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TRASFORMAZIONI COMPLESSE
Apparenza: in questa categoria sono incluse tutte le trasformazioni del verbo principale sostenute
dall’introduzione di un sintagma verbale che faccia assumere all’enunciato un connotato di
incertezza e finzione.
Conoscenza: questa categoria comprende le trasformazioni dell’enunciato che prevedono si sia
compiuto un processo di apprendimento.
Supposizione: l’enunciato è trasformato dall’introduzione di sintagmi verbali che portano alla luce
i processi riflessivi e suppositivi di chi intende compiere una determinata azione.
Descrizione: l’enunciato delle proposizioni comprese in questa categoria diparte da un’esplicita
dichiarazione e comunicazione.
Soggettivazione: questa categoria comprende le trasformazioni narrative con le quali si scoprono
i processi cognitivi e argomentativi di chi compie l’azione.
Atteggiamento: questa categoria è comprensiva delle trasformazioni che permettono al lettore di
comprendere lo stato d’animo, introducendo sintagmi verbali che esprimono sentimenti, percezioni,
sensazioni personali.
3.5 Gli stili espositivi
Demetrio (1999) propone un possibile modello di analisi delle produzioni narrative autoreferenziali
finalizzato a ricevere ed evidenziare la presenza delle modalità mentali che si avvalgono delle
seguenti forme evocative:
• Descrittive ed espositive: questa categoria comprende tutte le forme evocative che
l’autore adatta per illustrare particolari oggetti, situazioni e per narrare vicende che hanno
per lui un determinato significato emotivo, per raccontare visioni indimenticabili e vicende
indelebili
• Riflessive e argomentative: in questa categoria sono inclusi i processi meditativi che si
soffermano su ricordi, sensazioni e le sequenze narrative nelle quali l’autore si ferma a
ripensare a quanto accaduto in determinati frangenti, cercando di ricostruire e chiarire quali
sono gli aspetti che sfuggono ancora ad una piena comprensione. L’autore prende spunto
dai ricordi per aprire una discussione
• Autoriflessive: in questa categoria sono compresi i momenti meditativi, intimistici, riflessivi
che l’autore si concede nella narrazione per riflettere su se stesso. Lo scrittore riscopre le
proprie emozioni e sensazioni mettendo in luce la parte più profonda della propria
personalità.
• Ecologiche: in questa categoria rientrano tutti i periodi che privilegiano le narrazioni di
particolari luoghi, ambienti, paesaggi. Le descrizioni sono dettagliate e rappresentano il
contesto, l’ambientazione, la scenografia che ha fatto da sfondo all’intreccio della vita
dell’autobiografo.
• Eterologiche: in questa categoria sono inclusi tutti i periodi narrativi nei quali l’autore
ripercorre il proprio percorso di vita utilizzando una prospettiva narrativa decentrata,
narrando quasi in terza persona
Raggruppando le diverse forme espositive si possono individuare 3 forme espositive ciascuna con
caratteristiche proprie per quanto riguarda il contenuto, il linguaggio utilizzato e la temporalità.
Il primo stile: curricolare, è caratterizzato dal fatto che il racconto si presenta freddo e didascalico,
formale e impersonale, non trapelano stati d’animo ma soltanto la descrizione dei fatti e l’uso della
3° persona o del si impersonale. In esso prevalgono, rispetto alla dimensione temporale, il passato
con escursioni verso il presente o il futuro, e sul piano degli eventi, relazioni di causa-effetto.
La dimensione emozionale è totalmente assente. Il narratore preferisce individuare cause di tipo
esterno su cui non può avere un controllo.
Il secondo stile: emotivo, riferisce solo ed esclusivamente una giustapposizione di emozioni. Il
soggetto parla a flash e il racconto svolge tutto al presente.
In questa cosa la persona che narra solo emozioni dà per scontato che l’ascoltatore sappia già
quello che gli è successo e lo possa comprendere.
Una narrazione fortemente emotiva può riguardare situazioni molto drammatiche oppure quando si
è in presenza di soggetti problematici con un processo cognitivo fortemente deficitario.
Il terzo stile: autoriflessivo ed esso i fatti vengono narrati in modo sequenziale e collegati gli uni
agli altri.
C’è un equilibrio tra aspetto emotivo e quello descrittivo e una concettualizzazione cognitiva ed
emotiva più completa.
Per quanto riguarda la relazione comprare l’aspetto della mediazione tra il mondo interno e il livello
di elaborazione cognitiva dei fatti attraverso il linguaggio.
Questo è uno stile che coniuga la dimensione del passato e quella del presente all’interno di una
relazione dinamica. In esso è presente il ricordo legato all’evento passato intorno al quale l’io
narrante riflette e argomentata partecipandovi di nuovo emotivamente.
CAPITOLO 4 – LA RELAZIONE NEL PROCESSO NARRATIVO AUTOBIOGRAFICO
Nella relazione che si instaura tra chi narra e chi ascolta, assumono un ruolo determinante gli
aspetti di alleanza e condivisione tra i 2 partner, la reciprocità e la circolarità della comunicazione,
l’empatia e l’ascolto attivo.
Considerando le finalità del processo narrativo autobiografico si può dare che per chi ascolta sarà
importante:
• Portare il soggetto che narra a costruire una storia significativa che abbia valore per lui e
per chi ascolta
• Supportare il narratore a ritrovare la propria soggettività in ciò che racconta
• Riflettere in maniera prudente su quella che l’altro sta in quel momento raccontando allo
scopo di comprendere il suo punto di vista e l’immagine che vuole trasmettere di sé
Lo scopo di chi ascolta sarà quello di comprendere il punto di vista dell’altro, l’immagine di sé che
l’interlocutore cerca di trasmettergli e l’immagine che quest’ultimo ha di lui.
Dal punto di vista di chi narra l’autobiografia permette di dare significato a eventi che riguardano il
sé dell’individuo. La finalità principale riguardo al narratore è quella di comprendere le conoscenze
che ha rispetto a se stesso e alle esperienze frammentate che fatto in un tutto più organico,
mettendo in atto delle operazioni di selezione e organizzazione diverse del materiale al fine di
correlare fra loro gli aspetti di mutabilità del sé con gli aspetti di stabilità.
L’autobiografia implica la creazione di nuove interconnessioni concettuali e categoriali all’interno
dei propri sistemi di riferimento. Tali legami portano l’individuo ad essere più autonomo perché egli
sente di avere delle strategie diverse di intervento sulla realtà.
4.1 Contenimento ed empatia nel processo narrativo autobiografico
La diade narratore-ascoltatore implica una relazione complessa con diverse dimensioni consce e
inconsce, reali e proiettive. Si crea una specie di schema di relazione duale per la cui
comprensione può essere opportuno fare riferimento ai concetti proposti da Winnicott di madre-
ambiente e di preoccupazione materna primaria.
Questi concetti indicano la funzione di accudimento che una madre svolge nei confronti del figlio
alla nascita e solitamente nei primi mesi di vita. È importante ottenere nella relazione con la madre
la soddisfazione dei propri bisogni, la coerenza nelle risposte e la prevedibilità delle risposte
stesse.
Il prerequisito per uno sviluppo armonico è dato dalla comprensione della madre, dalla sua
disponibilità a contenere nella sua mente il bambino con la sua identità affettiva e il suo mondo
emotivo.
Il gesto materno è un segnale di risposta al bambino che somma la comprensione della madre a
quella del bambino. In questo caso si ha una circolarità favorevole di significatività dei segnali che
rappresenta un inizio di simbolizzazione di uno stato emozionale.
Questa circolarità e la funzione di comprensione-contenimento la si ritrova in ogni situazione di
colloquio e in particolare nella relazione di aiuto.
Va detto che il soggetto che si rivolge ad un operatore psico-sociale per chiedere aiuto si trova in
un momento della propria vita in cui ritiene di non possedere la capacità di far fronte
autonomamente ad un evento complesso.
Diversamente dalla diade madre-bambino l’ascoltatore e il narratore provengono da esperienze
diverse e distanti tra loro, infatti, possiedono un proprio sistema di credenze personali e
professionali.
Il primo obiettivo sarà quello di creare tra queste 2 individualità uno spazio condiviso in cui gli
aspetti della storia professionale dell’uno e dell’altro convergono.
La narrazione, quindi, si colloca in questo spazio condiviso in cui l’operatore psico-sociale svolge
la funzione di madre ambiente.
Inoltre, la dimensione asimmetrica viene ridimensionata significatamente in quanto chi ascolta non
si pone dal punto di vista della valutazione alla ricerca di dedurre conseguenze causa-effetto ma si
orienta a costruire connessione tra i fatti narrati secondo la logica della circolarità.
Va ricordato che il mondo in cui ognuno vive ha una doppia qualità di essere:
a) Reale = oggettivo
b) Fantasmatico = soggettivo
Si può dire che ognuno di noi ha contemporaneamente un mondo esterno (la realtà) e un mondo
interno (le emozioni, gli affetti).
Noi viviamo parallelamente a livello della membrana elastica e permeabile che mette in contatto i 2
mondi e che rappresenta il luogo in cui le emozioni si traducono prima in pensieri e poi in racconto.
Nella narrazione di sé, narratore e ascoltatore funzionano entrambi al doppio livello del proprio
mondo interno e del proprio mondo esterno.
Chi narra ha l’obiettivo di mettere a contatto il proprio mondo interno con il mondo esterno che è la
realtà condivisa del colloquio autobiografico e delle possibili credenze condivise.
L’ascoltatore si pone l’obiettivo di avvicinarsi al mondo interno del narratore per comprendere il
significato della sua narratore utilizzando il contenuto manifesto della storia narrata.
4.2 Gli strumenti: il colloquio
Il colloquio è uno strumento di indagine usato in ambiti e contesti diversi e consiste in uno scambio
verbale tra almeno 2 soggetti in una situazione dinamica di interazione psichica che permette lo
sviluppo di un processo di conoscenza. Per raggiungere questo obiettivo ci si basa sul consenso a
discutere, parlare, trattare insieme un tema o un argomento.
4.2.1 La cornice del colloquio
Il colloquio in quanto strumento deve ottemperare a precise regole di funzionamento ed essere
strutturato in modo coerente con gli obiettivi che si propone.
Il colloquio, inoltre, è uno strumento il cui funzionamento è intrinseco a:
• Funzionamento cognitivo ed emotivo dell’osservatore-operatore
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