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FORMULAZIONE DELLE IPOTESI
Se la ricerca che stiamo conducendo ha finalità confermative, una volta costruito
il quadro teorico che guiderà la ricerca, è possibile passare
alla FORMULAZIONE DELLE IPOTESI di lavoro, che verranno confermate o
smentite dai dati empirici raccolti.
Si definisce IPOTESI un’affermazione ritenuta vera per essere poi sottoposta a
verifica attraverso la falsificazione e che agisce come guida per indirizzare la
ricerca. L’ipotesi è una proposizione che implica una relazione tra due o più
concetti e si colloca su un livello più astratto rispetto alla teoria che invece
rappresenta la rete di connessione tra entità astratte rappresentate dai concetti.
L’HP (ipotesi) permette di tradurre la teoria con termini EMPIRICAMENTE
CONTROLLABILI. ((((Empirico = si basa sull’esperienza))))
L’ipotesi deve essere una PROPOSTA DI RISPOSTA A UN PROBLEMA
OSSERVATO e può nascere dall’OSSERVAZIONE DEL FENOMENO (IPOTESI
INDOTTA) o da DEDUZIONE TEORICE (IPOTESI DEDOTTA). Essa deve
confermare l’esistenza di una relazione o di un rapporto casuale tra fenomeni e
deve fare delle previsioni sufficientemente rischiose da poter applicare il
CRITERIO DI FALSIFICABILITÀ formulato da Popper che afferma che
una teoria, per essere controllabile, perciò scientifica, deve essere discutibile.
COME SI RENDE EMPIRICA UN’HP [IPOTESI]:
L’HP Empirica è un ipotesi specifica che va verificata. Quando formuliamo
un’ipotesi, per essere verosimile deve poter essere verificabile sul piano logico o
empirico e i termini con cui opero devono poter essere misurati o classificati
(operativizzati). Partendo da un’affermazione ritenuta vera la si verifica o
falsifica. Nel disegno sperimentale, infatti, manipoliamo la variabile
indipendente (spiegazione ipotizzata) per modificare la variabile dipendente
(spiegazione che stiamo cercando)
ESEMPIO DI HP IN CAMPO EDUCATIVO:
DISEGNI SPERIMENTALI
I DISEGNI SPERIMENTALI possono essere di 3 TIPI:
1) DISEGNI A 2 GRUPPI EQUIVALENTI CON MISURE IN INGRESSO
È il disegno sperimentale più classico che prevede la presenza di 2 gruppi
omogenei, uno sperimentale sottoposto a trattamento e uno di controllo non
sottoposto a trattamento. Entrambi i gruppi vengono sottoposti sia a misure di
pre–test che di post–test. Le misure di pre–test servono per verificare l’effettiva
omogeneità dei gruppi e fare un confronto all’interno di ciascun gruppo. La
presenza dei pre–test e la consapevolezza di partecipare ad un esperimento
provocano effetto reattività che non è controllabile.
2) DISEGNI A 2 GRUPPI SENZA PRE–TEST
Questa tipologia di disegno sperimentale prevede la presenza 2 GRUPPI
omogenei che non vengono sottoposti a pre–test al fine di eliminare l’effetto
reattività. Questo però impedirà di verificare l’effettiva uguaglianza dei gruppi e di
effettuare confronti longitudinali all’interno dei due gruppi.
3) DISEGNI DI SOLOMON A 4 GRUPPI
Questa tipologia di disegno sperimentale è una combinazione dei due disegni
precedenti e cerca di combinarne i vantaggi. Prevede la presenza di 1 GRUPPO
SPERIMENTALE e 3 GRUPPI DI CONTROLLO per poter effettuare dei
confronti incrociati per riuscire a isolare i singoli effetti confondenti.
DISEGNI PRE–SPERIMENTALI
I disegni pre–sperimentali vengono usati nella ricerca sul campo nel caso in cui
non si disponga di un gruppo di controllo e/o i gruppi non siano equivalenti
perché non scelti attraverso campionamento casuale.
I DISEGNI PRE–SPERIMENTALI possono essere di 3 TIPI:
1) DISEGNO A 1 GRUPPO SENZA PRE–TEST
È il disegno pre–sperimentale che possiamo utilizzare quando abbiamo a
disposizione un numero consistente di dati, magari provenienti da test o ricerche
precedenti riguardo ai risultati che otterremmo in assenza di trattamento.
2) DISEGNI A 2 GRUPPI NON EQUIVALENTI SENZA PRE–TEST
Disegno che si usa per esperimenti occasionali nel caso in cui non sia il
ricercatore a somministrare il trattamento ma esso viene somministrato in
circostante esterne non controllabili. Si può procedere quindi ad un confronto tra
chi ha ricevuto il trattamento e chi non l’ha ricevuto. I gruppi non sono casuali e
questo rende impossibile distinguere nettamente tra effetto trattamento ed effetto
non–equivalenza.
3) DISEGNI PRE–SPERIMENTALI A 1 GRUPPO CON PRE–TEST E POST–TEST
Disegno che consiste nel somministrare un test sia prima che dopo il trattamento.
Questa tipologia di disegno viene spesso utilizzato in campo educativo ma non
permette di distinguere gli effetti della reattività e della maturazione dall’effetto del
trattamento. Tuttavia esso permette di fare un controllo longitudinale all’interno del
gruppo sperimentale.
DISEGNI QUASI SPERIMENTALI
Disegni che non prevedono l’assegnazione casuale o in cui non è possibile avere
un gruppo di controllo equivalente.
STRUMENTI DI RILEVAZIONE
REFERENCE E DOCUMENTI
Sono fonti scritte che ci permettono di ricavare informazioni grazie alla loro
analisi sistematica.
Le REFERENCE sono fonti bibliografiche generali; i DOCUMENTI sono fonti
scritte derivanti da esperienze specifiche e possono essere sottoposti ad analisi
qualitative o quantitative per estrarne le informazioni da trattare.
Questi due strumenti di rilevazione hanno dei diversi vantaggi ma anche alcuni
svantaggi: permettono di studiare soggetti non accessibili, non hanno effetto
reattività, permettono analisi diacroniche, consentono di studiare campioni anche
molto vasti, danno la possibilità di risparmiare molto tempo. Essi hanno però lo
svantaggio di rischiare di distorcere le informazioni, non hanno standard, hanno
la necessità di codificare i dati.
QUESTIONARIO
È uno strumento di rilevazione che prevede la somministrazione di un certo
numero di domande precise e in forma scritta.
Prima di costruire un questionario dobbiamo fare (1) uno studio della
letteratura per controllare se esiste già uno strumento per analizzare il nostro
problema ed eventualmente si può utilizzare completamente o solo in parte. Il
vantaggio della già esistenza di uno strumento è quello di essere già validato e
che permette di fare confronti. (2) Dopo aver fatto uno studio della letteratura
bisogna effettuare un’indagine preliminare per stabilire su cosa ci si vuole
focalizzare e scoprire e su quali argomenti concentrare le domande che (3)
devono essere selezionate in seguendo alcuni criteri quali numero, tipologia,
numero per ogni informazione. Infine, (4) bisogna stendere le istruzioni su come
compilare il questionario.
(Norme da seguire per la corretta stesura del questionario)
Per una corretta stesura del questionario dobbiamo seguire delle norme: in ogni
domanda bisogna chiedere una cosa sola; le domande non devono contenere
giudizi; nelle domande chiuse le alternative devono coprire tutte le alternative;
dobbiamo curare tutte le istruzioni.
Nella stesura del questionario dobbiamo tenere conto anche dell’ordine delle
domande: all’inizio vanno poste le domande semplici e più interessanti per
aumentare la motivazione e alla fine le domande difficili o imbarazzanti: questo
permette di non perdere le domande a cui si è già risposto in caso di rifiuto a
rispondere. Alla fine del questionario bisogna porre le domande aperte perché
sono più impegnative.
OSSERVAZIONI
L’OSSERVAZIONE è uno strumento di rilevazione di tipo qualitativo e si usa per
descrivere le caratteristiche di un evento nel suo naturale contesto di
svolgimento. Essa non permette però di isolare e controllare le variabili.
Le osservazioni possiamo classificarle in più modi:
1) OSSERVAZIONE PARTECIPANTE:
L’osservatore si immerge completamente e vive nel contesto che osserva
anche se non ne fa parte.
2) OSSERVAZIONE NATURALISTICA (o ETOLOGICA):
L’osservatore registra in diretta tutto quello che succede senza farsi vedere dai
soggetti osservati senza ricorrere a interpretazioni o categorie a priori.
3) OSSERVAZIONE SISTEMATICA:
Si osserva un determinato campo di fenomeni utilizzando degli schemi di
riferimento ben precisi seguendo un quadro teorico di base che ne permette la
codifica.
4) OSSERVAZIONE PSICANALITICA (Infant Observation)
Osservazione condotta sulla relazione madre–bambino: il ricercatore osserva
tale relazione e registra successivamente ciò che accade (sguardo esterno e
oggettivo) e le proprie sensazioni in relazione a ciò che succede (sguardo
interno e soggettivo).
Le osservazioni possono essere anche di TIPO APERTO o TIPO CHIUSO. Le
osservazioni di tipo aperto vengono fatte utilizzando carta e matita, registrazioni
audio–video, fotografie, anedoctal records. Le osservazioni di tipo chiuso
comprendono le GRIGLIE DI OSSERVAZIONE, le CHECK–LIST e le SCALE DI
VALUTAZIONE.
Nelle griglie di osservazione vengono definiti a priori i fenomeni da rilevare;
nelle check–list si annota la presenza, l’assenza o la frequenza con cui
determinati comportamenti direttamente osservabili si presentano; con le scale di
valutazione si calcola il livello della caratteristica osservata.
Le principali problematiche derivanti dalle osservazioni possono essere:
§ l’EFFETTO DI REATTIVITÀ DEI SOGGETTI, il quale modifica il
comportamento dei soggetti perché consapevoli di essere osservati;
§ la DIFFICOLTÀ DI SINTETIZZARE I DATI che scaturisce dalla possibilità
offerta dalle osservazioni aperte di ottenere moltissime informazioni
rendendone difficile la sintesi;
§ il CAMPIONE DI DIMENSIONI RIDOTTE
§ la SOGGETTIVITÀ e lo SCARSO GRADO DI ATTENDIBILITÀ DELLA
MISURA che viene però risolto confrontando le osservazioni di più
osservatori indipendenti calcolando un indice di accordo che superi l’80%.
INTERVISTE
L’INTERVISTA consiste in uno scambio verbale asimmetrico mirato ad ottenere
informazioni ed opinioni su un determinato argomento. Esistono diverse tipologie
di intervista e la scelta della tipologia da utilizzare dipende dalla fase e dalla
natura della ricerca, dai dati necessari e dalle risorse a disposizione.
Le interviste possono essere:
1) STRUTTURATE:
Hanno le stesse domande (che possono essere aperte o chiuse), lo stesso
ordine e le stesse istruzioni e condizioni.
2) SEMI–STRUTTURATE:
Hanno una traccia da seguire e un numero di domande obbligatorie che
possono aumentare per fare ulteriori approfondimenti. L’ordine delle
domande può cambiare in base all’andamento dell’intervista.
3) LIBERE:
L’intervistatore pone una domanda–stim