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CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE

Robusto, longilineo, non adiposo.

Landrace

MANTELLO: BIANCO con cute rosea.

PROFILO fronto-nasale: da concavo a rettilineo

ORECCHIE portate in avanti e in basso, lunghe.

Tronco molto allungato (MAIALE SILURO) per la maggiore lunghezza (vertebre dorsali soprannumerarie 15/16 anziché 13).

Petto, groppa e natiche ben muscolosi.

Buona prolificità ed elevata attitudine materna.

PRESTAZIONI PRODUTTIVE analoghe al Large White. L'IMG varia tra 724 e 764/g/die.

L'ICA è di circa 1.3 kg

Carne ed ossa nel prosciutto incidono per circa l'81.7%

La % di carne nella carcassa è di circa il 65%.

PRESENTA ANCORA CASI DI PSE.

È comunque impiegata, pura o incrociata, per la produzione del SUINO PESANTE ITALIANO.

Alta resa al macello, ottima sia per la produzione di suino pesante che per la produzione di carne magra da destinare al consumo diretto. Buona prolificità ed elevata attitudine materna.

Landrace francese

Landrace italiana

Landrace americano

LANDRACE BELGA

Si distingue per il carattere della coscia erditato, probabilmente, dall'incrocio con la razza Pietrain. Sua particolare caratteristica è l'eccezionale sviluppo muscolare accompagnato ad un discreto accrescimento. Ottimi incrementi giornalieri, indici di conversioni leggermente inferiori a quello del Pietrain. Taglia media, carnoso. Cute rosea e setole bianche. Profilo fronto-nasale rettilineo. Orecchie leggermente pendenti e dirette in avanti. Presenta al pari del Pietrain casi di sindrome PSE. Non adatto alla produzione per salumificio, la razza in purezza è esclusa dalla produzione del suino pesante italiano.

RAZZE AMERICANE

Le razze suine americane riflettono il tipo di allevamento a cui sono sottoposte. Sono razze particolarmente rustiche, adatte al pascolamento, con ventre retratto e arti lunghi. Hanno cute pigmentata o ricoperta di setole folte. La carne

è spesso infiltrata di grasso ed utilizzata per consumo diretto non trasformato. Derivate da razze europee ed asiatiche ed incroci, risalgono per la maggior parte alla fine del 1800 inizio 1900. Originaria dello stato del New Jersey deriva da un incrocio a tre vie tra Berkshire, suini Iberici e suini rossi africani (Guinea). DUROCE' la razza più diffusa nel Nuovo Continente. Elevata prolificità e attitudine materna.

Caratteristiche morfologiche: La cute è color ardesia chiaro sul dorso e sui lombi, roseo sulla faccia, gola petto ventre. Il mantello ha un colore rosso mogano di varia intensità. Profilo fronto-nasale concavo. Orecchie piccole, portate in avanti, ricadenti. Statura elevata e arti solidi. Buona prolificità e attitudine materna. Buoni gli indici di conversione. Di grandi dimensioni, è capace di fortissimi accrescimenti giornalieri (600-800 g), pari a quelli della razza Large White.

Landrace.

Le carni risultano ricche di grasso perimuscolare, marezzate e di colore scuro e quindi poco adatte alla richiesta pei prosciuttifici.

Usato in Italia prevalentemente come verro per l'incrocio nella produzione del suino pesante da salumificio. In purezza presenta alcuni difetti che lo rendono poco utilizzabile negli allevamenti industriali: la noce e la grassinatura in modo particolare.

La prima è una noce di grasso che si rinviene nel prosciutto.

La seconda riguarda un'accentuata marezzatura, entrambe non gradite dai trasformatori.

Gli incroci a tre o più vie hanno lo scopo di conferire doti di rusticità.

Ritenuta esente da PSE, attualmente è stata messa in evidenza una lieve incidenza di tale patologia.

Di origine incerta si ritiene che derivino da razze Hampshire europee giunte in America del Nord con i coloni.

Dopo la II guerra mondiale assunse notevole importanza. È di mole compatta e rustico.

Cute e mantello di

Il colore dei neri presenta una tipica fascia bianca a livello delle spalle e del garrese che si prolunga fino agli arti come la Cinta Senese, dalla quale si distingue per la maggiore mole, il portamento eretto delle orecchie, le maggiori masse muscolari e la carne meno grassa.

Profilo fronto-nasale rettilineo.

Orecchie piccole ed erette.

Prosciutto largo disceso globoso.

Coda attaccata alta, arti molto robusti.

Scrofa dotata di buona prolificità.

Buon pascolatore utilizza al meglio i foraggi verdi.

  • Animali di media mole, con accrescimenti rapidi e buona conversione alimentare.
  • È evoluta negli anni verso il tipo da carne, è una buona produttrice di carne magra. Molto usata per l'incrocio sempre nella produzione del suino leggero grazie all'elevato accrescimento che dimostra nei primi mesi di vita. Si adatta bene all'allevamento all'aperto.
  • È adatta alla produzione del suino leggero, ma fornisce carni
acide,.•Particolare è l'andamento della glicolisipost-mortem che determina a 24 h p.m. unpH decisamente più basso rispetto a quello delle altre razze, carattere negativo che la rende poco adatta ai fini della trasformazione delle carni.•Il suino Hampshire in purezza è stato, quindi, escluso dalla produzione italiana del suino pesante mentre viene impiegato negli incroci per la formazione di ibridi.Originaria dell'Ohio, in maniera controversa: sembra POLAND CHINA possedere sangue Berkshire e di suini asiatici (cinesi e russi ?).Il tipo primitivo era da lardo, successivamente è evoluto verso il dual-type.Mantello nero con pezzatura centrifuga (sei macchie bianche a sede fissa: estremità del grugno, coda e 4 balzane).Orecchie erette per i primi 2/3.Profilo lievemente concavo.Modesta la prolificità.Buona la resa al macello.Tronco largo e groppa inclinata.Importata in Italia subito dopo la I Guerra

mondialesi era notevolmente diffusa. Attualmente non molto utilizzata nel nostro paese. Frequente la sindrome PSE. Poland China Spotted poland Originaria dell'Indiana, deriva da incroci tra Poland China, Gloucestershire old spot (inglese) e suini pezzati locali. Mantello bianco a macchie nere con contorni netti; il tipo ideale ha macchie equamente ripartite con la parte depigmentata. Profilo del grugno concavo. Orecchie erette per 2/3. Tronco corto. Arti solidi. Rustica e resistente, precoce e buona trasformatrice degli alimenti. Caratterizzata da ottimi indici di conversione e da buone rese al macello. Il grasso di marezzatura è elevato e il colore della carne scuro. È adatta alla produzione del suino magro e fornisce carcasse ricche di tagli pregiati. In Italia è stata usata per incroci per la produzione del suino pesante da salumeria. Attualmente poco usata. L'anomalia PSE seppur presente nella razza si presenta meno che nella Poland China.

ITALIANE

Caratterizzate da mantello scuro, rusticità e da una ottima capacità ad alimentarsi nel sottobosco. Consistenza numerica molto modesta.

MORA ROMAGNOLA

La "Mora" che ha popolato tutto il versante nord dell'Appennino nelle province di Ravenna e Forlì fino agli anni '50 sta ora rischiando di scomparire: nel 1949 ne esistevano circa 22 mila esemplari, che si sono ridotti, qualche anno fa, a meno di 10 (li ha conservati miracolosamente un allevatore di Faenza).

È un antico suide con notevoli doti di rusticità e forte attitudine materna; dotata di scarsa precocità, i soggetti di questa razza possono comunque raggiungere notevole peso.

Le sue caratteristiche sono: costituzione longilinea, buona taglia, testa piccola con muso lungo e sottile, orecchie piegate in avanti e parallele al muso, occhio a mandorla di colore nero, pelle scura con setole nere che formano lungo la linea dorso-lombare una specie di criniera denominata

“linea sparta”. Razza robusta, con carni saporite adatta al consumo fresco e alla trasformazione secondo i metodi tradizionali. Con la diffusione degli allevamenti industriali è stata completamente abbandonata: perché cresce molto più lentamente dell’onnipresente Large White e, paradossalmente, per la maggiore percentuale di grasso che caratterizza la sua carne rispetto ad altre razze suine “magre”. Come molte vecchie razze la Mora è vigorosa, predisposta all’ingrassamento e molto rustica: ideale per sistemi di allevamento all’aperto. È stata inserita dalla Regione Emilia-Romagna nel Piano Regionale di Sviluppo Rurale come razza da salvare e dal movimento Slow-food nelle cento produzioni italiane da presidiare. Razza antichissima originaria della Campania, già nota ai Romani, sembra avere origine da razze orientali. Casertana Verso la fine del secolo scorso, questo tipo di maiale veniva allevato

Nelle province della Campania, del Lazio, del Molise e di molte altre zone del Mezzogiorno. Attualmente, allo stato di "semiestinzione", la Casertana è presente solo in qualche allevamento a conduzione familiare nella provincia di Benevento.

Sulle origini di questa specie non sono stati condotti studi approfonditi. L'unico effettuato, infatti, risale al 1899, quando dall'esame di reperti archeologici rappresentanti porci e cinghiali ritrovati negli scavi di Capua, Pompei ed Ercolano, si riuscirono a individuare le caratteristiche somatiche originarie della Casertana.

Comunque, i tratti somatici tipici sono la cute nero ardesia sprovvista di setole (da cui il nomignolo di "pelatella"). La testa piuttosto lunga, a profilo rettilineo, caratterizzata spesso dalla presenza, ai lati delle mandibole, di due appendici cutanee dette sciuccagli, tettoie o bariglioni. Le orecchie sono di grandezza media, ravvicinate tra loro e dirette obliquamente dall'alto verso

Il basso è in avanti. Il tronco è mediamente l
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A.A. 2008-2009
52 pagine
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SSD Scienze agrarie e veterinarie AGR/17 Zootecnica generale e miglioramento genetico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vipviper di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Allevamento dei suini e degli equidi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Fontanesi Luca.