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La dinamica del comportamento altruistico

Mentre offrire il proprio aiuto aumenta la stima di sé, riceverlo genera un senso di debolezza e inferiorità: per questo colui il quale riceve aiuto può tendere a sottostimare l'intervento altrui. Se poi il fatto di ricevere aiuto viene percepito come una minaccia al Sé, il beneficiato può reagire negativamente verso colui che è intervenuto.

Una volta definito un evento come un'emergenza, prima di decidere se intervenire o meno si ha una fase di valutazione del costo attribuito all'aiuto, influenzato da fattori relativi al contesto specifico, dall'empatia, dalle norme sociali e dalle tendenze di personalità.

L'interazione tra i gruppi

Il gruppo è un'entità psicologica diversa dalla somma dei suoi componenti. La diversità è dovuta alle relazioni dinamiche fra gli stessi componenti.

Kurt Lewin

Il concetto di gruppo in sociologia si...

Il concetto di gruppo sociale si distingue da quello di:

  • Aggregato: insieme di individui che si trovano nello stesso luogo allo stesso momento senza condividere alcun preciso legame.
  • Categoria sociale: raggruppamento statistico, insieme di individui classificati nella stessa categoria in base ad una particolare caratteristica comune che non interagiscono fra loro, né si ritrovano insieme nello stesso luogo.

Infatti, un gruppo sociale è costituito da un certo numero di individui che interagiscono l'uno con l'altro con regolarità: si tratta quindi di una distinta unità con una propria complessiva identità sociale.

I membri di un gruppo si aspettano determinate forme di comportamento l'uno dall'altro, non sono richieste invece ai non appartenenti.

Riguardo alle dimensioni, i gruppi vanno dalle associazioni intime (famiglia) alle collettività più ampie (circolo sportivo).

In sociologia è ancora ampiamente utilizzata (nonostante troppo schematica)

La distinzione fra gruppi primari, insiemi di persone che interagiscono direttamente e sono legate da vincoli di natura emotiva; gruppi secondari, formati da persone che hanno rapporti più o meno frequenti ma di tipo prevalentemente impersonale, in quanto determinati principalmente da scopi pratici. Secondo la prospettiva socio-psicologica di Lewin, ogni gruppo è una totalità dinamica diversa dalla somma delle sue parti in quanto si basa sull'interdipendenza (e non sulla somiglianza) dei suoi membri, che condividono uno scopo ed hanno delle attese in comune. Status: è la posizione che occupa un individuo all'interno di un gruppo. Nei gruppi, anche in quelli informali di adolescenti, le differenze di status formano una gerarchia. Le differenze di status possono essere colte anche osservando il comportamento non verbale; infatti, coloro che occupano uno status elevato tendono a: - avere più degli altri una postura eretta; - parlare con voce ferma;

mantenere il contatto visivo.

Riguardo al comportamento verbale, invece:

  • parlano più delle altre;
  • più probabilmente esprimono critiche, comandi;
  • interrompono gli altri;
  • ricevono un maggior numero di comunicazioni da parte degli altri membri del gruppo.

Le differenziazioni di status nei gruppi esistono per soddisfare un bisogno di necessità e di ordine.

Ruolo: è un insieme di aspettative condivise circa il modo in cui dovrebbe comportarsi un individuo che occupa una determinata posizione nel gruppo.

I ruoli permettono che la vita di un gruppo sia più prevedibile e quindi più ordinata; inoltre essi sono funzionali al conseguimento degli scopi di gruppo poiché implicano una divisione del lavoro al suo interno.

I ruoli principali in un gruppo sono:

  • il leader;
  • il nuovo arrivato;
  • il capro espiatorio, funzionale alla vita del gruppo poiché permette ai suoi membri di liberarsi di parti negative della propria immagine di sé.
proiettandole su chi detiene taleruolo. Le norme di un gruppo non sono vincolanti per tutti i membri allo stesso modo: infatti, coloro i quali godono di uno status elevato sono più vincolati al rispetto delle norme fondamentali per la sopravvivenza del gruppo. Le norme hanno 4 funzioni principali: l'avanzamento del gruppo verso il raggiungimento dei propri obiettivi; 1- il mantenimento del gruppo, la sua sopravvivenza in quanto entità; 2- la costruzione della realtà sociale, condivisa dai vari membri i quali trovano in 3- essa un punto di riferimento in caso di situazioni non familiari; la definizione dei rapporti con l'ambiente sociale, composto di gruppi, 4- organizzazioni, istituzioni (ad esempio definire quali gruppi siano alleati e quali nemici). Le norme di gruppo, una volta formate, sono resistenti al cambiamento, anche se esiste questa possibilità. Il potere nel gruppo Le posizioni dei vari membri possono essere più o meno centrali oIl potere è la capacità di influenzare o controllare altre persone. Le fonti di potere particolarmente comuni e importanti sono 5: 1. Il potere di ricompensa, che aumenta con l'ampiezza della ricompensa (di tipo materiale o simbolico); può indurre comportamenti di conformismo esteriore ma non adesione autentica. 2. Il potere coercitivo, cioè di influire attraverso sanzioni punitive, effettivamente comminate o minacciate; deve essere accompagnato da forze restrittive che limitino la possibilità di fuga; può indurre comportamenti di conformismo esteriore ma non adesione autentica. 3. Il potere legittimo, proviene da norme interiorizzate che stabiliscono il diritto legittimo di influenzare in base a certe caratteristiche possedute (anzianità, appartenenza ad una casta, essere maschio o femmina, ecc.) oppure ad una designazione sociale legittima (elezione). 4. Il potere d'esempio o potere di riferimento. 5. Il potere di competenza.che riguarda la struttura cognitiva. 5-Inoltre, anche il denaro o la capacità di persuasione possono essere fonti di potere. La leadership Anche nei gruppi informali è considerato leader colui che mostra il più elevato livello di influenza. Il ruolo di leader implica anche una maggiore iniziativa, una posizione elevata nella gerarchia di status e centrale nella rete di comunicazioni del gruppo. È dunque l'influenza il tratto distintivo del leader, colui che si distingue dagli altri per le sue caratteristiche o i suoi tratti di personalità, come: - propensione alla responsabilità e all'esecuzione del compito; - forza e tenacia nel perseguire gli obiettivi prescelti; - temerarietà e originalità nell'affrontare e risolvere i problemi; - tendenza a prendere l'iniziativa; - disponibilità ad accettare le conseguenze di decisioni ed azioni; - prontezza nell'assorbire lo stress e capacità di tollerare.

frustrazioni;- abilità nell’influenzare gli altri;- capacità di strutturare il sistema di interazioni sociali in vista del risultato.

Due principali stili di leadership:

  1. democratico, rappresentato dal leader socioemozionale;
  2. autoritario, rappresentato dal leader centrato sul compito.

Un terzo stile di leadership è quello laissez faire.

Ognuno di questi stili ha conseguenze diverse sulla produttività e sul morale del gruppo.

Esiste una relazione bidirezionale fra leader e membri del gruppo in quanto, se è vero che il leader può influenzare i membri del gruppo, anche questi lo influenzano con le loro aspettative e richieste (esplicite o non).

Questo aspetto è stato completamente trascurato dall’ottica tradizionale che vede il leader come unica fonte di influenza.

CAPITOLO 8 – LE RELAZIONI FRA I GRUPPI SOCIALI

Le persone si pongono in modo diverso di fronte ai membri del proprio gruppo rispetto a quelli degli altri gruppi: infatti,

Attuano comportamenti di discriminazione positiva nei confronti del gruppo a cui appartengono, a scapito degli altri, e non solo in contesti di competizione, ma anche in situazioni di semplice compresenza.

Evoluzione della concettualizzazione di Tajfel

Tajfel giunse dunque alla conclusione che la categorizzazione sociale (la percezione di far parte di un gruppo in rapporto con un altro) è sufficiente per produrre una discriminazione intergruppi in cui è favorito il gruppo di appartenenza rispetto all'altro.

Tajfel aveva rilevato che nel confronto del proprio gruppo con altri gruppi, si tende a valutare meglio il proprio gruppo di appartenenza: questo è proprio il contrario di quanto sostenuto dalla teoria del confronto sociale di Festinger, secondo la quale, gli individui si confrontano con altri, ma per evitare di mettere a rischio la propria stima di sé, realizzano il confronto con altri appartenenti al proprio gruppo e con abilità non troppo diverse.

differenziazione sociale, la categorizzazione sociale e la valutazione sociale. La differenziazione sociale si riferisce alla percezione delle differenze tra il proprio gruppo e gli altri gruppi. Questa differenziazione può essere basata su caratteristiche come l'etnia, la religione, la nazionalità, la classe sociale, ecc. La categorizzazione sociale è il processo attraverso il quale le persone classificano se stesse e gli altri in base alle categorie sociali. Queste categorie possono essere basate su caratteristiche come l'età, il genere, l'occupazione, ecc. La valutazione sociale riguarda le valutazioni positive o negative che le persone fanno dei propri gruppi e degli altri gruppi. Queste valutazioni possono influenzare il modo in cui le persone si comportano nei confronti degli altri gruppi, ad esempio attraverso comportamenti di favoritismo o discriminazione. In conclusione, il confronto sociale e l'identità sociale sono processi fondamentali per comprendere come le persone si relazionano e si comportano all'interno dei gruppi sociali.categorizzazione sociale, per la quale le differenze fra categorie sono accentuate mentre quelle all'interno della stessa categoria sono ridotte; inoltre, caratteristiche, valori o stereotipi assegnati alla categoria possono essere assegnati anche ai singoli membri del gruppo; l'identificazione sociale, per la quale gli individui si definiscono e sono percepiti dagli altri come membri di una certa categoria sociale; il confronto sociale con altri gruppi, che se positivo, fornisce un contributo importante alla creazione di un'identità sociale positiva. La teoria della categorizzazione del Sé è stata elaborata da un gruppo di studiosi raccolti intorno a John Turner e cerca di chiarire in particolare attraverso quali processi chi è inserito in un insieme di persone giunge a definire e sentire se stesso come appartenente ad una determinata categoria sociale.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
31 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia sociale della famiglia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof Castelli Luigi.