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In base a tratti misti:
• Value Stocks: titoli emessi da società in settori tradizionali con passato significativo di redditività e
solidità patrimoniale e con un presente ricco di ristrutturazioni volte a consolidare la posizione di
mercato. Sono dei titoli per investitori “conservatori o moderatamente aggressivi” vengono anche detti
titoli rifugio con rischio relativamente ridotto e con probabilità di utili nel medio lungo perido, sono
caratterizzate da un basso P/E.
• High Growth Stocks: imprese di nuova costituzione legate a settori tecnologici con elevate possibilità
di sviluppo e elevato fabbisogno finanziario, le quotazioni sono elevate e molto sensibili alle oscillazioni,
con elevati rapporti prezzo/utili. Sono adatte a investitori con elevato profilo di rischio e orizzonte
temporale di breve medio periodo.
• Income Stocks: azioni che pagano alti dividendi e adatto a una strategia conservativa che mira
all’incasso del reddito in presenza di quotazioni sostenute e costanti.
• Cyclical Stocks: azioni con forte correlazione con l’andamento del settore e del mercato interno
• Defensive Stocks: bassa correlazione con l’andamento del mercato e non risentono subito della
volatilità, sostenute da domanda stabile e business sicuro.
• Speculative Stocks: elevata volatilità e i più rischiosi, negoziati spesso OTC e dotati di bassissima
capitalizzazione, soprannominate “penny stocks”. I titoli di nuova quotazione e le growth stocks ne
sono un’esempio.
Price Earnings: è il rapporto Prezzo/Utile, è un indicatore per scegliere le azioni utilizzato dagli operatori.
Se è basso l’azione è sottovalutata, se è alto è sopravvalutata; le value stocks hanno P/E più basso ad
esempio.
Tassazione delle rendite finanziarie
Sono tutte le rendite derivanti dall’investimento in valori mobiliari, distinti in 2 categorie:
• Redditi di capitale: consistono in proventi percepiti dal contribuente per il semplice investimento
“immobile” di un dato capitale come interessi bancari, cedole, dividendi e scarti di emissione. Sono
tassati secondo il principio di cassa senza la possibilità di dedurne i costi di produzione; dal 2004 con
l’adozione del sistema dell’esenzione in base al quale la tassazione del reddito avviene al momento
della sua produzione in capo alle società, il contribuente è esonerato dall’obbligo di indicare tali
proventi nella dichiarazione dei redditi. Vi sono due diverse aliquote d’imposta:
27%: interessi sui depositi bancari e postali, e sulle AF con scadenza < di 18 mesi a eccezione dei
o TdS
12,50%: interessi e proventi derivanti da tutti i titoli pubblici, obbligazioni e strumenti simili
o
• Redditi diversi di natura finanziaria: consiste in proventi percepiti dal contribuente in seguito alla
negoziazione di un dato strumento finanziario e sono costituiti dalle plusvalenze derivanti dalla
vendita/rimborso di titoli quali azioni, obbligazioni, quote di fondi, vendita di valute estere.
Il regime della tassazione è stato modificato nel 2004 con la partecipation exemption che determina in
presenza di certe condizioni che guadagni o perdite siano irrilevanti, per usufruirne è necessario:
Partecipazione detenuta ininterrottamente da almeno 12 mesi
o Partecipazione iscritta tra le immobilizzazioni finanziarie
o Società partecipata sia commerciale
o Società non risieda in un paradiso fiscale
o
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Ai fini dell’applicazione dell’imposta sostitutiva il contribuente può scegliere fra 3 regimi:
1. Regime della dichiarazione: il contribuente provvede di persona a soddisfare gli adempimenti richiesti
fiscali, riportando in dichiarazione i redditi diversi realizzati durante l’anno e i redditi di capitale che non
sono tassati alla fonte. L’imposta è pagata in sede di dichiarazione dei redditi e se:
a. Minusvalenze > plusvalenze il contribuente non deve pagare nulla e può riportare le perdite non
oltre il 4° anno successivo
b. Minusvalenze < plusvalenze si applica l’imposta sui redditi
2. Regime amministrato: prevede che l’investitore/contribuente deleghi all’intermediario non l’attività di
gestione, ma solo gli adempimenti fiscali da questa generati. Il contribuente non deve quindi indicare
in dichiarazione i redditi di natura finanziaria, in quanto l’applicazione dell’imposta sostitutiva avviene
ad opera degli intermediari. Il prelievo dell’imposta avviene al momento del realizzo dei redditi e le
eventuali minusvalenze sono portate in deduzione di successive plusvalenze nell’arco di 5 anni. Nel
caso di rapporti con più intermediari le minusvalenze realizzate con un intermediario non possono
essere compensate con l’altro.
3. Regime gestito: quando il contribuente conferisce l’incarico della gestione patrimoniale ad un
intermediario il quale si occupa anche dei relativi adempimenti fiscali. Si caratterizza per la tassazione
con il criterio della maturazione in cui l’imposta sostitutiva viene applicata sul risultato netto di gestione
maturato al termine di ciascun periodo d’imposta, dato dalla differenza tra il valore del patrimonio alla
fine dell’anno solare e all’inizio; e comprende sia i redditi diversi sia quelli di capitale maturati durante
la gestione e imputati al patrimonio gestito. Dalla compensazione tra le 2 tipologie emerge il risultato
di gestione in base al quale si calcola l’imposta sostitutiva.
Obbligazioni Convertibili
Sono titoli a reddito fisso analoghi alle obbligazioni tradizionali, che però offrono la possibilità di essere
convertiti in azioni della stessa società o di una società terza. Il possessore può decidere di tenere le
obbligazioni fino a scadenza o convertirle in azioni e passare così da creditore a socio della società.
n° azioni di compendio n° azioni ottenute
Rapporto di conversione = =
n° obbligazioni convertibili n° obbligazioni convertite
Tale rapporto viene fissato in sede di emissione e inalterato a meno di modifiche del CS
n° obbligazioni convertibili VN obbligazione
Prezzo di conversione = VN obbligazione × =
n° azioni di compendio Rapporto di Conversione
Esprime in termini di VN delle obbligazioni convertibili, il prezzo da pagare per un’azione di compendio
La conversione può riguardare l’intero prestito (totale) o parte di esso (parziale) prevedendo il rimborso in
denaro della funzione non tramutate in azioni, la commutabilità può essere di solito esercitata in dei periodi
di conversione; quindi tale obbligazione è un titolo rappresentata dal titolo a reddito fisso e accompagnata
dalla facoltà di acquisto azioni. Le finalità per cui una società le emette sono molteplici:
• Smobilizzazione azioni proprie detenute nel portafoglio
• Allargare cerchia di investitori
• Finanziamento a condizioni più vantaggiose
Nell’ipotesi di procedimento indiretto, interviene un intermediario che sottoscrive l’aumento di capitale di
una società assistita, finanziandosi attraverso l’emissione di prestiti obbligazionari che prevedono la
conversione proprio nelle azioni dell’impresa del cliente; l’intermediario guadagna la differenza tra il tasso
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attivo richiesto sulla somma prestata all’impresa e i tassi cedolari passivi richiesti agli investitori, mentre
l’investitore ottiene maggior garanzia e protezione.
La valutazione delle obbligazioni convertibili
Per valutare un’obbligazione convertibile si deve essere in grado di cogliere il momento in cui è opportuno
esercitare la facoltà di conversione, considerando:
1. Bond value: valore che l’obbligazione avrebbe se fosse priva della facoltà di conversione, attualizzando
i flussi di cassa futuri se fosse tenuta fino a scadenza. Rappresenta il “pavimento della convertibile” e
cioè il livello minimo al di sotto del quale il prezzo della convertibile non scende anche in caso di
aumento del valore dell’azione di compendio. Tende a zero se il rischio di insolvenza è alto, mentre
aumenta all’aumentare del valore della società.
2. Valore di conversione: esprime il controvalore azionario che si ottiene dalla conversione di una
obbligazione.
Da questi due scaturisce il valore teorico minimo di una obbligazione convertibile, ciò coinciderà con il
bond value quando il prezzo delle azioni di compendio è tale da determinare un valore di conversione
inferiore al bond value (tratto OH), oppure con il valore di conversione quando la quotazione azionaria
raggiunge livelli tali da rendere conveniente la conversione dell’obbligazione (tratto HQ).
3. Time Value: determina la differenza tra il livello del valore teorico e il livello del valore teorico minimo
di una obbligazione convertibile. Premio che il mercato riconosce alle obbligazioni convertibili in
previsione dell’andamento futuro delle azioni di compendio.
Calcolo del premio o sconto di conversione
Per valutare la convenienza a convertire occorre confrontare ciò che si cede con ciò che si riceve, l’ipotesi
è quella di convertibilità totale e continua:
]^ valore delle obbligazioni consegnate per ricevere in cambio le azioni
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