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Paranoia o Follia
È quel sistema di credenze, di pregiudizio integralista, di interpretazioni - distorsioni - soggettive che si ripercuotono nelle relazioni con la realtà psicologica e sociale; Delirio di Grandezza, di Persecuzione, di gelosia e Altre forme deliranti lucide.
Stati Psicopatici: Fobie e Ossessioni, Forme impulsive e Deviazioni sessuali.
Il linguaggio può servire a distinguere con una certa sicurezza i diversi tipi di malati di mente o le diverse malattie mentali tra loro, ma non riesce a discriminare con uguale certezza un soggetto folle da uno sano. Le psicopatologie esistenziali vanno distinte da tutte quelle forme di natura bio-organiche, così facendo possono essere considerate lungo un asse che va dalle forme irrisolte a quelle risolte: nelle prime la produzione delirante risulta localizzata e limita le esperienze tipiche delle nevrosi anancastiche, in quelle globali, l’universo cognitivo, linguistico ed esistenziale viene limitato.
Mantiene allora la velleità del ritorno di realtà; queste forme possono risolversi nellepsicosi schizofreniche o esitare in episodi ciclotimici o ancora nell’umore bipolare. Lepsicopatologie esistenziali risolte con le tipiche manifestazioni di paranoia, testimoniano che ilmalato si trova ormai completamente e irrimediabilmente assorbito dalla sua unica modalitàcognitiva ovvero nel suo delirio lucido.
Il DSM-IV rappresenta il primo manuale ufficiale dei disturbi mentali focalizzato sull’utilità clinicaOgni disturbo mentale è ordinato e classificato nell’apposita classe di appartenenza e identificatoattraverso l’attribuzione di un numero di codice-psicopatologia specifico; al codice corrisponde unascheda nosografica descrittiva che contiene i sintomi che devono soddisfarei criteri diagnostici(definiscono e delimitano i segni che caratterizzano i vari disturbi mentali) della malattia e quelliche ne fanno escludere la diagnosi.
Quindi ogni singolo disturbo patologico corrisponde a un quadro di riferimento clinico. L'approccio descrittivo-classificatorio del DSM-IV, attraverso i 5 livelli di valutazione di cui si serve, permette di controllare l'eventuale ambiguità della diagnosi (griglia di valutazione multi assiale):- Asse - in funzione dei sintomi osservati lo specialista può indicare la tipologia di disturbi clinici (dai disturbi d'ansia ai disturbi psicotici), disturbi psichiatrici maggiori, es. Schizofrenia
- Asse - tratti caratteriologici che contraddistinguono i Disturbi di Personalità o Ritardo Mentale, quindi anche disturbi della personalità e dello sviluppo.
- Asse - riguarda le Condizioni Mediche Generali, tutte le malattie organiche di cui soffre il paziente che possono causare o essere una conseguenza di disturbi psichiatrici, ad esempio Epilessia, morbo di Alzheimer, disturbi dell'umore.
- Asse - problemi psicosociali e ambientali,
Cioè gli eventi stressanti che influenzano lo sviluppo dei disturbi e quindi il trattamento e la prognosi.
V asse – prevede una valutazione globale del funzionamento psicologico, sociale e lavorativo (precedente e attuale).
Disturbi d’ansia: stato emotivo, spesso doloroso, caratterizzato da un presentimento del pericolo, inquietudine e tensione.
Disturbo d’Ansia Generalizzato - è caratterizzato dalla presenza di ansia eccessiva (6 mesi) legata a eventi e attività quotidiane accompagnata quindi da reazioni neurovegetative.
Disturbo da Attacco di Panico - un periodo di intensa paura e sofferenza accompagnato da sintomi somatici e cognitivi, manifestazioni ansiose o fobiche.
Disturbo Ossessivo-Compulsivo - presenza di ossessioni o compulsioni, che il soggetto critica e vive come assurdi, ma alle quali non riesce a sottrarsi, esegue un controllo dell’ansia attraverso rituali imprescindibili.
Disturbo di Somatizzazione - sintomi organici e isteria.
Fobia Sociale -
ansietà determinata dall'esposizione a situazioni o prestazioni sociali. Fobia Specifica- ansietà determinata dall'esposizione a precise situazioni temute. Disturbi dell'umore: il DSM-IV li distingue in base alla ciclicità o periodicità dei suoi due momenti morbosi, quello depressivo e quello maniacale, e l'esito certamente migliore rispetto alle altre affezioni patologiche: nella fase depressiva o unipolare, il tono dell'umore presenta solo picchi negativi delle manifestazioni depressive alternati a momenti di normalità - Disturbo Depressivo Maggiore o Depressione Unipolare-; se la malattia si cronicizza sino a perdurare oltre 2 anni allora si parlerà di Disturbo Distimico. Nella fase maniacale o bipolare, il tono dell'umore, viceversa, presenta periodi ciclici di picchi negativi e positivi con manifestazioni depressive alternate a quelle maniacali: l'alternanza che vede la predominanza diepisodi depressivi a scapito di quelli maniacali caratterizza il Disturbo Bipolare II; se anche in questi casi la malattia si cronicizza per la durata di almeno 2 anni sarà meglio definirla Disturbo Ciclotimico.Disturbi Psicotici: rappresentano le manifestazioni psicopatologiche per eccellenza; caratteristici e prevalenti sono l'ideazione delirante e le impressioni allucinatorie:
- sintomi positivi: deliri, allucinazioni, alterazioni cognitive come i disturbi della memoria, disorganizzazione del pensiero, del linguaggio e del comportamento
- sintomi negativi: deprivazione, deterioramento del funzionamento psicologico e sociale rispetto all'esperienza comune (appiattimento affettivo, alogia, apatia)
Disturbo Psicotico Breve: improvvisa manifestazione dei deliri, allucinazioni, alterazioni cognitive e comportamentali che entro 30 giorni regredisce fino a risolversi.
Disturbo Delirante: manifestazione con deliri lucidi caratterizzati da temi o contenuti di persecuzione, grandezza, gelosia.senza allucinazioni. Disturbo Psicotico Condiviso- la condivisione di idee deliranti da parte di due soggetti Disturbo Schizoaffettivo- sintomi psicotici e alterazione dell'umore Disturbo Schizofreniforme- sintomatologia schizofrenica breve e con esito favorevole Schizofrenia- la forma di malattia mentale più nota e diffusa, le forme morbose schizofreniche sono segnate dalla presenza di sintomi negativi e positivi e dal progressivo deterioramento ed epauperamento delle funzioni logiche del pensiero e quindi psicologico e sociale. Nel DSM-VI se ne riconoscono 5 tipi: Disturbo di tipo Paranoide- deliri (persecuzione, grandezza..) e allucinazioni Disturbo di tipo Disorganizzato- alterazioni cognitive, comportamentali, affettive... Disturbo di tipo Catatonico- sintomi negativi con alterazioni psicomotorie Disturbo di tipo Indifferenziato- sintomi positivi e negativi ma differenti dagli altri tipi Disturbo di tipo Residuo- sintomi attenuanti dalla cronicizzazione del disturbo Disturbi
Dissociativi e di Personalità mancano delle manifestazioni sintomatologiche tipiche, non presentano deliri e allucinazioni: nei primi le manifestazioni prevalenti riguardano la sconnessione delle funzioni della coscienza, della memoria, dell'identità o della percezione dell'ambiente.
Disturbo Dissociativo dell'Identità - il soggetto prova esperienze, inconsapevolmente, di sdoppiamento dell'identità personale.
Disturbo di Depersonalizzazione - il soggetto soffre dichiarando che in talune circostanze percepisce di perdere il contatto con la sua realtà personale, ed ha quindi la sensazione di vivere esperienze a lui estranee.
Disturbo Paranoide di Personalità - il sintomo essenziale è indicato come tratto di personalità rigido e non adattivo.
Schizofrenia e Linguaggio (2 parte) Il fatto che la S. sia universale, cioè presente in ogni parte del mondo, ha indotto a considerare, da parte del settore della psichiatria evoluzionista,
la sua possibile causa genetica: Marian Annett e Tim Crow ipotizzano che il gene responsabile (durante la lateralizzazione) sia quello che consente l'organizzazione strutturale e funzionale dei due emisferi, permettendo un maggiore sviluppo delle capacità cognitive e un incremento di funzioni nuove e sempre più complesse come ad esempio il linguaggio. L'epidemiologia della S ha origine con la classificazione dei disturbi mentali fatta da Kraepelin, fino alla prima metà del XX secolo le ricerche in quest'ambito sulle psicosi hanno imboccato due versanti, da un lato veniva messa in luce la componente genetica della malattia, dall'altro i fattori socio-ambientali, si sono occupate, tramite delle fasi storiche, dell'incidenza sulla popolazione e prevalenza della schizofrenia, il rischio specifico per età e sesso, i rischi connessi alla familiarità del disturbo spinte da un'esigenza culturale e da necessità metodologiche.Il primo fondamentale elemento è un'accurata diagnosi di S. tramite una dettagliata storia clinica al momento dell'insorgenza e durante la progressione, in più bisogna determinare la chiara età di esordio, per calcolare il tasso di incidenza, identificare i fattori di rischio e evitare correlazioni non-causali. Il problema che sta alla base dell'aspetto metodologico risiede nel carattere assolutamente non organico, quindi non facilmente individuabile della S, come ad es. il fatto che bisogna far rientrare i sintomi di ogni schizofrenico all'interno di generalizzazioni cliniche che a loro volta rientrano in quadri diagnostici più generali, appunto per questo un'indagine peculiare viene fatta grazie al linguaggio: la manifestazione più evidente.
Esistono molti fattori di rischio, sia biologici che psicologici, in particolare la classe sociale, l'età e il sesso, le complicazioni ostetriche pre e perinatali (gravidanza
sottopeso), l'abuso di sostanze (droghe anche leggere), lo stress (materno) e la locazione grafica, fattori che non causano il disturbo, ma ne possono modificare l'evoluzione e l'esito (soprattutto l'influenza della classe sociale): secondo la spiegazione della causazione sociale le condizioni ambientali avverse anticiperebbero l'età di inizio della S. Sappiamo bene che le condizioni sociali in cui vive un soggetto schizofrenico non determina l'anticipo dei primi sintomi, ma più semplicemente i soggetti appartenenti ad una classe sociale più elevata hanno più probabilità di seguire una terapia che ne faciliti l'esito positivo, anche se non c'è guarigione. Inoltre nessuno studio epidemiologico ha potuto confermare le ipotesi riguardo il possibile decremento o aumento della S dovuto alla crescente civilizzazione. Tutte queste caratteristiche e fattori della S hanno condotto diversi studiosi verso un'ulteriore ipotesi,
quella dell'origine genetica, è stata appunto lo studio delle storie familiari a dare il via alla ricerca dei fattori ereditari