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ALFA DI CRONBACH
Metodo più usato per valutare l’attendibilità su una batteria di item omogenei:
2
α = S x r / 1 + (S-1) x r [0 ≤ α ≥ 1; 0.7 valore soglia minimo]
Per ottenere una batteria più attendibile si possono escludere gli item
con bassa correlazione item-batteria; ciò fa aumentare la correlazione
media tra gli item da cui dipende direttamente l’alfa, tuttavia fa anche
diminuire il numero di item e ciò va a discapito dell’alfa. Questa
procedura non va fatta meccanicamente perché può portare ad una
batteria iperspecifica che rappresenta solo una minima parte del
costrutto dove gli item hanno sostanzialmente lo stesso contenuto
semantico.
1 Altro test: Split-half
2 S = n item della batteria; r = media delle correlazioni di Pearson tra gli item
L’alfa tende a sottostimare il vero valore dell’attendibilità rho
Con un alto numero di item non è difficile ottenere valori alti di alfa
visto che dipende strettamente dalla correlazione media e dal numero
di item.
3
Formula Spearman-Brown per prevedere di quanto aumenta
l’attendibilità inserendo nuovi item simili r = k x r / 1 + (k – 1) x r
kt t t
MISURAZIONE E TEORIA DEI LIVELLI DI SCALA DI STEVENS
In psicometria “misurare” significa individuare una funzione che mette in
corrispondenza un sistema relazione empirico SRE con un sistema relazionale
numerico SRN omomorfo: ƒ: SRE → SRN
Una funzione Φ che collega i due omomorfismi ƒ e ƒ’ è detta trasformazione
ammissibile
↓ 4
Teoria dei livelli di scala di Stevens (1946)
Vi sono 4 tipi di trasformazione ammissibile.
Y e Y’ hanno contenuto informativo invariante, rappresentano con codici
numerici diversi lo stessa SRN)
Trasformazione Espressione Nome scala Operatore per il
matematica (variabile) confronto delle
modalità di Y
t. biunivoca yi ↔ y’i nominale =
y’i
t. isotonica yi < yw < y’w ordinale = >
affine (lineare) Y’ = μY+α μ>0 di intervalli = > -
di similarità Y’= μY μ>0 di rapporti = > - /
Altri tipi di scala…
identica Y’ = Y assoluta molto usate nelle scienze
sociali!
λ
esponenziale Y’ = Y di potenza ricerca psicofisica
λ
log-lineare Y’ = μY log-intervallare ricerca psicofisica
additiva Y’ = Y + α di differenze es. prove invalsi
3 R = attendibilità test attuale; k = rapporto tra n item nel test ipotetico e n item test originale
t
4 Variabile
TIPI DI VARIABILI
Limiti entro i quali variano potenzialmente le variabili
5
Variabili qualitative v. Categoriale nominale [L ≤ N ≤ L ]
1 0 2
v. Ordinale [L ≤ Z ≤ L ]
1 2
Variabili cardinali Scala di intervalli [-∞ ≤ R ≤ +∞]
quantitative Scala di rapporti [0 ≤ R ≤ +∞]
Scala assoluta continua [0 ≤ R ≤ ]
discreta [0 ≤ N ≤ +∞]
Statistiche idonee
5 Le variabili dummy tecnicamente sono quantitative ma si interpretano come qualitative!
TECNICHE DI SCALING
Si usano per la rilevazione di proprietà soggettive come gli atteggiamenti e
prevedono
Batterie di item (più domande su una stessa proprietà)
Autovalutazioni dei soggetti che vengono trattate come variabili
quasi-cardinali: variabili per le quali l’unità di misura non ha una
definizione teorica esatta e presuppongono che gli intervistati
percepiscano distanze costanti tra le modalità, usino lo strumento
6
sempre nello stesso modo e diano risposte fedeli
Le modalità dello scaling devono avere bassa autonomia semantica,
bisogna guardare il tutto, tutte le altre modalità per capire la singola.
I. LIKERT
Scala con 5 modalità:
Affermazioni + numeri per abbassare l’autonomia semantica
Scala ordinale ma usata anche come scala di intervalli
La modalità “né accordo né in disaccordo” dibattito metodologico
perché raccoglie le pseudo-opinioni, quindi si valuta caso per caso
se metterla
Bisogna rendere chiaro il registro interpretativo, se descrittivo o
normativo
Scala Likert-like = numeri + avverbi (molto, poco)
→ Curvilinearità rapporto Item-Proprietà:
Trace-line o Tipo Likert = item lineare, continuum,
monotona, a traccia cumulativa
Point item o Tipo Thurstone = item non lineare, non si
può usare per regressione lineare/analisi fattoriale
II. SCALA DI FREQUENZE
Per rilevare comportamenti tipici
Quantificatori determinati = per misurare periodi temporali
definiti. Si possono tradurre in stime approssimative di frequenze
relative e poi usarle come scale di rapporti
Quantificatori indeterminati
6 Purtroppo le risposte sono spesso distorte da response style e infedeltà, ad es. desiderabilità sociale e
acquiscienza
III. SELF-ANCHORING STRIVING SCALE (KILPATRICK-CANTRIL)
Modalità da 0 a 11 (o 1-11) e si usa come un centimetro. L’ancoraggio
semantico è minimo, solo segmenti.
IV. SCALOGRAMMA DI GUTTMAN
Scaling di tipo deterministico. Gli item sono messi in ordine di difficoltà e
vengono considerati come delle prove da superare; chi non supera le
prove più facili non supererà quelle più difficili in maniera deterministica,
e se in un caso ciò non si verifica si elimina quel caso.
V. MODELLO DI RASCH (modello cumulativo probabilistico)
Oggi non si usa più il modello deterministico ma si usa un modello
probabilistico dove verosimilmente chi supera le prove più difficili
supererà anche quelle più facili e gli errori vengono trattati singolarmente.
Si applica a variabili dicotomiche.
INDICI COMPOSITI
Si formano quando indicatori individuali sono combinati in un singolo indice
sulla base di un modello del concetto multidimensionale che viene misurato e
che non può essere misurato da un solo indicatore. Quindi si selezionano più
indicatori singoli per misurare un concetto multidimensionale i quali poi
vengono riuniti. Questo processo può avvenire theory laden o data-driven
(dati secondari).
Variabili Categoriali → Classificazione composita
Tipologia: classificazione incrociata, doppia classificazione
incrociando due variabili in modo contestuale
Tassonomia: classificazione sequenziale
Variabili Ordinali/Cardinali → Indice Sintetico
Ranking Ordinale: si incrociano due variabili ordinali e si
possono dare anche pesi diverso
Indice cardinale: per comporre due o più indicatori semplici
applicando un operatore matematico o statistico
Pesi semantici: a volte si devono applicare diversi se si
o crede che gli indicatori abbiano gradi di validità diversi
o/e rendere confrontabili i risultati:
Inversione dei punteggi: se sono in relazione diversa
o con il costrutto
Omogeneizzazione del campo di variazione: se hanno
o numero di modalità diverse
MATRICI
Matrice: insieme ordinato di elementi numerici.
E’ un insieme di vettori: sequenza numerica. Può essere vettore-riga o
vettore-colonna.
Es. Matrice CxV: è vettore riga, si può chiamare anche matrice dei profili
perché ogni riga rappresenta un caso e le colonne le variabili. E’ a due
entrate, è permutabile nei vettori poiché possono cambiare posto sia righe che
colonne.
Condizionamento delle matrici
Column conditional: autorizza confronti entro le colonne (due casi su
unna stessa variabile)
Row conditional: confronti entro le righe (due variabili su uno stesso
caso)
Unconditional: confronti nelle righe, colonne e elementi posti in righe
e colonne diverse.
↓
Per rendere colonne e righe confrontabili…
Row Conditional:
o 7
Normalizzazione: X = x – xmin / x max – x min * k ,
può essere assoluta o relativa.
Standardizzazione: la variabile standardizzata si
chiama Z e si ottiene tramite la centratura rispetto alla
media e uniformazione. Z = (x – x) / Sx. I punteggi
ottenuti si interpretano come distanze dalla media. I
valori molto distanti dalla media sono Outliers
Column conditional:
Deflazione: la fedeltà dei dati raccolti con le tecniche
di scaling può essere inficiata dagli stili di risposta. E’
una doppia normalizzazione dei punteggi rispetto agli
stili di risposta. I dati trasformati sono quelli di un caso
su un insieme di variabili. La centratura rispetto alla
media serve a depurare i dati dall’inflazione additiva
(+ alti o + bassi). L’uniformazione rispetto alla
deviazione standard viene usata per depurare i dati
dall’inflazione moltiplicativa (concentrarsi solo su
alcuni valori)
7
K è il nuovo massimo che si vuole dare alla scala. Senza k la scala va da 0 a 1.
ALGEBRA DELLE MATRICI
Scalare: qualsiasi numero reale
Vettore: insieme di scalari ordinato in riga o colonna
Matrice: insieme di scalari ordinato su righe e colonne. Se R = C
matrice quadrata e si può individuare la diagonale principale; se R ≠ C
matrice rettangolare. Tipi di matrice:
Diagonale: se solo gli elementi sulla diagonale principale sono
diversi da 0 e tutto il resto è 0
Identità: se gli elementi sulla diagonale principale sono tutti 1.
Se la moltiplichiamo per qualunque matrice otteniamo la
stessa matrice per la quale l’abbiamo moltiplicata
Unitaria: tutti 1
Nulla: tutto 0
Triangolare superiore: gli elementi sotto la diagonale sono tutti
0
Triangolare inferiore: gli elementi sopra la diagonale sono tutti
0
Matrice in forma compressa: una variabile occupa lo spazio di
una colonna, casi per variabili
Matrice in forma disgiuntiva completa: ogni colonna è un
modalità di una variabile, casi per valori o casi per modalità.
Operazioni con le matrici:
Somma/sottrazione: solo se sono dello stesso ordine. Si somma
o sottrae ciascun elemento con il rispettivo dell’altra matrice.
Il risultato è una matrice dello stesso ordine
C = a +- b
ij ij ij
Moltiplicazione per uno scalare: moltiplicando ogni elemento
per lo scalare e si ottiene una nuova matrice
Moltiplicazione di due matrici: due matrici sono compatibili al
prodotto se la prima è di ordine N*K e la seconda K*M. Il
risultato è una matrice di ordine N*M con la formula
C = Σ a *b .
nm nk km
Prodotto scalare: da una matrice di ordine M*K e una K*M se
M<K si ha un prodotto interno che è un