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Le norme relative alla struttura dello stato patrimoniale (art. 243-ter c.c.) disciplinano:
- Rigidità degli schemi e loro struttura (art 224)
Si precisa la distinzione fra attivo e passivo. Per quanto riguarda l’attivo la distinzione
fondamentale è fra 1) immobilizzazioni, 2) attivo circolante; il codice civile precisa “gli
elementi patrimoniali destinati ad essere utilizzati durevolmente devono essere iscritti tra le
immobilizzazioni.
Il criterio distintivo del passivo è rappresentato dall’origine dei mezzi finanziari affluiti
all’impresa.
- Suddivisione delle voci
- Raggruppamento delle voci
- Aggiunta di voci
- Adattamenti di voci
- Confronto con l’esercizio precedente
- Divieto di compensazione di partite
Relativamente al Conto Economico lo schema previsto è a “costi e ricavi della produzione
effettuata”. Le norme relative alla struttura del conto economico (2423-ter c.c.) disciplinano:
- Rigidità degli schemi e loro struttura
- Suddivisione e raggruppamenti di voci
- Aggiunta di voci
- Adattamenti di voci
- Confronti con l’esercizio precedente
- Divieto dei compensi di partire
I risultati parziali esplicitamente previsti nello schema sono:
- Differenza tra valore e costi di produzione (reddito operativo)
- Risultato prima delle imposte
- Utile (perdita) d’esercizio: corrisponde al reddito netto emergente dal conto economico
La nota integrativa è una delle componenti del bilancio ai sensi dell’art. 2423 c.c. l’art. 247 prevede
che le informazioni da includere possano essere raggruppate in:
- Criteri di valutazione utilizzati nella redazione del bilancio di esercizio (voce 1)
- Analisi delle voci dello stato patrimoniale (voci da 2 a 9)
- Spiegazione delle voci del conto economico (voci da 10 a 14)
- Altre notizie integrative (voci da 15 a 18)
La nota integrativa svolge tre funzioni principali: descrittiva, esplicativa, informativa ed integrativa.
Il quarto prospetto del bilancio riguarda gli altri documenti, in particolare la reIazione sulla gestione.
L’obbligo di predisporre la relazione sulla gestione è sancito dall’art. 2428 c.c.. Essa va ad
integrare il sistema informativo del bilancio; ha carattere essenzialmente descrittivo ma deve
essere corredata da informazioni quantitative.
L’art. 2428 dispone inoltre che siano fornite le seguenti informazioni:
- Attività di ricerca e sviluppo
- Rapporti con le imprese controllate, collegate, controllanti e sottoposte
- Numero e valore nominali sia delle azioni proprie che delle quote o azioni di società
controllanti possedute, acquisite o alienate dalla società
- Fatti di rilievo intervenuti dopo la chiusura di esercizio
- Evoluzione prevedibile della gestione.
Seppur non obbligatori, dovrebbero essere inseriti altri due documenti: prospetto delle variazioni di
patrimonio netto e rendiconto finanziario.
Il rendiconto finanziario riassume le fonti di finanziamento e gli impieghi relativi; riporta i movimenti
di cassa verificatesi nel periodo con lo scopo di verificare se la gestione svolta nell’esercizio abbia
originato risorse monetarie oppure abbia causato una diminuzione delle stesse.
La struttura e il contenuto analitico dello stato patrimoniale civilistico
L‘art. 2424 c.c. riporta in modo analitico lo schema di bilancio previsto in Italia per le imprese, ad
eccezione di alcune, quali banche, imprese finanziarie e di assicurazione le quali operano in campi
particolari.
Nello schema obbligatorio di stato patrimoniale emerge la presenza di una struttura gerarchica a
quattro livelli:
1) Lettere alfabetiche maiuscole
2) Numeri romani, riporta le voci del livello precedente
3) Numeri arabi che individuano le voci che compongono il secondo livello (es: impianti e
macchinari, compresi nella voce immobilizzazioni materiali)
4) Lettera minuscola, ulteriore dettaglio
Non è possibile apportare modifiche ai primi due livelli, mentre esiste più flessibilità per le voci del
terzo e quarto livello. Significato delle principali voci di stato patrimoniale
Lo schema di stato patrimoniale prevede a sinistra
l’indicazione delle attività: si tratta di risorse di proprietà
dell’azienda che hanno un valore per la stessa e sono
state acquisite ad un valore quantificabile in modo
oggettivo.
Innanzitutto si individuano una serie di beni: si tratta di
elementi patrimoniali destinati ad essere impiegati in un
lungo arco di tempo, denominati Immobilizzazioni. Le immobilizzazioni si distinguono in materiali
(fabbricati, impianti macchinari e attrezzature, altri beni) e immateriali (costi di impianto e
ampliamento, costi di ricerca e sviluppo, costi di pubblicità, marchi, avviamento). Infine, vi è una
terza categoria di immobilizzazioni, rappresentata dalle immobilizzazioni finanziarie. Essa è
costituita da partecipazioni (ossia investimenti di capitale in altre imprese) e da crediti di
finanziamento (ossia prestiti a medio-lungo termine concessi dall’impresa ad altre imprese facenti
parte dello stesso gruppo).
Per quanto riguarda la categoria C (l’attivo circolante), i componenti più significativi sono:
rimanenze di materie prime, semilavorati e prodotti finiti, crediti verso clienti, cassa e depositi
bancari.
In merito all’entità delle voci occorre precisare che:
- Il valore di bilancio delle immobilizzazioni tecniche non è pari al valore di mercato, bensì al
costo originario di acquisto meno gli ammortamenti accantonati.
- L’utilizzazione nei vari esercizi come strumento di produzione comporta la necessità di
trasferire via via il loro costo alle produzioni di competenza dei singoli esercizi.
- Il valore di bilancio dell’immobilizzazione immateriale è determinato in modo simile a quello
delle immobilizzazioni tecniche
- Rimanenze di magazzino, titoli e altre attività finanziarie che non costituiscono
immobilizzazioni sono registrate in bilancio al minor valore tra il costo di acquisto e il valore
di mercato.
- I crediti verso i clienti sono iscritti in bilancio al valore che si è ragionevolmente certi di poter
realizzare.
Nella sezione di destra dello stato patrimoniale, denominato passivo, sono riportate le voci relative
alle fonti dei finanziamenti ottenuti dall’impresa. Le categorie previste dal legislatore in cui si
suddividono le voci del passivo sono cinque:
1) A: Patrimonio netto, indica le risorse degli investitori. È suddivisa in:
• Capitale sociale, ovvero versamenti effettuati dai soci
• Riserve di utili: costituite da utili generati da una gestione profittevole
e non distribuiti ai soci
• Utile (o perdita d’esercizio): emerge dalla differenza tra ricavi e costi
d’esercizio riportati nel conto economico
2) B: sezione di destra
• Fondi per rischi ed oneri: si tratta di tipologie di debiti di natura ben
individuata il cui ammontare alla chiusura del bilancio non è
perfettamente determinato oppure è incerta la data di sopraevenienza
3) C: prevede un’unica voce che riguarda il debito verso i dipendenti ed è denominata
trattamento di fine rapporto. Con la riforma TFR (dal 1 gennaio 2007) l’entità di questo
debito si va affievolendo; le azienda non possono più trattenere le quote che i dipendenti
maturano ogni anno, le quali vanno versate all’INPS.
4) D: Debiti • Obbligazioni: prestiti a lungo termine a cui possono far ricorso le
S.p.A., le s.r.l e le s.a.s. con questo strumento le società ottengono
finanziamenti a lungo termine emettendo titoli di credito (obbligazioni o
bond).
• Debiti verso le banche, a breve o medio-lungo termine
• Debiti verso i fornitori
Il capitale proprio ha come caratteristiche principiali l’essere una fonte rigida a lungo periodo ed
una fonte a pieno rischio.
Il capitale di debito, invece, è una forma di finanziamento che si adatta facilmente alle esigenze
aziendali ed è a rischio limitato, poiché garantisce una remunerazione in base ad un tasso di
interesse e vi è l’obbligo di rimborso alla scadenza.
Lo schema e il contenuto del conto economico civilistico
Anche la struttura del conto economico è gerarchica, ma solo con tre livelli contrassegnati da
lettere maiuscole. Le voci del primo livello non possono essere modificate, quelle del secondo e
terzo livello possono essere raggruppate o suddivise.
I costi sono classificati per “natura”, cioè sulla base della causa economica che ha fatto sorgere il
costo.
1) Differenza tra valore e costi di produzione (reddito operativo) che si ottiene confrontando il
valore della produzione (A) e i costi di produzione (B).
Il valore della produzione deriva dalla somma algebrica di:
- Ricavi delle vendite e delle prestazioni
- Variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti
- Variazioni dei lavori in corso su ordinazione
- Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni
- Altri ricavi e proventi
I costi della produzione (B) vengono determinati sommando:
- Costi per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci
- Costi per servizi
- Costi per il godimento di beni di terzi
- Costi per il personale
- Ammortamenti e svalutazioni
- Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci
- Accantonamenti per rischi
- Altri accantonamenti
- Oneri diversi di gestione
2) Risultato prima delle imposte, determinato come somma algebrica di:
- Differenza fra valori e costi della produzione (A-B)
- Proventi e oneri finanziari (+-/C): sono il frutto della gestione finanziaria e
comprendono:
• Proventi da partecipazioni
• Altri proventi finanziari derivanti da crediti iscritti nelle immobilizzazioni, titoli
iscritti nelle immobilizzazioni, titoli iscritti nell’attivo circolante, proventi diversi dai
precedenti.
• Interessi e altri oneri finanziari
• Utili e perdite su cambi
- Rettifiche di valore di attività finanziarie (+/-D): derivano dalla rivalutazione o
svalutazione di:
• Rivalutazione: di partecipazioni, di immobilizzazioni finanziarie
• Svalutazione: di partecipazioni, di immobilizzazioni finanziarie, di titoli iscritti
nell’attivo circolante.
- Proventi e oneri straordinari (+/-E), costituiti da:
• Proventi
• Oneri straordinari
3) Utile (perdita) d’esercizio
Risultato prima delle imposte – imposte sul reddito d’esercizio = utile/perdita d’esercizio
La voce imposte sul reddito d’esercizio comprende sia gli oneri tributari correnti sia le imposte
differite e anticipate.
Il contenuto del bilancio secondo i Principi Contabili Internazionali IAS/IFRS
I principi contabili sono norme considerate valide per la predisposizione del bilancio in quanto
assicurano omog