Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
SLIDE
Relazioni internazionali Lezione 6
Questa parte è sul libro «Istituzioni di Relazioni Internazionali»,
Bonanate.
COMUNITÀ DI SICUREZZA: gli Stati si attribuiscono tra loro rapporti amicali (contrario di
adesso).
Come guardiamo all’oggetto delle relazioni internazionali?
L’oggetto è importante perché quella delle relazioni internazionali non è l’unica disciplina che
analizza la politica internazionale. Viene studiato anche dal punto di vista:
- storico -> storia diplomatica o dei trattati 9
- giuridico -> diritto internazionale
- politologico -> relazioni internazionali
ma anche dal punto di vista economico, sociologico, geografico, demografico ecc. -> tanti diversi
approcci per una stessa realtà.
Ora mettiamo a confronto le relazioni internazionali con alcune discipline affini per far
emergere le sue specificità.
Queste discipline (storia, diritto ecc.) sono affini perché più antiche delle relazioni internazionali; in
questo modo è possibile valorizzare il posto che la disciplina delle relazioni internazionali si è
ritagliato.
Relazioni internazionali e storia diplomatica
La storia è indispensabile per le relazioni internazionali, ma è sufficiente? Basta la storia per
comprendere la realtà internazionale?
C’è chi crede di sì, perché ricostruendo le vicende del passato si possono trarre delle lezioni dalla
storia. Gli internazionalisti hanno legittimato il proprio obiettivo (andare oltre alla semplice
ricostruzione delle vicende del passato), per fornire delle interpretazioni.
A rigor di logica:
- la storia -> ricostruisce i fatti.
- le relazioni internazionali -> interpretano i fatti.
Molti anni dopo la nascita delle relazioni internazionali è stato chiesto ad uno storico francese,
Pierre Renouvin, di argomentare la chiusura della storia diplomatica.
Ci sono storici che cercano di creare tendenze nel divenire storico in moda da influenzare gli eventi
(si parla di INFLUENZE). Secondo Renouvin, chi segue questo filone fa esattamente quello che gli
studiosi di relazioni internazionali rivendicano come proprio approccio.
L’approccio delle relazioni internazionali però è diverso, perché possono anche guardare le
influenze (demografiche, economiche ecc.), ma le interpretano introducendo dei concetti (cosa che
di fatto la storia non fa).
LA CRISI MISSILISTICA DI CUBA, 1962
È necessario introdurre un concetto che ci mostra questa crisi in tutta la sua realtà:
- l’equilibrio del terrore -> locuzione che fa riferimento alla corsa agli armamenti atomici,
condotta da Stati Uniti ed Unione Sovietica durante la Guerra Fredda, per descrivere
la pace tenue che esistette tra quelle due nazioni come risultato del fatto che entrambi
i governi erano trattenuti dall'agire in base alla prospettiva di una guerra nucleare che avrebbe
distrutto il mondo.
Con questo equilibrio si crea un’asimmetria, l’Unione Sovietica si trova in una posizione
privilegiata.
Da qui gli internazionalisti hanno elaborato il concetto di CRISI INTERNAZIONALE ->
vengono definiti i parametri che ci consentono di individuare gli elementi di crisi. È una condizione
di alto rischio per i decisori, indipendentemente da quello che fanno.
Quali sono gli elementi costanti delle crisi?
Michael Richer li ha individuati, sono 3 gli elementi ricorrenti che contraddistinguono questa
condizione dal punto di vista dei decisori:
- minaccia ai valori fondamentali -> es. minacciata la sovranità delle isole Senkaku.
- alta probabilità di essere coinvolti in ostilità militari
- tempo limitato per decidere 10
(a volte, non è né ricorrente né necessario, troviamo l’effetto sorpresa -> quando non ti aspetti la
crisi).
L’internazionalista cerca le regolarità, le costanti. Un evento storico è irripetibile, ma le
conseguenze che ne discendono non è detto che lo siano -> questo consente di produrre delle
previsioni.
GUERRA COSTITUENTE -> per la sua portata, di fatto produce una radicale ristrutturazione
dell’ordine internazionale (costituente perché ricostituisce il sistema).
Gli internazionalisti ne hanno individuata, con regolarità, una a secolo (ad eccezione del ‘900 che
ha visto due guerre mondiali ma considerate come un’unica guerra costituente). Per uno storico,
questo concetto è pura follia (perché non si possono oggettivamente paragone due conflitti della
portata delle guerre mondiali alla guerra dei 30 anni). Questo concetto non è troppo lontano dalla
logica della PTT.
Quale elemento ha cambiato questa regolarità (es. secolo novecento)? -> le armi nucleari.
Che cos’è una legge
Una legge istituisce un rapporto tra variabili -> se succede a avremo b.
Esempio: se io pongo che i Paesi democratici non si facciano la guerra, la conclusione (del tutto
improbabile nella realtà) sarà che queste ricorrano al conflitto per ricorrere alla controversia.
Se si segue un metodo induttivo (dal particolare al generale), lo studioso trae collegamenti utili a
rappresentare la realtà
In un procedimento deduttivo le teorie spiegano perché questa probabilità o invarianza viene data.
Es. TEORIA PACE DEMOCRATICA -> la democrazia risolve pacificamente le controversie
perché i cittadini le risolvono pacificamente tra loro; allo stesso modo fanno gli Stati. Nella storia
infatti le democrazie non si sono quasi mi fatte la guerra (inclini al peace living).
Kenneth Waltz vede le teorie come IMMAGINI MENTALI -> slide
L’internazionalista seleziona i fattori più importanti, li organizza e li spiega.
STABILITÀ EGEMONICA: gli USA dagli anni ‘40 agli anni ‘70.
Es. Gli USA hanno esercitato il potere in chiave egemonica e non hanno teso al contro-
bilanciamento. Gli USA erano in un ordine inclusivo e liberale -> ecco che si mettono assieme i
concetti.
Conclusione ragionamento: non ci sono stati contro-bilanciamenti perche gli USA hanno istituito
beni pubblici.
Questo genere di approccio è essenzialmente positivista, si chiama EXPLAINING -> si rifà alle
scienze naturali.
Un altro approccio è UNDERSTANDING -> si osserva come la realtà sia socialmente costruita
(non si guardano leggi, teorie, regolarità). Si studiano le dinamiche intersoggettive attraverso le
quali la realtà prende forma (es. Buzan -> bisogna parlare di polarità perché se ne parla
pubblicamente).
Uno storico, Fernand Brodel, ha cercato di creare un ponte tra storia e scienze sociali. (Slide)
11
Relazioni internazionali Lezione 7
Questa parte è sul libro «Istituzioni di Relazioni Internazionali»,
Bonanate.
Relazioni internazionali e diritto internazionale
Anche qui lo scopo è quello di far emergere, attraverso il confronto, la specificità delle relazioni
internazionali. Dal confronto con la storia internazionale, dove l’oggetto di studio è simili, emerge
che obiettivi e metodo utilizzati da ognuno non sono, invece, condivisi.
Obiettivi:
- storia -> ricostruisce i fatti
- relazioni internazionali -> interpretano i fatti
Metodo:
- storia ->
- relazioni internazionali -> metodo di tipo teorico, cercano di spiegare situazioni non
immediatamente comprensibili.
Il confronto con il diritto internazionale ci fa cogliere un’altra specificità delle relazioni
internazionali.
Queste due discipline sono ancora più affini rispetto a quanto lo fossero storia e relazioni
internazionali; condividono sia l’oggetto che, in qualche misura, il metodo di analisi.
Oggetti condivisi:
- giuristi e internazionalisti guardano la condotta degli Stati nella politica internazionale. I giuristi
in più hanno come obiettivo quello di far firmare un accordo internazionale.
- entrambi sono interessati alle attività degli organismi internazionali.
- entrambi sono interessati alla guerra e ai relativi modi per evitarla.
PACIFISMO GIURIDICO: chi aderisce a questo filone pensa che la pace possa essere mantenuta
attraverso strumenti giuridici, come il patto di non belligeranza oppure l’arbitrato -> due soggetti
hanno un motivo di controversia: anziché arrivare ad un conflitto, sottopongono il caso ad una corte
arbitrale stabilita dai due attori; il responso può evitare il conflitto.
Queste due discipline condividono anche il metodo di analisi, il quale è fondato su ipoteticità e
generalizzazione (due aspetti propri dei giuristi).
Il punto di contatto tra diritto internazionale e relazioni internazionali è il trattato -> c’è una
negoziazione per arrivare al trattato, il quale sfocia in un accordo internazionale.
In che cosa si distinguono diritto internazionale e relazioni internazionali?
Le relazioni internazionali non condividono il FORMALISMO del diritto internazionale, perché
badano ad aspetti più SOSTANZIALI.
Da che cosa dipende il formalismo del diritto internazionale?
Per rispondere a questa domanda bisogna guardare su cosa si fonda e da cosa discende la sua
l’obbligatorietà. Gli Stati si sentono vincolati nel rispettare le norme del diritto internazionale.
12
COMUNITÀ INTERNAZIONALE: è l’insieme degli Stati sovrani -> la sovranità è il prodotto
della vita di relazione tra gli Stati.
Attraverso il RICONOSCIMENTO, gli Stati si riconoscono membri della stessa società
internazionale. Questi non fanno tutto ciò che vogliono proprio perché fanno parte della comunità
internazionale. Questa comunità si costituisce contrattualisticamente, attraverso il riconoscimento
reciproco. Interagendo, devono dar vita a delle norme di convivenza, alcune delle quali sono
basilari. La più fondamentale tra tutta è il PACTA SUNT SERVANDA (i patti devono essere
rispettati). È la norma primaria che gli Stati introducono nel momento in cui si riconoscono come
sovrani. Questo rende vincolanti tutte le norme successive.
Formalismo del diritto -> dobbiamo attribuire agli Stati anche una certa eguaglianza, se non si
riconoscessero eguali gli Stati, non ci sarebbe possibilità di contratto. Ciò che rende eguali tra loro
gli Stati è proprio la sovranità (un artificio) -> il diritto internazionale diventa per questi motivi
vincolante. Si parla di SOVRANA EGUAGLIANZA TRA GLI STATI.
Sovranità e diritto internazionale
Il diritto internazionale è dunque vincolante grazie al fatto che gli Stati si riconoscono
reciprocamente come sovrani e, in quanto tali, come eguali nell’ambito della comunità
internazionale.
Le relazioni internazionali e il formalismo del diritto internazionale
I politologi non sono s