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Fasi della produzione
Le fasi della produzione sono 3: - I FASE = all'aumentare del fattore produttivo lavoro (L) il prodotto totale (PT) aumenta in modo PIÙ che proporzionale - II FASE = all'aumentare del fattore produttivo lavoro (L) il prodotto totale (PT) aumenta in modo MENO che proporzionale - III FASE = all'aumentare del fattore produttivo lavoro (L) il prodotto totale (PT) DECRESCEProduzione nel breve periodo
La produzione nel breve periodo fa riferimento al: - prodotto totale: misura la quantità di output prodotto dagli input; - prodotto medio: di un fattore è dato dal rapporto tra il PT (prodotto totale) e la quantità di input utilizzato per produrre output; - prodotto marginale: di un fattore è la variazione.dopo un certo punto diminuisce;3) Il prodotto marginale del lavoro (MPl) ovvero l'incremento di produzioneaggiuntivo derivante dall'impiego di un'unità aggiuntiva di lavoro, inizialmenteaumenta, raggiunge il suo massimo e successivamente diminuisce.diminuisce;
APl= Quantità prodotta/Quantità di lavoro = PT/L
Il prodotto marginale del lavoro (MPl) ovvero il prodotto di un lavoratore addizionale, inizialmente aumenta e poi diminuisce e diventa negativo
MPl= delta Quantità prodotta/ delta quantità di lavoro = delta PT/delta L
LA PENDENZA DELLA CURVA DEL PRODOTTO (PRODOTTO MEDIO E MARGINALE)
Prodotto medio e prodotto marginale si ottengono dalla curva di produzione totale.
PRODOTTO MEDIO (AP) = è il rapporto tra la produzione totale (Pt) e la quantità di lavoro (L) utilizzato.
PRODOTTO MARGINALE (MP) = indica di quanto varia la produzione (+, - , nulla) al variare del lavoro.
PRODUZIONE NEL LUNGO PERIODO (ISOQUANTI)
Nel lungo periodo tutti i fattori produttivi possono variare dando luogo a varie combinazioni che determinano numerosi isoquanti.
ISOQUANTO = rappresenta tutte le combinazioni di fattori produttivi (INPUT) che garantiscono lo stesso livello di prodotto
MAPPA DI ISOQUANTI = rappresenta un insieme
Di isoquanti a ciascuno dei quali corrisponde un livello costante di prodotto
Caratteristiche degli isoquanti:
- Le caratteristiche degli isoquanti sono di notevole importanza per la comprensione della teoria della produzione con 2 fattori variabili.
- Gli isoquanti sono simili alle curve di indifferenza, però mentre la curva di indifferenza mostra le varie combinazioni di 2 beni che danno uguale soddisfazione al consumatore, un isoquanto evidenzia le varie combinazioni di 2 fattori produttivi che danno la stessa produzione.
- Le curve di indifferenza e gli isoquanti hanno entrambi la convessità rivolta verso l'origine degli assi, ma in ambedue i casi non si intersecano mai.
- Se gli isoquanti si intersecassero significherebbe che 2 livelli di OUTPUT dello stesso bene possono essere prodotti con la medesima combinazione di fattore produttivi o INPUT (nel punto di intersecazione). Ciò è impossibile perché si impiegano sempre le migliori tecniche di produzione.
COSTI
(copiare grafico)
PRODUZIONE E COSTI:
I costi risentono della teoria della produzione, e l'andamento della curva di produzione si riflette sull'andamento della curva dei costi.
Nella fase dei rendimenti decrescenti i costi variabili iniziano a crescere in modo più che proporzionale.
LA FUNZIONE DEL COSTO TOTALE
Il costo totale di breve periodo è espresso dalla funzione: KT = Kf + Kv
Dove:
KT = curva di costo totale nel breve periodo
Kf = costi fissi
Kv = costi variabili nel breve periodo
Se l'impresa opera in un mercato di concorrenza perfetta essa non può influenzare il prezzo di vendita del suo prodotto.
Nella teoria dell'impresa è importante tener conto dei costi da sostenere.
Il COSTO TOTALE (KT) è la somma delle spese che si devono sostenere fino alla vendita della produzione.
Il COSTO TOTALE (KT) può essere suddiviso in 2 diversi gruppi di costo:
a) Il PRIMO GRUPPO = valore dei beni completamente o parzialmente consumati nella produzione
` per inserire un'interruzione di linea - `` per evidenziare il testo in grassetto - `` per evidenziare il testo in corsivo Ecco il testo formattato con i tag HTML: (capitali fissi o circolanti) costi oggettivi. b) Il SECONDO GRUPPO = costituito dai compensi spettanti a coloro che conferiscono i fattori produttivi Dunque: KT = (Q + Sv + Imp) + (Sa + St + I + Bf) Dove: Q = quota di assicurazione integrazione manutenzione dei capitali fissi Sv = beni consumati per la produzione Imp = imposte e contributi Sa = salario St = stipendio I = interessi del capitale Bf = beneficio fondiario (canone d'affitto) Alla formazione del KT concorrono 2 gruppi ossia: - costi fissi → rimangono sempre costanti. Non dipendono dalla quantità prodotta - costi variabili → alcuni aumentano proporzionalmente al variare della produzione (costi di raccolta, carburanti, arature) ed altri variano in base alla legge della produttività decrescente (concimazioni, costi di manutenzione) ANDAMENTO DEI COSTI DI PRODUZIONE OF è il tratto in cui i costi variabili incidono in modo meno che proporzionale al quale corrisponde una produzione più che proporzionale. FB è il tratto in cui i costi fissi rimangono costanti indipendentemente dalla quantità prodotta.
costi variabili incidono in modo più che proporzionale e la produzione è meno che proporzionale.
COSTO MARGINALE UNITARIO E COSTO MEDIO UNITARIO
COSTO MEDIO UNITARIO (KMe)= rapporto tra costo totale e quantità prodotta.
La curva del costo medio coincide con il costo totale per la prima unità di prodotto, dopo decresce, raggiunge un minimo in corrispondenza dellaverticale abbassata dal punto di tangenza tra la curva del KT (costo totale) el’asse della quantià prodotta (Q), successivamente cresce.
Il COSTO MEDIO MINIMO (E) è detto punto d’ingresso poiché una nuova impresa che voglia accedere al mercato ne ha la convenienza se il prezzo di mercato è almeno uguale al suo costo medio minimo di produzione.
Il COSTO MARGINALE UNITARIO (km) è dato dall’incremento di costo dell’ultima unità di bene. Si ottiene dal rapporto dell’incremento del costo totale e l’incremento di prodotto unitario
Km= delta
KT / delta Q
Come costruire la curva del costo marginale?
- La curva del costo marginale raggiunge il minimo in corrispondenza dellaverticale abbassata dal punto di flesso della curva del KT, taglia la curva del KMnel suo punto minimo E, quindi inizia a crescere sempre più rispetto al KM.
ANDAMENTO DEI COSTI SECONDO IL prof Di Cocco
Le regole per costruire tale grafico sono:
- Si fissi un punto A sull'asse verticale. Il segmento OH è da intendersiproporzionale ai costi fissi (Kf).
- Si tracci la curva a partire da A rappresentante il KT (costi totali).
- Si abbassi l'ordinata (perpendicolari) dal punto di flesso del KT fino araggiungere l'asse della quantità o ascissa.
- Sull'ordinata tracciata si collocherà il valore minimo del Km (costomarginale).
- A partire da 0, tracciare la semiretta tangente alla curva KT.
- Dal punto di tangenza si abbassi l'ordinata, su di essa si troverà il valoreminimo del costo unitario medio.
- Dalla curva del KT, si tracci la curva del Kme (costo unitario medio), avendo cura di far coincidere il minimo. Sull'ordinata tracciata dal punto di tangenza della semiretta al KT (costi totali).
- Si tracci, infine, la curva del KMr, secondo le seguenti avvertenze:
- Valore minimo in corrispondenza del punto di flesso del KT.
- Valore minimo < del minimo del costo unitario medio KMe.
- Punto di incontro del KMr con il KMe ove questo è il minimo.
- Nel tratto AB della curva, il KT ha un andamento meno che proporzionale essendo condizionato dalla fase più che proporzionale della produzione. In questa fase ad incrementi di produzione costante corrispondono aumenti del costo totale decrescenti, evidenziati nell'andamento del costo marginale (tratto GH della curva Km).
- Nel tratto BC della curva, il KT cresce più che proporzionalmente, condizionato dalla fase meno che proporzionale della produzione.
Il COSTO MEDIO è detto punto d'ingresso perché una nuova impresa che voglia accedere al mercato ne ha la convenienza se il prezzo di mercato è almeno uguale al suo costo medio minimo di produzione -> KM= KT / Q
RICERCA DEL LIVELLO OTTIMALE DI PRODUZIONE (PROFITTO)
a) Se l'incremento di ricavo è > dell'incremento di costo conviene aumentare il livello di impiego del fattore variabile.
b) Se l'incremento di ricavo è < dell'incremento di costo conviene ridurre il livello di impiego del fattore variabile.
c) Se l'incremento di ricavo è l'incremento di costo si eguagliano si ha la combinazione ottimale per cui non bisogna