata quindi come un filtro; - L'attenzione può essere DIVISA, cioè può rispondere simultaneamente a più richieste ambientali, o monitorare simultaneamente più informazioni, o predisporre più risposte comportamentali; - L'attenzione può essere SOSTENUTA, cioè può mantenere un adeguato livello attentivo per tutto il tempo necessario a completare un'azione prolungata. Orientamentoautomatico e prolungato
Se sentiamo un rumore improvviso la nostra attenzione involontariamente si sposta verso questo altro evento: è un orientamento automatico (esogeno). Esso:
- Non può essere interrotto;
- Non dipende dal bersaglio;
- Non è soggetto ad interferenza;
- È rapido.
Possiamo anche scegliere volontariamente di dirigere l'attenzione verso un bersaglio, mantenendo l'attenzione su un punto: è un orientamento volontario (endogeno).
Inoltre l'orientamento dell'attenzione può essere:
- Esplicito: è caratterizzato dal movimento di occhi e capo, viene attivato in corrispondenza della rilevazione di un oggetto di interesse nella periferia del campo visivo.
- Implicito: è caratterizzato da spostamenti dell'attenzione in assenza di movimenti corporei finalizzati all'allineamento dei recettori.
Modelli teorici sui meccanismi dell'attenzione visiva
Posner studiò i fenomeni associati
all'orientamento implicito dell'attenzione. Il modello di Posner descrive l'orientamento dell'attenzione visiva utilizzando il paradigma sperimentale omonimo in cui si misurano i tempi di reazione di fronte a stimoli attesi, non attesi e neutri. Paradigma di Posner: il soggetto deve mantenere la fissazione su un punto centrale ed è soggetto a stimoli negli emicampi destro e sinistro in tre differenti condizioni sperimentali. Nell'esperimento il bersaglio poteva essere anticipato dalla comparsa in posizione centrale di: 1. Una freccia indicante il lato del bersaglio (condizione valida); 2. Una freccia indicante il lato opposto alla posizione di comparsa del bersaglio (condizione invalida); 3. Un segnale neutro che non forniva indicazioni sulla posizione dello stimolo (condizione neutra). Il soggetto viene preavvertito della posizione nel campo visivo di uno stimolo target da uno stimolo segnale. Il risultato più costante è quello di unariduzione dei tempi di reazione quando lo stimolo segnale è veritiero e un aumento dei tempi di reazione quando lo stimolo non è veritiero. Secondo Posner il miglioramento della prestazione per stimoli presentati in locazioni attese è dovuto all'attenzione, il focus attentivo è infatti orientato verso una certa regione dello spazio; se lo stimolo target invece compare in una regione diversa da quella indicata dal segnale il focus attentivo deve essere spostato e ciò comporta un costo in termini di tempo. Il soggetto, spostando implicitamente l'attenzione accelera il tempo di risposta nella condizione valida, mentre risponde più lentamente nella condizione invalida. I dati ricavati dagli esperimenti sullo spostamento implicito endogeno dell'attenzione ci permettono inoltre di affermare che: - Prestare attenzione non implica necessariamente l'orientamento dello sguardo verso la zona di interesse. - Le attese del soggettonostri sensi. Questo processo ci permette di concentrarci su ciò che riteniamo più importante o rilevante, ignorando le distrazioni o le informazioni meno significative. Un esempio di attenzione selettiva è l'udito. Il nostro sistema uditivo è in grado di percepire una vasta gamma di suoni, ma siamo in grado di focalizzarci su un suono specifico, come la voce di una persona in mezzo al rumore di fondo di una folla. La capacità di influenzare la qualità di risposta allo stimolo è legata alla nostra attenzione selettiva. Se siamo in grado di concentrarci completamente su un determinato stimolo, saremo in grado di rispondere in modo più efficace e preciso. Per sviluppare e migliorare la nostra attenzione selettiva, possiamo adottare alcune strategie. Ad esempio, possiamo praticare la meditazione o l'attenzione consapevole, che ci aiutano a concentrarci sul presente e a ignorare le distrazioni. Possiamo anche esercitare la nostra attenzione selettiva attraverso giochi o attività che richiedono di focalizzarsi su un determinato stimolo. In conclusione, la nostra capacità di influenzare la qualità di risposta allo stimolo dipende dalla nostra attenzione selettiva. Sviluppare e migliorare questa capacità può aiutarci a essere più efficaci nel rispondere agli stimoli che ci circondano.