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Buckow è una piccola cittadina diventata poi periferia orientale di Berlino Est. Diventa
metafora di un luogo da dove osservare gli avvenimenti storici più importanti.
Il cambio della ruota. Brecht guarda con impazienza la ruota, non sa da dove viene né dove
andrà, ma lui vuole andare. Riferimento alla difficile situazione politica del periodo subito
successivo alla guerra.
La soluzione. La Germania viene divisa in BRD e DDR. Mentre nella BRD si assiste ad una
rinascita economica grazie alle politiche capitalistiche nella DDR si diffonde il germe del
socialismo. Non fu una decisione ben accetta dal popolo in quanto venne imposto dall’alto,
si assiste quindi alla monopolizzazione di tutti gli aspetti della vita quotidiana.
Si arriva quindi al 17/06/1953, data molto importante. Esplosione di una prima grande
rivolta popolare che viene repressa con l’intervento dei carri armati sovietici. Dopo la rivolta
il popolo, secondo il governo, deve riguadagnarsi la sua fiducia raddoppiando il lavoro. Ironia
di Brecht: a questo punto non sarebbe più semplice che il governo scegliesse questo popolo
e ne eleggesse un altro?
3. Ballata dell’ Icaro prussiano – Wolf Biermann
Biermann è un cantautore nato ad Amburgo, figlio di genitori comunisti. Vive quindi nella
DDR. Nel 1976, mediante un permesso firmato dal governo della DDR, gli è concesso tenere
un concerto a Colonia (nella BRD) nel sindacato dei metalmeccanici. In quest’occasione
canta questa ballata, dopo la quale, per il forte contenuto di denuncia sociale, verrà espulso
definitivamente dalla DDR. Circa 12 intellettuali interverranno scrivendo alle autorità la
revoca del verdetto, senza successo. Biermann diventa quindi, involontariamente, il simbolo
della verità e della libertà confiscata.
Nella mitologia greca Icaro era un prigioniero del labirinto di Minosse dal quale tenta di
uscire costruendosi delle ali di cera. Questa situazione viene trasportata sullo Spree, il fiume
che bagna la città di Berlino. Su uno tra i ponti che collega le sponde del fiume è presente un
fregio che ritrae un’ aquila, risalente all’antica tradizione prussiana ma che diventa simbolo
della libertà privata.
Biermann immagina quindi l’Icaro che, nonostante abbia alle braccia dei grandi pesi di ghisa,
si sforza di volare in alto; ma non vola né precipita, rimane in uno stato di tensione.
Verso la fine della canzone c’è un cambio di prospettiva. La tensione diventa resistenza,
rimanere in questo paese fino a quando la presa di quest’aquila non cederà: l’Icaro quindi
vola alto ma quando non ce la fa accetta di cadere in acqua, perché le agita.
Il regime vuole il silenzio ma la voce del poeta è più forte. Quello che Biermann era un
socialismo più giusto.
4. Nati dentro – Uwe Kolbe
Kolbe fa parte di una generazione nata in un paese (la DDR) che si è ormai disillusa dal
socialismo. Avendo perso ogni speranza è diventata una terra bloccata, promette e parla
delle cose più belle ma non avverranno mai. Sembra che l’uniformazione del periodo nazista
sia tornata.
Poesia molto breve, riprende la figura dell’uccello e del volo. Parallelismo tra le due parti:
all’orizzonte la terra è vasta e verde e il sole sta tramontando (l’ovest, la BRD). Quì invece
(nella DDR) non c’è nulla e tutto è più cupo.
Il lettore s’immedesima completamente nella poesia, è presente soltanto una descrizione di
queste caratteristiche.
5. La quinta operazione aritmetica – Christoph Hein
Hein nasce nel 1944 nella Slesia. Dopo aver vissuto per anni a Berlino Ovest ritorna nella
DDR, anche se i suoi romanzi verranno pubblicati con molte difficoltà a causa della censura.
Il testo è stato un intervento pronunciato nell’Unione scrittore di Berlino Est sul tema: storia,
storiografia e stalinismo. Ma venne pubblicato soltanto all’ovest prima dell’apertura delle
frontiere (1989).
Hein inizia col definire la quinta operazione aritmetica. A differenza delle prime quattro,
questa inizia prima con lo scrivere il risultato sperato e da questo risalire a come ci si è
arrivati modificando opportunamente le cause che l’ha generato.
L’autore applica questo complesso ragionamento alla storia dell’Est e del regime della DDR.
Nell’esaminare la storia è stato continuamente detto al popolo di essere stati i reali vincitori
della storia a seguito di una nuova rivalutazione (completamente sballata) del fascismo e dei
suoi crimini fatta nell’ 86.
Ma in realtà non è così. La storia ci è stata presentata in questo modo ma non siamo né
vincitori né vinti perché la storia vera non è ancora finita. Hein si sofferma soprattutto sul
patto Hitler-Stalin (conosciuto anche come patto Ribbentropp-Molotov): la sua natura è
ancora segreta ma ciò che è sicuro è che è stato un patto per accordarsi sulle future sfere
d’influenza. Si tiene quindi nascosta la vera Storia, la si abbellisce o imbruttisce a proprio
piacimento; ciò che non viene detto vengono chiamate semplici “omissioni in buona fede”.
Si nasconde troppo anche il fatto che Stalin uccise tutti i compagni di Hitler. A Stalin venne
diagnosticata una paranoia, uccideva chiunque si mettesse contro le sue idee tanto che
arrivò, in vecchiaia, a farsi creare appositamente falsi filmati riguardo la crescita e la
prosperità della Russia nascondendo quindi il reale: non siamo i vincitori della storia, bensì
della storiografia, una totale riscrittura della storia.
E questo non fa altro che aumentare il flusso migratorio di cittadini della DDR verso la BRD.
Questi dati vengono ancora una volta minimizzati dalla TV statale. Questa società è malata
perché sembra soltanto obbedire ai meccanismi di questo subdolo funzionamento. Ed è
compito degli intellettuali che restano, del paese, di risanarla.
6. Televisione – Heiner Müller
Regista e poeta, erede della “Berliner ensemble” di Brecht. Il testo risale al 1989. Mentre la
televisione manda immagini di repertorio con una Alexanderplatz gremita di gente le rivolte
popolari aumentano.
Nel teatro “Am Palast der Republik” dovrebbe andare in scena la sua pièce “Quartett” ma
all’ultimo momento il regista e un attore fuggono verso l’Ovest. L’autore quindi, come gesto
di solidarietà per chi resta e tenta di frenare la disgregazione della DDR legge al pubblico la
poesia “Fernsehen” (televisione).
Il titolo riprende l’idea della televisione e del sistema mediatico che segue gli avvenimenti
giorno per giorno, caleidoscopio d’immagini. La poesia ha una struttura tripartita.
GEOGRAFIA. Müller mette insieme segmenti diversi che hanno il motivo centrale della
violenza, sovrapponendo la Volkskammer di Berlino Est che si trova di fronte il monumento
agli indiani morti e Pechino con la piazza della pace celeste: è presente infatti il riferimento
alla protesta studentesca spenta nel sangue dalla Cina comunista). Il verso “Panzenspur”
richiama la paura di una nuova repressione simile a quella del 1956 successa a Budapest in
Ungheria. Ricordo rievocato in →
→ DAILY NEWS NACH BRECHT 1989. Si ricorda la figura di Imre Nagy, il politico ungherese
trucidato nella rivolta (sopracitata) dalle forze armate sovietiche e tradito dal compagno
Kadar. Il corpo di Nagy venne poi riesumato nel 1989 in Romania, dopodiché segue la
citazione da “A coloro che verranno” di Brecht.
AUTOCRITICA. Dalle rovine del comunismo si passa all’individualità dell’io lirico. L’ideologia
utopica è finita e a ciò corrisponde una perdita di senso logico nel testo. Viene messa in
dubbio anche la verità: differenza tra l’ideologia fondante della DDR e ciò che guardavano i
media occidentali, ossia lontano (traduzione letterale di FERN SEHEN).
Per anni la DDR ha incatenato il popolo in un mare di menzogne. A questo tema risponde
anche l’uso dell’inglese, espressione anche del suo uso sempre maggiore: BONES and SHOES
(ossa e scarpe) sono i meri resti di una tragica esperienza reale (gli stessi di Imre Nagy);
DAILY NEWS (le notizie del TG) totalmente diverse dagli autoreferenziali media orientali.
Per Müller quindi il ‘900 può riassumersi in un volto bifronte: da una parte Hitler, dall’ altra
Stalin.
7. In difesa del nostro Paese – V. Braun, S. Heym, C. Wolf
Nel 1989 da Ottobre a Novembre si susseguono molti eventi importanti: il 7/10/1989 ricorre
il quarantennale della fondazione della DDR, ma già da questo mese cominciano durissime
rivolte; il 4/11/1989 un milione di manifestanti si radunano ad Alexanderplatz per chiedere
riforme democratiche; il 9/11/1989 viene aperto il primo varco nel Muro. Tutto a un tratto la
Storia accelera il suo corso.
Il 24/11/1989 Braun, Heym e Wolf sottoscrivono e invitano il popolo a sottoscrivere
quest’appello. Esprimono una posizione ben chiara: vogliono cancellare il ricordo
dell’oppressione d’impronta stalinista per far rinascere all’interno della DDR una società più
solidale, affinché il socialismo diventi una valida alternativa alla Repubblica Federale. Aleggia
l’incubo di quella che fu l’annessione dell’Austria all’interno del Terzo Reich nel 1938, non
vogliono la stessa sorte. La DDR deve continuare a esistere.
8. Brevi considerazioni di un senza patria – Günter Grass
Opinione di Grass riguardo l’unificazione della Germania. Viene chiamato da un passeggere
su un terno “traditore della patria” solo perché è contro la rinascita di uno Stato unitario
fondato sul pregiudizio. Secondo l’opinione pubblica dei giornali ogni forma di socialismo
doveva crollare (anche quello “dal volto umano” voluto da Dubček durante la primavera
praghese): deve nascere, quindi, il capitalismo occidentale su tutta la linea. Ma Grass rifiuta
tutto ciò: egli vorrebbe una Germania a più voci, perché non si potrebbe aiutare la DDR a
risollevarsi? Per Grass la soluzione sarebbe la creazione non di uno Stato unitario bensì di
una Confederazione di stati tedeschi, la BRD e la DDR, accomunati da una Kulturnation, il
sentirsi tedeschi da un punto di vista culturale. Non è possibile cancellare 40 anni di storia di
due paesi e neanche l’unione di questi due stati così diversi tra di loro.
9. Dov’è rimasto il vostro sorriso? - Christa Wolf
Scritto nel 1991, la Wolf risponde a Dieter Bachmann riguardo le sorti della città di Berlino
dopo la caduta del Muro e se sia davvero una “terra a maggese”. Inizia il suo saggio
raccontan