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W) WWW
W)
(
= − ( + = − −
||
∆ ∆ / 0 0 /
∆ 1 1
= − =− ∙ =− = (1 − )
|| || ||
∆ Per l’impresa 1 è come se l’asse verticale del grafico si sia
spostato nel punto in cui vi è perché quella parte di
0
domanda complessiva è già soddisfatta dall’impresa 2. La sua
In concorrenza perfetta, l’elasticità è infinita, quindi il WWW
W) WWW
W),
( (
− < . = −
intercetta verticale sarà Se la
coefficiente angolare della curva di domanda orizzontale è 0. 0 0
domanda dell’intero mercato sarebbe soddisfatta solo
Nel ricavo marginale vi è il reciproco dell’elasticità, quindi dall’impresa 2 con la quantità prodotta Q2.
/ = ∞ e MC = P: più è elevata l’elasticità, più diminuisce la
?
differenza tra P ed MC e più sarà schiacciata la pendenza della
curva di domanda.
Nella concorrenza monopolistica, il prezzo non può essere pari
al minimo della curva LAC perché la quantità Q* che
massimizza i profitti si trova nel punto in cui MC = MR: il
costo marginale (crescente) passa per il punto di minimo della
LAC, quindi deve per forza intersecare MR a sinistra di Q*,
dove la LAC è nel suo tratto decrescente. Associata a questa curva di domanda decrescente dell’impresa
1 ci sarà una curva di ricavo marginale (che parte
dall’intersezione verticale della curva di domanda, cioè
WWW
W)).
( − La quantità che per l’impresa 1 massimizza i
0
profitti è quella per cui MC = MR = 0, che si venderà al prezzo
P sulla retta della domanda.
WWW
W) WWW
W)
(
= − ( + = − −
/ 0 0 /
WWW
W)
(
= − − 2
/ 0 / WWW
W
−
In concorrenza perfetta nel breve periodo, la curva di offerta 0
WWW
W) /∗ /∗
(
0 = − − 2 ⇒ =
0 2
corrisponde al tratto crescente della curva di costo marginale
(MC), che parte dall’intersezione con la curva di costo medio
variabile (AVC). Nel caso di forme di mercato non Q
Questa si chiama funzione di reazione in funzione di :
0
concorrenziali, come il monopolio, non esiste una curva di /∗
= ( ). Tutto ciò vale simmetricamente per l’impresa 2,
/ 0
offerta perché la regola di massimizzazione del profitto è MR quindi possiamo definire anche:
= MC e corrisponde a una sola quantità Q* a cui non possiamo
associare uno specifico prezzo perché le curve di costo −
/
0∗
marginale (e quindi di domanda) che passano per il punto MR = 2
= MC sono infinite e i prezzi che corrispondono a quella
determinata quantità in diverse curve di domanda sono diversi. 0∗
=
Questa è la funzione di reazione in funzione di :
/
( ).
Nel grafico con in ordinata e in ascissa si
0 / 0 /
Oligopolio
rappresentano le funzioni di reazione: la avrà intercetta
/
/2 /;
verticale e intercetta orizzontale la avrà le
0
Nell’oligopolio il prodotto è omogeneo e vi sono poche intersezioni con gli assi invertite, quindi intercetta verticale
imprese, ciascuna con una quota di mercato rilevante (e non / /2.
e intercetta orizzontale Esiste una coppia di
infinitesima come in concorrenza perfetta). Quando quantità (finali) per cui non ci sarà più incentivo per le imprese
un’impresa prende una decisione, quindi, le altre reagiranno di a cambiare queste quantità e si trova nel punto di intersezione
conseguenza: teorizzare questa reazione è complicato (si tentò delle due funzioni di reazione.
di risolvere il problema con la teoria dei giochi). Un esempio
di oligopolio è il modello di Cournot, in cui il numero di
imprese è il minimo, cioè due (duopolio). Ciascuna impresa
prende la quantità prodotta dall’altra come data e decide di
conseguenza quanto produrre per massimizzare il profitto, non
aspettandosi reazioni da parte dell’altra: quindi, l’impresa non
tiene conto in anticipo degli aggiustamenti che potrebbe fare
l’altra impresa al variare della sua produzione. Questa
costruzione non è soddisfacente perché elimina per ipotesi il
problema principale. 23
caso di monopolio, invece, è maggiore rispetto a quello in caso
Partendo da una quantità qualsiasi, la che le corrisponde
/ 0
di oligopolio, infatti:
si trova nella : l’impresa 1 produrrà la quantità
0 /
corrispondente alla nella . L’impresa 2 cambierà
0 /
nuovamente la sua quantità prodotta perché è cambiata e
/ ∗
= − =
questo processo termina quando si arriva al punto di 2 2
intersezione tra le due funzioni di reazione, in cui le due
quantità prodotte sono reciprocamente coerenti (uguali). Date Il monopolio è stato fatto con la collusione tra due imprese,
0∗
le funzioni di reazione (esplicitate per ): quindi il profitto sarà:
/∗
− 0
0∗
: =
0 = ∙ =
2 D 2 2 4
/∗
− 2 0 0
∗
: =
/ 0 () = () = :2 =
/ 0 4 8
Uguagliamo i due membri di destra: Il profitto individuale delle due imprese nel caso di collusione
è maggiore rispetto a quello in caso di oligopolio. La
/∗
− − 2 collusione si è verificata nella realtà: alcuni Paesi esportatori
/ /∗ /∗ /∗
= ⇒ − = 2 − 4 ⇒ =
2 3 di petrolio si sono accordati per mantenere il prezzo a un certo
livello senza farsi concorrenza (il cosiddetto “cartello”). Il
rischio della collusione per le imprese che lo applicano è che
/∗ 0∗
Questo è il valore di nel punto di intersezione. Quello di qualcuno “scartelli” e cominci a fare concorrenza, senza che le
sarà, sostituendo il valore appena trovato alla :
0 altre se lo aspettino. Un altro limite di questa formulazione è
che, prendendo come data la quantità per l’impresa 1, il
0
2
−
prezzo che si determina con la quantità viene determinato
3 3 /
0∗
= = = automaticamente anche per l’altra impresa, altrimenti vi è una
2 2 3 contraddizione.
Le due quantità nel punto di intersezione tra e sono
/ 0 Equilibrio generale ed efficienza dei mercati
uguali. Questo mercato duopolistico, quindi, è perfettamente
diviso a metà tra le due imprese, essendo uguali. La quantità
complessivamente prodotta è: Economia di puro scambio
2 L’ottimalità paretiana deriva dal nome di un italiano
∗ /∗ 0∗
= + = 3 (Pareto). Il soggetto a cui si riferisce l’ottimalità non è
l’individuo (consumatore o produttore), ma l’economia.
= − ,
Il prezzo del mercato nel suo complesso era
quindi sarà: Partiamo dall’ottimalità nel consumo: date le quantità prodotte
di due beni e due individui con determinate preferenze,
2 cerchiamo l’allocazione ottimale (cioè la distribuzione delle
∗
= − = quantità dei due beni tra i due individui). Nel piano con x in
3 3 ascissa e y in ordinata, gli assi del grafico dell’individuo B
vengono rovesciati e uniti agli assi del grafico dell’individuo
Per ciascuna delle due imprese, il profitto realizzato coinciderà A: il rettangolo che si forma si chiama scatola di Edgeworth.
con i ricavi perché i costi sono nulli: Prendiamo un punto R qualsiasi all’interno, che sarà una
specifica ripartizione delle due quantità totali tra i due
0
individui A e B.
= ∙ = =
/ 0
3 3 9
Se questo mercato fosse stato un monopolio, la situazione
sarebbe leggermente diversa. Supponiamo che due imprese
colludono (si mettono d’accordo e agiscono come un’unica
impresa a causa di questa “collusione”): la retta della domanda
complessiva è sempre la stessa e la sua equazione è sempre
= − . Per il monopolista, la curva di ricavo marginale
= −
viene ricavata partendo dalla curva di domanda:
2. Tutte le altre ipotesi sono identiche, quindi i costi di
produzione (totali e marginali) sono nulli: imponiamo M = 0.
Di conseguenza la quantità che massimizza il profitto sarà: Per capire se R è un’allocazione pareto-ottimale bisogna tener
costo dei gusti dei due individui inserendo nella scatola le due
mappe di indifferenza. Tracciando le curve di indifferenza
∗ ∗
0 = − 2 → = 2 passanti per R, si nota che sono secanti, quindi R non è
un’allocazione pareto-ottimale.
Nel caso di monopolio la quantità prodotta sarà minore rispetto
alla quantità prodotta ottimale che massimizza il profitto
nell’oligopolio. Il prezzo ottimale che massimizza i profitti nel 24 + =
WWW + WWW
( * ( ( * (
Il vincolo di bilancio di A è una retta di questo tipo:
Tutti i punti interni alla “lente” che si è formata sono pareto-
superiori e preferibili a R. Considerando un punto T interno
alla lente, le curve di indifferenza dei due individui che
passano in esso sono superiori rispetto alle curve di L’intersezione verticale, che corrisponde al consumo di x pari
indifferenza che passano per R, quindi il nuovo paniere a zero, è la quantità massima che l’individuo A può acquistare
produrrà più utilità per entrambi i consumatori ed è preferibile del bene y. Il vincolo di bilancio è rappresentato dalla stessa
a R. Sce