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COMUNICAZIONE NON VERBALE E PARAVERBALE
NON VERBALE/ANALOGICA: gran parte della comunicazione avviene nonverbalmente e tale componente ha un forte impatto sull'interlocutore. Un'analisi dei vari comportamenti non verbali può essere basata sul contatto visivo, sulle espressioni del volto, sul tono, volume e inflessione della voce, sul silenzio, sui gesti e sull'orientamento del corpo.
Le FUNZIONI DELLA CNV:
- Esprimere emozioni
- Comunicare gli atteggiamenti interpersonali
- Presentare sé stessi agli altri
- Rafforzare, sostenere, modificare e completare la CV (comunicazione verbale)
- Sostituire il "discorso"
Utilizzando i sistemi:
- Vocale/para-verbale (voce, tono, volume, ritmo)
- Cinesico (mimica facciale, sguardo, gesti e postura, movimenti del corpo, del volto e degli occhi)
- Prossemico (uso dello spazio)
- Aptico (contatto corporeo)
Per l'operatore sanitario è molto importante saper cogliere la CNV per poter ricavare
informazioni sul reale stato emotivo della persona con cui interagisce, in particolare quando non riesce o non osa esteriorizzare il suo reale sentire. COMUNICAZIONE PARAVERBALE: componenti para-linguistiche (esclamazioni, pause, enfasi, ritmi, silenzi, intonazioni) in cui:- IL TONO: può esprimere apprezzamento o disappunto, entusiasmo o apatia, interesse o noia (ha la funzione della matita quando leggiamo, sottolinea i concetti importanti per evidenziarli meglio).
- IL TIMBRO: è il colore della voce.
- IL VOLUME: corrisponde all'intensità sonora e serve a sottolineare i concetti o a ridestare l'attenzione.
- IL RITMO: serve per dare più o meno incisività ai concetti espressi.
- LA PAUSA: come il silenzio, può essere strategica o di imbarazzo.
- Mettere a disagio le persone (urlo)
- Essere invadente o arrogante (parlo forte, aggressivo e cerco di prevalere/parlare più forte degli altri)
È capita un’idea espressa dall’altro. Attraverso prove sperimentali, si ipotizza che l’ascoltatore che non guarda l’interlocutore trasmetta un’impressione di rifiuto o indifferenza ed’altra parte colui che guarda troppo intensamente restando in silenzio, dà l’impressione di essere una persona strana / deviante. Esistono variazioni individuali in base a come un individuo si presta ad utilizzare lo sguardo, legate alla diversa personalità delle persone interagenti; per esempio le persone estroverse fanno maggiore uso dello sguardo e utilizzano occhiate più lungherispetto agli introversi. Oppure le persone che hanno più bisogno di filiazione usano lo sguardo in situazioni amichevoli o di collaborazione mentre in situazione competitiva usano maggiormente lo sguardo le persone dominanti. Le donne tendono ad utilizzarlo più spesso rispetto agli uomini e in particolare parlando con altre donne, usano
quest’espressività in maniera diversa rispettoal sesso maschile, se provano simpatia per una persona la guardano mentreparlano a differenza dell’uomo che fa tutto ciò mentre ascolta. Lo sguardo serve a gestire la regolazione dei turni, funge da segnale di appello. Nella conversazione ha la funzione di sincronizzare (evitare le sovrapposizioni e favorire l’avvicendamento dei turni), di monitoraggio (controllo delle interazioni) e di segnalazione (manifestazione delle proprie intenzioni). Il sguardo può essere DIRETTO usato: alla fine di un’espressione altrui (RINFORZO), durante espressioni proprie (ENFATIZZAZIONE), mentre si pongono domande (INVITO ALLA CONFIDENZA) o se è prolungato rappresenta un gradimento, un INVITO O una MINACCIA. INDIRETTO/SFUGGENTE: è un segnale di ansia, paura, imbarazzo, insincerità o sottomissione. Anche la luminosità dello sguardo è indice del grado di attivazione della persona,
Al contrario, lo sguardo spento mostra tristezza e depressione. Caratteristiche mimiche del volto rispetto alle emozioni primarie. È importante osservare in un contesto relazionale altri aspetti: - Le sopracciglia (il loro veloce sollevarsi indica una cosa inaspettata mentre quando esse sono aggrottate indicano tensione e sforzo). - La fronte (se è corrugata indica sforzo/imbarazzo). - Il naso (se arricciato rappresenta ribrezzo o disgusto). - La bocca (secondo strumento di segnalazione NV dopo gli occhi, essa con il sorriso esprime sintonia e affinità mentre con il riso sarcasmo e combattività). - Il tono muscolare dei muscoli facciali segnala lo stato emotivo della persona, in genere c'è atonia quando la persona è triste/depressa, il tono aumenta man mano che cresce l'interesse verso la persona o la conversazione. - La vascolarizzazione del viso, segnale di comunicazione, il pallore indica paura e tristezza mentre il rossore vergogna e.imbarazzo.I GESTI: rappresentano qualsiasi movimento fatto con le mani, le braccia o le spalle che ci permettono di comunicare, mostrano le intenzioni individuali sul mondo degli altri e degli oggetti. Il gesto è definibile come qualunque azione che rende visibile la mia presenza agli altri. Svolge essenzialmente tre funzioni: psicologica, comunicativa e autonoma/sostitutiva. La comunicativa è intesa quando un gesto risulta un atto intenzionalmente prodotto per convincere il destinatario di qualcosa mentre l'autonoma-sostitutiva avviene quando il gesto si pone in sostituzione del verbale (il saluto) è un mezzo per completare o rafforzare il contenuto semantico/argomentativo. Si parlerà quindi di vere e proprie frasi gestuali che anticipano e accompagnano ciò che viene espresso con le parole, che sono meglio comprese se si presta attenzione a quanto si manifesta con il corpo. Categorie di gesti: Emblematici (emessi intenzionalmente, spesso convenzionali,
come il segnale OK o il saluto militare)
Illustratori (a commentare il linguaggio verbale)
Regolatori (a sincronizzare gli interventi)
Indicatori (di stati d'animo)
Adattatori (a regolare la propria posizione rispetto ad altre persone o oggetti)
Motori (ripetuti ritmicamente spesso espressione di sentimenti o emozioni)
Linguaggio dei segni (per i sordomuti che è convenzionalizzato)
La gestualità se equilibrata è un buon sostegno alla comunicazione per esempio: mani irrequiete e dita frenetiche alla continua ricerca di nuovi oggetti potrebbero indicare tensione o ansia, il pungo chiuso o le mani abbandonate sul grembo potrebbero rilevare disagio o scarsa inclinazione al dialogo. Altri elementi sono: mordicchiarsi le labbra (il soggetto riconosce nell'operatore un grosso potenziale di coinvolgimento emotivo e inconsciamente lo invita ad approfondire l'argomento), portare l'indice ed il medio appaiati sulla guancia o sulle labbra
(significa tensione o riflessione), aggiustarsi di continuo i capelli o accarezzarli (indica estrema gratificazione nei confronti dell'interlocutore e dell'argomento espresso con connotazione affettiva), il soggetto che apre le braccia e le gambe (indica apertura nei confronti dell'interlocutore e degli argomenti), la persona che incrocia braccia e gambe viceversa manifesta chiusura totale nella comunicazione, il grattarsi il capo (potrebbe indicare che la frase o la tematica espressa crea tensione in quanto rappresenta un vero "grattacapo"), portare la mano al collo (angoscia), accarezzare le labbra con le dita o con il dorso della mano (grosso gradimento emotivo), grattarsi o massaggiarsi la fronte (il soggetto non ha chiaro l'argomento e inconsciamente chiede un chiarimento), alzare le spalle o i palmi della mano (indica debolezza passiva o resa), spostare il busto o il corpo in avanti (interesse verso l'argomento), spostare oggetti verso sé
stessi (cercare di fare propri i concetti del discorso in atto).
LA POSTURA: all'interno di ogni sistema esistono regole più o meno implicite che stabiliscono la correttezza delle posture (nelle diverse culture o contesti). Rispetto ai rapporti possono essere: dominanti-sottomesse, di amicizia-ostilità, di formalità-informalità, di autonomia-cooperazione-competizione. Rispetto all'individuo dipendono da: situazione e attività e stati d'animo ed emozioni. Può rilevare la fiducia e l'immagine che una persona ha di sé stessa.
PROSSEMICA: IL COMPORTAMENTO NELLO SPAZIO
Le persone comunicano con il modo di gestire lo spazio che le circonda, gli elementi da considerare sono:
- La distanza tra gli interlocutori
- L'orientazione (la posizione reciproca delle persone)
- Il modo di muoversi nell'ambiente
- L'organizzazione dello spazio