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IL RILASCIAMENTO MUSCOLARE

Il nostro sistema locomotore alterna alle fasi di contrazione fasi successive di rilasciamento

muscolare dovuto alla mancanza di tensione ed alla componente elastico-connettiva che

riporta il muscolo nelle condizioni che hanno preceduto la contrazione.

Possedere una buona capacità di differenziazione cinestetica significa anche rimanere

‘decontratti’, in quanto un’eccessiva presenza di tono posturale e funzionale è spesso deleteria

alla prestazione motoria.

La capacità di decontrazione ha influenza su altre capacità motorie quali la forza, la rapidità e

la resistenza.

CAPACITA’ DI ORIENTAMENTO SPAZIO-TEMPORALE

E’ la capacità che ci permette di organizzare i movimenti nella dimensione spazio-temporale.

Spazio e tempo sono due dimensioni sempre presenti e potremmo definirle come le coordinate

nelle quali avviene il rapporto tra il sé ed il mondo.

La percezione è il punto di partenza della consapevolezza di queste 2 dimensioni.

CAPACITA’ DI RITMIZZAZIONE

Il ritmo corrisponde all’organizzazione del movimento nel tempo, determinandone la periodicità,

l’intensità, la velocità, le pause e la durata.

Il ritmo è un elemento del mondo naturale e del mondo animale che caratterizza alcune grandi

funzioni organiche quali:

-le funzioni cardiocircolatoria e respiratoria;

-la funzione relativa al nostro accrescimento;

-la funzione motoria.

Questa capacità ci consente di organizzare le sequenze e le successioni di un determinato

movimento.

Il ritmo può assumere un ruolo sociale e comunicativo quando ci porta a muoverci e

sincronizzarci con gli altri. Ci consente di poter interagire al meglio a livello sociale.

La capacità di ritmizzazione si differenzia in:

-ritmi regolari composti da una successione di battute che si ripetono a intervalli regolari (es.

correre, pedalare, camminare ecc..); tutti i movimenti ciclici possono essere rallentati o

velocizzati;

-ritmi irregolari sono costituite da battute intervallate da periodi di durate differenti; i movimenti

aciclici hanno ritmi irregolari e la loro comprensione diventa un elemento determinante per

insegnarli e farli apprendere.

CAPACITA’ DI TRASFORMAZIONE

E’ quella capacità che ci permette di modificare un’azione motoria in atto in funzione

dell’evoluzione delle situazioni, in modo che ne risulti un’azione più appropriata ed efficace.

TRASFORMAZIONE PARZIALE

E’ una capacità che utilizziamo in modo abituale quando siamo portati a variare uno o più

parametri esecutivi:

-la direzione e orientamento;

-ritmo;

-combinazione dei movimenti parziali;

-durata e velocità.

Quando camminiamo scegliamo una direzione che in presenza di un particolare affollamento

viene costantemente variata per evitare le altre persone.

TRASFORMAZIONE GLOBALE

La trasformazione globale si ha quando cambiano le caratteristiche esecutive globali di un atto

e cioè passiamo da un movimento ad un altro senza interrompere e senza precludere la

continuità dell’azione.

TIMING O SCELTA DI TEMPO

Un ritardo o un anticipo nello stacco di un saltatore in lungo pregiudicano il risultato della

prestazione.

CAPACITA’ DI ANTICIPAZIONE

Possedere una buona capacità di anticipazione consente al soggetto di programmare scelte

reattive e di trasformazione del movimento efficaci. L’anticipazione è frutto di un processo

intellettivo-motorio che ci consente di tener pronta l’attivazione di pattern o programmi di

movimento. Può essere di 2 tipi: temporale e spaziale.

CAPACITA’ DI FORZA

In ambito cinesiologico e biomeccanico la forza è definibile come la capacità dei muscoli di

opporsi attraverso contrazioni a resistenze esterne.

Tali contrazioni si definiscono:

-concentriche quando vincono la resistenza esterna e le fibre muscolari lavorano in

accorciamento;

-eccentriche quando cedono alla resistenza esterna con le fibre che quindi lavorano in

allungamento;

-statiche quando la resistenza esterna viene pareggiata e non si ha quindi la variazione di

lunghezza nelle fibre in particolare.

In ambito fisiologico, la forza è semplicemente la capacità dei muscoli di esprimere tensioni

misurabili attraverso un dinamometro.

La potenza invece definisce la tensione muscolare nel tempo ossia la rapidità con la quale

viene compiuto un lavoro. La potenza sarà tanto maggiore quanto più velocemente saremo in

grado di raggiungere il picco di forza.

La massima espressione di potenza si ottiene quando i valori di forza e velocità si avvicinano al

35% della forza massima e della velocità massima.

La forza viene influenzata da alcuni fattori tra cui:

1)la quantità e tipologia delle fibre muscolari;

2)la sezione trasversale del muscolo;

3)la velocità angolare del movimento;

4)il ROM o Range of movement;

5)le capacità coordinative.

Le unità motrici

Le unità motrici sono costituite da motoneuroni e fibre muscolari che ne vengono innervate. Ne

abbiamo di 2 tipi:

1)le unità motrici veloci contengono fibre pallide o bianche. Sono in grado di sviluppare

tensione in modo veloce e si affaticano con facilità. Si ritrovano in prevalenza nella muscolatura

degli arti superiori ed in tutti quei muscoli che non lavorano con continuità;

2)le unità motrici lente contengono invece fibre rosse le quali ospitano un gran numero di

mitocondri e si contraggono con un metabolismo prevalentemente aerobico. Sono in grado di

sviluppare tensioni in tempi più lunghi, ma si affaticano di meno.

CLASSIFICAZIONE DELLA FORZA

La forza può essere suddivisa in:

1)forza massimale: coincide con la forza più elevata che il sistema neuromuscolare è in grado

di esprimere con una contrazione volontaria;

2)forza resistente: capacità dell’organismo di protrarre per un tempo relativamente lungo

prestazioni di forza di intensità;

3)forza veloce: capacità sistema neuromuscolare di superare resistenze con un’elevata

rapidità di contrazione;

Inoltre la forza si può classificare in:

1)forza assoluta o massima espressione di forza che il sistema è in grado di produrre

attraverso l’allenamento;

2)forza speciale si riferisce alla forza richiesta da un preciso sport;

3)forza iniziale reclutamento del massimo numero di unità motorie;

4)forza anaerobica prodotta utilizzando in prevalenza metabolismo anaerobico;

5)forza aerobica prodotta utilizzando metabolismo aerobico.

CAPACITA’ DI RESISTENZA

E’ definibile come la capacità di protrarre un’attività motoria attraverso un utilizzo prevalente di

fonti energetiche di tipo aerobico. L’organismo è in grado di mantenere nel tempo il rendimento

di un’attività motoria ritardando l’insorgere della fatica e dei suoi sintomi.

In ambito sportivo, data una quantità di tempo determinata dall’intera durata dell’incontro o una

quantità di spazio da coprire per terminare una gara, coincide con la capacità di muoversi al

ritmo più elevato possibile senza diminuire l’efficacia della prestazione.

CLASSIFICAZIONE DELLA CAPACITA’ DI RESISTENZA

La resistenza di lunga durata viene chiamata anche endurance, resistenza generale o

resistenza organica. Rappresenta la resistenza di base che è il punto di partenza per ogni

allenamento sportivo.

Questo tipo di resistenza viene sollecitata attraverso gesti globali di tipo ciclico ripetuti a ritmo

costante per un tempo lungo, come ad esempio camminare, correre, pedalare, nuotare ecc..

Utilizza processi di tipo aerobico

La resistenza di media durata quella che ci consente di svolgere un lavoro di durata media

ad un’intensità medio-elevata. E’ la capacità di resistere bene ad un lavoro intenso per un

tempo medio, come ad esempio nello svolgimento di gare individuali o partite con durate tra i 2

e i 10 minuti.

La resistenza alla velocità si identifica nell’individuo di resistere per durate brevi ad azioni

veloci ed intense o di ripetere per più volte le stesse senza che si determini una diminuzione di

rapidità.

La resistenza alla forza ci consente di protrarre nel tempo espressioni di tensioni muscolare

ed è localizzata ai distretti muscolari.

CAPACITA’ DI RAPIDITA’

Questa capacità consente di realizzare un movimento nel minor tempo possibile. Diventa un

fattore determinante per la prestazione nella maggior parte degli sport individuali e di squadra

e viene talvolta utilizzata in situazioni occasionali della vita quotidiana.

CAPACITA’ DI MOBILITA’ ARTICOLARE E DI ELASTICITA’ MUSCOLARE

La mobilità articolare è definibile come la capacità delle nostre articolazioni di consentirci

l’esecuzione disinvolta dei movimenti alla loro massima ampiezza.

L’elasticità muscolare è la capacità del muscolo scheletrico di lasciarsi stirare e di recuperare

la lunghezza fisiologica senza subire traumi.

La mobilità articolare di ciascuno di noi varia in funzione dei seguenti fattori

-Fattori individuali congeniti legati alle caratteristiche elastico-strutturali delle capsule

articolari, dei legamenti e dei muscoli;

-Fattori legati allo sviluppo, all’età e al sesso;

-Fattori dipendenti dall’utilizzo abituale delle articolazioni che possono subire un processo

di aumento o diminuzione della mobilità in seguito alla presenza o meno di sollecitazioni

funzionali.

FATTORI LIMITANTI CAPACITA’ DI MOBILITA’ ARTICOLARE

1)LE STRUTTURE OSSEE: E’ IL FATTORE PIU’ IMPORTANTE PER LA STABILITA’ DEI

SEGMENTI CORPOREI;

2)LE STRUTTURE ARTICOLARI: I LEGAMENTI, HANNO IL COMPITO DI MANTENERE

SALDA LA MOBILITA’ DELLE ARTICOLAZIONI;

3)I DISCHI ARTICOLARI POSTI TRA LE VERTEBRE CONSENTONO ALLA COLONNA

VERTEBRALE DI MUOVERSI SU TUTTI I PIANI E NELLO STESSO TEMPO LE

CONFERISCONO STABILITA’;

4)LA CAPSULA ARTICOLARE FASCIA I CAPI OSSEI IMPEDENDONE LA FUORIUSCITA

DALLA SEDE FISIOLOGICA CHE PROVOCHEREBBE LUSSAZIONI.

METODI DI MIGLIORAMENTO PER I FATTORI LIMITANTI

Per ottenere un effetto allenante, l’articolazione deve sempre lavorare al limite della propria

escursione e che prima di fare questo è bene:

1)’isolare’ il movimento per evitare che l’effetto si scarichi su un’altra articolazione;

2)riscaldarsi attivando il tono funzionale di tutta la muscolatura che afferisce;

3)eseguire almeno 10-12 ripetizioni per esercizio o mantenere l’allungamento muscolare per

almeno 30-40 secondi ripetendo l’allungamento per almeno 3 volte;

4)evitare di provocare dolo

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
29 pagine
7 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-EDF/01 Metodi e didattiche delle attività motorie

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Paoletto22 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Basi dell'attività motoria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Roma "Foro Italico" o del prof Gallotta Maria Chiara.