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CODICI ARTICOLATI A NUMERO FINITO DI STRINGHE:
Ad esempio la targa di una macchina: AX 810 CH
C’è un numero fisso di posti (7 posti suddivisi in due lettere europee, 3 numeri, due lettere). Questo
ci permette di avere un numero molto elevato di targhe diverse...parliamo di centinaia di milioni di
raggruppamenti possibili.
CODICI ARTICOLATI A NUMERO POTENZIALMENTE INFINITO DI STRINGHE
Tre grandi linguaggi ci invitano a fare un passo ulteriore. Questi linguaggi sono quelli della cifrazione (cifre per
identificare i numeri) quello delle operazioni (aritmetiche e matematiche) il linguaggio verbale (delle lingue
storico-naturali).
Per cui la definizione semantica: data una cifra, anche enorme, è sempre possibile aggiungere una unità e avere
una cifra superiore:dato un miliardo di miliardi è sempre possibile avere un miliardo di miliardi e uno, e la
definizione sintattica : ”: data una cifra anche lunghissima, è sempre possibile avere una cifra più lunga d’un posto:
se ho 9.234.675.821 è sempre possibile avere una cifra con un posto in più e avere 92.346.758.211. E' possibile
quindi affermare che il numero dei numeri è un numero infinito o potenzialmente infinito perchè nessuno li ha mai
contati e quindi diciamo che in potenza può crescere a dismisura ma ad una condizione: che k (il numero dei posti
delle cifre) sia infinito! Quindi con un numero anche piccolo di unità di base noi otteniamo un numero
potenzialmente infinito di stringhe diverse, di disposizioni con ripetizioni diverse.
Tale meccanismo che troviamo nell’aritmetica elementare e nelle lingue anche se operiamo con un
numero limitato di numeri., ci porta a considerare che abbiamo un numero potenzialmente infinito di addizioni
(possiamo sempre immaginare di aggiungere un addendo all’addizione...) ugualmente succede con le lingue, ed
in particolare con le loro frasi in quanto, sebbene abbiamo un numero limitato di lettere, possiamo sempre
aggiungere una parola nuova (k tende all’infinito). L’aritmetica elementare e le lingue sono esempi di codici
semiotici combinatori che prevedono stringhe di numero potenzialmente infinito.
Ciò che garantisce la infintà potenziale delle frasi di una lingua è il meccanismo combinatorio.
LEZIONE 10 Strutture profonde
Strutture profonde
La struttura profonda è la cifrazione posizionale decimale, quella araba a cui siamo abituati nell’uso scolastico e
nell’uso quotidiano dove non conta sola la forma superficiale evidente dei numeri ma anche questa dimensione
profonda che cercheremo di esplorare.
Per comprendere ciò partiamo da una domanda che può essere bizzarra: La cifra “11” vuole dire undici?
La risposta corretta, come è “spesso vuole dire undici”, anzi diciamo generalmente nella vita quotidiana se ci capita
di vedere questa cifra leggiamo tranquillamente undici, però non sempre è così, a volte questa sequenza (uno uno)
può voler dire tre e magari quattro; cerchiamo di comprendere ciò con una forma bizzarra : Uno e uno può voler
dire tredici.
Parlando ad es. dei segni dello zodiaco e abbiamo ciascun segno individua un periodo dell’anno e individua
quindi le persone nate in quel periodo dell’anno, per esempio il segno dell’ariete individua un periodo dell’anno
che va dal 21 di marzo al 20 aprile e individua anche le persone nate in quel periodo.
Ora guardiamo la cosa dal punto di vista della semiotica.
Il segno dell’ariete è un segno completamente diverso da tutti gli altri, cioè è un segno che si contrappone a tutti
gli altri con un suo significante, un suo significato globale,senza che risulti dalla combinazione di elementi
riconoscibili con un loro significato, in questo caso abbiamo a che fare con un codice a segni non articolati; oppure
altro esempio le sigle,le formule di classificazione dei libri in una biblioteca: A, B, C ..... sale : A= storia , B=
geografia etc etc .... I, II, III ... scaffale (I= libri di inglese, II= Francese...) a,b,c,....ripiano (a=fino a 1799.....) dove
come spesso accade le lettere maiuscole dell’alfabeto che aprono la sigla indichino le diverse sale della biblioteca,
i numeri romani indichino gli scaffali nella sala, le lettere minuscole i ripiani degli scaffali etc ..etc per cui abbiamo a
che fare con una combinazione, una disposizione delle unità di base che possono figurare in questi quattro posti ,
oppure le targhe delle macchine che ci aiutano ad individuare il singolo veicolo in mezzo agli altri.
Tornando al siglario delle biblioteche, possiamo valutare i quattro elementi non solo nella loro evidente
combinazione nella stringa così come ci si presenta in superficie, ma ad es.al bibliotecario possono rivelare
qualcosa di più: Il bibliotecario o l’utente esperto sa che la sala A non è solo la sala A, è la sala dei libri di storia, sa
che “I”, “II” o “III” non vuole dire soltanto scaffale ma scaffale dei libri francesi e che i ripiani sono organizzati per
ordine cronologico; sicché una sigla come “A III b 7” non solo è diversa superficialmente, come diverse sono le
targhe delle macchine; per cui in superficie abbiamo una visibilità, ma possiamo sapere qualcosa di più,cioè che
le sigle ci parlino in aggiunta di qualcosa di più e ci dicano che una è una sala di storia,e l’altra è una sala di
scienze, in sostanza ci danno delle informazioni che in superficie immediatamente non emergono.
Torniamo ora alla nostra strana domanda e alle risposte che possono sembrare a tutta prima bizzarre.
La cifra “11” vuole dire undici? Spesso, non sempre, a volte può volere dire “tre” a volte “quattro”, a volte persino
può voler dire “tredici”.
Se pensiamo alla cifrazione posizionale decimale araba a cui siamo abituati leggiamo da destra a sinistra un
numero qualsiasi, leggiamo al primo posto le unità al secondo posto le decine e quindi una sequenza come “3” “7”
siamo abituati a leggerla come sette unità più tre decine, 7+30=37.
Se però intercaliamo altre cifre e la cifra si allunga allora quel sette che significava decine in una sequenza “7” “1”
“3” abbiamo imparato che significa sette centinaia, tre vuol dire sempre tre unità, però abbiamo intercalato questa
cifra che vorrà dire una decina messa li al secondo posto da destra.
E il nostro 11 come abbiamo imparato vuole normalmente dire una unità più una decina, 1-10=11, 37 al solito
vorrà dire sette unità più tre decine, invece 73 vuole dire, 3 unità e 7 decine ecco perché posizionale, dipende
dalla posizione che la cifra occupa il valore che poi assegniamo a questa cifra e quindi complessivamente al
numero, se sette è al primo posto da destra vuole dire sette unità ma se la stessa cifra è al secondo posto da destra
vuole dire sette decine e così il valore tre se è al secondo posto da destra vuole dire tre decine, se è al primo posto
da destra vuole dire tre unità.
713 ci si rivela composto da tre unità, una decina, sette centinaia,
7130 ci si rivela composto da zero unità, tre decina, una centinaia, sette migliaia
Nello studio della matematica decina, centinaia e migliaia sono una potenza di 10 e dobbiamo ricordare un
postulato del calcolo delle potenze: qualsiasi numero elevato alla potenza zero è uguale a uno.
11 = possiamo riscriverlo come una unità per dieci elevato alla zero cioè per uno, e per il secondo uno da destra
una unità per dieci elevato alla 1 cioè per dieci. (1x10 1x10 = 1+10=11)
0+ 1 ;
se consideriamo la cifra 37 = +3x10 7x10 = 30+7= 37;
1 + 0
713= 7x10 + 1x10 + 3x10 =700+10+3=713;
2 1 0
7130= 7x10 + 1x10 + 3x10 + 0x10 =7130
3 2 1 0
E' chiaro quindi che, il numero che è in esponente in qualche modo cresce col crescere del posto che la cifra
occupa leggendo da destra a sinistra la cifra stessa, man mano che ci spostiamo verso sinistra cresce l’esponente e
cresce però in un modo che è approfondibile dal punto di vista numerico.
E cioè guardiamo un po’ per esempio la cifra 2347:
Duemila sta al posto delle migliaia, che cosa significa, che il due va’ letto come moltiplicato per dieci elevato alla
tre, alla terza potenza, allora si può osservare che questi esponenti che di per se ci hanno detto solo che crescono
man mano che ci spostiamo nella lettura da destra a sinistra sono tutti considerabili eguali al posto che la cifra
occupa meno uno.
Dieci alla quarta è uguale al posto numero quattro meno uno, dieci alla terza uguale al posto numero tre meno
uno, dieci al quadrato è uguale al posto numero due meno uno e finalmente il posto delle unità è rappresentato
dal posto numero uno meno uno, ricordate uguale zero quindi questa elevazione a potenza ci da’ sempre come
fattore soggiacente uno, possiamo cioè riscrivere queste operazioni in questo modo: due per dieci alla terza + tre
per dieci al quadrato + quattro per dici alla prima + sette per dieci alla zero, che significano 2x1000 + 3x100 +
4x10 + 7x1.
Quindi in generale la numerazione decimale dice che le dieci cifre di base, (da uno a dieci) vanno lette a seconda
del posto che occupano in rapporto ad un fattore dieci pari al numero delle unità di base che entrano nella
cifrazione, cioè ad un fattore dieci elevato ad una potenza che è calcolabile a seconda del posto che la singola cifra
occupa nella cifra complessiva da destra verso sinistra, ma questo non significa che la base della numerazione
debba essere necessariamente dieci e probabilmente nei computer è molto diffusa un'altra numerazione, non in
base dieci ma in base due.
Nella numerazione in base due le cifre in gioco non sono le prime dieci che conosciamo dalla numerazione araba
decimale ma sono soltanto due: zero e uno.
dove zero e uno corrispondono allo stato di apertura o di chiusura di un circuito elettrico o di un circuito
fotoelettrico per cui raggi di luce che si spostano rapidamente se trovano aperto codificano uno, se trovano chiuso
codificano zero.
Questo significa che la scrittura delle cifre è diversa a seconda della posizione che occupano nel sistema numerico
che pendiamo in considerazione ; la scrittura delle cifre in base 10 sarà sicuramente diversa da quella in base 2.
Di conseguenza, la cifra in posizione (da destra) si considera moltiplicata per anziché per come
avviene nella numerazione decimale.
es:1001 = 1*2 +0*2 +0*2 *1*2 = 8+0+0+1=9
3 2 1 0
2 10
Possiamo arrivare a due considerazioni e cioè mentre nelle targhe automobilistiche quel che vale è soltanto la
superficie della stringa (AB322CD) e questo serve ad individuare un certo veicolo, nella cifrazione p