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La fattibilità delle proposte contrattuali
Nell'elaborare ogni sua proposta, il principale deve rispettare il requisito della "fattibilità", e per essere fattibile la proposta, qualunque essa sia, oltre a essere "conveniente" per il principale deve rispettare 2 condizioni:
-
Deve indurre la controparte (l'agente) a partecipare all'accordo, nel senso che la proposta contrattuale deve garantire all'agente almeno lo stesso beneficio (il surplus) che otterrebbe non partecipando al contratto;
-
Deve tener conto che l'esecuzione del contratto avviene in condizioni di moral hazard, nel senso che l'agente opera in una situazione di "azione nascosta".
Queste due condizioni sono necessarie affinché il contratto sia volontariamente posto in essere. Inoltre, nella lettura queste condizioni sono intese come dei vincoli denominati: vincolo di partecipazione e vincolo di compatibilità degli incentivi.
Per il principale l'insieme delle proposte...
Affermiamo perciò che, ammissibili è costituito da tutte e sole le proposte che soddisfano entrambi i vincoli, di partecipazione e di compatibilità.
Dal momento che il principale ha il potere di proposta, il suo insieme di contratti ammissibili coincide con l'insieme delle proposte per lui contrattualmente fattibili.
Per il principale, in quanto operatore razionale, le proposte fattibili sono tutte e sole le proposte che sono ottimali in relazione alla massimizzazione del proprio obiettivo personale.
Il rispetto del vincolo di compatibilità degli incentivi determina l'insorgenza di un dilemma (un trade-off).
15.5 inadempienza contrattuale ed il problema dell'hold-up → L'inadempienza contrattuale è la mancata o inesatta esecuzione della prestazione dovuta. Si verifica quando una delle parti semplicemente si rifiuta di onorare il contratto sottoscritto. Ad esempio, una forma di inadempienza si ha quando una delle due parti,
quantità prodottaPertanto, possiamo definire il prodotto marginale come:
Prodotto marginale = (Incremento del profitto totale) / (Incremento della quantità prodotta)
Questo concetto è importante per valutare l'efficienza di un'azienda e prendere decisioni riguardo all'incremento della produzione.
È fondamentale evitare comportamenti opportunistici che possano portare all'hold-up e compromettere gli investimenti effettuati.
Quando si richiede una modifica dei termini contrattuali, è importante non rinnegare l'intero contratto, ma negoziare solo alcune modifiche specifiche.
In caso di mancato adempimento degli obblighi contrattuali, si rischia di espropriare il surplus della controparte, creando un problema di hold-up.
Per evitare questo problema, è necessario considerare il rapporto tra l'incremento del profitto e l'incremento della quantità prodotta, definito come prodotto marginale.
Definiamo quindi:
Prodotto marginale = (Incremento del profitto totale) / (Incremento della quantità prodotta)
Questo rapporto ci permette di valutare l'efficienza e prendere decisioni sulla produzione.
È importante evitare comportamenti opportunistici che possano mettere a rischio gli investimenti effettuati.
quantità prodotta incr.Quant. Prodott
Infatti, si definisce profitto marginale il rapporto tra l'incremento del profitto e l'incremento della quantità prodotta.
profitto marginale: incremento del profitto tot incremento della quantità prodotta
Ricavo marginale: incremento del ricavo tot incremento quant. Prod.
Costo marginale: incremento del costo tot incremento quant. Prod.
profitto marginale = ricavo marginale - costo marginale
Da ciò la definizione:
La condizione di massimo profitto può essere adesso formulata come condizione di annullamento di profitto marginale:
profitto marginale = ricavo marginale - costo marginale = 0
quindi:
Ne consegue che per massimizzare il profitto la produzione deve verificare che
ricavo marginale = costo marginale.
Un'impresa, il cui obiettivo è di ottenere il massimo profitto, sceglierà la quantità di prodotto totale che realizza l'uguaglianza tra ricavo marginale e costo.
marginale.incremento del ricavo totale = prezzo * incremento quantità prodotta, da questa dividendo a entrambi i lati per l'incremento della quantità prodotta segue anche incremento del ricavo totale = prezzo * incremento della quantità prodotta
Questa è un'importante proprietà della concorrenza perfetta, infatti il ricavo marginale è uguale al prezzo del bene; per un'impresa concorrenziale la condizione di massimo profitto è prezzo del bene = costo marginale.
L'impresa risolve il problema di massimo profitto in 2 momenti: in un primo momento, l'impresa individua la quantità ottimale sulla base dell'uguaglianza tra prezzo e costo marginale, in un secondo momento l'impresa si chiede se la quantità ottimale positiva individuata deve essere effettivamente prodotta o se non è conveniente produrre.
Questo perché non è detto che il profitto massimo realizzato
dell'uguaglianza tra costo e ricavo marginale risulti necessariamente positivo. Può infatti accadere che il profitto massimo sia negativo, e pertanto l'impresa subisce una perdita. Nel breve periodo, l'impresa che chiude produce 0, ma una produzione nulla non annulla i corrispondenti costi totali. Infatti, i costi totali che l'impresa sostiene sono i costi fissi, i quali sono positivi. Perciò l'impresa che non produce nel breve periodo incorre in una perdita uguale ai costi fissi. Un'impresa razionale che subisce una perdita in corrispondenza della produzione ottimale, dovrà confrontare la perdita subita per ottenere il livello di prodotto Q>0, con la perdita sostenuta per produrre la quantità nulla Q=0. Se la perdita realizzata, producendo la quantità Q, è maggiore della perdita realizzata producendo la quantità nulla Q=0 all'impresa conviene essere inattiva. Al contrario,se la perdita dovuta all'inattività, di ammontare ai costi fissi, è superiore alla perdita derivante dalla produzione positiva ottimale, converrà all'impresa produrre la quantità positiva ottimale, perché essa minimizza le perdite.
Quando il prezzo supera il costo variabile medio, la perdita sostenuta producendo una quantità positiva Q è inferiore alla perdita sostenuta quando la quantità è nulla.
Quando il prezzo è minore del costo variabile medio, la perdita sostenuta non producendo nulla è inferiore alla perdita sostenuta producendo una quantità positiva Q.
Quando il prezzo è uguale al costo variabile medio per l'impresa è indifferente produrre Q=0 o Q>0, essendo in entrambi i casi la perdita uguale.
5.2 breve periodo: curva di offertaNel breve periodo, la curva di offerta per la singola impresa associa la quantità positiva che l'impresa è
disposta ad offrire su mercato. La quantità ottimale positiva che l'impresa è disposta ad offrire si individua in tutte le intersezioni tra ogni possibile prezzo e il costo marginale, le quali si collocano al di sopra del costo variabile medio. Ha pendenza positiva: all'aumentare del prezzo aumenta la quantità che i venditori sono disposti ad offrire sul mercato.5.3 lungo periodo: curva di offerta
Nel lungo periodo le imprese possono entrare ed uscire dal mercato, perciò prima di sommare tutte le curve di offerta delle imprese rilevanti per ottenere la curva di offerta di mercato di lungo periodo, dobbiamo determinare il numero delle imprese presenti nel mercato per ogni possibile prezzo di mercato. Per costruire l'esatta curva di offerta di mercato di lungo periodo, dobbiamo anche determinare in che modo i prezzi degli input variano con il prodotto.
Il numero delle imprese presenti in un mercato nel lungo periodo dipende dall'entrata e
della merce scende al di sotto del costo variabile medio, le imprese che operano nel mercato cesseranno l'attività o usciranno dal mercato nel breve periodo. Questo perché le imprese reagiscono più rapidamente alle perdite che ai potenziali profitti. In alcuni mercati, non ci sono barriere o costi fissi all'entrata, quindi le imprese possono entrare o uscire liberamente. Ad esempio, molte imprese entrano nel mercato quando possono realizzare un profitto e ne escono quando non possono più farlo, ripetendo queste operazioni più volte in un anno. L'entrata nel mercato continua finché l'ultima impresa entrata (impresa marginale) non realizza un profitto di lungo periodo nullo. Analogamente, se la curva di domanda si sposta verso sinistra e il prezzo della merce scende al di sotto del costo variabile medio, le imprese che operano nel mercato cesseranno l'attività o usciranno dal mercato nel breve periodo.di mercato diminuisce, le imprese subiscono una perdita. Le imprese con un costo medio minimo superiore al nuovo e più basso prezzo di mercato escono dal mercato e continuano a farlo fino a quando la successiva impresa che pensa di uscire (impresa marginale) realizza nuovamente un profitto. Quindi in un mercato caratterizzato da libertà di entrata ed uscita: un'impresa entra in un mercato se può realizzare un profitto di lungo periodo > 0; un'impresa esce dal mercato al fine di evitare una perdita di lungo periodo < 0. Se le imprese di un mercato realizzano un profitto di lungo periodo nullo, π = 0, per loro è indifferente rimanere ne mercato o uscirvi; se esse sono già presenti, presumibilmente vi rimarranno finché realizzano un profitto di lungo periodo nullo. 5.5 – economie e diseconomie di scala Quando i costi medi di un'impresa eguaglia il prezzo di mercato nel lungo periodo abbiamo profitti positivi.a di mercato nel lungo periodo sarà orizzontale. Per calcolare il costo medio di un bene in un determinato mercato, è necessario sommare tutti i costi medi delle singole imprese di quel mercato. Da ciò si arriva a distinguere: - Economie di scala di settore: è possibile distinguere tra economie positive di scala di settore, se il costo medio di settore è decrescente al crescere delle dimensioni del settore; - Diseconomie di scala di settore: se il costo medio di un settore è crescente al crescere delle dimensioni di un settore. - Economie costanti di scala di settore: se il costo medio di settore è costante al crescere delle dimensioni del settore. Se il costo medio delle industrie è sempre crescente, e quindi nel settore prevalgono diseconomie esterne di scala, la curva di offerta di mercato nel lungo periodo sarà inclinata positivamente. Se il costo medio delle industrie è costante e quindi nel settore prevalgono economie costanti di scala, la curva di offerta di mercato nel lungo periodo sarà orizzontale.