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PRINCIPI DI REVISIONE
I principi di revisione sono un importante supporto tecnico ma limitano solo parzialmente la
discrezionalità del revisore. Resta sempre il punto fondamentale che la competenza professionale
del revisore, la sua esperienza, il suo scetticismo professionale, il suo lavorare secondo i principi di
revisione lasciano sempre una certa discrezionalità. Questo perché ogni società è diversa sia in
termini finanziari che in termini di marginalità etc., ci sono una miriade di variabile: ingabbiare il
lavoro di revisore è impossibile. Meglio dare i riferimenti e poi lasciare una certa libertà di azione.
Obiettivo della revisione: acquisire ogni elemento necessario per consentire di esprimere un
giudizio se il bilancio sia redatto in tutti i suoi aspetti significativi in conformità con il quadro
normativo sull’informativa finanziaria. Obiettivo è accrescere il livello di fiducia degli utilizzatori
del bilancio mediante l’espressione di un giudizio. Attenzione però che non si da garanzia sul futuro
funzionamento ed efficienza della società. Comunque sia, non ci può essere la certezza assoluta che
il lavoro di revisione sia fatto bene (un minimo livello di errore ci può essere: più si fa in maniera
professionale, meno c’è la possibilità di margine di errore nell’espressione del giudizio).
Il lavoro di revisione viene fatto su base campionaria, a posteriore, identifica gli errori sulla base dei
rischi di business: fa un lavoro significativo ma che non va nel dettaglio di ogni voce di bilancio.
Per questo si parla di “aspetti significativi”: il giudizio è espresso sul bilancio nel suo complesso. Si
devono identificare gli “errori significativi”. Gli stessi principi di revisione dicono che bisogna
approfondire solo le cose “significative”, importanti.
Quando un errore è significativo? Quando il lettore del bilancio, chiunque sia (stakeholders),
avendo letto il bilancio contenente dell’errore, sulla base di quell’errore ha preso una
scelta/decisione sbagliata.
Alcuni pilastri importanti trattati negli ISA Italia 200:
- Indipendenza
- Rischio di revisione: rischio di emettere un giudizio positivo su un bilancio che contiene
errori significativi.
- Conformità alle norme di legge, agli ISA Italia e ai regolamenti
- Elementi probativi sufficienti e appropriati : è importante che il revisore ottenga elementi
probativi (i controlli devono dare elementi che controllano la bontà) sufficienti ed
appropriati. Il concetto di sufficienza è quantitativo (approfondite evidenze probatorie); la
9 sufficienza è invece un aspetto qualitativo (dipende dal contesto della società, dal settore…).
Altra cosa importante: nel giudizio che emette dice che “ha operato nel rispetto dei principi
ISA Italia” – solo il fatto che dice questo e viene fuori che non ho rispettato gli Isa Italia, si
può essere accusati -> galera. Tutto ciò che è scritto deve essere rispettato.
- Scetticismo professionale : postulato, fondamentale della revisione. Il revisore nell’esercizio
della sua attività deve usare un adeguato scetticismo professionale: lavorare in maniera
critica, capire bene il contesto in cui si opera… Le novità normative prevedono che ci sarà la
dichiarazione di aver lavorato secondo “scetticismo professionale” nel giudizio.
- Rispetto principi etici
- Ragionevole sicurezza .
PRINCIPI ETICI (ISA Italia 200 e D.Lgs 39/2010 – P.R. 100 abrogato):
Il revisore deve essere in una situazione di indipendenza formale (insussistenza di situazioni
di incompatibilità ai sensi di legge o di regolamenti) e sostanziale (a prescindere dalla legge,
non si può essere in un atteggiamento mentale non indipendente) nell’esecuzione
dell’incarico.
Es. indipendenza formale: il revisore non può avere azioni della società di cui fa la
revisione. Si parla di Immediate family: parenti e affini (I grado). Close family: parenti e
affini.
Non posso essere revisore della società appartenente all’immediate family. Se è dell’amante,
sono sul piano dell’indipendenza sostanziale.
Il P.R. è più stringente della normativa, che parla solo di indipendenza formale.
Inoltre il revisore deve essere integro (integrità): onestà intellettuale, agire con equità e
sincerità.
Obiettività: giudizio espresso non sotto l’influenza di nessuno, in libertà intellettuale.
Parla inoltre di competenza: ottenimento dell’abilitazione professionale e il continuo
aggiornamento professionale. Le società di revisione per garantire la qualità richiesta
dall’incarico, deve far vedere che i revisori sono sottoposti a corsi, formazioni (60 ore
all’anno), altrimenti non si rispettano le regole interne. Il buon revisore, per comportarsi nel
rispetto dei principi etici, deve continuare a formarsi.
10 Deve operare secondo diligenza: deve ottemperare ai propri doveri professionali. Questo
non solo nei confronti dei clienti ma proprio a livello di organizzazione interna.
Inoltre vi è l’obbligo di riservatezza sulle informazioni relative agli affari dei clienti.
Professionalità
Rapporto tra revisore entrante e uscente: le quotate prevedono l’incarico che dura 9 anni, poi
non può essere rinnovato. C’è la collaborazione professionale: passaggio di consegne tra
revisore uscente e entrante. Non c’è un rapporto conflittuale tra entrante e uscente.
ISA Italia 200: il rapporto deve essere basato su uno spirito di correttezza e collaborazione.
Questo non giova solo al revisore entrante, ma al mercato. Quindi l’entrante deve essere
informato attraverso le carte di lavoro del revisore uscente. Questo permette di ridurre i
rischi di errore e di emettere un giudizio sbagliato.
Altro aspetto interessante è il compenso. Non ci sono le tariffe, il mercato è libero; però: il
compenso deve essere adeguato. Questo al fine di garantire l’indipendenza.
- Se troppo basso: non consente di avere una certa professionalità (se prendi un incarico a
zero, si deve comunque garantire che le procedure verranno fatte in modo professionale).
- Se troppo alto: non si è imparziali, integri, indipendenti.
Oltre al quantuum, deve anche esserci la rivedibilità dei compensi: se nel durante del lavoro si
incorre in qualcosa di particolare, si deve poter rivedere il corrispettivo (deve essere previsto dal
contratto) per non condizionare l’esito della revisione;
INDIPENDENZA
Le regole di indipendenza non solo legate solo al revisore, ma a tutti i soci della società, a tutti i
professionisti.
Minacce all’indipendenza:
un buon sistema di controllo interno delle società di revisione sull’indipendenza – che deve
prevedere procedure e monitoraggi – non può non prevedere e non monitorare quelle che sono le
eventuali minacce all’indipendenza.
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Esse sono:
- Interesse personale: è condizionato da un interesse personale (ho un titolo e ci perdo)
- Auto-riesame: se faccio la revisione e nelle procedure di controllo di verifica devono
analizzare e giudicare qualcosa che è stato fatto da un mio collega, sostanzialmente non è
assicurata l’indipendenza. Altro esempio: verifico se la valutazione dell’avviamento fatta
dalla società è corretta: utilizzo un consulente, ma se è del mio gruppo, vi è una forte
minaccia di indipendenza.
- Prestazione di attività di patrocinatore legale e di consulente tecnico di parte: la legge parla
di certi incarichi che il revisore non può fare (sia a livello di società sia a livello di network).
- Confidenzialità: simile alla familiarità, minaccia di indipendenza forte.
- Intimidazioni.
Detto ciò, la società di revisione deve dotarsi di un “sistema di salvaguardia”: insieme di procedure
che garantiscano il rispetto dei principi etici visti e garantire che non vi siano minacce
all’indipendenza. Al fine di mantenere il livello di rischio entro limiti accettabili. Si distinguono
diverse tipologie di sistemi di salvaguardia:
- Incentrati sui controlli di qualità posti in essere da Consob e Assirevi.
- Predisposti dal soggetto sottoposto a revisione: lo stesso cliente dovrebbe preoccuparsi del
problema di indipendenza (es. società quotate: devono verificare l’indipendenza degli
organi: amministratori, collegi sindacali etc.).
- Previsti dal revisore e dalla sua rete.
Quindi, i sistemi di salvaguardia nei mercati avanzati è sviluppato da diversi soggetti.
Lezione 16 ottobre 2015
CONTROLLO DI QUALITA'
Chi controlla il controllore?
Dal quest'anno normato dall'ISA Italia 220: prima cosa richiesta è che il revisore deve garantire la
qualità del proprio lavoro. Se è una persona fisica (formazione continua, professionalità…), se
invece è una società di revisione, essendo complessa ci vuole un buon sistema di controllo interno.
Tale sistema deve prevedere una procedura, direttive volte al controllo della qualità.
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Come garantisci la qualità? Ci devono essere procedure che la garantiscano, ad esempio assunzioni,
procedure che verificano la sussistenza di cause di incompatibilità con il lavoro stesso…
Avere le procedure che funzionano, non vuol dire solo averla scritta, ma anche applicarla. La
corretta applicazione della procedura prevede che le attività della procedura vengano
adeguatamente svolte e che l'adeguatezza dello svolgimento sia controllata e documentata (verifiche
a campione del rispetto della procedura). Gli elementi oggetto di controllo di qualità sono:
- requisiti professionali
- preparazione e competenza: assunzione in base a certe logiche e aggiornamento (laureati in
scienze economiche, processo di selezione a partire dai curriculuum, attitudine, preparazione
tecnica, capacità di lavorare in team, spirito di sacrificio, voglia di imparare, long the job
training…; aggiornamento: settimane di corso in aula…). Ci sono business unit che fanno controlli
su queste cose (es. sul training: chi sono i docenti?).
- assegnazione incarichi: come vengono assegnati? Si parla di specializzazione, quando le
dimensioni lo permettono si devono prevedere esperti di settore (expert team con giusto mix di
risorse) per garantire la qualità, in modo da essere più competitivi sul mercato; e sulla base delle
esperienze
- direzione e supervisione del lavoro: in modo da garantire un lavoro in cui i dipendenti con livello
più alto abbiano il potere e dovere di supervisionare e controllare il lavoro attraverso le carte di
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