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Modulo 2: MLT e MBT
All'interno della MLT si trovano vari sistemi tra cui quelli della memoria esplicita, che comprende la memoria semantica e la memoria episodica (prospettica, retrospettiva), e la memoria implicita. Quest'ultima comprende i fenomeni di condizionamento, la memoria procedurale e il priming. Questo fenomeno consiste nel facilitare il processamento di uno stimolo dovuto all'aver fatto esperienza di stimoli ad esso associati in precedenza. Graf e Schacter definiscono la memoria implicita un sistema che consente il recupero delle informazioni in modo inconsapevole. Altri sistemi presenti nella MLT sono la memoria anterograda e retrograda. La MBT invece include al suo interno processi passivi (mantenimento) e attivi (aggiornamento) e si differenzia al suo interno in base alle caratteristiche dello stimolo (verbale, visivo, spaziale).
Caratteristiche qualitative dei processi mnesici: la memoria comprende meccanismi di registrazione e elaborazione degli stimoli.
ossia è in grado sia di "fotografarli" che di astrarre i loro contenuti semantici. Il modo in cui vengono percepiti dipende sia dalle caratteristiche dello stimolo che dalle caratteristiche cognitive-affettive del soggetto. Dall'esperimento di Bransford e Franks (frasi in successione) si ipotizza che le informazioni acquisite assumono una forma astratta mentre le nuove vengono integrate con le precedenti in uno schema mentale strutturato dal soggetto. Bartlett definiva gli schemi delle strutture flessibili in grado di modulare il comportamento in base alla situazione. Infatti si può definire il memorandum come il risultato di una costruzione attiva da parte del sistema in funzione delle proprie caratteristiche. Un metodo che facilita la memorizzazione è creare associazioni tra le informazioni (mappe concettuali), questo tipo di strategie infatti facilita anche i processi di recupero. Modelli della memoria: il primo (Bernecker, Martin e Deutscher, Patihis)E coll. sostiene che nelle tracce di memoria è immagazzinata la maggior parte delle informazioni relative ad un episodio vissuto, il secondo (Michaelian) afferma che la memoria è costituita da un insieme di processi che contribuiscono a costruire il ricordo. Tuttavia, secondo Cheng e coll. la traccia base può avere un grado di accuratezza variabile e per questo il recupero dei dettagli può avvenire grazie all'utilizzo di informazioni generali in nostro possesso (memoria semantica). Secondo Klein invece le tracce di memoria non sono episodiche in quanto possono essere recuperate come semantiche nel caso in cui sia stata elaborata come non correlata al vissuto diretto. In sostanza è possibile astrarre il contenuto di un episodio indipendentemente dal contesto spazio-temporale.
Teoria delle tracce di memoria multiple (Hintzman) secondo questa teoria ogni volta che si ripete un evento nel tempo, l'individuo ne registra alcune tracce che si integrano con le
Info degli eventi precedenti che hanno qualità in comune con le ultime. In questo modo l'evento viene memorizzato in termini più astratti e ogni volta che si ripresenta uno stimolo con caratteristiche simili nel soggetto si riattivano le rappresentazioni mentali di quell'evento.
Modulo 3: la memoria episodica
Caratteristiche della memoria episodica: sistema che si occupa dell'acquisizione, ritenzione e rievocazione sia dell'informazione che delle sue coordinate spazio-temporali al momento dell'acquisizione. I deficit della memoria episodica caratterizzano il quadro dell'amnesia su base organica e alcune condizioni neurologiche come l'AD. Tra i test per lo studio dei processi della memoria episodica vi sono il FCRST, l'auditory verbal learning test (lista di 15 parole), il test di memoria di prosa (breve racconto). Entrambi valutano la memoria episodica anterograda, ma il secondo è considerato più accurato poiché
non richiede l'utilizzo di altri sistemi cognitivi. Memoria autobiografica: acquisizione, mantenimento e recupero di informazioni relative alla propria vita personale, ma in essa vanno comunque distinti contenuti episodici e contenuti semantici. Eustache e coll. hanno evidenziato come vi siano aree cerebrali che si attivano in maniera differenziata quando vengono rievocati aspetti semantici o episodici (aree episodiche posteriori rispetto alle semantiche), inoltre esistono anche aree comuni di attivazione. Test per l'analisi della memoria autobiografica sono il test di Kopelman e il test di rievocazione guidata di Crovitz-Schiffman. Conway propose una spiegazione riguardo l'architettura della memoria autobiografica, secondo lui quest'ultima procede dalla formazione di una conoscenza autobiografica generale strutturata in termini semantico-episodici, da questa base verrà poi ricostruito l'episodio nel momento della rievocazione. Per Conway la memoriaAutobiografica avrebbe una struttura di tipo gerarchico, infatti vi è una suddivisione in "temi generali" che costituirebbero la storia autobiografica dell'individuo, questi temi si articolano in intervalli temporali ai quali si associano vari eventi connessi a loro volta con attività, luoghi, persone ecc. procedendo in questo modo si giunge ad episodi sempre più specifici.
Test di riconoscimento: vengono presentati una serie di stimoli tra cui quelli mostrati in precedenza, ma con l'aggiunta di alcuni nuovi, chiedendo al soggetto di riconoscere quali siano quelli vecchi. Questi test richiedono un dispendio minore di risorse attentive e di strategie per il recupero, per questo vengono usati per valutare se un disturbo di memoria è dovuto a disturbi di memoria specifici (confronto tra prova di free recall e riconoscimento). In questa tipologia di test si può chiedere al soggetto se è certo di aver visto lo stimolo in precedenza o
e ne ha l'impressione, nel primo caso si chiede di esprimere un giudizio di recollection, mentre nel secondo si chiede un giudizio di familiarity. Questi giudizi riflettono modalità di funzionamento della memoria episodica, al momento sono due le teorie più accreditate sulle differenze tra i meccanismi cognitivi che ne sono alla base. Secondo l'ipotesi single process vi è una differenza di tipo quantitativo, ossia l'esperienza soggettiva della recollection è caratterizzata da una maggior intensità delle tracce mnesiche che consente l'accesso a informazioni dettagliate, al contrario del processo di familiarity, il quale è associato alla debolezza della traccia. L'ipotesi dual process invece sostiene che i due processi si differenziano da un punto di vista qualitativo, cioè mentre i processi di familiarity sarebbero connessi alla forza delle tracce mnesiche, i processi di recollection sarebbero connessi con le caratteristiche distintive degli eventi.caratteristiche qualitative della traccia. Dunque i primi sarebbero associati alle caratteristiche fisiche dello stimolo, i secondi, invece, ad informazioni di tipo associativo-contestuale (attivata in base ad elementi specifici della traccia), in questo modo i processi di familiarity risultano più rapidi e quasi automatici, mentre i processi di recollection richiedono tempi più lunghi e un maggior dispendio di risorse attentive.
Modulo 4: la memoria prospettica
Si può definire come l'insieme di abilità che consentono di rievocare l'intenzione di eseguire un'azione nel futuro allo scadere di un determinato intervallo di tempo, o al verificarsi di uno specifico evento. È costituita da due sub-componenti: una prospettica (capacità di recuperare spontaneamente il ricordo) ed una retrospettiva (recupero del contenuto dell'intenzione con il proprio contesto spazio temporale). Durante i processi di memoria prospettica vengono implicate
molte funzioni cognitivo-motivazionali(acquisizione, consolidamento, recupero, pianificazione, shifting, updating, attenzione), per questo motivo è molto probabile che in condizioni di stress psico-fisico vi possa essere una diminuzione di efficienza dellapropria capacità di memoria prospettica. Quest'ultima infatti si caratterizza poiché tra il momento dellacodifica dell'intenzione e la fase di esecuzione (recupero) intercorre un intervallo di tempo durante il qualesi è impegnati nello svolgere altre attività (ongoing). Un modo per sostenere la riattivazione dell'istruzioneprospettica durante lo svolgimento dell'ongoing task è affidarsi alla funzione di shifting (capacità dispostare l'attenzione tra compiti, rappresentazioni e processi mentali differenti), evitando però diintralciare lo svolgimento dell'attività intercorrente. La memoria prospettica può essere di due tipi:timebased (eseguire un'azione allo scadere di un intervallo di tempo) o event based (eseguire un'azione al presentarsi di un determinato stimolo "trigger") che a sua volta comprende anche la MP activity based.
Queste due si distinguono in quanto la MP time based richiede molte più risorse attentive per monitorare lo scorrere del tempo durante l'ongoing task e fare in modo di riattivare l'intenzione al momento giusto.
Le componenti: prospettica (associata al sistema esecutivo) retrospettiva (associata alla memoria episodica). le due componenti con i relativi sistemi cognitivi sono implicate in modo differenziale nelle varie fasi del processo. La memoria episodica sembra essere implicata nell'acquisizione e nel consolidamento del programma d'azione, e dell'associazione intenzione-azione e intenzione-contesto di attivazione, le funzioni esecutive invece controllano le capacità di pianificazione del programma d'azione.
l'utilizzo di strategie efficaci per sostenere i processi di acquisizione e mantenimento, e le abilità di shifting e updating. Inoltre due aspetti fondamentali per il successo dell'intero processo sono l'esecuzione di una corretta strategia durante la fase di acquisizione.
Processi automatici e volontari: all'interno delle condizioni event based si possono distinguere situazioni in cui i processi di controllo sono coinvolti in misura minore o maggiore, può infatti succedere alle volte che il ricordo emerga senza dover fare sforzi attentivi (processo bottom up). Per spiegare ciò McDaniel e coll. proposero la "pops into the mind Hypothesys", secondo la quale l'attivazione neurofisiologica associata all'intenzione ne produrrebbe la riattivazione in presenza di uno stimolo che ha un forte legame associativo con l'intenzione stessa. In altre situazioni però questi processi automatici non sarebbero sufficienti.
Per promuovere la riattivazione dell'intenzione, è necessario impiegare processi di monitoraggio e di mantenimento attivo dell'intenzione. Infatti, le situazioni in cui la riattivazione avviene automaticamente sono quelle in cui lo stimolo target è saliente.