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CRISI A LIVELLO TRANSGENERAZIONALE
La famiglia occupa uno spazio fondamentale all'interno del pensiero gruppoanalitico e non solo in
quanto principio e perno stesso del concetto di matrice gruppale. La famiglia originaria è la rete
primaria in cui si forma in modo decisivo la personalità dell'individuo. Questa rete, costituita dalla
famiglia vista come gruppo, agisce come una formazione ben complicata. I valori inculcati, l'intero
rapporto con il mondo con gli oggetti, l'intero modo di esprimersi, di respirare, dormire, di
svegliarsi, di divertirsi, di parlare, il comportamento totale dell'individuo è stato modellato in modo
decisivo dal gruppo familiare originario. Pertanto è molto importante osservare i cambiamenti della
trama del tessuto familiare e come questi si riflettono sullo sviluppo della personalità individuale,
valutando se la famiglia costituisce ancora, psichicamente, una preziosa trina o soltanto un ordinario
rattoppo. Durante la modernizzazione l’istituzione familiare è andata incontro a rilevanti
cambiamenti nella composizione e nei ruoli, storicamente contestualizzabili e comprensibili. Essa
inoltre passando attraverso una progressiva trasformazione dal modello allargato o patriarcale a
quello nucleare, è giunta alle contemporanee forme di estended family, famiglie mono-genere,
famiglie composte da membri provenienti da precedenti esperienze matrimoniali, famiglie di single,
estendendosi dunque nei modi più vari. Se prima i rapporti familiari intimi coinvolgevano un
numero ampio di persone legate tra loro da vincoli di parentela collaterali e ascendenti,
successivamente essi restringendosi hanno sancito legami significativi solo tra genitori e figli, per
evolvere infine nelle forme più varie e disomogenee, generando talvolta una confusione di ruoli. La
famiglia progressivamente ha delegato a istituzioni esterne molte delle funzioni tradizionalmente
espletate dei genitori, allentando decisamente il loro ruolo. In una buona famiglia naturale o
istituzionale devono esistere tutti i codici affettivi: da quello del contenimento e della risposta al
bisogno codice materno, quello che ispira all'autonomizzazione e al merito codice paterno, quello
del confronto e dell'incontro con il nuovo codice dei fratelli. Funzioni fondamentali come quelle
dell'accudimento della cura e dell'educazione delegate ai media possono suscitare nel bambino
un’incolmabile sensazione di vuoto non traducibile in nostalgia ma semplicemente incomprensibile
quindi inaccettabile. Dal nostro punto di vista proprio questo quadro segnato da una sostanziale
carenza di relazioni significative e da questo self-service della crescita, così improvvisato e
instabile, che sono ascrivibili una serie di problemi. I bambini vengono lasciati soli,
psicologicamente ancor prima che fisicamente a tal proposito si pensi agli effetti psicologici
derivanti dal fatto di aver affidato ai media il ruolo del narratore. Chi racconta le fiabe è sempre un
adulto che possiede alcune qualità che gli altri non hanno. È il depositario inconsapevole di una
saggezza che per potersi conservare e tramandare fa affidamento sulla memoria, egli non ha
necessariamente un alto grado di istruzione: le fiabe non le ha lette o studiate, le ha ascoltate da
un'altra persona cha a sua volta le aveva ascoltate questo sino a perdita di memoria storica. Possiede
l'arte del saper raccontare, ha la capacità di creare un'atmosfera adegua alle palpitanti emozioni
relative ai contenuti simbolici della fiaba, ma anche ai rapporti tra i presenti. Il possesso di un
sapere e la capacità di saperlo rendere comune gli conferiscono un'autorità che assicura la
possibilità che grandi e piccini si raccolgono attorno a lui e gli prestino attenzione. Queste qualità
garantiscono il formarsi di un set, in cui hanno possibilità di esprimersi, condensandosi attorno alle
immagini della fiaba, i desideri e i bisogni dei bambini. L'organizzazione familiare ha rotto con le
modalità tradizionali dell'accettazione, affidandosi talvolta alla lettura che ancora ha carattere
relazionale ma più spesso alla televisione: cartoon e videocassette fruite dai bambini in assoluta
solitudine. Il cambiamento è più grande di quanto sembri, infatti, mentre la fiaba che prendeva
molto sul serio le ansie e i dilemmi esistenziali appartenuti a tutti gli uomini e a tutte le epoche,
ponendo il bambino dinanzi ad essi, era in grado di suggerirgli la soluzione, anche se in forma
simbolica: la videocassetta e il cartoon fanno esattamente l'opposto, non suggeriscono ma
confermano nel bambino le sue paure, per esempio la paura di non essere considerato, dato che sono
esse stesse spesso espressione dell'assenza di relazione.
C'è da supporre inoltre che questa assenza relazionale, specialmente se protratta durante gli anni
della crescita, possa spezzare il canale inconscio delle identificazioni, lasciando confluire
indistintamente desideri sogni ambizioni fantasie mancanze paure ossessioni nei reality o in quella
che è stata definita tv del dolore determinando così lo spostamento dell'identificazione dal plexus al
mondo delle comunicazioni di massa. I rapporti con gli altri particolarmente con i genitori
esercitano un'influenza diretta sullo sviluppo delle strutture delle funzioni biologiche. L'esperienza
relazionale influenza e orienta i processi e i programmi di maturazione, geneticamente determinanti,
dal sistema nervoso. Nello sviluppo e per lo sviluppo delle reti neuronali occorre la relazione
Secondo Foulkes il gruppo famiglia plexus non è composto soltanto dei famigliari bensì da tutte
quelle persone che pur non essendo legate da vincoli di parentela, hanno avuto e hanno un ruolo
direttamente importante per l'individuo. All'interno del plexus, inoltre rappresentazioni desideri
interdizioni che ciascuno fa di sé e dell'altro costituiscono la trama del pensiero famigliare, laddove
per pensiero famigliare si intende la capacità del sistema o del gruppo famiglia di concepire e dare
senso agli accadimenti. Mancano le cose da connettere e rielaborare. Questo sarebbe l'effetto dello
spopolamento del plexus e del disimpegno se non dell'indifferenza della famiglia per la famiglia: il
fatto che i legami si fanno sempre più deboli e allentati e ciò a scapito dei ricordi, delle
rappresentazioni, dei desideri, dei divieti. Ciononostante ancor oggi e decisamente in contrasto
rispetto a quanto detto alcuni fatti denunciano livelli insospettabili di saturazione del pensiero
famigliare, si tratta dei bambini preconfezionati frutto di concepimenti saturi, specie per ciò che
concerne la corporeità: le cliniche per l'inseminazione da donatore offrono una grande varietà di
campioni di spermatozoi tra cui scegliere. I possibili clienti possono decidere la razza, l'altezza, la
corporatura, il colore degli occhi, il grado approssimativo di intelligenza. Concludendo l'identità
personale passa attraverso la costruzione dei significati e dei sistemi di riferimento di tali significati,
in ciò il pensiero famigliare ha un ruolo molto importante. Essa rappresenta il primo indicatore, la
prima bussola a disposizione dell'individuo per decodificare e comprendere le coordinate del mondo
ospitante. Se la famiglia attuale eppure dovrebbe reggersi su quell'asse verticale di cui parlava
Foulkes non riesce più a fare da cerniera e passato e futuro si slegano, il rischio per i più giovani è
quello di naufragare in un amorfo presente, che dilaga senza storia né speranza.
CAP. 5
CRISI A LIVELLO ISTITUZIONALE
I valori non sono assoluti ma sono significati diversi a seconda dei contesti in cui si riferiscono.
Ciononostante ci sono dei valori universali o che sfiorano l'universalità e sono quelli nei confronti
dei quali aumenta la sensibilità degli uomini specialmente quando vengono negati, si pensi per
esempio al valore della vita. Naturalmente più la società è differenziata più i gruppi che la
compongono esprimeranno concezioni diverse e diversi valori. Oggi la libertà individuale regna
sovrana, ufficialmente è il tempo della deregulation. Il principio di realtà non fa più presa sul
principio del piacere, piuttosto esso sembra darsi un gran daffare anche un po' artificiosamente per
soddisfare i capricci dell'essere. L'esperienza quotidiana ha dimostrato ampiamente quanto la libertà
assoluta non aiuti ad affrancarsi delle frustrazioni dalle inquietudini e dalle preoccupazioni.
Piuttosto essa sembra elicitare vissuti di smarrimento di incertezze e paradossalmente anche di noia.
Il fatto di essere giunti alla soddisfazione immediata del desiderio e dell'assoluto libero arbitrio è in
campo decisionale, potrebbe rivelarsi più un inganno che una conquista, poiché tutto è provvisorio
momentaneo e relativo. Carattere della postmodernità è anche un'ansia crescente legata da un canto
all'esitazione dell'insegnamento, della trasmissione di codici operazionali dei modelli teorico
tecnici, dall'altro alla mutevolezza dei ruoli e delle metodologie. Forse le trasformazioni degli ultimi
decenni ci hanno spinto attraverso un varco culturale per cui mentre prima il sapere non era
scindibile dalla memoria, dalla trasmissione critica e dall'acquisizione consapevole di concetti ed
esperienze, oggi la conoscenza ha assunto un carattere diverso: mimetico, camaleontico, in costante
trasformazione. La specializzazione, infatti, se da un canto richiede molta abilità, dall'altro mortifica
la capacità dell'individuo, il suo ingegno, la sua creatività, restringendo eccessivamente compiti e
mansioni in grado di esporre il lavoratore allo stesso rischio d’alienazione. Questa la ragione della
nuova anomia del villaggio globale cioè di quella anomia non più legata alla carenza di regole o
all’interruzione tra il modello culturale e gli strumenti di perseguimento, ma alla troppa pochezza
dell'operato individuale.
CAP. 6 CRISI A LIVELLO SOCIO COMUNICATIVO
La disidentità che oggi viene riscontrata è dovuta all'espandersi di alcuni fenomeni che mettono in
crisi da un punto di vista psicologico la continuità dell'asse passato-presente-futuro che caratterizza
il rapporto tra transpersonale e soggetto. Giovani sprecati, vittime di spossatezza fin de siecle, di cui
non conoscono la fatica e le ragioni. Giovani che invecchiano senza separarsi dalla gioventù, dalla
casa, dalla famiglia. Involontariamente protagonisti della nuova anomia del villaggio globale ma
capaci anche di incredibili azzardi ed esposti più di ogni altro a un incipiente sentimento di
solitudine tecnologica mentre digitano relazioni face to face sulle tastiere dei pc, sbarazzandosi così
con un dito dell'ingo