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C.6 L’INTELLIGENZA NEI BAMBINI AUTISTICI
L’esame dell’intelligenza
Problema dell’attendibilità del QI nei bambini autistici (difficoltà ad esaminarli). Secondo gli studi epidemiologici, la >
degli autistici ha ritardo mentale, xò già Kanner e Asperger avevano notato capacità e interessi insoliti, espressione viva
e molto diversa da altri sogg con ritardo mentale, comportamenti che spesso rivelano capacità fuori dall’ordinario.
Alcuni studi hanno considerato il problema della valutazione del QI (confronto dei risultati iniziali in sogg di 5 anni con
risultati a 15 anni) + confronto del QI con rendimento scolastico e adattamento sociale = validità del QI rispetto ai
criteri di vita reale e con il test del tempo = una valutazione attenta delle capacità intellettive degli autistici è
attendibile, le stime del QI restano le stesse a 10 anni di distanza anche usando batterie e test diversi. I bassi valori del
QI riflettono un fatto stabile in accordo con risultati scolastici e funzionamento quotidiano del sogg, rispecchiano un
handicap reale.
L’”idiot savant” autistico
Rari individui che, nonostante il ritardo mentale, dimostrano prestazioni eccellenti in qualche campo anche > alle
persone dotate. C’è una relazione del 50% di sogg con un’area > do conoscenze e abilità 8es. disegno, musica),
difficilmente utilizzano professionalmente il loro talento xchè l’handicap mentale lo impedisce. Non si sa xchè diventi
idiot savant, deve prodursi un grado di determinazione ossessiva xchè si perfezioni un’abilità particolare (es. assenza di
vita sociale). I bambini autistici classici mostrano un’insolita capacità di concentrazione focalizzata che faciliterebbe
lo sviluppo di un’abilità isolata. Tra le abilità + frequenti: memoria automatica, abilità costruttive-spaziali. Kanner parla
di isolotti di capacità (natura isolata di picchi di prestazioni).
Alti e bassi di prestazioni
Wisc: scala di intelligenza x bambini con cui solitamente si valutano gli autistici, mostrano un profilo molto +
frastagliato di qualsiasi altro gruppo, di solito 2 poli opposti nonostante le variazioni individuali:
• polo di prestazione peggiore: nei sub test che implicano un alto grado di competenza comunicativa,
soprattutto di comprensione che richiede delle risposte di senso comune a domande ipotetiche apparentemente
semplici. Non è sufficiente che una risposta sia corretta, ma pertinente alla domanda. Negli autistici la
comunicazione è disturbata e facilmente cadono in questi test, xò nelle domande che richiedono
un’informazione precisa su un argomento in cui il sogg ha conoscenze speciali, danno risposte perfette
• polo di prestazione migliore: copiare in un t stabilito un disegno astratto con piccoli cubi = l’autistico
solitamente ottiene un punteggio buono o migliore dei sogg normali (i sogg con ritardo mentale non autistici
trovano difficoltà)
non bisogna xò soffermarsi sulla prestazione del test xchè non corrisponde alla capacità: una prestazione può essere
migliorata/peggiorata con l’esercizio, non è un riflesso perfetto delle capacità sottostanti.
Intelligenza nei test e intelligenza nelle situazioni reali
Dai test emerge un deficit di comprensione verbale e nessun deficit delle abilità spaziali; negli autistici spesso lettura e
capacità di pronuncia sono eccellenti come la prestazione a problemi matematici astratti, ma nella vita reale sono
incapaci e indifesi. Riescono bene in quei test dove manca un contesto + ampio (es. matrici di Raven, Seguin, test che
saggiano le competenze astratte che non dipendono dalla capacità di eseguire altri compiti) e vanno male dove il
contesto è importante (invece nella vita reale lo stimolo necessario x risolvere il compito si inserisce in un contesto +
ampio). Negli autistici manca la capacità di contestualizzazione.
Le abilità di memoria meccanica: x es. memorizzazione di stringhe di parole, i non autistici si orientano verso il
significato, la struttura e significato della frase agiscono da stimolo x mettere insieme le parole e farne un’unità
coerente, gli autistici tendono molto meno a riordinare le frasi casuali, non sono spinti a organizzare gli stimoli in unità
coerenti (nelle persone normali esiste la spinta a riorganizzare il materiale casuale).
Gli autistici non ricavano alcun vantaggio da frasi con senso, non c’è attenzione al significato generale e struttura
non casuale della frase, possono ricordare allo stesso modo frasi con/senza senso = mancanza di preferenza x stimoli
coerenti.
Le capacità spaziali e cosa c’è dietro
Il picco di prestazione è disegno con cubi: livelli di prestazione nella o sopra media, in sogg che nella > di altri sub test
hanno punteggi < alla media.
Test delle figure nascoste (una piccola forma che deve essere individuata in un disegno + grande fatto di linee che
confondono): punteggio medio che migliora con l’età. Si ritiene che persone capaci di trovare le figure nascoste
raggiungano una buona prestazione anche in altri test che dimostrano l’indipendenza dal campo (capacità di non
tener conto del contesto); essa è associata anche all’indipendenza dal campo sociale. Esiste una tendenza naturale che
mette insieme le informazioni: modello della mente basato sull’elaborazione delle informazioni (come il mondo ext è
rappresentato in quello int e come la mente agisce sul mondo). Meccanismi di input trasformano le sensazioni in
percezione attraverso molti stadi di elaborazione, il prodotto finale è l’informazione interpretata e utilizzabile: essa può
essere ancora interpretata in processi centrali attraverso molte elaborazioni (qui l’informazione è già elaborata a un liv
molto alto), il sistema centrale interpreta confronta, immagazzina, dà inizio alle azioni.
Probabilmente nell’autismo sono colpiti i processi centrali e non periferici, la disfunzione specifica probabilmente è
focalizzata attorno ai processi centrali. Nel test delle fig. nascoste: esiste una forza che trascina insieme grandi quantità
d’informazioni e che mette insieme le informazioni + piccole (coesiva), altrimenti la percezione è frammentaria =
necessità di mettere insieme informazioni già elaborate e interpretate attraverso una forza coesiva che agisce ad alto
livello nel sistema di elaborazione centrale, altrimenti i frammenti restano tali e di uso limitato nel programma a lungo
termine dell’organismo x il suo adattamento ambientale; xò le forse centrali coesive devono saper resistere (capacità di
distaccare un’informazione dal contesto). Probabilmente nell’autismo la forza coesiva centrale di alto liv è debole
(indipendenza dal campo, distacco del pensiero e distacco sociale, probabilmente si ha un mondo incoerente di
esperienze frammentate).
Distacco e coerenza: l’ipotesi principale
Nel sistema cognitivo normale c’è una tendenza connaturata a formare la coerenza su una gamma di stimoli la + vasta
possibile (questa forza permette i grandi sistemi di pensiero); questa capacità di coerenza è ridotta negli autistici, il loro
sistema di elaborazione delle info e esistenza sono caratterizzati dal distacco, inteso come qualità del pensiero.
La normale operazione della coerenza centrale costringe gli uomini a dare priorità alla comprensione del
significato (capacità di estrarre il significativo) + il senso è ricordato meglio se può essere immesso in un contesto
+ ampio = capacità di dare un senso, vedere il significato e struttura è utile, non possiamo farne a meno.
Nei bambini autistici: alte prestazioni nei compiti che richiedono l’isolamento degli stimoli e favoriscono il distacco +
scarsa prestazione in quelli che richiedono connessioni di stimoli e favoriscono la coerenza (la forza coesiva centrale è
una caratteristica naturale e utile, disturbata nell’autismo). Il quadro delle capacità è il derivato di una disfunzione
cognitiva di una particolare caratteristica operativa dei processi centrali ad alto liv che provoca il tipico distacco.
C.7 UN MONDO FRAMMENTATO
Sensazioni e ripetitività
Non ci sono disturbi sensoriali, ma ipersensività, percezioni come frammenti, gli stimoli sono sempre diversi e
inaspettati xchè non inseriti in uno schema coerente, ripetitività associata a sensazioni piacevoli. Scarsissimi studi su
fenomeni ripetitivi (importanti xchè essi non scompaiono come i sintomi secondari).
Ripetitività e frammentarietà appartengono allo stesso problema: mancanza di coerenza centrale (in un mondo
frammentato le azioni formano unità separate e piccole, la ripetizione si manifesta con + forza).
I 5 sensi
Indagare se uno di questi sia usato in modo meno efficiente dagli autistici, gli esperimenti escludono deficit sensoriali; il
problema non è periferico (relativo agli apparati sensoriali), ma all’apparato mentale.
1° ipotesi: preferenza x sensi prossimali (tatto, gusto, olfatto), anziché distali, xciò tendenza a toccare, annusare persone
e ogg. Ma gli esperimenti dimostrano che ciò non è associato all’autismo, ma a una bassa età menale, come i bimbi
piccoli.
2° ipotesi: l’informazione ricevuta da vista/udito non è elaborata in modo così efficiente come da altri sensi, difficoltà
linguaggio e comunicazione . necessità di indagare i processi di pensiero centrale.
Discriminazione e categorizzazione
Spesso negli autistici capacità di discriminare dettagli visivi e uditivi fini, conferma l’ipotesi x cui l’autismo non
colpisce direttamente i processi di entrata di input e uscita di output dell’elaborazione.
Capacità di classificazione: gli autistici forniscono una prestazione adeguata in base alla loro età mentale, gli insegnanti
si lamentano dell’incapacità di generalizzare ciò che è appreso a lezione (apprendono cose specifiche ma non le
applicano a situazioni simili) = non è l’incapacità di generalizzare o di vedere somiglianze che blocca la capacità di
applicare quanto appreso, ma l’incapacità di vedere il bisogno di generalizzare (possibile frutto di una debolezza
nell’impulso a una coerenza centrale).
Il controllo dell’attenzione
L’attenzione è una componente di alto liv della mente che decide a cosa porre attenzione nella massa di sensazioni in
arrivo; se la coerenza nella fase centrale è debole, la direzione dell’attenzione è casuale, ma non è un’attenzione scarsa,
è peculiare (gli autistici spesso si fissano su caratteristiche secondarie dell’ambiente, x es. un orecchio, senza prestare
atte