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DI PERSONE UMANE DENTRO OGGETTI DI DESIGN

Alessandro Mendini (1931 – 2019)

Per lui gli oggetti rappresentano la nostra corda al corpo, eccesso di oggetti, consumismo. Fa una riflessione caratteristica della sua attitudine malinconica e con un fondo catastrofico.

MONUMENTINO DA CASA, Sedialassù, performance per Casabella, 1947 – 1974: sedia oggetto che incarna il mito del design, e pensa che questa sedia che si chiama Lassù, una sedia messa su un piedistallo. Come si sale su questa sedia? Disfunzionale perché sta sulla punta di una piramide mozza. Viene trasportata ed ambienta in una specie di discarica, in un contesto naturale e degradato, e le viene dato fuoco. Sorta di rogo, come quelli che mandavano a morte gli eretici, qui viene mandato a morte il simbolo del design.

AUTORITRATTO CON UN PRIGIONIERO DI MAUTHAUSEN, 1974: il designer è prigioniero della civiltà dei consumi, si pone al fianco di questo prigioniero di Mauthausen. Compara il lavoro del design in

questo periodo al prigioniero della Seconda Guerra Mondiale.

4SEDIA SCIVOLAVO, 1975: contestazione della funzione, perché sedia fatta per sedersi non ha più la funzione di sedia perché inclinata. Diventa una specie di slogan, critica del radicale al funzionalismo, la sedia non funziona più perché scivola. Enorme perché la scala, le dimensioni dell'oggetto, cambia le dimensioni, la metafora dell'oggetto stesso; disegnerà anche diversi vasi enormi o delle architetture minuscole, lo chiamerà il complesso di Gulliver. Cambio di percezione ottica, cambio radicale.

LAMPADA SENZA LUCE, 1975: a cosa serve una lampada senza luce? È ancora una lampada o no? E se non è una lampada, cos'è?

SEDIA DI PAGLIA, 1975: di nuovo dilemma di tipo concettuale, ha la forma di una poltrona ma non ne ha la misura, si atteggia come essa ma non ha un tipo di materiale che possa attribuirsi ad essa.

VALIGIA PER ULTIMO VIAGGIO, 1975: valigia non

trasportabile perché in marmo pesantissima, una sorta di addio al mondo del design. MOSTRA "ITALY. THE NEW DOMWARIC LANDSCAPE", MOMA, NY, 1972. Impianto curatoriale di Emilio Ambasz. Il design italiano del decennio precedente viene posto al pubblico mondiale come avanguardia assoluta di una nuova sensibilità del progetto di interni. Prendere l'Italia come frame in cui sintetizzare tutta una serie di contraddizioni e nuove voci che emergevano nel nuovo modo di fare design. Tipologie di prodotti che diventano la sintesi di un segmento generale che si diffonde in tutto il mondo. Tema del commercio e della produzione entra anche nell'allestimento di essa. Gli approcci identificati da Ambasz a rappresentare l'Italia, alla quale tutti guardano proprio in questo momento: 1. Il conformista, dove il designer deve solo perfezionare forme sociali già accettate e pre-costruite. L'approccio conformista: oggetti che sono interessanti dal punto di vista formale e

tecnico ma che non hanno nessuna pretenziosità di modificarne la visione precedente.

DE PAS, D'URBINO, LOMAZZI, BLOW. ZANOTTA, 1967: sostituiscono sull'idea del canotto il poliuretano della poltrona con dell'aria.

Campagna pubblicitaria dell'oggetto mira ad esaltarne la versatilità di essa, scatoletta con poltrona sgonfiabile e pompetta, una sorta di Pop Up.

Rappresenta il primo arredo gonfiabile.

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Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
8 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ludog173 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del design e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) o del prof Irace Fulvio.