TEORIA QUANTITATIVA DELLA MONETA
Gli individui detengono moneta allo scopo di acquistare beni e servizi: quanta più moneta è
necessaria per soddisfare questo bisogno, tanta più ne detengono. La quantità di moneta, quindi, è
strettamente correlata alle somme che vengono scambiate nel corso delle transazioni.
Il collegamento tra le transazioni e la moneta è espresso dall'EQUAZIONE DELLO SCAMBIO:
T rappresenta il numero totale delle transazioni che si verificano in un determinato periodo di
- tempo. E' il numero di volte in cui, in un anno, un bene o un servizio viene scambiato contro
un pagamento in denaro
P è il prezzo della transazione media, ovvero la quantità di moneta scambiata mediamente in
- ogni transazione.
M è la quantità di moneta.
- V è la velocità di circolazione della moneta rispetto alle transazioni e misura la rapidità con
- cui la moneta circola nel sistema economico. La velocità di circolazione della moneta ci dice
quante volte, mediamente, una unità di moneta cambia di mano in un dato periodo di tempo.
L'equazione dello scambio è un'identità; data la definizione delle quattro variabili, essa è
necessariamente vera. Tale equazione dimostra che se una delle variabili varia, una o più delle altre
devono necessariamente variare per mantenere l'eguaglianza.
Il problema di tale equazione, però, è che il numero delle transazioni è difficile da misurare. Per
risolvere tale problema, il numero delle transazioni T viene sostituito con la produzione aggregata
del sistema economico, Y. Quanto più l'economia produce, tanti più beni e servizi vengono
scambiati.
Se indichiamo con Y la produzione aggregata e con P il prezzo unitario, il valore monetario
della produzione aggregata è pari a P*Y.
– Y è il PIL reale
– P è il deflatore del PIL
– P*Y è il PIL nominale
L'equazione dello scambio può essere riscritta così:
Poiché Y è il reddito totale, V è detta velocità di circolazione della moneta rispetto al reddito
e misura il numero di volte in cui, mediamente, ogni banconota entra nel reddito di un
individuo in un dato periodo di tempo.
Spesso è utile esprimere la quantità di moneta in termini della quantità di beni e servizi che può
acquistare. Questa quantità, M/P , è detta saldi monetari reali e misura il potere di acquisto dello
stock di moneta.
Una funzione di domanda di moneta è un'equazione che spiega come si determina la quantità di
saldi monetari reali che gli individui desiderano detenere.
Una semplice funzione di domanda di moneta è:
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dove k è una costante che indica la quantità di moneta che gli individui desiderano detenere per
ogni unità di reddito. La quantità domandata di saldi monetari reali è proporzionale al reddito reale.
Un reddito più elevato provoca un aumento della domanda di saldi monetari reali.
Aggiungiamo alla funzione di domanda di moneta la condizione che la domanda di saldi monetari
reali deve essere uguale all'offerta, M/P:
dove V = 1/k.
Ciò dimostra il collegamento esistente tra la domanda di moneta e la velocità di circolazione della
moneta.
Se gli individui desiderano detenere molta moneta per ogni unità di reddito (k elevato), la
- moneta cambia di mano molto raramente (V molto basso).
Se gli individui desiderano detenere poca moneta per unità di reddito (k basso), le banconote
- cambiano di mano con molta frequenza (V elevato)
IPOTESI DI VELOCITA' COSTANTE
Se ipotizziamo che la velocità di circolazione della moneta sia costante, l'equazione dello scambio
diventa una teoria degli effetti della moneta sul sistema economico, detta teoria quantitativa della
moneta. L'equazione dello scambio può essere quindi considerata come una teoria della
determinazione del PIL nominale:
Una variazione nella quantità di moneta (M) provoca una variazione proporzionale del PIL nominale
(PY). Se la velocità di circolazione è costante, la quantità di moneta determina il valore monetario
della produzione aggregata.
Questa teoria si fonda su tre elementi fondamentali:
1. I fattori di produzione e la funzione di produzione determinano il livello della produzione
aggregata Y.
2. L'offerta di moneta M determina il valore nominale della produzione aggregata, PY.
3. Il livello dei prezzi P è il rapporto tra il valore nominale della produzione aggregata, PY, e la
produzione aggregata, Y.
La capacità produttiva di un sistema economico determina il PIL reale, la quantità di moneta
determina il PIL nominale, e il deflatore del PIL è il rapporto tra PIL nominale e PIL reale.
La teoria quantitativa della moneta implica che il livello dei prezzi sia proporzionale all'offerta di
moneta poiché la variazione del PIL nominale comporta una variazione del livello generale dei prezzi.
Poiché il tasso di inflazione è la variazione percentuale del livello dei prezzi, questa teoria del livello
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Poiché il tasso di inflazione è la variazione percentuale del livello dei prezzi, questa teoria del livello
dei prezzi è anche una teoria del tasso di inflazione. L'equazione dello scambio, scritta in termini di
variazioni percentuali (Δ%) è:
La variazione percentuale della quantità di moneta ( è sotto il controllo della banca
- centrale.
La variazione percentuale della velocità di circolazione della moneta ( ) riflette gli
- spostamenti della funzione di domanda di moneta.
Avendo ipotizzato che la velocità di circolazione della moneta sia costante,
La variazione percentuale del livello dei prezzi ( ) è il tasso di inflazione.
- La variazione percentuale della produzione aggregata ( dipende dalla crescita dei fattori
- di produzione e dal progresso tecnologico.
La teoria quantitativa della moneta afferma che la banca centrale, controllando l'offerta di moneta,
ha il controllo assoluto del tasso di inflazione.
Se la banca centrale mantiene stabile l'offerta di moneta, il livello dei prezzi è stabile.
Se la banca centrale aumenta rapidamente l'offerta di moneta, il livello dei prezzi aumenta
rapidamente.
IL SIGNORAGGIO
Un governo può finanziare la spesa pubblica in tre modi: Incrementando le entrate, tramite un
aumento delle imposte
Indebitandosi con il pubblico,
attraverso l'emissione di titoli di Stato
Battendo moneta
Il ricavo che si ottiene dal battere moneta è detto signoraggio. Il diritto esclusivo di battere moneta
appartiene allo Stato ed è una delle sue fonti di ricavo. Se un governo batte moneta per finanziare la
spesa pubblica, l'offerta di moneta aumenta. L'aumento dell'offerta di moneta, a sua volta, genera
inflazione. Battere moneta per incrementare le entrate pubbliche equivale a imporre una imposta di
inflazione.
Con l'aumento dei prezzi che consegue all'aumento dell'offerta di moneta, diminuisce il valore
reale delle banconote che ogni individuo ha in tasca. Quando il governo batte nuova moneta e la
spende, erode il valore della moneta che è già nelle mani dei cittadini. L'inflazione, dunque, equivale
a un'imposta sulla detenzione di moneta.
L'INFLAZIONE E I TASSI DI INTERESSE
I tassi di interesse sono i prezzi che mettono in relazione il passato con il futuro.
Il tasso di interesse corrisposto dalla banca è detto tasso di interesse nominale (i)
L'incremento del potere d'acquisto è detto tasso di interesse reale (r)
π
Il tasso di inflazione viene indicato con
Il tasso di interesse reale è pari alla differenza tra il tasso di interesse nominale e il tasso di
inflazione.
Riorganizzando i termini, il tasso di interesse nominale corrisponde alla somma del tasso di
interesse reale e del tasso di inflazione:
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Scritta in questo modo, la relazione tra le tre variabili è nota come equazione di Fisher. Essa mostra
che il tasso di interesse nominale può variare per due cause:
– Per una variazione del tasso di interesse reale
– Per una variazione del tasso di inflazione
Secondo la teoria quantitativa della moneta, un aumento del tasso di crescita della moneta pari
all'1% genera un aumento del tasso di inflazione dell'1%. Secondo l'equazione di Fisher, un aumento
dell'1% del tasso di inflazione provoca a sua volta un aumento dell'1% del tasso di interesse
nominale. Questa relazione uno a uno tra tasso di inflazione e tasso di interesse nominale viene
chiamata effetto di Fisher.
DUE TASSI DI INTERESSE REALI: ex ante ED ex post
Quando un creditore e un debitore si accordano su un tasso di interesse nominale, non sanno quale
sarà il tasso di inflazione prevalente per la durata del prestito.
Di conseguenza bisogna distinguere tra:
Tasso di interesse reale ex ante: tasso di interesse reale
che il creditore e il debitore si aspettano al momento della
stipula dell'accordo.
Tasso di interesse reale ex post: tasso di interesse reale
che effettivamente si realizza.
Creditori e debitori non possono prevedere con certezza il tasso di inflazione futuro, ma hanno delle
aspettative circa il suo andamento. Π
Π Π
Π
Il tasso di interesse nominale non può adeguarsi all'inflazione effettiva, dato che essa non è
conosciuta nel momento in cui viene stabilito il tasso di interesse.
Perciò, l'effetto di Fisher può essere scritto come:
IL TASSO DI INTERESSE NOMINALE E LA DOMANDA DI MONETA
Il tasso di interesse nominale è il costo-opportunità di detenere moneta: è ciò a cui rinunciamo nel
preferire la moneta liquida a un impiego fruttifero.
Le attività diverse dalla moneta, come i titoli di Stato, hanno un rendimento reale r;
La moneta offre un rendimento reale atteso di -
Chi detiene moneta, quindi, rinuncia alla differenza tra i due rendimenti indicati: il costo di detenere
moneta è, perciò, che corrisponde a ciò che l'equazione di Fisher chiama i.
La domanda di saldi monetari reali dipende sia dal livello del reddito, sia dal tasso di interesse
nominale. La domanda di moneta può essere descritta come:
L è la domanda di moneta, perché la moneta è l'attività più liquida dell'economia, cioè quella più
facilmente utilizzabile per le transazioni.
La domanda di liquidità dei saldi monetari reali è una funzione del reddito e del tasso di interesse
nominale: ▪ Quanto più elevato è il livello del reddito Y, tanto più elevata &e
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