Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 11
Riassunti Geografia Economica Pag. 1 Riassunti Geografia Economica Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 11.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunti Geografia Economica Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 11.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunti Geografia Economica Pag. 11
1 su 11
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

PROSPETTIVA INDIVIDUALISTA – TEORIA ECONOMICA NEOCLASSICA-

secondo la quale la migrazione punta a una massimizzazione del reddito, a

diversi salari e opportunità lavorative.

APPROCCIO STRUTTURALISTA sostiene che vi sia un legame del processo

migratorio alla globalizzazione economica.

MODELLO CENTRO-PERIFERIA che denuncia l’inuguaglianza del sistema

economico. Il centro che è più ricco e detiene il controllo dell’economia, viene

definito core; mentre la periferia, il ring, è un’area più povera dove la

migrazione rappresenta uno strumento d’inserimento.

TEORIA DEI SISTEMI MIGRATORI che crea i presupposti per l’affermarsi di

uno spazio sociale transnazionale, dove vengono rotti i confini fra 2 o più

stati-nazioni per creare un unico spazio sociale. Gli emigrati mantengono la

loro cultura, ma allo stesso tempo si legano al paese di arrivo creando spazi

deterritorializzati, dove vengono sfruttati i vantaggi di operare in due paesi.

Il tema dell’integrazione, inteso come inserimento degli immigrati nella

società è molto complesso ed è possibile distinguere fra politiche e processi

di integrazione; le prime non sono altro che interventi pubblici volti alla

gestione e governo dell’immigrazione, mentre i secondi si occupano di

integrazione a livello economico, religioso, culturale e territoriale. Vi sono 3

diversi modelli di integrazione:

MODELLO PLURALISTA (Gran Bretagna): l’integrazione è intesa come

uguaglianza. Gli immigrati si integrano mantenendo la propria cultura

( politica di differenza e accettazione della diversità).

MODELLO ASSIMILAZIONISTA (Francia) : l’integrazione è intesa come

somiglianza. Vengono rimosse tutte le differenze culturali, religiose e

riconosciuto un unico contratto sociale con il quale lo stato riconosce diritti e

doveri.

MODELLO FUNZIONALISTA (Germania): gli immigrati sono considerati

stranieri precari, da rimpatriare alla prima occasione e sfruttati per il

fabbisogno interno.

Negli Stati Uniti, si è prima sviluppato il MELTING POT, cioè un abbandono

da parte degli immigrati della loro cultura per omogenizzarsi con una più ricca

e nuova, e successivamente il SALAD BOWL, dove gli immigrati si integrano

mantenendo la loro cultura.

In Italia nel 1998 viene riconosciutala funzione economica dell’immigrazione

e posti i principi per l’integrazione, con la legge n°40 Turco-Napolitano. La

legge 198/2002 Bossi-Fini, si introduce una politica di contenimento, cioè

l’immigrazione viene tollerata fin quando risulta funzionale all’economia

italiana.

L’ immigrazione è un fenomeno sociale che investe soprattutto gli ambienti

urbani. Le città favoriscono o ostacolano l’integrazione di questi individui. Con

il termine multiculturalismo, si esprime la compresenza di molteplici comunità

e quindi etnie; il monoculturalismo, secondo Amartia Sen, non è altro che una

minaccia da parte delle culture straniere verso la società di accoglienza; il

multiculturalismo, secondo Baumann, è l’accettazione della diversità culturale

da parte della società ma non l’amalgamazione con essa.

La scuola di Chicago, si concentra sulle dinamiche spaziali delle popolazioni

urbane con un approccio ecologico, secondo il quale, la società si adatta

all’ambiente. All’interno della realtà urbana si sviluppano le segregazioni,

conseguenza della divisone delle classi sociali ed etniche. Essa è intesa

come fase di passaggio che si conclude con l’assimilazione. Se la fase di

assimilazione non viene completata, verranno costituiti dei quartieri etnici.

Il Mediterraneo nel corso della storia è sempre stato caratterizzato da flussi

migratori, i quali provenivano soprattutto da paesi sud orientali, poveri e

caratterizzati da squilibri politici. A causa della cosiddetta fortezza europea,

molti emigrati sono costretti a rimanere nei paesi di transito; oggi con

l’esagerato flusso dei nuovi poveri, che invade il nostro paese in cerca di

ricchezza, è necessaria una nuova politica che argini questo fenomeno

talvolta pericoloso.

Capitolo 4

Il fine della produzione industriale è lo scambio, e quindi la vendita del bene.

Proprio per questa ragione, l’industria mostra parecchia attenzione al mercato

degli acquirenti, dei fornitori e ai cambiamenti sociali. Gli economisti classici

studiano l’impresa, l’imprenditore e il mercato; infatti, secondo l’economista

Adam Smith, l’equilibrio generale di uno spazio, si ottiene con la naturale

distribuzione dei mercati e dei lavoratori specializzati, in ogni città. Questo

modello di sviluppo si basa quindi sull’urbanizzazione e sulla distribuzione

degli investimenti. La teoria economica neoclassica, che studia i

comportamenti dell’impresa e dell’imprenditore affinché ottengano il massimo

profitto, considera lo spazio dato ininfluente sull’agire umano.

Parlando di produzione agricola e vendita sul mercato, il produttore più vicino

fisicamente al mercato ha più vantaggio economico rispetto al produttore più

distante. Questa riflessione è stata fatta da Von Thunen, che predilige i centri

urbani per la presenza del mercato e riconosce quindi un valore superiore, la

rendita, ai terreni vicino ad esso. Von Thunen, studiando il territorio tedesco,

individua nel costo del trasporto una discriminante che differenzia un terreno

da un altro. I terreni più vicini al mercato, ricavano una rendita agricola più

elevata con costi di trasporto inferiori, rispetto alla periferia, dove si

localizzano prodotti meno pregiati con una rendita inferiore e costi di trasporto

elevati.

Nel ventesimo secolo, si ha lo sviluppo dell’industria, in primis in Inghilterra.

Weber propone una teoria della localizzazione industriale, spiegando le

scelte localizzative dell’industria per massimizzare l’utile e ridurre i costi.

Secondo Weber, i costi delle materie prime variano a seconda del costo del

trasporto, mentre, il costo del lavoro e dei terreni è uguale nelle varie località;

ammette anche degli squilibri come la perdita di peso delle materie,

l’agglomerazione fra imprese e la variabilità del costo del lavoro in base alle

diverse località. Weber effettuando i suoi studi su un territorio continuo,

isomorfo e isotropo, presuppone l’esistenza di:

FATTORI LOCALIZZATIVI: generali, agiscono per tutte le industrie; specifici,

agiscono per alcune industrie; regionali, agiscono in una regione specifica.

FATTORI DI AGGLOMERAZIONE: interni o esterni all’industria.

MATERIE PRIME: ubiquitarie, distribuite ovunque; ubicate, distribuite in

luoghi definiti; pure, non perdono peso; lorde, perdono parte del loro peso.

CLASSIFICAZIONE DELLE INDUSTRIE: materie prime, energia, mercato dei

prodotti (producono beni di consumo finale), mercato del lavoro (impiegano

manodopera qualificata).

L’impresa non subisce il mercato ma lo condiziona, imponendosi sulle altre

imprese con processi di innovazione. Per Schumpeter l’innovazione può

essere: produttiva, di mercato, organizzativa, tecnologica e finanziaria.

Teorie dell’innovazione di Schmookler: demand pull, influenza esercitata dalle

forse economiche.

di Rosenberg: technological push, le imprese introducono nuovi prodotti e

tecnologie in modo continuo.

L’innovazione può svilupparsi per contiguità (MODELLO A CHIOCCIOLA) o

dalle aree centrali a quelle periferiche (MODELLO GERARCHICO).

Teoria dei cicli economici di Kondratiev: le onde di Kondratiev rappresentano i

cicli economici nei quali si alternano sistematicamente periodi di espansione

e sviluppo e fasi di crisi.

TEORIA DELLA POLARIZZAZIONE DI PERROUX: per polarizzazione si

intende integrazione fra imprese che svolgono la loro attività produttiva

indotte dall’impresa principale. Quindi lo spazio è organizzato in poli le quali

attività si fondano su principi gerarchici; i poli di ordine superiore si legano a

quelli inferiori. Questa teoria influenzò le teorie di Myrdal con il modello causa

azione circolare cumulativa, secondo il quale lo sviluppo di un’impresa su un

territorio comporta lo sviluppo del settore, della manodopera, di altre imprese

e dell’occupazione; teoria centro-periferia di Friedmann secondo cui il centro

più ricco e organizzato è circondato da una periferia sottosviluppata.

La società post industriale è caratterizzata dalla prevalenza del settore

terziario, che si sviluppa nei paesi più avanzati. Tutto ciò viene definita

terziarizzazione dell’economia.

L’organizzazione territoriale delle imprese è caratterizzata dal modello

distrettuale: piccole e medie imprese specializzate in specifiche lavorazioni

costituiscono dei veri e propri distretti, dove si dividono le fasi della

produzione. Questo modello valorizza le piccole e medie imprese, anziché la

grande impresa, su cui faceva perno la politica industriale. Il modello

distrettuale è stato sostituito dai cluster di impresa, cioè una concentrazione

di imprese che operano nella stessa filiera.

La forte crescita delle attività terziarie ha dato vita al decentramento

produttivo, che da spinta alla dimensione locale della produzione. La

dimensione globale non esisterebbe se non ci fosse un contributo a livello

locale e nazionale. Esse sono collegate da reti.

Il paradigma reticolare spiega la relazione fra nodi e flussi, che può essere di

tipo gerarchico (dipendenza dal nodo più sviluppato), paritario (stesso piano),

transcalare( nodi che operano sia su scala locale che internazionale).

Capitolo5

La geografia urbana studiala città come insediamento fisico e come sistema

di relazioni socio-economiche. La città non viene considerata come un’entità

a se stante ma bensì come un’entità dinamica che crea rapporti a livello

locale, regionale, nazionale e globale. La città è un organismo complesso che

rappresenta la società e la sua cultura, ma allo stesso tempo è il centro

dell’economia, del mercato e degli organi decisionali. L’urbanizzazione nel

mondo antico viene rappresentata dalla polis greca e dall’urbs romana. Oggi

la differenza fra città viene interpretata con la variabile industria e i modi di

produzione. La città industriale crea un forte legame fra città e industria, ed è

un organismo complesso in continua trasformazione.

Alonso, riadotta la teoria de Von Thunen sulla rendita agricola alla città,

dando vita alla rendita urbana, che si fonda sugli equilibri di mercato, della

domanda e dell’offerta. Alonso propone uno spazio dove la variabile

principale &e

Dettagli
A.A. 2015-2016
11 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/02 Geografia economico-politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gioiloveshopping di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Scrofani Luigi.