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Merle, in un articolo del 1999, intitolato Perversioni: struttura, sintomo o meccanismo, si pone il Freud si chiese poi quale fosse l’origine del senso di colpa, soprattutto quello che determinava il

problema della definizione dei limiti concettuali e clinici della perversione. Per Freud, essa deve essere rivolgimento del sadismo in masochismo. La risposta fu molto interessante perché rinviava alla struttura

circoscritta a un disturbo riguardante la sfera della sessualità, delimitata da meccanismi di negazione, dell’Io e al suo rapporto con quello che era descritto come l’istanza critica nei confronti dell’Io: l’Io

scissione dell’Io, dall’angoscia di castrazione e dalle problematiche libidiche. Con gli sviluppi della ideale. Tra il 1924 3 il 1938 Freud ritornò più volte sul tema della perversione. I suoi scritti posero

psicoanalisi dei processi precoci di sviluppo, l’interesse degli studiosi si è rivolto al legame tra angoscia sempre più al centro del problema perversione il rapporto tra processo di strutturazione dell’Io e le

di castrazione e angosce più primitive dipendenti dai processi precoci di separazione e risoluzione della vicissitudini del complesso edipico, l’angoscia di castrazione e il processo di maturazione genitale. In

primitiva fusione madre-infante, con il risultato che la formazione della perversione ha assunto sempre questo senso il feticismo diventò sempre più il prototipo delle perversioni: l’angoscia di castrazione

più le caratteristiche di un processo difensivo postumo teso a sopperire a un primario difetto evolutivo viene intensificata dalla visione dei genitali femminili. L’individuo si sottrae a quest’angoscia attraverso

della relazione tra il bambino e l’ambiente e della funzione materna rispetto al delicato processo di una negazione accompagnata dall’allucinazione si un pene femminile. Ma subito sposta l’investimento

gestione del distacco e della soluzione della simbiosi. Freud ha posto le basi dello studio psicoanalitico su un’altra parte del corpo o su un indumento o oggetto della donna, il feticcio quindi nasce per svolgere

della perversione. Sin dal 1905 egli basò le proprie ipotesi sulle teorie pulsionali e dello sviluppo degli più funzioni simultanee: negare l’assenza del pene nella donna, negare l’angoscia di castrazione, e

stadi di organizzazione della libido. Dall’ipotesi del polimorfismo perverso del bambino derivò la rassicurare l’individuo per consentirgli una forma di appagamento genitale. Altri autori hanno

convinzione che la perversione dell’adulto andasse intesa come persistenza di forme infantili di proseguito le ricerche freudiane coniugandole con le scoperte di M.Klein, Balint e Winnicott

gratificazione sessuale, legate alla conservazione di pulsioni parziali ancorate a zone corporee e funzioni nell’ambito della psicologia degli stadi precoci. Tutti gli autori post-freudiani hanno posto in risalto lo

che avevano mantenuto la primitiva valenza erogena. Alla base delle considerazioni freudiane c’era un stretto legame tra perversione e psicosi, fondando le argomentazioni su accurate osservazioni delle fasi

presupposto teorico che egli aveva mutuato dai suoi maestri viennesi: l’idea che il piacere derivasse precoci dello sviluppo infantile. Gillespie in particolare ha sviluppato le intuizioni freudiane sulla

dalla scarica pulsionale, mentre il dispiacere e l’angoscia fossero un prodotto dell’inibizione della scissione dell’Io coniugandole con le ricerche kleiniane. Egli si è interrogato sulla reale centralità

scarica e dell’eccessiva ritenzione pulsionale. Nel 1919 la formazione della perversione venne legata al dell’angoscia di castrazione, giungendo a ipotizzare che la fonte primaria dell’organizzazione perversa

processo di maturazione della pulsione sessuale e alle vicissitudini del raggiungimento dello stadio fosse da ricercare negli stadi pre-genitali. Secondo l’autore, l’eccessiva intensità dell’angoscia di

genitale, sul cui sfondo il complesso edipico svolge un ruolo determinante. Nel suo saggio, Freud fece castrazione che affligge il perverso metterebbe in moto una regressione parziale verso livelli pre-genitali

importanti considerazioni: dell’Io, in particolare orali, mostrando affinità tra perversione e psicosi. Gli autori che hanno fatto

1. Legò la formazione della perversione adulta a una regressione dell’organizzazione della riferimento al pensiero kleiniano, hanno posto al centro della formazione perversa i ruoli da protagonista

pulsione sessuale. Tale regressione derivava da un fallimento evolutivo verificatori al momento svolti dalla pulsione di morte, dall’Edipo precoce, dalla scissione dell’oggetto e dell’Io, dalla difesa

del passaggio dalla pubertà all’adolescenza. Questo fallimento dipendeva dalla debolezza delle attraverso l’identificazione proiettiva. Così questi psicoanalisti sono giunti a definire la perversione

basi di una normale attività sessuale nel momento cruciale della svolta puberale, oltre che dal come una difesa da un’angosciante minaccia psicotica. Gillespie sottolinea che la perversione non

noto ritardo maturativo della pulsione sessuale. riguarda solo la pulsione, ma tocca direttamente lo strutturarsi dell’Io. Attraverso la perversione l’Io

consente una modalità circoscritta di realizzazione della sessualità. nello stesso anno Balint mostrò che

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in realtà l’appagamento pulsionale perverso è sempre genitale mentre la regressione pre-genitale serve umano con un oggetto inanimato e il modo in cui funziona questa sostituzione nell’ambito della

solo a fornire l’eccitamento preliminare. Anche Gillespie segnala che l’Io raggiunge questo relazione oggettuale. Il feticcio ha spesso doppia valenza: da un lato deve essere sostituto del pene, ma

compromesso in due modi: deve anche valere come vagina, così da poter essere indossato, spesso viene rubato al legittimo

- Attraverso una scissione preliminare, proprietario, questi due aspetti avvicinano il feticcio al travestitismo e alla cleptomania, ma soprattutto il

- Attraverso una negazione parziale della realtà. In questo modo l’Io del perverso, per quanto feticcio deve poter essere usato e goduto indisturbatamente. Per il perverso è difficile assolvere a questi

immaturo, riesce a evitare un diniego più esteso della realtà e il conseguente crollo psicotico. due compiti poiché il suo Io è troppo debole e non può esercitare un controllo sulle angosce più intense.

La perversione appare quindi, come un rimedio auto terapeutico consistente nell’opzione per il male Esso non può neppure reggere le pressioni della vita relazionale. Così ripiega regressivamente su un

minore. A questi studi di matrice kleiniana si collega anche lo scritto di Baranger,Goldstein e Rosenthal, aspetto significativo e rassicurante della vita infantile, traendo vantaggio dalla scissione dell’Io e del Sé

dedicato alla personalità del corruttore. Gli autori si concentrano sulla figura dell’Ospite, che è anche un grazie alla quale può conservare il primato di una pulsione parziale nell’area di pertinenza della parte

divino corruttore: questi è bellissimo, quasi angelico, agisce esercitando fascino, come se conoscesse a scissa, con questo inganno il perverso convince se stesso e gli altri che il soddisfacimento genitale è solo

priori quello che gli altri vogliono da lui, è privo di preferenze oggettuali, non sembra provare un sottoprodotto culturale senza valore. In questo modo tende a idealizzare il piacere prodotto dal

sentimenti, sin dalla sua comparsa si sa che scomparirà per sempre. Sembra appartenere ad un altro soddisfacimento della pulsione parziale e a negare il valore del piacere genitale. Le considerazioni di

mondo e rappresentarsi come l’ideale sessuale di ciascun membro della famiglia che lo ospita. Ma si Balint, collimano con ciò che Winnicott scoprì a proposito dell’oggetto transazionale e dell’area

tratta di un’ideale di tipo speculare: sa ciò che desiderano perché è il riflesso del loro desiderio. Viene intermedia, Balint infatti colloca il difetto maturativo del perverso nell’area dell’amore oggettuale

richiamato il mito dello specchio di Narciso, uno specchio che cattura, fa impazzire e uccide a causa primario, cioè in quella fase del processo maturativo che precede la formazione dell’area intermedia e la

dell’innamoramento che è capace di indurre. In questo modo viene mostrato come il corruttore neghi le comparsa di fenomeni transazionali. Due sono le angosce dell’Io feticista e del perverso in generale.

differenze, sia di tipo sessuale sia generazionale. Attraverso l’Ospite, inteso come medium, comincia a L’angoscia più recente è l’angoscia di castrazione. Si tratta di un’angoscia che ha costretto l’Io nascente

instaurarsi la struttura perversa familiare, che ha sullo sfondo il motivo edipico dell’incesto. Essi dell’infante a una reazione troppo intensa e prolungata per sopravvivere a un assalto eccitatorio. Questo

intravedono dietro il volto dell’Ospite, la sintesi del narcisismo e la pulsione di morte. Il narcisismo una è stato causato da un difetto o fallimento della relazione madre/bambino, o dalla funzione ambientale di

volta perduto, non può più essere ritrovato nella stessa forma primaria ma può dar vita a intensi vissuti barriera contro gli stimoli, nella fase dell’amore oggettuale primario: la fase che ha il compito di gestire

derivati regressivi, cioè secondari, che possono essere tra loro molto diversi a seconda che a la separazione attraverso la creazione dell’oggetto transazionale. In questa prospettiva quindi il feticcio

predominare nel ruolo di motore della regressione sia la libido o la pulsione di morte. Quando prevale la rappresenta l’aborto dell’oggetto transazionale o ciò che resta di esso in seguito al fallimento della

pulsione di morte si sviluppa una reazione di angoscia paranoide intollerabile che dà vita a massicce formazione dell’area intermedia e al collasso tra dipendenza assoluta e indipendenza, tra oggetto

difese schizoidi dominate dall’identificazione proiettiva. C’è un aspetto però che questi autori trascurano soggettivo e oggetto esterno. Anche Greenacre si è occupata del feticismo e ha studiato il rapporto tra

o risolvono in maniera deterministica attraverso il riferimento a tre fattori disposizionali: l’eccessiva feticcio e oggetto transizionale. Pone le basi della sua teoria traendo spunto dall’osservazione clinica

quantità di pulsione di morte primaria, l’eccessiva debolezza delle strutture psichiche dell’individuo, delle fasi precoci della relazione madre/bambino. Postula così l’esistenza di due epoche dello sviluppo

l’intollerabile intensità dell’angoscia persecutoria. Per cercare di capire da cosa dipenda la debolezza del feticismo: la prima entro i pri

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Publisher
A.A. 2014-2015
31 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher roxx86 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicopatologia clinica e dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Stella Amedeo.