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Gb e Usa che infatti diventano il centro dello studio delle relazioni internazionali.

Secondo la teoria idealista la politica estera deve essere determinata dall’etica, dal diritto e dalle

istituzioni. (Engel, Toynbee e Wilson).

Woodrow Wilson nel 18 scrisse i famosi 14 punti.

Il trionfo dell’idealismo è la società delle nazioni, infatti si crede che bisogna prevenire le guerre

attraverso delle istituzioni comuni. Un altro grande risultato è il patto Briand – Kellog.

L’approccio idealistico è un approccio ottimistico che crede che l’uomo sia buono e crede nella

democratizzazione nazionale, nel diritto, nelle istituzioni e nella creazione di un governo mondiale.

Tutto questo è in contrasto col sistema Vestfaliano.

I realisti invece sono pessimisti e criticano gli idealisti (hanno inventato loro il nome idealisti per

criticarli) come se fossero dei sognatori dicendo che loro invece vedono la realtà e mettono in luce

il fatto di non essere riusciti a evitare la seconda guerra mondiale e accusano gli idealisti di non

avere usato il pugno duro ma di avere usato l’appeasement e la diplomazia contro Hitler. Per evitare

la guerra secondo i realisti bisognava minacciare realmente Hitler.

Il realismo è diventato predominante perché è stato adottato dagli State.

E’ strettamente collegato il pensiero di Hobbes, se si è idealisti si viene mangiati dai lupi, bisogna

garantire la sopravvivenza dei cittadini e quindi non si può basare la propria politica sull’aspettativa

di avere davanti a te dei cittadini buoni e bravi che possono vivere in uno stato “idealista”. Per i

realisti questa è la natura umana ed è immutabile e incorreggibile. Questo è un circolo vizioso che

nasce dalla scarsità delle risorse, c’è una competizione ed una rivalità per avere i beni. La lotta per il

potere è universale nel tempo e nello spazio, tutti i popoli in tutti i tempi sono cattivi. Inoltre il

potere è necessario per resistere alla realtà sociale quindi deve aumentare la tua forza politica e

militare. La pace e l’anarchia si escludono reciprocamente.

Per Gilpin le relazioni internazionali continuano ad essere una lotta tra attori politici in uno stato di

natura.

Per i realisti bisogna capire la realtà davvero studiando la storia e prevedendo il futuro, la

conoscenza è potere e non bisogna condividerla con gli altri paesi e quest’ultimi avranno lo stesso

atteggiamento. Questa concezione è conflittuale e strategica.

Infatti quando Wilson disse “trasparenza” tra gli stati era poco realista e molto idealista.

Il realismo porta a tre tipi di frustrazioni: imprevedibilità del risultato, irreversibilità del processo e

anonimità degli attori.

Se da una parte abbiamo detto che l’idealismo è opposto al sistema vestfaliano invece per il realisti

lo stato è quello vestfaliano (ovvero sovranità territoriale e indipendenza politica) e la loro

impostazione è Statocentrica e quindi gli attori per questi sono gli stati. Di conseguenza è anche

volontaristica e attribuisce la priorità ontologica agli stati.

I quattro paradigmi dei realisti sono quindi: Gli attori più importanti delle relazioni internazionali

sono gli stati (spiegato qui sopra), lo stato è un attore unitario (gli stati sono entità unitarie,

autonome e coese che possono influenzarsi reciprocamente), lo stato è un attore razionale (quando

si parla di concezione strategica e conflittuale), l’agenda internazionale dei realisti vede al primo

posto la sicurezza (perché con la pace si massimizzano gli interessi nazionali).

20/9/2016 – Mulas

Tucidite: Guerra tra Atene e Melo

Per il realisti

-Viviamo in un mondo anarchico (homo homini lupus) nonostante le varie società delle nazioni

quindi ogni paese cerca da solo il proprio aiuto

-Ogni paese è razionale

-Ogni paese cerca la stessa cosa: sicurezza e potere

Cosa rende uno stato potente? Geografia popolazione economia militari

Come diventa ha più potenza? Sistema interno ovvero armarsi; sistema esterno alleanze

Più che un’alleanza è una cooperazione: Israele è amica degli USA non tanto perché si piacciono

ma perché ha paura degli arabi.

Secondo i realisti la situazione sarà sempre quella di equilibro di potenza dovuto da situazione

anarchica e unità che cercano di sopravvivere (Waltz). Questa situazione esisterà per sempre ed è

per questo che esisterà per sempre “the balance of power” ovvero un determinato tipo di politica

che cerca di impedire la nascita di egemonie che rovinino l’equilibrio globale.

Secondo Walt invece esiste “the balance of threat” secondo la quale le alleanza sono dovute non

tanto da una ricerca del potere ma dalla “minaccia” dovuta dalla potenza degli altri paesi, dalla

vicinanza geografica, dalla capacità offensiva e dall’intenzione offensiva.

I 4 principi del Realismo sono:

I più importanti attori delle relazioni internazionali sono gli Stati Statocentrismo caratterizzato

dalla:

-Sovranità territoriale: sia interna ovvero monopolio della forza legittima, sia esterna

“superiorem non recognoscens” ovvero non è concepibile accettare leggi internazionali che non

siano approvate dagli stati stessi, dunque sopra lo Stato non c’è niente. Dunque vige un sistema

anarchico nel quale non esiste un organizzazione superiore che decide ma è diffusa l’anarchia fra

gli stati.

-Indipendenza politica: Ovvero se tu sei sovrano puoi decidere anche per il tuo sistema politico

per qualsiasi questione di indirizzo politico. Puoi fare quello che vuoi politicamente basta che

controlli il tuo territorio.

-Principio di non intervento: Nessuna potenza estera può intervenire negli affari interni di uno

stato.

-Self-Help: Principio di autotutela significa che tu sei sovrano e ambisci ad aumentare il principi di

sovranità e per fare ciò non puoi appellarti a nessun’altro stato, nessuna organizzazione. Dunque

bisogna creare un armamentario abbastanza grande per autotutelarsi dagli altri.

Gli Stati sono unità di attori:

-Gli stati parlano con una sola voce (Metafora palle da biliardo…).

(Viene immaginato, analogamente al gioco del biliardo, che se una palla ne colpisce un'altra, o più

di una, si scatenerà una sorta di effetto a catena, ed ogni Stato è come una palla: si muove

quando è colpito, urtato. Il messaggio è che le politiche estere non sono che la manifestazione

della reattività di ogni Stato rispetto agli eventi esterni. L'idea che ci forma è che la politica estera è

un adattamento rispetto alle novità dell'ambiente. Questa teoria può finire per essere ingenua e

riduttiva. Ad ogni modo l'atteggiamento della palla da biliardo è abbastanza simile agli

atteggiamenti reali.)

-Bisogna vedere quello che succede all’esterno degli stati non all’interno perché non è rilevante.

Se vuoi capire davvero la politica internazionale bisogna avere un’ottica realista sui fattori esogeni

(esterni). Ad esempio nella guerra fredda non era importante che una era comunista e l’altra

capitalista ma bisogna vedere come si sono comportate fra di loro esternamente ovvero erano due

super potenze in competizione e solo questo ci deve importare.

Lo stato è un attore razionale

Ovvero bisogna pensare che anche gli altri stati si comportano in modo razionale:

Identificando gli interessi nazionali, identificando le priorità e pesando i costi e i benefici.

L’agenda politica è concentrata sulla sicurezza

La sicurezza è la così detta High politics che si contrappone a tutto il resto (ad es. politica interna,

cultura, diritti) ovvero Low politics.

Abbiamo detto che il realismo è una teoria stato centrica. La domanda è se lo stato è una soluzione

ai problemi o se è il problema? I realisti credono sia la soluzione ai problemi. I realisti credono che

il sistema sia anarchico e quindi non può esistere uno stato più grande. Secondo i liberalisti il

problema è lo stato e spingono verso uno stato sempre più grande che li raccolga tutti e quindi

bisogna superare lo stato per risolvere alcuni problemi.

Lo stato si è sviluppato storicamente in Europa e a molto a che vedere con lo sviluppo economico e

militare delle unità politiche. Infatti si è sviluppato in simbiosi con la rivoluzione industriale. Se non

hai risorse economiche proprie non ti puoi difendere. Se apriamo lo sguardo oltre l’Europa,

vediamo come la sovranità non è stata sempre applicata infatti il resto dell’umanità non bianca è

stato per secoli colonizzato militarmente, dominato politicamente, economicamente e culturalmente.

L’imperialismo infatti ha suscitato moltissime polemiche.

Un concetto fondamentale del realismo è quello del potere.

Dahl dice che il potere è l’abilità di far fare ad un attore quello che non avrebbe fatto (o viceversa).

Il potere è egemonico se riusciamo addirittura a convincere qualcuno che sia pure giusto.

Waltz, padre del Neorealismo, sostiene invece che un attore ha potere se ha capacità di influenzare

il comportamento di un altro di più rispetto a quanto l’altro possa farlo sul primo.

Gli interessi nazionali sono divisi tra risorse tangibili e intangibili.

Le risorse tangibili sono collegati alla capacità militare ovvero popolazione (e quanto sia disposto

alla guerra), condizioni geografiche e territoriali (sia conformità del territorio sia posizione

rispetto agli altri stati), risorse naturali (petrolio e varie energie) e capacità industriale

(trasformare industria civile in bellica).

Le risorse intangibili sono politica e cultura del patriottismo (cittadini pronti a morire per la patria

sono più efficaci rispetto a dei mercenari), diffusione dell’educazione, un apparato di

intelligence, sviluppo tecnologico e scientifico, legittimità del governo e quanto sia voluto dal

popolo, credibilità.

L’interesse nazionale secondo il DIS è “la condizione in cui ad un paese risultino garantite piene

possibilità di sviluppo pacifico attraverso la salvaguardia e l’intangibilità delle sue componenti

costitutive, dei suoi valori e della sua capacità di perseguire i propri interessi fondamentali a

cospetto di fenomeni, condotte ed eventi lesivi o potenzialmente tali. E’ un bene costituzionale che

gode di tutela prioritaria.” Dunque significa che prima viene l’interesse nazionale poi tutto il

resto.

Il potere (3) è perseverazione dello status quo politico, dunque non si può

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A.A. 2017-2018
15 pagine
3 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/06 Storia delle relazioni internazionali

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher basileaas di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Relazioni internazionali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università internazionale degli studi sociali Guido Carli - (LUISS) di Roma o del prof Marchetti Raffaele.