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RECETTORI TIROSINCHINASICI.
Il dominio transmembrana è un’alfa elica e quello intracellulare contiene il sito catalitico; sono gli
unici recettori che, infatti, hanno un’attività enzimatica quale quella chinasica. Entrambi sono
estremamente conservati, tant’è che tutte le chinasi ne condividono i fold. L’unica porzione che le
differenzi è il dominio extracellulare; la classificazione delle chinasi, infatti, dipende dal suo fold,
che può essere:
1. dominio simile all’immoglubina (e in questo caso sono più domini immunoglobulina simili
che si assemblano);
2. dominio ricco in cisteina;
3. dominio simile alla fibronectina.
Questi sono i più comuni; bisogna considerare anche delle eccezioni, domini extracellulari che non
hanno fold corrispondenti a quelli menzionati.
1. dominio immunoglobulina simile: sandwich beta formato da residui strutturali estremamente
conservati che permettono l’interazione tra i due foglietti. I residui presenti nei loop,
contrariamente a quelli strutturali che garantiscono il fold, sono caratterizzati da una
notevole diversità per permettere la variabilità dei recettori (esattamente come funzionano le
immunoglobuline, che riescono a discriminare singolarmente fra diversi tipi di antigeni);
Dominio extracellulare del recettore dell’insulina: è formato da 3 subdomini; L1 e L2 sono
costituiti ciascuno da una beta elica fiancheggiata da due alfa eliche, una al C e l’altra al N-
terminale. Centralmente si trova un terzo subdominio di connessione ricco in cisteine.
-Dominio chinasico (immunoglobulina simile): Comune a tutte le chinasi, il dominio catalitico.
Una chinasi è un enzima che catalizza la reazione di trasferimento del fosfato in gamma dell’ATP
ad un gruppo funzionale, l’OH.
E’ un dominio conservatissimo e molto piccolo ( 270aa ), composto da due sub domini, i lobi,
chiamati così perché racchiudono il sito attivo. 1. Lobo piccolo o N terminale: è formato da
un foglietto beta antiparallelo a 5 filamenti e da
un’unica alfa elica, l’alfa elica C. E’ chiaro che
in un dominio catalitico vi debbano essere
residui che gli permettano di riconoscere
specificamente la tirosina su cui agire in base
all’intorno in cui essa si trova; altri, strutturali,
garantiscono, invece, il corretto fold; ma i
residui catalitici veri e propri sono nel loop P,
una struttura presente in tutte le proteine che
legano i nucleotidi (come la GTPasi) e nell’alfa
elica C.
Il loop P connette i filamenti beta1 e beta2 e ha
una sequenza conservata GXGXGX, ricca
dunque in Gly che gli permette una notevole
flessibilità in assenza dell’ATP; in sua presenza
cooordina il legame con i fosfati in alfa e in
beta e resta in una posizione rigida.
L’ Alfa elica C è, ovviamente, rivolta dallo
stesso lato del loop (poichè è necessaria nella
catalisi); ha un residuo di glutammato (-) che interagisce con la lisina 72 (+) del filamento beta3
mediante la formazione di un ponte salino, quindi tramite l’attrazione elettrostatica che intercorre
tipicamente in un legame ionico; questo legame fa sì che la lisina assuma una posizione atta a
poterle permettere di interagire con i fosfati in alfa e beta.
Lobo grande o C terminale: Lobo con strutture ad alfa elica. Per la catalisi sono importanti due
loop:
-Il loop catalitico: contiene il residuo fondamentale, l’Aspartato 166; un’Asparagina 171 forma un
legame H con l’aspartato posizionandolo nel modo corretto, quindi ha anch’essa, indirettamente,
un’importanza;
-il loop di attivazione: tramite questo loop tutte le chinasi vengono regolate, passando da una
conformazione attiva ad conformazione inattiva, e viceversa, a seconda dello stimolo.
Il loop sporge dal lobo grande e, a sua volta, adotta due conformazioni alternative, in modo simile
allo switch delle proteine G. A conformazione inattiva occupa il sito attivo, impedendo il legame
del substrato. Contenendo però, nella sua parte centrale, da uno a tre residui di tirosina, nel
momento in cui questi vengono fosforilati il loop passa alla conformazione attiva spostandosi,
poiché i gruppi fosfato sono grandi e comportano un ingombro. Lo switch fondamentale è proprio
rappresentato, dunque, dal movimento di questo loop.
I fosfati sulla tirosina, poi, formano legami che stabilizzano la nuova conformazione con
un’arginina 165 (precedente all’aspartato del loop catalitico) per interazione elettrostatica con la sua
carica positiva.
Il loop di attivazione ha, in prossimità dell’N terminale, inoltre, una sequenza conservatissima Asp
Phe Gly, il cui aspartato 184 coordina gli Ioni Magnesio che devono stabilizzare l’intermedio
pentavalente ricco in cariche negative che si forma quando viene legato l’ATP (proprio come per le
GTPasi; ancora si tratta di caratteristiche tipiche di quegli enzimi che legano nucleotidi). Quando il
loop si apre esponendo il sito attivo non solo permette il legame del substrato, ma comporta
l’orientamento corretto dell’Aspartato, che coordinerà quindi il magnesio.
Meccanismo catalitico: E’ un meccanismo acido base; il substrato contenente un amminoacido
come la tirosina o la serina rappresenta il nucleofilo; per rendere efficiente il suo attacco, l’enzima
provoca l’aumento della sua forza da
nucleofilo poiché l’Aspartato 166 del
loop catalitico funge da base
strappando il suo protone; in questo
modo l’O¯ attacca il fosfato in
gamma, prelevandolo. Al termine della
catalisi, si forma ADP e il substrato
fosforilato.
Loop catalitico:
Arg 165 stabilizza il loop di
attivazione in forma attiva
Asp 166 interagisce con l’OH del
substrato
Asn 171 legame H con Asp 166
Loop di attivazione:
Asp184 (motivo Asp- Phe-Gly)
Lega i cationi bivalenti
3-5 ty
Attivazione dei recettori tirosinchinasici: La molecola segnale si lega provocando la
dimerizzazione di due monomeri recettoriali; questo evento può avvenire in modi diversi:
-il ligando può avere due siti di legame, uno per monomero, fungendo da ponte;
- i ligandi sono due, che si uniscono e ciascuno lega un recettore portando alla formazione di un
ponte;
- i ligandi sono due, si uniscono ma legano entrambi tutti e due i recettori fungendo da doppio
ponte;
- c’è un solo ligando che, però, non ha efficienza da solo nel provocare la dimerizzazione; agisce in
concerto con una proteina accessoria che rafforza il suo effetto.
A.Dimerizzazione-
Modifica
conformazionale
B.Modifica
conformazionale
Es. rec per l’insulina
E’ chiaro che, a dimerizzazione avvenuta, si verifica la modifica conformazionale del recettore. I
due domini chinasici di entrambi si ritrovano uno di fianco all’altro e ciò comporta una
fosforilazione reciproca in trans dei siti attivi; uno causa lo spostamento dei loop di attivazione
dell’altro. Se il loop occupa il dominio chinasico questo ha, sì, una conformazione inattiva ma
mantiene, però, una piccola attività basale sufficiente per fosforilare un altro monomero che si
posiziona così in prossimità fungendo da substrato.
1. Loop di attivazione:
Attivazione dominio chinasico
2. Regione C-term e
segmento Juxtamembrane:
- reclutamento proteine
intracellulari
- Attivazione dominio
chinasico
(in alcuni casi)
C’è da precisare che il recettore, da
monomero, sebbene abbia questo
piccolo livello di attività, non è capace
di fosforilare il suo stesso loop