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La Storia dei Servizi Pubblici in Italia nel corso del XX secolo
La storia dei servizi pubblici in Italia nel corso del XX secolo è suddivisibile in 4 grandi epoche:
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Il primo periodo va dal 1850 al 1900.
Si assiste alla nascita e al primo sviluppo di iniziative di gestione dei Servizi Pubblici promosse a livello comunale. Sono iniziative sorte in maniera sporadica (settore gas: Genova 1845; settore acqua: Udine 1885; settore trasporti urbani: Genova 1895; settore energia elettrica: Brescia 1893). Periodo in cui manca una regolamentazione organica e unitaria della materia. Vi sono delle imprese private ed estere che operano sulla base di una concessione dell'amministrazione comunale.
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Il secondo periodo "Regolamentazione pubblica" va dal 1900 al 1945.
In questa fase aumentano le iniziative da parte delle imprese. Molto importante la Legge Giolitti (1903) che definisce e regolamenta la gestione dei servizi pubblici locali (nasce l'azienda municipalizzata che provvede alla gestione del servizio, controllata dall'ente pubblico).
Nascono le Aziende Autonome Statali, dette "imprese-organo" (entità organizzative che appartengono al Ministero competente che non hanno autonomia decisionale, né organizzativa e strategica, ma solo contabile) come ANAS – Ministero delle Economie e delle Finanze.
3. Il terzo periodo "Pubblicizzazione del settore" va dal 1945 al 1985/90
Si assiste alla pubblicizzazione delle imprese, ossia si unificano interi settori a livello nazionale (Enel, Ferrovie, Telefoni) e si amplia ulteriormente l'acquisizione delle gestioni e delle aziende di servizi a livello locale. Tra gli anni 50 e 60, nasce e si afferma il Welfare State, cioè lo Stato sociale del benessere (eroga importanti servizi di natura sociale come sanità, istruzione, pensioni, disoccupazione...). Lo Stato accresce il suo ruolo di "Stato imprenditore" in campo economico, cioè produce beni pubblici (nel 1956 nasce il Ministero delle
PartecipazioniStatali che accorpava 4 enti finanziari di gestione delle partecipazioni statali: IRI, ENI, EFIN, Ente Cinema). Si parla anche di Stato dei servizi. 4. Il quarto periodo "Deregolamentazioni, concorrenza, privatizzazioni" va dal 1985 in poi. Si passa da una concezione dello Stato da "Stato dei servizi" a "Stato regolatore" perché definisce le regole di comportamento degli operatori economici. Si riformano gli assetti istituzionali, di mercato, di regolamentazione pubblica. Deregolamentazione = processo di cambiamento e di ridefinizione delle regole con l'obiettivo di ridurre i vincoli e i condizionamenti. Concorrenza = inserimento di meccanismi concorrenziali in tutte le attività dei servizi pubblici. Privatizzazione = partecipazione di soggetti privati al capitale sociale delle imprese di servizi pubblici, previa trasformazione in forma societaria. 2) Cosa teorizza il paradigma "STRUTTURA – CONDOTTA –PERFORMANCE è l'elemento di differenza con il par. della contendibilità dei mercati? Il paradigma viene sviluppato nel 1930 negli Stati Uniti presso l'Università di Harvard nell'ambito dell'economia industriale. Secondo il paradigma struttura-condotta-performance, la condotta delle imprese e la loro performance, dipendono dalla numerosità delle imprese tra di loro in concorrenza, in quanto, dovendosi confrontare con altre imprese, cercano di minimizzare i costi e impiegare al massimo i fattori di produzione (efficienza e efficacia). Questo paradigma, viene messo in crisi, nel caso di attività di servizi pubblici, dall'elemento dell'economie di scala (la locuzione economie di scala è usata in economia per indicare la relazione esistente tra aumento della scala di produzione e diminuzione del costo unitario del prodotto) che possono essere conseguite in determinati settori di servizi.
pubblici e che rendono più conveniente la presenza di un'unica impresa che si occupi di tutta l'attività e, pertanto, viene sostituito, con quello della "contendibilità dei mercati", ossia l'elemento della "numerosità" delle imprese viene sostituito con quello della "possibilità d'entrata" di nuovi concorrenti, senza barriere di ingresso né di uscita. Questo paradigma è stato sviluppato negli anni '80.
LEZIONE 2 - NOZIONE E CARATTERI DEL SERVIZIO PUBBLICO
- Cosa si intende per servizio pubblico e quali sono i suoi caratteri tipici?
Il concetto di servizio pubblico
Sono "servizi pubblici" quei beni, materiali o immateriali, che la pubblica amministrazione riconosce di pubblica utilità e, in quanto tali, ne assicura la produzione, distribuzione, ed erogazione in modo tale da garantire a tutti i cittadini ed alle utenze interessate un uso libero e privo di
qualsiasi restrizione(si rende quindi necessaria una regolamentazione specifica per difficoltà del mercato di assicurare questa finalità). Si ha un servizio pubblico quando un'attività diviene così essenziale per la comunità, che lo Stato decide di controllarla e regolamentarla al fine di evitare speculazioni. La categoria dei servizi pubblici è una categoria aperta, nel senso che ciò che oggi ha la sua qualificazione normativa come servizio pubblico, potrebbe non esserlo in futuro (esempio il Servizio Sanitario Nazionale è stato istituito solo nel 1978). I caratteri tipici del servizio pubblico I servizi pubblici possono essere contrassegnati dalle seguenti particolarità: - L'elevata indispensabilità per gli utenti (soddisfano bisogni insopprimibili e irrinunciabili) - Vengono considerati di pubblico interesse (perché diffusi nella comunità) - I servizi sono intangibili - L'impossibilitàdi immagazzinamento (beni intangibili e immateriali) -La vendita su mercati a prezzi multipli controllati -L'universalità del servizio (deve essere fornito a tutti) -Vengono erogati da imprese che operano in regime di concessione 4) Su quali aspetti della produzione ed erogazione dei servizi pubblici la P.A. esercita il suo potere di controllo e sorveglianza? Gli "oggetti" del controllo della P.A. La P.A. esercita il suo potere di controllo e di sorveglianza sui seguenti principali aspetti della produzione ed erogazione dei servizi pubblici: - Controllo della qualità del servizio - Controllo sulla struttura e sul funzionamento dell'offerta - Controllo sulle forme di utilizzo delle risorse che lo Stato accorda alle imprese - Controllo sulle tariffe per perseguire fini redistributivi Le "tipologie" del controllo della P.A. La PA esercita 3 tipologie di controllo: - Controllo "politico", esercitato dagli organi legislativi e di governo, alivello nazionale e locale tramite leggi, decreti, delibere, emendamenti.. Controllo "economico-amministrativo", verifica l'esatto utilizzo delle risorse statali attraverso i bilanci, i piani e i programmi, i prezzi, ecc. È esercitato dai Ministeri competenti attraverso ad esempio i Comitati interministeriali come il CIP (Comitato Interministeriale Prezzi). Controllo "tecnico", verifica i processi produttivi, le norme di tutela dei dipendenti, le tecnologie utilizzate, la sicurezza. Le motivazioni alla base dei monopoli pubblici Il regime monopolistico, nella gestione dei servizi pubblici, ha rappresentato per lungo tempo la soluzione obbligata sia per la condizione economico-tecnica che per l'importanza dei servizi. Le ragioni sono sia ragioni di natura economico-tecnica, sia ragioni politico-sociali. Monopolio pubblico = tipo dimercato in cui il soloproduttore di un determinato bene/servizio è lo Stato.
Le ragioni "tecnico-economiche"-La più rilevante motivazione di matrice economica della scelta monopolistica è quella della proprietà disubadditività della funzione di costo, che si verifica quando: il costo totale della produzione Q realizzata da un'unica impresa è minore dei costi che più imprese sosterrebbero nella produzione di entità frazionate di Q. Tale condizione di subadditività della funzione di costo fa sì che una determinata industria si configuri come "monopolio naturale". È più conveniente la produzione congiunta piuttosto che la produzione frazionata in due o più imprese. La subadditività della funzione di costo è conseguente alla presenza di economie di scala (consiste nell'aumento della produzione con conseguente diminuzione del costo unitario del prodotto)
nelle produzioni monoprodotto, e di economie di scopo (consiste nell'ampliamento della gamma di prodotti per conseguire un incremento delle vendite sfruttando i processi di produzione esistenti) nelle produzioni multiprodotto. Un'altra motivazione è data dalla presenza di esternalità negative o positive (attività di produzione o di consumo di un soggetto influenza il benessere di altri in maniera positiva o negativa) nella produzione di servizi pubblici, che sorgono quando i costi ed i benefici sociali non coincidono con i costi ed i ricavi industriali. Le ragioni "politico-sociali" Il monopolio pubblico tutela le classi meno abbienti o socialmente deboli, in quanto la garanzia di un'ampia diffusione territoriale da ampia possibilità di accesso ai servizi per tutta la collettività. La scelta monopolistica appariva la più adeguata per quanto riguarda l'estensione dei servizi (massima distribuzione del servizio agli utenti),La qualità dei servizi (disponibilità del servizio in qualunque momento venga richiesto) e le condizioni tariffarie (per la PA è più facile controllare un'unica impresa).
Cos'è un monopolio naturale?
Si definisce monopolio naturale una configurazione industriale dovuta alla struttura del mercato in cui il numero ottimale di imprese presenti è uno. Il monopolio naturale si manifesta quando, nell'intervallo di produzione rilevante, ossia nell'intorno del volume di produzione domandato dal mercato, la funzione di costo è subadditiva. Ciò significa che i costi sostenuti da una sola impresa nel produrre l'intera quantità domandata sono inferiori a quelli che sosterrebbero due o più imprese contemporaneamente presenti sul mercato. Sotto queste condizioni, la presenza di un unico operatore è più efficiente di una pluralità di imprese. Due sono quindi le determinanti del monopolio.
naturale:1 - la quantità domandata, dato che la subadditività della funzione di costo potrebbe manifestarsi solo entro un certo intervallo di produzione;2 - le caratteristiche