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Il Corano Blu
GIRAVANO. POSSEDERNE UNA COPIA NON ERA PER TUTTI. FU IL CALIFFO UTHAN ILQUALE DECISE DI MANDARE UNA COPIA DI QUELLE DEFINITIVE AD OGNI CAPITALE DELREGNO, FACENDO DISTRUGGERE LE COPIE FITTIZIE LA CUI UNICA DIFFERENZA ERA LAMANCANZA DI VOCALIZZAZIONE E ACCENTI, IN MODO CHE LE COPIE ORIGINALIPOTESSERO ESSERE TRASMESSE DI FAMIGLIA IN FAMIGLIA. IL CORANO BLU È UNAVERSIONE DEL CORANO MOLTO PREZIOSO SCRITTO SU UNA PERGAMENA BLU CONLETTERE D'ORO MOLTO ALLUNGATE E NON VOCALIZZATE. FU VENDUTO UNA TRENTINADI ANNI FA ED ORA É ESPOSTO NEI MUSEI AMERICANI.)sura 12 la sura di Giuseppe.Sono poche le sure nel corano con un alto materiale narrativo, principalmente sonodue le tematiche che permettono un ampia narrazione all’interno delle sure coraniche,ovvero:1La storia del vicino oriente dove si narra di persone umili accusate ingiustamente2La storia del fratello minore.La sura di Giuseppe, la più narrativa in assoluto (e per questo considerataingiustamente frivola e
leggera dai karigiti) comprende entrambi i materiali narrativi. Molte tematiche appartenenti al mondo antico, siriaco arabo e cristiano intervengo in questa sura, tra le più importanti ci sono:
- il tema della schiavità
- il tema dello schiavo che fa successo diventando poi visir del faraone
- il tema del perdono
- l'interpretazione dei sogni
- il tema della tunica
All'interno del corano la storia viene raccontata in maniera ellittica, saltando dunque dei passaggi, talvolta fondamentali, dando per scontato che sia già conosciuta in quanto raccontata per filo e per segno all'interno della genesi. Volendo fare una distinzione tra le due storie, ciò che le accomuna, a parte la storia di Giuseppe, fratello minore, condannato dai fratelli, imprigionato e che poi riscatta la sua giustizia, è la cornice della volontà di Dio. Giuseppe infatti, incarna i valori divini, dando all'umanità la dimostrazione della saggezza e della bontà divina.
La differenza tra i due testi, invece, sono minime ma evidenti. Ad esempio, nella Genesi Giuseppe espone il suo sogno ai fratelli, al contrario nel Corano lo espone al padre; nella Genesi sia la cospirazione dei fratelli che la vendita di Giuseppe al consigliere del faraone, Putifar, sono raccontati in maniera dettagliata, nel Corano la loro cospirazione dura giusto pochi versi, e Giuseppe fu acquistato da un semplice egiziano. Alla fine del racconto nella Genesi, Giuseppe si riscatta diventando visir del faraone, nel Corano i fratelli invece giungono da lui e ottengono il suo perdono.
La storia di Giuseppe fa parte dei kisas al ambiya, come abbiamo già detto le storie dei profeti, le quali, nonostante il loro alto potere narrativo, compiono alla perfezione il loro ruolo didattico. All'interno di questa storia c'è anche un altro elemento fondamentale della letteratura araba, i kisas al misa', dei quali parlerò dopo come prova a sostegno della letteratura di donna.
Questa sura,
nonostante la sua complessità ha trasmesso sin dall'inizio il messaggio profetico ribadendo la grandezza di Dio. Molte tematiche, come è stato detto, provengono da fonti esterne come quelle ebraiche del tema della bellezza e quelle dell'aggadah e midrashim collaterali al testo biblico. Come è già stato detto, il Corano è stato scritto a seguito delle rivelazioni del profeta, alle quali gli sono giunte direttamente da Dio. La cosa che ha permesso al Corano di cristallizzare anche la norma linguistica è stato il fatto che queste rivelazioni sono arrivate proprio in arabo. Gli studiosi medievali si sono a lungo interrogati su quale fosse la lingua di Dio e quindi degli angeli, arrivando alla conclusione che Adamo ed Eva, prima di essere cacciati dal paradiso terrestre, parlavano arabo e in seguito siriaco e ebraico. Grazie alla rapidità con cui è stato scritto il Corano, già nel 7 secolo, sono nati i commentari coranici e l'arte.dell'esegesi coranica. I tafsir si dividono in: 1. Linguistici 2. Comportamentali 3. Giuridici 4. Storie dei profeti (COME GIA E STATO DETTO LE STORIE DEI PROFETI CONTENUTE NEL CORANO PROVENGONO DA TRADIZIONI ANTECEDENTI AL MONDO ISLAMICO - tradizioni cristiana e ebraica - PARLANDO INFATTI DI PROFETI COME GESU ABRAMO MOSE O GIUSEPPE. CIO NON HA FATTO ALTRO CHE AUMENTARE L'ACCUSA DI SINCRETISMO, LA QUALE FU SMENTITA DALL'ISLAM COME UN MODO DI AFFERMARE LA PROPRIA IDENTITÀ ISLAMICA MESSA A CONFRONTO CON LE ALTRE RELIGIONI) Con la letteratura di tafsir nasce anche la letteratura di hadith e di syra. Entrambe raccolgono gli avvenimenti della vita del profeta ma in modo da fare da guida ai fedeli, ma li catalogano in ordine differente. La lettera di syra raccoglie gli eventi in ordine cronologico, dalla nascita alla morte del profeta, gli hadith invece seguono l'ordine di un manuale di diritto. Il più importante commentatore di hadith fu SAHIH BUKARI (muore nell'879) il quale raccolse i fatti.e detti del profeta riunendoli secondo l'ordine legislativo. Egli utilizzò inoltre il metodo della catena di trasmettitori per verificare l'autenticità del matn. Nonostante il Corano sia un testo scritto si dà molta importanza ancora all'oralità attraverso l'utilizzo di verbi quali "ha detto", "ha raccontato", "ha trasmesso". L'isnad, ovvero la catena di trasmettitori, dà molta importanza anche alle trasmettitrici, tra le più famose Fatima e Aisha, alle quali viene data molta credibilità. La ricerca sulle date di nascita e soprattutto di morte dei trasmettitori fa sì che gli isnad siano veritieri e dunque confermino la veridicità dei matn. L'uso delle catene di trasmettitori fu usato in seguito anche nelle maqama. ESEMPI DI COMMENTARI CORANICI Esegesi coranica per la sura delle torri (85): "Periscano quelli della fossa" L'arte del commentario coranico è molto impegnativa in quanto i commentatori sono tenuti a consultareNon solo il Corano, ma anche gli adith, la letteratura di syra per verificare quando ciò fu detto dal profeta e in che contesto, e inoltre devono accertarsi che la catena di trasmettitori sia valida. Uno dei più grandi commentatori coranici fu TABARI nel X secolo, morto nel 923. Due sono le sue opere più importanti:
- STORIA DEI PROFETI E DEI REI. Questo manuale comprende tutta la storia dell'umanità fin dalla creazione. I due principi su cui si basa sono PROFEZIE e REGOLARITÀ, le quali cose però non erano del tutto pertinenti all'Arabia islamica. Per questo testo così come per il libro dei canti di al isfhani, sorge il dubbio sull'autenticità dei fatti. Ciò però non sorprende in quanto tutti i materiali giunti a noi sono precedentemente passati sotto i regni omayyadi e abbassidi.
- COMMENTARIO CORANICO, famoso e utilizzato quanto LE STORIE DEI PROFETI di TALABI (XI secolo) che però abbellisce i suoi commentari con.
molto materialenarrativo proveniente dalle tradizioni ebraiche cristiane e pre-islamiche. Il lavoro dei commentatori parte dall'aspetto grammaticale, vengono isolate ogni frase e ogni parola delle sure e analizzate grammaticalmente, viene svelato attraverso la letteratura di syra il momento esatto in cui il profeta ebbe la rivelazione e infine sicerca di giustificare attraverso le fonti le parole criptiche e ermetiche delle sure. Vediamo come Tabari spiega nel suo commentario "quelli della fossa".IL RE INCESTUOSO
La storia inizia con una domanda che affligge il popolo musulmano, ovvero se considerare gli zoorastriani come monoteisti o meno e dunque combatterli. Viene raccontata così la storia di questo re dei persiani il quale per giustificare il suo atto incestuoso con la sorella a causa del vino cerca di renderlo lecito agli occhi di dio. I sudditi nonostante le fruste e le spade si rifiutano di accettarlo. Così il re, sottosuggerimento della sorella, decide di scavare una
IL PATTO TRADITO
Si narra che nelle terre dello Yemen miscredenti e credenti si affrontarono due volte con le due vittorie consecutive dei credenti i quali vollero fare un patto di pace. Questo patto fu tradito e i miscredenti attaccarono all'improvviso i credenti. Un credente allora suggerì loro che siccome il loro ultimo scopo era quello di farli convertire, di creare una fossa con il fuoco dove i credenti si sarebbero gettati se non avessero voluto convertirsi. Così fu e i credenti si gettarono nelle fosse senza ripensamenti, tranne una donna.
che aveva in braccio un bambino il quale la esortò a gettarsi in nome di Dio. Anche questa storia proviene da fonti non arabe, esattamente cristiane. Vengono utilizzati i termini generici "credenti" e "miscredenti" per assimilare questa storia alla cultura musulmana, nonostante sia cristiana. Queste guerre e questo tradimento si verificarono davvero nel secolo del profeta tra sassanidi e bizantini. L'APPRENDISTA STREGONE Si narra di un mago anziano che chiede al re un giovane in modo che possa succedergli. Questo giovane però aveva rapporti con un monaco (monoteista buono) al quale confidava i suoi timori riguardanti la stregoneria e il suo nuovo compito. Un giorno, sul cammino del giovane apprendista, apparve un drago cattivo, così egli chiese a Dio di dargli la forza di distruggerlo con una pietra. Così fu e il ragazzo da allora si affidò ai miracoli del Signore. Iniziò a guarire i ciechi e gli storpi, quando poi da lui si recò un cortigiano cieco del re, il ragazzo gli disse che se avesse avuto fede...Nel signore, egli lo avrebbe guarito. Una volta guarito, il cortigiano dichiarò davanti al re il suo stato di suddito presso l'unico vero dio. Questa storia, meno chiara delle altre, prende spunti dalla legge degli antecedenti dove il protagonista era uno stregone anziano che poi si converte e il martirio di San Giorgio. Dunque, QUELLI DELLA FOSSA sono i CREDENTI e ESSI sono i MISCREDENTI.
RUOLO DEL POETA
Jahiliyya: 6-7 secolo leader del contesto tribale (identità tribale) - luoghi desertici
Islam: 8-9 secolo legato al mecenatismo - scenari urbani
TEMI LETTERARI A SEGUITO DELL'URBANIZZAZIONE
Con la nascita della figura del poeta stipendiato e la divisione dei temi della qasida durante sia il periodo omayyade che abbasside si sviluppano diversi tipi di poesia.
- Dall'ultima parte della qasida, il gapahrib, si sviluppa la poesia di invettiva, HIJA, la quale comprende poemi sarcastici contro avversari politici e non dei califfi e dei signori.
- Il ritha, poesia elegiaca