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VASCOLARIZZAZIONE DELLA RETINA
La retina ha un circolazione speciale ovvero, indipendente dalle altre porzioni
dell’occhio. 16
Questa circolazione avviene all’interno di una cavità che ha delle pareti
inestensibili perciò le modificazioni della pressione interna dell’occhio non
sono in grado di dilatare le pareti.
Inoltre è importante definire che le arterie retiniche sono arterie di tipo
terminale. cioè oltre un certo livello non esistono anastomosi efficienti. Ciò significa che, nel caso di una
lesione a carico di un ramo terminale, si ha la comparsa della cosiddetta necrosi ischemica o infarto.
L’art. centrale della retina
è quella che spunta dalla papilla ottica ed è quella che assicura l’apporto
di sangue all’intera struttura retinica.
È una collaterale dell’art. oftalmica che è un ramo dell’art. carotide
interna.
Attraversa il n. ottico ma non in tutta la sua estensione è al livello quasi
dei 2/3 anteriori che penetra nel. ottico e poi spunta dalla papilla
Le vene della retina
presentano una disposizione analoga a quella dell’arteria e provengono
dalla vena centrale della retina.
Queste poi sboccano nella v. oftalmica superiore ma spesso, possono
sboccare direttamente nel seno cavernoso. 17
ESAME OCULISTICO : RETINA
LAMPADA A FESSURA
Questo tipo di esame è molto importante perché permette di fare la prima
diagnosi sulla maggior parte delle patologie retiniche.
La visualizzazione del fondo però può essere effettuata attraverso tante
tecniche:
• Oftalmoscopia diretta monoculare
Non si utilizza la lampada a fessura ma uno strumento
che si chiama oftalmoscopio. Permette di vedere il
fondo della retina attraverso una sorgente luminosa e
l’interposizione di una lente ( per risolvere eventuali
alterazioni di refrazione del pz o dell’esaminatore).
E’ una tecnica monoculare, nel senso che l’esaminatore deve chiudere un
occhio e con l’altro visualizza il fondo oculare.
vantaggi : ottimo ingrandimento,
o facile utilizzo,
o curva di apprendimento breve (l’esaminatore apprende in breve
o tempo come utilizzare lo strumento),
non necessita di dilatazione ( anche se nella maggior parte dei
o casi si dilata ugualmente il pz),
ci dà un’immagine diretta (ovvero non capovolta)
o 18
svantaggi:
• visualizzazione della retina ristretta a 10-15 gradi (le aree retiniche
periferiche risultano inaccessibili),
• scarsa profondità di campo,
• nel caso in cui ci fosse opacità dei mezzi diottrici la visualizzazione
risulta molto scarsa.
• Oftalmoscopia indiretta binoculare
Si effettua con uno strumento chiamato scatter e permette di visualizzare la
retina utilizzando entrambi gli occhi.
Prevede l'interposizione di una lente convessa tra osservatore ed il pz.
L’immagine che ne deriva è reale e rovesciata.
Vantaggi:
campo di osservazione più ampio,
visione stereoscopica (con due occhi)
Svantaggi:
l’immagine è vista al contrario,
basso ingrandimento,
curva di apprendimento molto più lunga
Gli esami oftalmoscopici consentono la visualizzazione, in modo diretto ed in
vivo, del nervo ottico, della retina con le diverse patologie ad essa allegate.
Nessun esame diagnostico consente informazioni analoghe.
• Ecografia 19
Questa come sapete bene non è una metodica invasiva e ci permette di
visualizzare oltre che la retina, il cristallino, il vitreo, il corpo ciliare e l’orbita in
generale.
In più ci permette di analizzare i muscoli estrinseci dell’occhio, delle ghiandole
lacrimali ed il nervo ottico.
Questo è un esame molto importante in oculistica perché molto spesso noi
non riusciamo ad effettuare l’oftalmoscopia; per esempio in caso di cataratta
abbiamo l’opacità dei mezzi diottrici ed è difficile visualizzare direttamente la
retina, questo è il caso in cui si ricorre all’ecografia.
Esistono due tipologie di ecografia :
• A scan
• B scan ( sonde con frequenza 8-10 Mhz per visualizzare le strutture
posteriorio; 20-50 Mhz per le strutture anteriori)
Il tipo A scan
è monodimensionale ed il reperto è un grafico con onde; sono le onde e
le loro caratteristiche a darci informazioni sulle strutture;verosimilmente ogni
struttura del bulbo oculare viene rappresentato da un’onda.
Nell’ecografia B scan, invece,
abbiamo un’immagine bidimensionale tipica di quelle che siamo abituati a
vedere. • Fluorangiografia
Più che permetterci di caratterizzare la morfologia, questa
tecnica ci permette di studiare la vascolarizzazione della
20
pertanto è molto importante per quelle patologie della retina su base
retina,
vascolare. E’ una tecnica molto utile, inoltre, per quanto riguarda il trattamento
foto coagulativo (laser) e ha la funzione di identificare le zone su cui bisogna
poi andare ad agire.
• OCT (tomografia a coerenza ottica)
Permettetemi di dirvi questa cosa, non ripetetela
assolutamente all’esame, ve la cito unicamente per farvi
capire il principio di funzionamento. Il principio di
funzionamento dell’OCT è lo stesso dell’ecografia
soltanto che, nell’ecografia, si utilizzano ultrasuoni che
raggiunta la materia ritornano indietro e attraverso
l’effetto piezoelettrico e
l’analisi del fascio di
ritorno riusciamo a
capire le caratteristiche
della materia.
L’OCT utilizza invece raggi infrarossi (onde elettromagnetiche) sotto forma di fascio
Naturalmente voi all’esame direte che l’oct sfrutta il principio
luminoso.
dell’interferometria se poi il professore vi chiede cosa sia sarete ben felici di
spiegarglielo. L’Oct sfrutta le proprietà di assorbimento,
riflessione e diffrazione della materia vivente.
Questi sono dei reperti Oct. Tenete presente
21
che gli Oct di ultima generazione permettono una ricostruzione
tridimensionale della retina. E’ possibile cosi visualizzare strato per strato la retina
magari vogliamo vedere soltanto l’epr (epitelio
e a scomporre i vari strati;
pavimentato retinico), allora escluderemo per sottrazione tutti gli altri strati e lo
studieremo nelle varie scansioni. L’immagine che vedete sopra è un oct
normale. La porzione centrale, quell’avallamento è la macula ed il punto di
maggiore depressione è la fovea; inoltre potete osservare l’epr che assume
una colorazione diversa dagli altri strati retinici (colore rosso) e la corio
capillare, lo strato che si trova subito sotto l’epr. I quadri che vedete qui sotto,
invece, sono tutti quadri patologici.
Ci sono alcune patologie, che ora andremo a vedere, che determinano un
accumulo di liquido all’interno dei vari strati della retina( esempio edema
cistoide).
Con l’oct, inoltre, è possibile vedere quando ci sono i distacchi del vitreo.
• Elettrofisiologia
Esami di tipo funzionale che vanno a studiare la funzionalità delle strutture
e gli eventi bioelettrici della
nervose partendo dai fotorecettori fino al nervo ottico,
visione attraverso i pev, erg, eog. L’erg è l’elettroretinogramma studia l’attività
elettrica della retina dopo determinati tipi di stimoli; in questo caso noi andiamo
Con
a misurare i potenziali d’azione dei fotorecettori dopo una stimolazione lumiosa.
questa tecnica riusciamo a distinguere l’attività dei coni da quella dei
bastoncelli, che hanno una soglia di stimolazione diversa in base al tipo di
luce utilizzata. 22
• Pev (potenziali visivi evocati)
E’ un esame che ci accomuna con l’unità operativa di neurologia, anche se di
solito il quesito clinico di partenza è diverso. Questi potenziali ci permettono
un’analisi della risposta dell’encefalo a stimoli visivi ripetuti e di conseguenza
l’attività di conduzione e l’integrità del nervo ottico.
VARI TIPI DI LESIONE RETINICA 23
Ora passiamo a quella che è la patologia retinica. Prima di parlare di ogni
singola patologia, però, è il caso di fare un accenno ai vari tipi di lesioni
retiniche quali: • Ischemia
• Iperemia
• Edema
• Essudazione
• Emorragia
• Proliferazione
Quando parliamo di patologie retiniche questi termini sono fondamentali.
ISCHEMIA
Partendo dall’ischemia, questa a livello retinico può essere
⇒ Focale
⇒ Diffusa
In quali patologie retiniche possiamo riscontrare un’ischemia di tipo focale? In quelle di tipo
vascolare. Naturalmente avremo l’interessamento di un solo distretto quando
parliamo di ischemia focale.
L’ischemia diffusa, invece, si può avere con un’occlusione dell’arteria retinica
principale.
L’interessamento di un distretto vascolare periferico vi causerà un’ischemia
focale, mentre l’interessamento di un tronco principale come l’arteria centrale
causerà un’ischemia diffusa. L’ischemia diffusa è possibile averla anche nel
caso di ipotensione sistemica acuta, di arresto cardiaco o di legatura della
carotide interna (da cui origina l’arteria retinica). 24
Nel caso in cui ci troviamo di fronte ad un’ischemia cosa andiamo a vedere?
• La pupilla è molto più dilatata e non reagisce,
• si ha un quadro di edema retinico,
• la papilla ottica diviene pallida (diminuisce il flusso ematico)
• e si possono configurare i quadri di emorragia a fiamma, essudati molli,
e un quadro di vasi arteriosi filiformi (nel caso di ischemia i vasi arteriosi
si restringono). IPEREMIA
L’iperemia può essere:
⇒ Attiva
⇒ Passiva
L’iperemia attiva la riscontriamo nel caso di patologie infiammatorie della
retina e della coroide;
quella passiva, invece, la riscontriamo in caso di trombosi venosa centrale o di
una delle branche, nel caso di neoplasie, di ipertensione polmonare, di
Cosa andiamo a vedere nella
ipertensione endocranica, di cardiopatie congenite.
retina nel caso in cui s’instauri un quadro di iperemia?Le vene retiniche si dilatano, vi è
edema diffuso ( a livello papillare specialmente), si può verificare il distacco
retinico essudativo (vi è un accumulo di liquidi tra i vari strati della retina che
ne determinano il distacco). EDEMA
L’edema è una raccolta di liquido per definizione e lo distinguiamo in:
⇒ Localizzato (occlusione venosa parcellare di vasi più piccoli)
⇒ Diffuso ( occlusione arteria o vena centrale) 25
Ed in:
⇒ Intraretin