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MRP=MFC MP*MR=MP*MC MC=MR
à à à
La regola per l’utilizzo dei fattori nel caso di un’impresa in concorrenza
L’equazione MRP=MFC
Nel caso di un’impresa price taker sarà allora MPL * p = w
Preferiamo comunque scrivere MRP=w per il prossimo passaggio
Notiamo che per ogni salario (w0) la curva di domanda del fattore dell’impresa coincide con il ricavo marginale del prodotto (MRP) di quel fattore
La curva di domanda del fattore è decrescente, cioè all’aumentare del salario di mercato, l’impresa diminuisce la quantità domandata. Si noti che se
w aumenta, nello SR l’impresa impiega meno L e necessariamente produce di meno. Questo è il c.d. effetto di scala
8.2.2 la domanda dei fattori nel LR
Nel LR quando il prezzo di un fattore aumenta ci sono due effetti che determinano la variazione finale della sua quantità domandata. Oltre all’effetto
di scala (presente anche nello SR) c’è anche l’effetto sostituzione, perché nel LR è possibile sostituire un fattore con l’altro
L’effetto sostituzione fra fattori
È quell’effetto per il quale, se varia il prezzo di un bene, varia inevitabilmente il suo prezzo relativo, cioè il suo prezzo relativamente all’altro.
Quando il prezzo di un fattore aumenta l’effetto sostituzione fra fattori è sempre negativo, in quanto il bene a cui è aumentato il prezzo è diventato
relativamente più costoso rispetto all’altro, dunque l’impresa sostituirà una parte del primo con una parte del secondo.
L’effetto di scala
È quell’effetto per il quale la quantità ottimale di produzione varia.
Se aumenta il prezzo di un fattore, la quantità ottimale di produzione diminuisce necessariamente, questo significa che l’impresa dovrà diminuire
l’uso di uno dei due fattori, tuttavia questo non significa che diminuisca necessariamente quella del fattore a cui è aumentato il costo. Dipende dalla
mappa degli isoquanti. Ci sono due casi:
’effetto di scala è negativo: l’impresa diminuisce solo l’uso del fattore a cui è aumentato il costo (e aumenterà l’uso dell’altro) oppure diminuirà l’uso
di entrambi i fattori
l’effetto di scala è positivo: l’impresa aumenta l’uso del fattore a cui è aumentato il costo (e diminuisce l’uso dell’altro)
metodo grafico per isolare i due effetti
per isolare l’effetto sostituzione ipotizziamo che dopo l’aumento di W, l’impresa non cambi il volume di produzione, la variazione che si registra nella
quantità usata di L è l’effetto sostituzione , sempre negativo (se w aumenta)
tuttavia quando w aumenta, necessariamente diminuisce il volume di produzione ottimale, quindi l’impresa si sposta su un altro isoquanto. Nella
figura l’effetto di scala è negativo, ma può capitare, anche se più difficile, che sia postitivo.
La variazione nell’uso di L è la somma dei due effetti
La somma dei due effetti
Se il prezzo di un fattore aumenta, la somma dei fattori sarà sempre negativa. (anche quando l’effetto di scala sarà positivo, sarà minore
dell’effetto sostituzione)
Quindi in definitiva se un fattore diventa più costoso l’impresa ne ridurrà sempre la quantità domandata
La curva di domanda del fattore è decrescente
Capitolo 9 – l’equilibrio nei mercati concorrenziali
Fino ad ora abbiamo trovato tutte le curve di domanda e offerta (delle famiglie e delle imprese). Ora vedremo come si formano i prezzi di mercato e
che effetti hanno.
Lo faremo nei mercati concorrenziali, prima li descriveremo, poi passeremo all’equilibrio che si forma in questi fra domanda e offerta
9.1 il modello della concorrenza perfetta
Illustreremo prima le ipotesi fondamentali, poi cercheremo nella realtà i mercati che assomigliano di più al modello
9.1.1 le ipotesi fondamentali
Sono 4
Valgono sia nel mercato del prodotto, sia i quello dei fattori
Le prime 3 parlano del lato dell’offerta, l’ultima del lato della domada
i venditori non fanno il prezzo (la quantità offerta dal venditore non influisce sul prezzo. quindi il venditore non osserva nemmeno le mosse della
concorrenza)
i venditori non adottano comportamenti strategici (è conseguenza della prima ipotesi, i venditori non hanno potere di mercato, quindi nel fare scelte
in un dato momento considerano il prezzo di mercato costante al variare del loro comportamento)
non esistono ostacoli all’ingresso di nuovi venditori nel mercato (quando qualcuno che vuole entrare in un mercato lo fa, deve sostenere dei costi
iniziali particolari, ipotizziamo qui che questi costi siano tali da permettere la libera entrata di tutti nel mercato. All’estremo opposto si parla di
entrata bloccata, quando ci sono delle barriere d’entrata, che possono essere legali, tecnologiche, o comunque tutti i casi in cui ci sia un costo tale
da dissuadere ogni nuovo venditore ad entrare)
gli acquirenti non fanno il prezzo (anche gli acquireti, come i venditori, non fanno il prezzo, cioè non hanno potere di mercato
9.1.2 La struttura di mercato concorrenziale
A livello teorico le caratteristiche sono quelle citate, a livello pratico si riconosce un mercato concorrenziale dalle condizioni in cui operano acquirenti
e venditori, ovvero dalla struttura di mercato, che è scomponibile in 5 aspetti (relativi anche ui sia al mercato dei fattori sia a quello dei prodotti)
- numero di compratori (più il numero dei compratori è numeroso e più è probabile che gli acquirenti non facciano il prezzo)
- numero di venditori (se il numero di venditori è alto e nessuno di essi ha una quota di mercato relativamente grande è probabile che nessuno di
essi faccia il prezzo e di conseguenza che non adottino comportamenti strategici. In questi casi l’elasticità della domanda di ogni impresa al prezzo
sarà molto elevata)
- il grado di sostituibilità tra i prodotti dei diversi venditori (due prodotti vengono definiti beni omogenei se i consumatori li considerano identici o
quasi, più i beni sono omogenei, più i venditori saranno price taker, e quindi non adotteranno comportamenti strategici. Se un’impresa riesce a
differenziare il suo bene, cioè a far credere che il suo bene è sensibilmente diverso, potrà in una certa misura fare il prezzo e adottare
comportamenti strategici)
- il livello d’informazione dei compratori sui prezzi e sulle diverse possibilità a disposizione (più i compratori si informano velocemente, più ciò che
si vende è sensibile al prezzo. se i compratori si informano molto velocemente sul prezzo e sono informati di tutte le possibilità a disposizione, i
venditori dovranno adeguarsi ad essere price-taker e a rinunciare a comportamenti strategici)
- facilità di entrata nel mercato (non ci devono essere barriere all’entrata el mercato, così che ci sia libertà d’entrata)
Come si riconosce una struttura di mercato concorrenziale
Premettendo che non esiste alcune mercato che sia perfettamente concorrenziale e nessuno che non lo sia nemmeno un po’, ci sono molti mercati
che si possono dire altamente concorrenziali (latte o pomodoro) e altri che lo sono davvero poc, per l’assenza di uno o più degli aspetti citati.
Ad ogni modo, anche nei mercati concorrenziali c’è un orizzonte di tempo, che definiamo breve periodo, entro il quale nessuno può riuscire ad
entrare effettivamente nel mercato con prodotti pronti alla vendita. Nel lungo periodo, come detto, visto che non ci sono barriere, può variare il
numero delle imprese nel mercato.
possiamo ad ogni modo dire che, anche se non esiste alcune mercato perfettamente concorrenziale, il modello della concorrenza perfetta descrive i
modo più che adeguato i mercati altamente concorrenziali.
9.1.3 l’equilibrio concorrenziale di SR
Dobbiamo innanzitutto ricavare la curva di offerta del mercato da quella di offerta delle singole imprese
L’offerta di marcato
Per farlo sommiamo orizzontalmente le curva di offerta delle singole imprese, cioè ad un dato prezzo di mercato il mercato offre una quantità che è
pari alla somma di quanto ogni singola impresa offre a quel prezzo
Chiamiamo la curva ottenuta S, in particolare SSR
La domanda di mercato
Come descritto nel capitolo 3, la curva di domanda del mercato è la somma orizzontale di tutte le curve di domanda delle singole famiglie, la
chiamiamo D, in particolare DSR
Equilibrio di mercato
Ricordiamo che S è crescente e D è descescente
Troviamo graficamente il punto di equilibrio nel punto di intersezione fra S e D.
Il prezzo di equilibrio sarà dunque quel prezzo al quale la quantità domandata e quella offerta si equivalgono
Il punto di vista del singolo venditore
Trovato il prezzo di equilibrio, cioè quello che sarà di fatto (dopo un breve periodo di adeguamento) il prezzo di mercato, notiamo che la curva di
domanda della singola impresa (cioè quello che chiede il mercato all’impresa) è piatta, costante in corrispondenza di tale prezzo. se infatti l’impresa
decidesse di vendere a un prezzo appena più alto non venderebbe nulla. D’altra parte si consideri che l’impresa al prezzo di mercato vende tutto ciò
che produce, quindi non ha alcun motivo per abbassare, anche di poco, il prezzo, ne avrebbe se non vendesse tutto ciò che produce.
Per il singolo venditore d è piatta ed è =p ed è anche =AR e =MR
Il singolo venditore offrirà quella quantità in corrispondenza della quale la sua curva di s (ricordiamo crescente) interseca la curva d (costante).
Il ruolo del prezzo
Il fatto che non ci sia nessuna restrizione a come il prezzo possa variare assicura che ci sia corrispondenza fra quantità domandata e quantità
offerta, quindi tutti gli acquirenti che sono disposti a pagare una certa cifra per un bene, potranno acquistarlo (non ci saranno mai condizioni di
scarsità) e tutti i venditori che sono disposti a vendere un bene a una certa cifra, lo venderanno (non ci sarà mai una quantità di bene che rimarrà
invenduta).
Per questi motivi, in un mercato concorrenziale venditori e compratori avranno bisogno di una sola informazione per fare le proprie scelte: il prezzo
Il modello di equilibrio
Per arrivare alla quantità e al prezzo di equilibrio, questa è la prassi:
si ricavano le singole individuali curve di domanda dei consumatori e curve di offerta dei venditori
si ottengono le curve di domanda e di offerta del mercato (per somma orizzontale di quelle individuali)
si trova il punto di equilibrio (intersezione fra D e S)
si determinano (a partire dal prezzo di mercato) i livelli di produ